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Delfini spiaggiati, in Toscana 4 casi in pochi giorni
Arpat rende noto l’ennesimo caso di cetaceo spiaggiato, si tratta un delfino della specie Stenella, trovato spiaggiato presso le saline ad Orbetello (Grosseto). L’esemplare era già in avanzato stato di decomposizione e quindi non sarà possibile effettuare una necroscopia. Il veterinario del Parco della Maremma ha prelevato dei tessuti che saranno analizzati dall’Università di Siena. Si tratta del quarto caso in Toscana dal 21 luglio.
Ieri mattina erano stati trovati spiaggiati ben due delfini, della specie Tursiops truncatus, rispettivamente nel golfo di Baratti, a Piombino (Livorno) e in località La Mazzanta a Vada nel Comune di Rosignano Marittimo (Livorno). Sempre l’Arpat aveva ricevuto la segnalazione che, il 22 luglio, l’esemplare avvistato a Baratti, era stato segnalato ancora vivo ma in difficoltà.
Il 21 luglio era stato trovato senza vita sulla battigia della spiaggia di San Vincenzo, (Livorno) un esemplare femmina, ancora un Tursiupe. L’intervento dei militari della Guardia Costiera e di alcuni bagnanti aveva permesso il giorno prima al delfino di riguadagnare il largo ma poco dopo era stato avvistato, ancora smarrito e nuovamente in difficoltà, vicino al litorale di Baratti .
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana, sezione di Pisa, ha iniziato ieri, in collaborazione con l’Arpat, ad analizzare le carcasse ed effettuare una necroscopia per accertare le cause di morte. Il tursiope è una specie presente in tutto il Mediterraneo e nei mari italiani è la specie più diffusa sotto costa. L’Arpat ricorda che “tutte le attività di recupero di cetacei, tartarughe ed elasmobranchi che l’Arpat coordina sono svolte nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità della Regione Toscana.
Grossetano: capodoglio morto torna a spiaggiarsi
È approdata di nuovo in spiaggia la carcassa, in via di avanzata decomposizione, di un capodoglio a Alberese (Grosseto). Il cetaceo era stato avvistato più volte in mare ed è approdato la prima volta il 26 maggio sulla spiaggia di Collelungo.
I resti del mammifero marino erano stati trascinati di nuovo in mare dalle correnti e finalmente ieri la carcassa è approdata di nuovo sulla battigia nello stesso tratto di spiaggia all’interno del Parco della Maremma.
Uno staff dell’Osservatorio Toscano della Biodiversità, composto da Giuliana Terracciani dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, sezione di Pisa e da due dottorandi Letizia Marsili dell’Università di Siena, accompagnati dalla Presidente del Parco, Lucia Venturi, hanno effettuato i prelievi biologici su quanto rimaneva del capodoglio di circa 10 metri che è stato identificato come maschio, con ancora visibile la pinna pettorale di 80 cm di lunghezza e 37 cm di larghezza.
La squadra di studiosi ha prelevato campioni di adipe, muscolo, fegato e intestino da analizzare per cercare di stabilire le cause della morte e se vi fossero contaminazioni ambientali. Parti dell’apparato scheletrico erano già stati recuperati durante il primo spiaggiamento. Allertati anche Capitaneria di Porto e Comune di Grosseto che ha già autorizzato ad intervenire la società Calussi, convenzionata per lo smaltimento, che ieri stesso ha potuto fare un sopralluogo sul posto per organizzare le operazioni di recupero e avviare la carcassa a smaltimento.