Ciclovia Tirrenica: nuovo tratto nel Parco della Maremma

Un nuovo tratto di ciclabile, da Alberese a Marina di Alberese, sarà presto realizzato nel Parco della Maremma ed inserito nel progetto di Cicliovia Tirrenica. L’intervento è inserito nell’ambito del progetto comunitario ‘Intense per sviluppare la mobilità sostenibile ed il cicloturismo’. “La realizzazione di questo tratto di pista interna al Parco della Maremma rappresenta un punto di grande importanza, per l’indubbio valore naturalistico e turistico dell’area”, le parole di Vincenzo Ceccarelli, assessore alle Infrastrutture.

Il tratto Alberese-Marina di Alberese è stato approvato dalla giunta regionale toscana e sarà inserito nel progetto della Ciclovia Tirrenica. Accordo tra Regione ed Ente parco anche su tempi, risorse e responsabilità per la realizzazione. “Rendere più facilmente fruibile, in sicurezza e con mezzi non inquinanti, il Parco e in particolare il tratto da Alberese e Marina di Alberese, è un arricchimento importante dell’offerta turistica della zona e segna un nuovo obiettivo raggiunto, in vista del completamento del tratto toscano della Ciclovia che corre lungo il litorale tirrenico italiano, da Ventimiglia a Roma”, ha continuato Ceccarelli.
Il testo dell’accordo prevede la progettazione e realizzazione del tratto ciclabile in località Collelungo. Inserite anche la promozione di iniziative comuni e coordinate per migliorare la valorizzazione e l’accessibilità del patrimonio naturalistico e culturale che si trova all’interno del Parco Regionale della Maremma. Per ottenere questi risultati la Regione metterà a disposizione 94mila euro e fornirà le indicazioni necessarie per rendere l’opera compatibile con il progetto della Ciclovia Tirrenica e con il programma comunitario ‘Italia – Francia Marittimo 2014-2020’. L’Ente Parco si occuperà della realizzazione dell’opera, che dovrà essere progettata entro il 30 novembre. Per i lavori di realizzazione, invece, ci sarà tempo fino al 31 dicembre (con rendicontazione entro il 28 febbraio 2020).

Delfini spiaggiati, in Toscana 4 casi in pochi giorni

Arpat rende noto l’ennesimo caso di cetaceo spiaggiato, si tratta un delfino della specie Stenella, trovato spiaggiato presso le saline ad Orbetello (Grosseto). L’esemplare era già in avanzato stato di decomposizione e quindi non sarà possibile effettuare una necroscopia. Il veterinario del Parco della Maremma ha prelevato dei tessuti che saranno analizzati dall’Università di Siena. Si tratta del quarto caso in Toscana dal 21 luglio.

Ieri mattina erano stati trovati spiaggiati ben due delfini, della specie Tursiops truncatus, rispettivamente nel golfo di Baratti, a Piombino (Livorno) e in località La Mazzanta a Vada nel Comune di Rosignano Marittimo (Livorno). Sempre l’Arpat aveva ricevuto la segnalazione che, il 22 luglio, l’esemplare avvistato a Baratti, era stato segnalato ancora vivo ma in difficoltà.

Il 21 luglio era stato trovato senza vita sulla battigia della spiaggia di San Vincenzo, (Livorno) un esemplare femmina, ancora un Tursiupe. L’intervento dei militari della Guardia Costiera e di alcuni bagnanti aveva permesso il giorno prima al delfino di riguadagnare il largo ma poco dopo era stato avvistato, ancora smarrito e nuovamente in difficoltà, vicino al litorale di Baratti .

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana, sezione di Pisa, ha iniziato ieri, in collaborazione con l’Arpat, ad analizzare le carcasse ed effettuare una necroscopia per accertare le cause di morte. Il tursiope è una specie presente in tutto il Mediterraneo e nei mari italiani è la specie più diffusa sotto costa. L’Arpat ricorda che “tutte le attività di recupero di cetacei, tartarughe ed elasmobranchi che l’Arpat coordina sono svolte nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità della Regione Toscana.

Grossetano: capodoglio morto torna a spiaggiarsi

È approdata di nuovo in spiaggia la carcassa, in via di avanzata decomposizione, di un capodoglio a Alberese (Grosseto). Il cetaceo era stato avvistato più volte in mare ed è approdato la prima volta il 26 maggio sulla spiaggia di Collelungo.

I resti del mammifero marino erano stati trascinati di nuovo in mare dalle correnti e finalmente ieri la carcassa è approdata di nuovo sulla battigia nello stesso tratto di spiaggia all’interno del Parco della Maremma.

Uno staff dell’Osservatorio Toscano della Biodiversità, composto da Giuliana Terracciani dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, sezione di Pisa e da due dottorandi Letizia Marsili dell’Università di Siena, accompagnati dalla Presidente del Parco, Lucia Venturi, hanno effettuato i prelievi biologici su quanto rimaneva del capodoglio di circa 10 metri che è stato identificato come maschio, con ancora visibile la pinna pettorale di 80 cm di lunghezza e 37 cm di larghezza.

La squadra di studiosi ha prelevato campioni di adipe, muscolo, fegato e intestino da analizzare per cercare di stabilire le cause della morte e se vi fossero contaminazioni ambientali. Parti dell’apparato scheletrico erano già stati recuperati durante il primo spiaggiamento. Allertati anche Capitaneria di Porto e Comune di Grosseto che ha già autorizzato ad intervenire la società Calussi, convenzionata per lo smaltimento, che ieri stesso ha potuto fare un sopralluogo sul posto per organizzare le operazioni di recupero e avviare la carcassa a smaltimento.

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