Alloggi Erp, la destra in trincea: “Con nuova legge favoriti solo extracomunitari”

“C’è nervosismo da parte della Lega e delle opposizioni perché da oggi smetteranno di andare in giro per la Toscana a fare propaganda con bandi a limite della legalità che sfruttavano un vuoto legislativo”. Così il presidente della commissione sanità, Stefano Scaramelli, a margine del dibattito sul testo unico Erp in discussione in Consiglio regionale.

“Una legge pro immigrati: così gli italiani restano fuori dalle graduatorie. Per la Lega – afferma il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, Jacopo Alberti (Lega) sugli alloggi Erp – ‘prima gli italiani’ non è solo uno slogan, noi vogliamo davvero che siano i primi ad accedere ai servizi. Per questo abbiamo chiesto che fosse reintrodotto il certificato sulle proprietà immobiliari all’estero, perché la maggioranza aveva introdotto la Ivie, cioè l’Imu per le seconde case all’estero, ma per i Paesi fuori dall’Ue questo paramento è sempre bassissimo”. Per il consigliere leghista “tutto questo è fatto per dispetto ai comuni già governati dalla Lega in Toscana, che avendo invece applicato la legge, hanno davvero ribaltato le graduatorie a favore dei toscani. Sono solo ripicche politiche che non guardano al bene della Regione”.

“Sono 23 gli emendamenti presentati dalla Lega al testo. Tra questi, la richiesta di controllo dei residenti reali delle abitazioni, la revisione dell’Isee ogni 18 mesi; 10 anni di residenza in Toscana; l’eliminazione dal testo della legge della dicitura “Coppie dello stesso sesso” e “i soggetti legati da vincoli affettivi ed i soggetti legati da finalità di reciproca assistenza morale e materiale”.

“Su quest’ultimo punto – conclude Alberti – sappiamo che si solleverà un polverone. Ma i nostri principi, quelli per cui oggi la Lega è primo partito in Italia, sono sempre gli stessi, e continueremo a difenderli: prima le famiglie italiane composte da padre madre e figli”.

Il consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Quartini è intervenuto in merito alla questione sostenendo che “il Movimento 5 stelle onora il mandato conferito dagli elettori. Anche in aula, seppur nel rispetto delle decisioni prese, abbiamo ribadito l’impegno a proseguire a oltranza il dialogo sulla proposta di legge. Ma tant’è. Il presidente del Consiglio Eugenio Giani, insieme ad altre forze politiche, ha tirato dritto: chiusura dei lavori alle 13”.

“Non viene per nulla affrontato – prosegue Quartini – il tema centrale: poter contare su risorse certe per soddisfare il bisogno abitativo di circa 25mila famiglie che ne avrebbero diritto e delle altre 50mila che le abitano, spesso in condizioni di fatiscenza, ma che per governo incerto o per mancanza di finanziamenti non ricevono le necessarie attenzioni”.

Quello dedicato alle case popolari sarebbe dovuto essere un testo unico capace di: “mettere ordine su un tema sensibile e delicato come il contrasto al disagio abitativo affrontando i temi della organizzazione gestionale del patrimonio Erp (governance); dettare linee d’indirizzo e intervento sui piani per le nuove costruzioni e per il ripristino degli oltre 2mila alloggi sfitti; affrontare equamente il tema delle alienazioni, inserire percorsi per limitare le crescenti tensioni sociali legate alla guerra tra poveri che le scarse risorse investite generano”.

“Ebbene niente di tutto questo è avvenuto, tranne – sottolinea Quartini – l’approvazione degli ordini del giorno che abbiamo presentato: cosa che apprezziamo, ma che non avendo potere di legge, riteniamo comunque insufficiente”.

“Auspichiamo – evidenzia l’esponente penta stellato – si possa ancora migliorare. Ma l’opposizione ai nostri principali emendamenti sulla necessità dei bandi aperti, sul dare maggior valore ai territori, sullo stabilire in legge la necessità di risorse certe nei bilanci regionali destinati alle case popolari, non sta promettendo granché. Il rischio reale – conclude – è di aver perso una grande occasione di concertazione per riscrivere insieme a sindacati, inquilini, comuni, gestori e consiglio regionale una buona legge. Insomma, la solita operazione gattopardesca”.

“Oggi – ha aggiunto sulla legge degli Erp, il presidente della commissione sanità, Stefano Scaramelli (PD) – diamo una norma certa, e la Lega è nervosa perché dovrà smettere di fare propaganda. Da oggi non potranno più avere questo strumento discriminatorio sull’assegnazione delle case popolari perché gli alloggi si daranno alle persone che hanno più bisogno, che per noi sono quelle che da tanto tempo lavorano e risiedono in toscana”.

Parlando del requisito del possesso di immobili all’estero, Scaramelli ha spiegato che “con questa legge sarà determinante la dichiarazione Isee per fare le domande per gli alloggi: dentro l’Isee c’è anche la valutazione dei potenziali redditi all’estero, mentre oggi si impediva a persone di poter accedere, escludendole da un diritto che la Comunità Europea non consentiva di toccare”. No anche alla richiesta del Carroccio di aumentare a 10 anni il minimo di residenza per l’assegnazione degli alloggi.

“Continuano a propagandare una norma che non si può approvare – ha aggiunto Scaramelli -. E’ cinque anni il requisito minimo che la Comunità Europea consente per accedere a questi diritti. Noi crediamo nell’Europa e crediamo che le norme vadano rispettate. Un partito che in questo momento sta governando il Paese non può illudere i cittadini toscani con leggi che non possono essere applicate” , ha concluso il Presidente.

Nell’assegnazione degli alloggi Erp serve dare “priorità ai nuovi poveri come padri e madri separati, giovani precari, famiglie monoreddito. E privilegiare gli onesti e gli italiani”. Lo afferma  Paolo Marcheschi (Fdi).

“La proposta di legge presentata dalla giunta non fornisce una visione definita per la salvaguardia della coesione sociale e non supera l’equazione ‘case popolari uguale a ghetti’, il quadro del patrimonio abitativo sociale è desolante in Toscana, le case sono le stesse del periodo pre-crisi ma i poveri sono raddoppiati. E’ la solita legge ‘cerchiobottista’ che genera conflittualità tra poveri vecchi e nuovi: tra anziani e giovani, italiani e immigrati, persone sane e portatori di handicap. Le nuove povertà sono totalmente escluse dalla politica abitativa della Regione”.

“I condannati non sono stati esclusi dall’assegnazione delle case popolari – aggiunge -. Le persone con condanne sotto i cinque anni potranno entrare nelle graduatorie. Nardella e il Pd avevano annunciato una bomba, è invece scoppiato un ‘petardo'”.

“L’obiettivo di Fratelli d’Italia, ha concluso il consigliere, è superare la marginalità e i quartieri trasformati in ‘banlieue’; vogliamo zone di edilizia residenziale pubblica in cui si torni ad una convivenza civile e dignitosa. Scegliamo di stare con i nuovi poveri, italiani e onesti”.

“Forza Italia sta dalla parte dei toscani, il Pd sceglie gli extracomunitari: questo è ciò che dimostra la loro legge sulle case popolari. Solo sbloccandone la vendita così da incamerare risorse con cui poi costruire nuove case si ridà aria a un sistema che non funziona e si risponde al bisogno abitativo che in Toscana ormai sfiora l’emergenza”. Così il capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti e il vicepresidente dell’Assemblea toscana, Marco Stella, sulla vicenda Erp.


“Qui siamo a cavillare su chi deve venire prima e chi dopo. Su questo non ci sono a nostro avviso mediazioni: prima i toscani. E non ci piace che il Pd scelga invece gli extracomunitari”,  La Regione negli anni passati ha colpevolmente bloccato, di fatto e con la contrarietà di Forza Italia, le alienazioni del patrimonio abitativo pubblico e non prevede, oggi, di costruire nuovi alloggi. Come si pensa di rispondere alla fame di tetti che oggi divora i nostri territori?”, aggiungono i consiglieri.

Secondo Marchetti e Stella “con questa legge la sinistra mette una pietra, anziché un tetto, sopra ai tanti, troppi toscani in attesa di mura entro cui abitare. Non si aumenta l’offerta, anzi qui si vuol capitalizzare il bisogno in termini di controllo del consenso politico prevedendo il 40% di discrezionalità nell’attribuzione degli alloggi Erp, il che apre la via a una gestione clientelare del sistema casa“.

Contro questo, annunciano “daremo battaglia con ogni mezzo e, siccome in aula i numeri in questo momento non ci sono amici, terremo aperti cento occhi per controllare che le case vadano ai nostri concittadini toscani in maggior stato di bisogno.”

“Una legge pensata per dare maggiore equità ed efficienza al sistema dell’edilizia residenziale pubblica in Toscana, ed anche per dare maggiore autonomia ai Comuni nell’affrontare il problema della casa, anche alla luce delle trasformazioni sociali ed economiche che si sono verificate negli ultimi 20 anni”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Casa Vincenzo Ceccarelli, intervenendo oggi in conclusione del dibattito sul nuovo testo unico.


La revisione delle norme, ha spiegato l’assessore, ha avuto l’obiettivo di “semplificare e razionalizzare la gestione per generare risparmi e garantire maggiori risorse per la manutenzione e la ristrutturazione degli alloggi”. Dal confronto con i soggetti coinvolti, ha proseguito, “abbiamo rinunciato all’idea di ridurre da 11 a tre i gestori, ma non all’idea di cercare una maggiore efficienza del sistema”. “La legge – ha aggiunto Ceccarelli – non prevede alcun aumento strutturale dei canoni, ma un aggiustamento nel senso dell’equità, tenuto conto che chi vive in alloggi a minore efficienza energetica ha un maggior costo per energia elettrica e riscaldamento”. Previsti inoltre “interventi che premiano la ‘storicità’ della residenza in Toscana, ma senza alcuna distinzione di etnie o provenienza”.


A inizio mandato, ha ricordato, erano stati promessi 100 milioni per nuovi alloggi, dei quali 61,5 già utilizzati. A questi si aggiungono 27 milioni destinati a manutenzione straordinaria.
Inoltre cinque milioni di risorse regionali sono andati al contributo affitti. “Abbiamo dimostrato con i fatti e con le risorse la nostra attenzione al tema – ha concluso Ceccarelli – auspico di vedere la stessa attenzione anche a livello nazionale, già dalla prossima legge finanziaria.”

Uccide ladro: Ceccardi (Lega), se necessario pronti aiutarlo

Molte sono le reazioni dei vari esponenti della politica italiana sull’omicidio di stamani che ha coinvolto il titolare di una ditta e un ladro. Salvini: “Solidarietà a commerciante toscano derubato 38 volte”

Molte sono le reazioni dei vari esponenti della politica italiana sull’omicidio di stamani che ha coinvolto il titolare di una ditta e un ladro.

“Dopo 38 furti nella sua azienda, un uomo esasperato e costretto a dormire dentro il capannone, non poteva agire diversamente. La nuova legge sulla legittima difesa lo avrebbe probabilmente salvato dalle indagini di eccesso colposo di legittima difesa. Siamo vicini a quest’uomo, e se necessario, gli daremo supporto per attraversare questa difficile vicenda. La difesa è sempre legittima!#legittimadifesa”. Lo scrive su fb Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina e commissaria della Lega in Toscana.

“Dopo il Decreto Sicurezza, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla Legittima Difesa. Io sto con chi si difende, entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!”. Afferma il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Ritengo che queste vicende non debbano essere viste sul piano ideologico ma su quello concreto: il fatto è successo poche ore fa e c’è già chi ideologizza la legittima difesa a oltranza, o il suo contrario. Quando sapremo come sono andati i fatti ci sarà un tribunale che giudica, e su quello ognuno esprimerà le sue prese di posizioni”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sui fatti di Monte San Savino (Arezzo).
“La mia paura è che in Italia si voglia rendere l’uso delle armi più libero di quanto non sia avvenuto finora – ha proseguito Giani -, e atti del Governo vanno in questa direzione. Frenare la diffusione delle armi è un valore positivo che il nostro Paese ha rispetto a una realtà come quella americana. Teniamoci caro questo nostro approccio e questo modo di essere”. Giani ha infine sottolineato la preoccupazione che “l’Italia non diventi quel territorio di guerra che vediamo negli Stati Uniti”, con “l’amministrazione americana, guidata da Trump e paralizzata dall’azione dei lobbysti delle armi, compiere atti di non sufficiente determinazione a prevenire quello che oggi sta accadendo”.

Ha espresso il suo parere su Twitter anche il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni:”A Monte San Savino, Fredy Pacini, gommista 57enne, dopo aver subito 38 furti, spara e uccide ladro introdottosi nella sua azienda. Ora indagato per eccesso di legittima difesa. Io sto con Fredy: la difesa è sempre legittima!”.

Anche il senatore della Lega Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia del Senato ha voluto lasciare una dichiarazione:”Esprimo la mia solidarietà al gommista di Arezzo che, dopo aver subito numerosi furti, è stato costretto a difendersi dall’ennesima aggressione da parte di una banda di ladri. La riforma della legittima difesa, fortemente voluta dalla Lega e da Matteo Salvini, mette al centro le vittime di reato, le tutela dalle assurde richieste di risarcimento e, senza impedire che le necessarie indagini vengano svolte per accertare la dinamica dei fatti, le protegge da lunghi e costosi processi. Non appena sarà approvata, già a gennaio, potrà essere applicata anche a questo caso”.

“La vita è sacra e oggi è morta una persona. È stata uccisa durante una violazione di domicilio da un imprenditore che ha subìto 40 furti in pochi anni ed è costretto a vivere nel suo capannone per difendere quello che ha creato con il proprio duro lavoro. Prima di giudicare mettiamoci nei panni di questo imprenditore. C’è un problema sicurezza in tutta la Toscana: lo diciamo da tempo. Ora servono delle risposte”. Lo afferma il presidente del gruppo M5s in Consiglio regionale Giacomo Giannarelli.

“La notizia mi sconvolge e non poco – aggiunge Giannarelli -. Sì, perché lo scorso mese incontrai, per caso, proprio il Pacini. Ero a Chiusi (Arezzo) per un incontro con il gruppo locale del Movimento e avevo forato una gomma. Venne in mio soccorso lui, persona gentile e con le mani da lavoratore. Solo dopo l’intervento in officina, scambiando due chiacchiere, scoprii la sua storia”.

“Un racconto incredibile – dice ancora l’esponente M5s -. Mi spiegò che era costretto a dormire da almeno quattro anni nel suo capannone: aveva subìto 38 furti. Allora, tra le altre cose, scrissi: Non possiamo permettere che la nostra regione viva nel terrore della criminalità. È andata così. Senza parole”.

“La vicenda del titolare di una rivendita di gomme di Arezzo è emblematica del dramma che vivono tanti commercianti italiani: i furti si susseguono a decine, portando all’esasperazione e a una sensazione di solitudine nel doversi difendere. Le nostre attività sono diventate ormai il bancomat di criminali di ogni genere”. Lo afferma il deputato di Forza Italia Luca Squeri. “Non è immaginabile – prosegue – che a questo calvario se ne aggiunga anche un altro di tipo processuale. Chi si difende da un attacco in casa o nella propria attività ha il diritto di farlo senza incorrere in un processo. Ecco perché in vista del passaggio alla Camera della riforma sulla legittima difesa, serve un impegno per approvare un provvedimento previsto dal programma di centrodestra e sempre più urgente”.

“Ad Arezzo ennesima vicenda paradossale: un gommista indagato per eccesso di legittima difesa dopo aver sparato ad un ladro, e soprattutto dopo aver subito 38 furti in pochissimo tempo. E’ inammissibile che i cittadini debbano tutelarsi due volte, prima da un malintenzionato e poi da inchieste giudiziarie. La difesa sempre legittima è un principio di civiltà cui non possiamo rinunciare”. Lo afferma la deputata di Fratelli d’Italia Ylenia Lucaselli.

“Un uomo che in pochi mesi subisce 38 furti è una persona che sicuramente non si sente tutelata dallo Stato. A lui va tutta la nostra solidarietà e la promessa che questo Governo non lo lascerà solo”. Così la senatrice della Lega, e assessore comunale ad Arezzo, Tiziana Nisini.
“La nostra battaglia a favore della legittima difesa – commenta Nisini – finalmente sta prendendo corpo. Dopo il Decreto Salvini infatti arriverà in Parlamento la nuova legge sulla legittima difesa che mi auguro venga approvata in tempi rapidi. Chi difende la propria famiglia, la propria azienda e se stesso non può essere accusato mai di eccesso di legittima difesa”. “Non appena rientrerò da Roma – conclude la senatrice – mi adopererò per incontrare Fredy Pacini per esprimere dal vivo la nostra vicinanza e assicurargli che saremo al suo fianco, e che conti su di noi. Con la nuova legge sulla legittima difesa probabilmente non avrebbe dovuto nemmeno subire le indagini di eccesso colposo di difesa”.

“A Monte San Savino, come in altre zone della Valdichiana, i furti sono all’ordine del giorno e la gente non ce la fa più. Servono maggiori controlli e videosorveglianza. Il compito di accertare i fatti spetta alle forze dell’ordine e alla magistratura, di certo noi non lasceremo solo Fredy Pacini”. Lo afferma il consigliere regionale della Lega Marco Casucci.
“Siamo rammaricati per la morte di un giovane – sottolinea Casucci in una nota – che però, ricordiamo, era entrato in una proprietà privata ‘armato’ di un piccone”. Per il commissario comunale della Lega Cortona-Valdichiana Luca Conti, “dopo decine di raid subiti, Fredy Pacini aveva deciso di trasferire la sua camera nell’officina tanto che era finito anche su programmi televisivi nazionali. Stava difendendo il lavoro di una vita contro continue scorrerie notturne”.

“La difesa è sempre legittima. Anche nella sua sfaccettatura dell’eccesso colposo. Come Fratelli d’Italia ribadiamo il principio dell’assolutezza della legittima difesa mettendo fine ai calvari giudiziari di persone passate da vittime a carnefici. Dove per lo Stato non è possibile arrivare, per costi e mezzi, ognuno è costretto a difendersi”. Lo afferma il capogruppo Fdi in Consiglio regionale Paolo Marcheschi.
“L’imprenditore che questa notte ha sparato – sottolinea Marcheschi in una nota – era stato costretto a dormire nella propria ditta per difendere il lavoro di una vita, messo in pericolo da ben 38 raid notturni. Era stato lasciato solo e non poteva permettersi una vigilanza privata. Sono rammaricato per la morte del giovane moldavo ma voglio ricordare che era entrato in una proprietà privata ‘armato’ di un piccone”.

Forteto: consiglieri Toscana chiedono a ministro Di Maio, commissariamento

Un appello, voluto da una parte dei consiglieri della regione Toscana al ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio, per arrivare quanto prima al commissariamento della cooperativa il Forteto.

I consiglieri regionali che hanno lanciato l’appello a Di Maio sono: Jacopo Alberti (Lega), Andrea Quartini (Movimento 5 Stelle), Paolo Marcheschi (capogruppo Fratelli d’Italia) e Paolo Bambagioni (Partito Democratico) insieme al deputato Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia) nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’Assemblea toscana a Firenze.

All’appello si uniscono anche  il segretario di Flai Cgil Toscana Gianluca Giussani e il segretario del sindacato fiorentino Mirko Borselli. “Invitiamo le istituzioni e la politica – affermano – ad un intervento urgente che avvii una gestione commissariale, come noi chiediamo da tempo, per dare un nuovo futuro a una delle realtà produttive più importanti del Mugello, non c’è più tempo da perdere”.

“A ulteriore conferma dell’intreccio tra la setta e la cooperativa – spiegano i sindacalisti -, vi è inoltre l’inaccettabile tentativo da parte dell’attuale dirigenza di espellere due soci lavoratori che hanno contribuito in maniera determinante a dare il via alle indagini che hanno portato alla luce il sistema di illegalità e violenze emerso e sancito anche dalla Corte di cassazione.”

L’appello trae spunto dalla recente comunicazione del consiglio d’amministrazione della cooperativa che ha annunciato l’esclusione da soci di 34 persone interessate dall’inchiesta che ha coinvolto la comunità fondata da Rodolfo Fiesoli. Tra questi ci sarebbero anche sei tra le vittime e i testimoni del processo.

Presenti all’iniziativa odierna due dei testimoni a cui è stato notificato il procedimento di esclusione dalla cooperativa per i fatti emersi durante il processo. “Fatti marginali che non hanno interessato i giudici”, ha affermato l’avvocato Andrea Coffari, usati ora come “atto ritorsivo”.

“La nuova richiesta di commissariamento a Di Maio è un atto bipartisan” ha detto Quartini, dicendosi convinto che si arriverà a breve al provvedimento, mentre Bambagioni, già presidente della seconda commissione regionale su il Forteto, ha ricordato che il 13 luglio, appena insediato il nuovo Governo, aveva indirizzato al nuovo ministro una richiesta di intervento.

Di “atto mafioso per colpire chi si dissocia o si pente” ha parlato invece Donzelli. “Fiesoli a piede libero e i testimoni licenziati è un paradosso insostenibile” ha aggiunto il parlamentare di Fratelli d’Italia rivolgendo un appello al presidente della Camera Roberto Fico perché venga calendarizzata al più presto l’istituzione della Commissione bicamerale d’inchiesta sul Forteto, già approvata dal Senato.

Qualità della vita, M5S: “A Firenze numeri da film horror”

“Mentre c’è chi, leggi il sindaco Nardella, si vanta quotidianamente dei brillanti risultati conseguiti per Firenze durante il suo mandato Italia Oggi pubblica uno studio dove si evince che il capoluogo regionale, dalla peraltro non eccezionale 37ma piazza, sia ulteriormente precipitato al 54mo posto come qualità della vita, con buona pace di chi vede una città sempre al top”. Lo afferma il consigliere regionale della Lega Jacopo Alberti in merito all’indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane.

“Numeri da profondo rosso”: così i consiglieri regionali M5s Giacomo Giannarelli, Irene Galletti, Gabriele Bianchi, Andrea Quartini e il consigliere comunale di Firenze Arianna Xekalos definiscono i dati su Firenze che emergono dall’indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane, realizzata da Italia Oggi con l’Università La Sapienza di Roma. “Di questo passo – sottolineano gli esponenti M5S – l’area metropolitana di Firenze scivolerà sempre più verso le cifre riscontrate nelle periferie delle regioni del centro-sud Italia: un film horror che mai nessuno avrebbe voluto veder scorrere”.

Nell’indagine, spiegano, Firenze è “al 63mo posto per la disoccupazione (nel 2017 era al 35mo) e al 52mo per l’indice generale su affari e lavoro con 38 posizioni perse, mentre per il disagio sociale appena un anno fa eravamo 47esimi in Italia, oggi chiudiamo il 2018 ben 38 passi più indietro (85mi)”. Per i consiglieri pentastellati, “il modello, soprattutto per quanto riguarda il tema lavoro e sviluppo economico, dovrebbe essere quello del nord Italia, là dove sono andate strutturandosi le zone maggiormente produttive e floride del Paese”. Secondo Xekalos, “il sindaco Nardella non ha fatto altro che assecondare i dettami del burattinaio Renzi. Oggi i fiorentini raccolgono le conseguenze di oltre quattro anni di malgoverno e gestione miope di una città che possiede un potenziale enorme che viene puntualmente mortificato.”

“Quello di Firenze – aggiunge il consigliere Alberti della Lega – è un crollo verticale che testimonia, per l’ennesima volta, come la città abbia fortemente bisogno di un cambio di rotta e conseguentemente di avere un altro tipo di amministrazione. Non è sufficiente uno spesso teorico iperattivismo a pochi mesi dalle elezioni per cercare di sanare alcune problematiche che dovevano essere affrontate e risolte a suo tempo”.

Critico anche il capogruppo Fdi in Consiglio regionale Paolo Marcheschi. “Ora arrivano anche i dati a inchiodare la pessima gestione di Firenze da parte dell’Amministrazione Nardella – commenta Marcheschi -. La nostra città perde ben 17 posizioni rispetto al 2017. L’indagine tiene conto di parametri quali lavoro, criminalità, disagio sociale e tenore di vita. C’è soltanto da essere preoccupati e non lo diciamo solo per polemica di parte”.

Per Marcheschi è “un crollo verticale della qualità della vita che avevamo previsto e segnalato da tempo e che solo il Pd sembrava non vedere. Serve un cambio di rotta immediato, i risultati dell’indagine certificano il completo fallimento di Nardella e della sua Giunta.”

 

Marcheschi (FdI): “Ticket alcol a pronto soccorso, contro abuso”

Prevedere “un alcol ticket” nei pronto soccorso della Toscana come deterrente contro lo sballo del sabato sera e “affinché l’abuso privato non diventi un costo collettivo”. Lo prevede una proposta di legge del capogruppo Fdi in Consiglio regionale della Toscana Paolo Marcheschi.

“I dati Eurispes confermano una deleteria consuetudine dei nostri giovani, che non solo fanno uso, ma abusano dell’alcol – sottolinea Marcheschi – Una deriva che bisogna arginare e propongo perciò al Consiglio regionale una misura normativa che funga da deterrente contro lo sballo del sabato sera, e contro il cosiddetto ‘binge drinking’, ovvero l’abbuffata alcolica”.

La proposta ldi egge di Marcheschi prevede di introdurre “un alcol ticket per coloro che usano le ambulanze senza ritegno, come fossero taxi, e intasano le sale d’aspetto dei pronto soccorso, con tanto di atteggiamento molesto nei confronti degli operatori sanitari. Oltretutto, magari, sottraendo medici e infermieri alle vere urgenze. Ho raccolto l’appello dei medici dei pronto soccorso regionali e italiani”.

“Propongo di far pagare, a coloro che si intossicano di alcol – conclude l’esponente Fdi – tutti i servizi che il sistema sanitario offre. Un ticket salato, da fascia alta, per non far ricadere questi notevoli costi sulla collettività. Un ticket specifico che si aggiunge a quelli già esistenti”.

Contributo alla famiglia di Duccio Dini, via libera alla mozione

Soddisfazione di Maurizio Marchetti (capogruppo marrasFI), primo firmatario della mozione per dare un contributo di solidarietà alla famiglia di Duccio Dini, travolto e ucciso da due auto lo scorso giugno. ”Un atto istituzionale doveroso, noi sempre dalla parte delle vittime”, ha affermato Marchetti. Oltre che del Capogruppo di Forza Italia, la mozione era firmata dai Consiglieri Stella (FI), Marcheschi (FdI), Marras (PD).

”Il via libera alla nostra mozione che attribuisce un contributo regionale di solidarietà alla famiglia di Duccio Dini, il giovane che ha perso la vita nel giugno scorso travolto da due auto che si rincorrevano mentre si trovava sul suo motorino, ci vede soddisfatti perché da parte della Regione si trattava di un atto istituzionale doveroso. Come Forza Italia noi siamo sempre dalla parte delle vittime”: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, primo firmatario della mozione che reca le firme anche dei Consiglieri regionali Marco Stella (FI), Paolo Marcheschi (FdI) e Leonardo Marras (PD).

”Oltretutto – sottolinea Marchetti – l’atto approvato va oltre, grazie a un emendamento che biennalizza il contributo straordinario di 20mila euro, somma che verrà dunque assicurata alla famiglia Dini sia per quest’anno che per il 2019”.

Oltre a ciò, la mozione impegna la giunta regionale anche su altre azioni. Innanzitutto l’elaborazione di ”una disciplina regionale organica per casi simili”, e poi la costituzione come ”parte civile nel processo contro i responsabili dell’inseguimento avvenuto in via Canova a Firenze e finito tragicamente con la morte di Duccio Dini”.

La drammatica vicenda, si diceva, risale al 10 giugno scorso. Il giovane Duccio Dini si stava recando al lavoro e, si legge nella premessa dell’atto, «è stato travolto mentre si trovava fermo a un semaforo con il suo scooter da due automobili che, lanciate ad alta velocità in strada, si davano all’inseguimento reciproco. Alla guida delle due auto, risultate poi rubate, risultano due uomini di etnia Rom che sono stati iscritti nel registro degli indagati insieme a un terzo uomo per ‘omicidio volontario’». La Regione Toscana, con legge regionale del 27 ottobre 2008, ha istituito un apposito fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro, e Duccio Dini stava proprio andando a prendere servizio.

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