In migliaia uniti per la pace per le strade di Firenze

In migliaia alla fiaccolata per la pace promossa dall’abate di San Miniato, anche il rabbino e l’imam.

È  partita poco dopo le 19.00 la fiaccolata per la pace a Firenze. In migliaia, ma il corteo ha continuato a ingrossarsi, hanno risposto all’invito di padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, di sfilare, in silenzio e senza bandiere, per la pace.

“Un nuovo Umanesimo” lo ha definito lo stesso padre Bernardo a margine della manifestazione. Oltre 2300 le candele distribuite ai manifestanti dagli organizzatori, e portate in particolare dalla Cgil. A sfilare tanti semplici cittadini, associazioni, sindacati, gli scout, le istituzioni cittadine e forze politiche dei vari schieramento, ma anche il mondo cattolico e cristiano, il rabbino capo di Firenze Gaudi Piperno e l’imam Izzedin Elzlir. Un gruppo di manifestanti ha sfilato con una lunga bandiere della pace di una decina di metri.

“Io, che pure apprezzo tantissimo lo sforzo di padre Bernardo, sentendomi rappresentante di tutti gli iscritti della mia comunità per rispetto del dolore di tutti non sarò presente perché rappresento tutti. Con il mio non esserci non ci sarà la comunità come istituzione ma ci sarà la comunità come singoli e soprattutto ci sarà il rabbino, la nostra guida morale e spirituale”, ha detto oggi Enrico Fink, presidente della Comunità ebraica fiorentina. Così come non ha partecipato Marco Carrai, console onorario di Israele per la Toscana.

Per l’imam “padre Bernardo Gianni ha espresso quello che pensiamo sia io che il rabbino, ovvero dire no alla violenza, a qualsiasi violenza, verso qualsiasi persona. Oggi c’è la dimostrazione che Firenze grida no a qualsiasi violenza, no a qualsiasi guerra, e di non stare al gioco del più potente. La bellezza è nella pluralità, non c’è una comunità che ha una voce unica, ma siamo tutti insieme”.

Padre Bernardo ha espresso gratitudine all’imam e al perché “la loro presenza è un dono di pace, di profezia, di coraggio e di libertà. Firenze abbraccia il vostro dolore, sostiene le vostre speranze. Firenze sogna la pace per le vostre terre”

Fiaccolata per la pace: oggi uniti dall’appello di padre Bernardo

Fiaccolata per la pace oggi a Firenze. Appuntamento lunedì 23 ottobre  alle 18.30 al Ponte alle Grazie da dove partirà la marcia  silenziosa e senza bandiere (passando da San Niccolò, salendo sulle rampe fino a Piazzale Michelangelo) verso San Miniato al Monte, dove si terranno gli interventi finali. Controradio aderisce e seguirà con finestre di diretta e sui propri canali social.

La Cgil aderisce affermando di “partecipare convintamente con le modalità da proposte” da padre Bernardo e dà appuntamento a Firenze alle 18.30 al Ponte alle Grazie da dove partirà la fiaccolata. I partecipanti, viene ricordato, senza bandiere, transitano da San Niccolò, rampe fino a piazzale Michelangelo, poi la salita finale per San Miniato al Monte, “dove ci raccoglieremo senza interventi finali (ci sarà unicamente un saluto di padre Bernardo)”.

Adesioni anche di Acli, Libera, Fondazione Giorgio La Pira, Cospe, Legambiente, Controradio, Gruppo Emergency Firenze, Centro Internazionale Studenti e Opera per la Gioventù La Pira, Toscana Impegno Comune, Donne insieme per la pace, Movimento dei Focolari, Associazione piazza San Donato, Empoli per la pace, Associazione Nuova Camaldoli, Pax Christi, Libertà e Giustizia, Testimonianze, Comitato Fermiamo la guerra.

Adesione del Pd della Toscana alla fiaccolata per la pace in Medio Oriente, promossa dall’abate di San Miniato al Monte, don padre Bernardo Gianni a Firenze, per lunedì prossimo. “Speriamo davvero che questa occasione veda fianco a fianco le comunità israelitica e islamica in risposta all’appello accorato di Padre Bernardo Gianni, insieme a tanti cittadini. Ogni iniziativa che costruisce ponti è importante, a maggior ragione in una fase drammatica come quella in corso”, ha detto il segretario regionale Emiliano Fossi. “Lo sport accolga l’invito di padre Bernardo. Contribuiamo tutti a dare forza al dialogo, in difesa degli innocenti e di quanti hanno perso la vita – dichiara Nicola Armentano, consigliere delegato allo Sport della Città Metropolitana di Firenze – Auspico che anche il mondo dello sport con Coni, Cip, Uisp e enti di promozione accolga l’invito di padre Bernardo per lunedì e possa contribuire a dare forza al dialogo”. “Noi rispondiamo sì all’appello di padre Bernardo Gianni”, afferma la Fondazione Giovanni Paolo II, che da oltre 25 anni opera con progetti di cooperazione in Medio Oriente, rendendo noto di aderire all’appello di padre Bernardo Gianni di cui “facciamo nostre le sue parole”. Aderisce anche la Fondazione padre Ernesto Balducci. “”Se vuoi la pace, prepara la pace” è una delle espressioni più significative del pensiero di padre Balducci – ricorda la presidentessa Grazia Bellini – Stravolgendo il detto dell’antica Roma, ha indicato nella cancellazione della categoria del “nemico” la via maestra per creare una vera cultura di pace tra gli esseri umani” .

Anche il sindacato Uil Toscana sarà presente con una sua delegazione alla fiaccolata. “E’ oggi più che mai necessario unire le voci per la pace e la prosperità di tutta l’umanità”, scrive la Uil. Da Palazzo Vecchio si fa sapere che l’assessore comunale al Welfare, Sara Funaro, sarà presente.

“Non mancheremo alla fiaccolata di San Miniato a Monte – affermano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune – dove le comunità, a partire da quelle delle principali religioni monoteiste (ebraica, cristiana e islamica), si mostrano capaci di fare quello che a larga parte delle istituzioni non è riuscito: cercare l’unità contro la violenza e favorire la richiesta di dialogo”. Italia Viva rende noto che sarà presente alla fiaccolata. Così anche il M5s che risponde all’appello “Uniti per la pace” con Roberto De Blasi capogruppo in Palazzo Vecchio il quale dichiara “pieno sostegno all’iniziativa lanciata da padre Bernardo per la partecipazione alla fiaccolata”.

Altre adesioni alla fiaccolata per la pace promossa da padre Bernardo Gianni. “Come donna, come imprenditrice, come fiorentina aderisco alla fiaccolata di San Miniato al Monte a Firenze, organizzata da padre Bernardo, per costruire pace e dialogo. Non abbiamo bisogno di piazze contrapposte, ma di uno sforzo di unione, di confronto e di comprensione”, spiega Antonella Giachetti, presidente nazionale di Aidda, Associazione imprenditrici e donne dirigenti di azienda. Accoglie l’invito di padre Bernardo la Comunità delle Piagge e il suo prete don Alessandro Santoro, per “propiziare il bene della giustizia e quindi la pacifica convivenza” tra i popoli che in questo momento vivono ore tragiche in Medio Oriente. Aderisce anche Firenze in Azione. Milena Brath, segretaria metropolitana del partito fondato da Carlo Calenda spiega: “Il sindaco La Pira diceva “unire le città per unire le nazioni” ed è con questo spirito che parteciperemo alla iniziativa voluta fortemente da padre Bernardo”. Parteciperà alal fiaccolata anche il consigliere comunale Andrea Asciuti (Gruppo Misto): “Questa – afferma – è l’unica strada che ogni persona di buona volontà ha per contribuire alla fine dei conflitti: ricercare l’unità per la Pace”.

Rondine Cittadella della pace accoglie l’invito di padre Bernardo. “Non avremo parole da pronunciare, slogan da gridare, vessilli da esibire: i nostri volti, i nostri sguardi, il nostro silenzio, la nostra coscienza memore tanto del dolore degli ostaggi e dei loro congiunti, quanto del fiume di sangue, in grande parte innocente, versato in questi giorni di ferocia, e, ancora, il fuoco amico di fiaccole accese come argine al buio della notte, saranno loro soltanto il nostro messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza”. Queste le parole di padre Gianni che Rondine, si spiega, accoglie “in piena consonanza con suoi valori e il lavoro nella Cittadella della Pace che custodisce quelle amicizie impossibili tra giovani appartenenti a popoli che la storia ha reso ‘nemici’ ma che non si arrendono alla logica della guerra e con coraggio e fatica cercano ogni giorno di scoprire la persona dietro la bandiera, di riconoscersi nel dolore dell’altro e riscoprirsi umani”. “In questi giorni in cui la ferocia e la brutalità della guerra imperversa è ancora più importante trovare spazi per il dialogo tra i popoli – afferma il presidente di Rondine Franco Vaccari -. Il contributo più grande che ognuno di noi oggi può portare è quello di fare tutto quello che possiamo per spezzare la catena dell’odio e della violenza. Siamo grati a padre Bernardo per questa chiamata alla società civile e alle diverse comunità nel segno della famiglia umana”.

La Comunità Ebraica di Firenze ringrazia Padre Bernardo e tutti quanti si sono spesi per l’organizzazione della fiaccolata di domani, lunedì 23 ottobre. “Viviamo nell’angoscia per il destino di più di duecento persone a oggi nelle mani del terrore. È un dolore vivo e recente, ancora impossibile a essere consolato, il rispetto del quale ci impedisce di invitare i nostri iscritti a prendere parte tutti al corteo. Lasciamo ai singoli la scelta sul se e come partecipare. Non ci sarà dunque una partecipazione istituzionale formale della Comunità, né ci sarà il Presidente della Comunità, rappresentante di ogni singolo iscritto. Al contempo, è per noi così importante dare risposta a un momento di condivisione cittadina come questo, che non possiamo esimerci dal mandare un segnale di presenza: il rabbino capo Gadi Piperno sarà dunque al corteo per rappresentare l’animo della nostra Comunità, diviso e immerso nell’angoscia ma pronto ad accogliere la solidarietà della città”, si legge in una nota diffusa in queste ore.

Medio Oriente: l’appello di padre Bernardo a musulmani ed ebrei per fiaccolata insieme

Medio Oriente: padre Bernardo invita ebrei e musulmani ad una fiaccolata sulla salita a San Miniato al Monte. Il priore dell’abbazia la promuove per la sera di lunedì prossimo e fa il suo appello in una lettera pubblica.

Di seguito il testo dell’appello:

Care concittadine, cari concittadini,
le scene raccapriccianti di uomini donne e bambini cercate casa per casa, le uccisioni deliberate di inermi a sangue freddo hanno risvegliato dal torpore la nostra coscienza che in questi ultimi, terribili giorni dovrebbe aver acquisito una volta per sempre che la guerra e i suoi perversi propositi di pulizia etnica, ovunque essi si manifestino, segnalano che la nostra umanità ha sconfitto se stessa affermando il primato della violenza assassina e quello, sempre seducente, della ritorsione rispetto alla via, senza dubbio ardua ma così qualificante e costruttiva, del dialogo, della reciprocità e della condivisione. Scartare questo tracciato, pur segnato da inevitabili curve e salite, per imboccare pericolose scorciatoie, significa infatti deprimere la nostra visione della storia in una disperata e cinica rassegnazione al male e soprattutto rinunciare alla possibilità non utopica, ma concretamente necessaria, ragionevole e ineludibile che ogni nostro pensiero e ogni nostra azione sappiano sempre e dovunque propiziare il bene della giustizia e quindi la pacifica convivenza fra le legittime aspirazioni e i diritti di popoli e culture diverse. Nella luce di questa esigente, ma anche appassionante consapevolezza per tutte e tutti, senza distinzioni di fede e di sensibilità politica, Gerusalemme, il cui nome significa «città della pace», e tutta la regione mediorientale sono luoghi simbolici, ma reali nel cui fascinoso e sofferto splendore plurimillenario, accanto ad una irresistibile forza di ispirazione, si verifica con particolare urgenza come solo la pratica della pace possa generare un futuro che sia veramente capace di appassionare al bene della vita e alla responsabilità creativa il cuore e l’intelligenza delle nuove generazioni, lì come altrove. Per noi, poi, che viviamo in questo insigne crocevia di arte e di ingegno, dovrebbe sempre risuonare nel cuore la voce forte e profetica del sindaco Giorgio La Pira che ancora oggi ci invita a guardare alla nostra Firenze come la «città sul monte: bella, come la Gerusalemme messianica, irradiante pace e luce». Di fronte a tale bellezza, cercandone una finalità non semplicemente turistica, lo stesso La Pira si domandava inquieto: «La crisi dei popoli sta nel pericolo tremendo di una nuova guerra scardinatrice di ogni città e di ogni nazione? Ebbene: siano i popoli “convocati” -per così dire- in questa città della pace […] e da essa parta un messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza». Care concittadine e cari concittadini, il privilegio che è vivere a San Miniato al Monte quasi mi obbliga a gridare queste parole, condividendo adesso con voi quella coraggiosa «convocazione» se non di popoli diversi, almeno di tutta la cittadinanza, perché salendo su questo monte, tornando a contemplare da quassù la bellezza splendida e sempre vulnerabile della nostra città, ci riappropriamo di quanto ci accomuna come uomini e donne: la responsabilità di custodire e promuovere la vita nell’armonia della pace, la scelta sistematica di ripudiare il terrorismo e la guerra, la premura con cui porsi in attento ascolto dell’appello che ci arriva dai nostri giovani i quali, desiderando domani partecipare in pienezza alle vicende della polis, esigono giustamente da parte nostra una vera e credibile educazione al primato del bene comune, contro ogni sterile e interessata faziosità e contrapposizione. Vi invito dunque, in queste ore oscure di angoscia, di smarrimento e di motivate preoccupazioni per il futuro non solo di quella o di quell’altra regione del nostro pianeta, ma per l’avvenire dell’intera famiglia umana, ad affrontare lunedì sera la salita che conduce a questo monte: non avremo parole da pronunciare, slogan da gridare, vessilli da esibire: i nostri volti, i nostri sguardi, il nostro silenzio, la nostra coscienza memore tanto del dolore degli ostaggi e dei loro congiunti, quanto del fiume di sangue, in grande parte innocente, versato in questi giorni di ferocia, e, ancora, il fuoco amico di fiaccole accese come argine al buio della notte, saranno -loro soltanto- il nostro «messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza». Sarebbe veramente un dono nel dono se accogliessero questo mio fraterno invito le amiche e gli amici della comunità israelitica e della comunità islamica che con la loro presenza esprimono da molto tempo la ricchezza organica e plurale della nostra concittadinanza. Averle su a San Miniato al Monte lunedì sera, abbracciate dal nostro disinteressato affetto e dal nostro profondo rispetto per la loro indicibile sofferenza, sarebbe veramente un segno profetico di incalcolabile valore e significato, la cui fecondità di bene, ben oltre i contingenti steccati dell’odio e del sospetto, restituirebbe alla nostra città la possibilità di tornare a ridire al mondo intero con più verità e speranza quanto, alludendo all’invenzione fiorentina dell’umanesimo, il poeta Mario Luzi ebbe a dire, salutando nel 1986 in piazza Signoria Giovanni Paolo II, papa amico e insonne difensore della pace in medio oriente: «L’uomo: si imparò qui a Firenze a dire questa parola con particolare intenzione; come intendo un prodigio in cui la creazione si fosse identificata con il creatore; o come di un mistero di cui fosse impossibile delineare i contorni».

padre Bernardo
Firenze, abbazia di San Miniato al Monte

Firenze aderisce al Manifesto delle città gentili, firma simbolica a Palazzo Vecchio

“Dobbiamo cominciare dai nostri comportamenti e dal linguaggio ad essere più gentili”, ha spiegato il sindaco Dario Nardella per l’adesione al manifesto delle città gentili

Firenze aderisce al Manifesto delle città gentili promosso dal movimento collettivo nazionale Italia gentile, progetto dell’Associazione My Life Design Onlus. La firma simbolica è stata apposta oggi in occasione dell’inaugurazione del Festival dell’Italia gentile, aperto a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella.

“Dobbiamo cominciare dai nostri comportamenti e dal linguaggio – ha spiegato Nardella – ad essere più gentili: penso al linguaggio della politica, sempre più muscolare, volgare, rissoso: le persone sono stanche di questi questi tipi di confronto. Anche nel linguaggio pubblico, nel mondo del lavoro, perfino in famiglia, cominciamo a essere gentili dalle parole e poi passiamo anche ai fatti”. Per il sindaco “ci sono tanti progetti che si possono ricondurre alla gentilezza nella nostra città. Penso ad esempio all’assistenza agli anziani. Penso agli Angeli del bello, una rete di più di 2000 volontari che ogni volta compiono un atto gentile verso la città, cercando di recuperare uno spazio degradato, di pulire un muro imbrattato. Abbiamo poi iniziative legate anche alla solidarietà e all’accoglienza: anche questi sono atti gentili”.

“Con la vicesindaca Bettini vogliamo promuovere un ulteriore gesto di gentilezza – ha aggiunto Nardella – simbolico ma significativo, con la rete dei volontari della nostra città e con la fondazione Angeli del bello un giorno andremo a ricevere coloro che arriveranno alla stazione e all’aeroporto con un fiore. Un gesto di gentilezza che stabilisce un sistema di relazioni positivo, umano, inclusivo, per chi arriva nella nostra città, che sia un turista o un lavoratore e poi sicuramente proseguiremo con altre azioni”. Per Daniel Lumera, promotore del Movimento Italia Gentile, “mai come adesso, in un momento in cui si tende purtroppo a cercare consenso e senso di identità dalla colpevolizzazione e dalla creazione di un nemico è fondamentale invertire la rotta e rimettere al centro inclusione e cura del prossimo, è una provocazione ma una piccola grande rivoluzione che Firenze ha accolto, pronta a intraprendere progetti concreti”.

Palazzo Vecchio la tavola rotonda ‘Comunicazione gentile e Politica’ con Nardella; Matteo Biffoni, sindaco del Comune di Prato e presidente Anci Toscana; Giovanna Melandri, presidente di Fondazione Maxxi, Human Foundation e Social Impact Agenda per l’Italia; Gregorio Arena, presidente e fondatore di Labsus; Rosy Russo, presidente e fondatrice di Parole O_Stili. All’evento ha fatto seguito l’incontro interreligioso ‘Gentilezza e Spiritualità’, co un momento di ‘Preghiera del cuore e meditazione’ guidata da Padre Bernardo Gianni e la ‘Meditazione al tramonto sulla gentilezza’ guidata da Lumera.

Padre Bernardo Gianni a ‘Le Città del Libro della Vita’

Domani alle ore 21, presso il Nuovo Auditorium di Scandicci, Padre Bernardo sarà ospite de “Le Città del Libro della Vita”, per una riflessione sul tema della città oggi e nella storia e per parlare del rapporto tra la città ed un nuovo umanesimo. Ingresso libero.

Abate a San Miniato al Monte, punto di riferimento spirituale e culturale per la città di Firenze, Padre Bernardo Gianni guida un’importante comunità monastica.

Giorgio La Pira, aveva intuito in San Miniato il simbolo più rappresentativo della “città posta sul monte”, il laboratorio di convivenza evangelica segno e sogno profetico di pace.

Padre Bernardo Gianni

Padre Bernardo ha condotto gli Esercizi spirituali della Quaresima 2019 per il Papa Francesco e la Curia Romana che si sono tenuti dal 10 al 15 marzo scorsi ad Ariccia.

Il tema degli esercizi era appunto «La città dagli ardenti desideri. Per sguardi e gesti pasquali nella vita del mondo». Da quell’esperienza è nato il libro di Padre Bernardo “La città degli ardenti desideri”.

Non poteva esserci ospite migliore per salutare il pubblico della fortunata rassegna prima della pausa per le festività.

Siria: iniziativa a Firenze per popolo curdo, ‘Europa faccia di più’

Nuova iniziativa a Firenze per sostenere il popolo curdo, sempre più in sofferenza dopo l’attacco della Turchia. Alle Murate si è svolto un dibattito nel quale è stata ribadita l’esigenza di un maggiore impegno dell’Europa per i curdi.

Nell’iniziativa a favore del popolo curdo svolta alle Murate, erano presenti anche Alessandro e Annalisa Orsetti, i genitori di Lorenzo, il 33enne fiorentino ucciso negli scontri in Siria con l’Isis mentre militava come volontario a fianco delle milizie curde.

“A Firenze – ha detto Alessandro Orsetti – ci sono sempre molte persone a seguire queste iniziative: significa che si è preso a cuore la situazione del popolo curdo”. Anche le istituzioni stanno facendo la loro parte, come il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: “Ci ha dato la sua disponibilità”, ha ribadito Orsetti spiegando che l’obiettivo è fissare “un incontro, anche con i curdi, per la prossima settimana”. Orsetti si è detto soddisfatto perché “in tutta Italia, da Roma a Milano” ci sono eventi a favore di curdi: “Credo che la loro storia – ha concluso – abbia toccato e colpito molte persone”.

Tra i presenti padre Bernardo Francesco Gianni, abate di San Miniato al Monte: “La mia presenza è per sottolineare – ha affermato – il legame con Lorenzo Orsetti, che è sepolto a San Miniato”. Secondo il vicesindaco di Firenze Cristina Giachi è necessario promuovere “azioni di sensibilizzazione con la cittadinanza” ma anche “fare pressing sul Governo perché” si riesca ad attuare una “politica di disarmo nei confronti della Turchia”. Giachi ha sottolineato che “l’Europa potrebbe fare molto di più per cambiare i destini di questo popolo”.

All’iniziativa è intervenuto anche l’artista curdo-fiorentino Fuad Aziz: “Tutto questo sta accadendo sotto il silenzio dell’Europa – ha detto -. Non basta condannare, bisogna agire e fare azioni concrete”.

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