Al via sperimentazione monoclonali AstraZeneca all’ospedale di Pisa

Primi destinatari della cura con gli anticorpi monoclonali AstraZeneca sono stati due pazienti di 36 e 53 anni

E’ iniziata stamani all’ospedale di Pisa la cura sperimentale con gli anticorpi monoclonali sui primi due pazienti di 36 e 53 anni.

“Oggi è un giorno importante – ha detto l’infettivologo, Francesco Menichetti – perchè dopo averne tanto sentito parlare si passa all’azione. I monoclonali sono farmaci che vengono somministrati precocemente a soggetti infettati da pochi giorni che hanno pochi sintomi nella speranza che l’infezione non si trasformi in malattia, o in malattia grave e che quindi non abbiano bisogno di ricovero”. “”La nostra – ha aggiunto il medico – è una sperimentazione che parte oggi con il monoclonali di AstraZeneca. Siamo il primo centro italiano ad essere attivato ed è una sperimentazione classica, quindi contro placebo con il paziente che firmerà il consenso che potrà ricevere o le due iniezioni intramuscolari del cocktail monoclonale oppure il placebo e lo seguiremo poi nelle settimane successive per monitorare e verificare gli esiti del nostro del nostro intervento”. Pisa seguirà anche la fase di arruolamento dei pazienti e Menichetti spiega che l’Azienda ospedaliero universitaria pisana scende “in campo ben organizzata e con l’aiuto dei medici di medicina generale delle Usca del territorio pisano contiamo quindi di poter arruolare diversi pazienti, poi dopo AstraZeneca seguiranno i monoclonali di Toscana Life science e non appena Aifa avrà definito meglio i criteri utilizzeremo gli spazi che stiamo realizzando per somministrare i monoclonali già approvati”.

Riceve sfratto e si da fuoco: morto in ospedale per ustioni

E’ morto stamani, al Centro Grandi ustioni dell’ospedale di Pisa, l’uomo di 41 anni che ieri si è dato fuoco in un appartamento di Altopascio (Lucca) dopo aver ricevuto la notifica di esecuzione di sfratto dall’ufficiale giudiziario. L’uomo era stato soccorso dai vicini nel cortile dello stabile avvolto dalle fiamme, quindi il 118 lo aveva ricoverato per le gravissime condizioni causategli da ustioni nella maggior parte del corpo.

Stando a quanto ricostruito il 41enne, un cittadino di origini brasiliane,  si sarebbe cosparso di liquido infiammabile per poi darsi fuoco. Si sarebbe poi sviluppato un incendio che ha attinto agli arredi dell’appartamento. Da verificare se l’uomo, prima di darsi fuoco, possa aver aperto anche il gas della cucina: sembra ci sia stata anche un’improvvisa fiammata.
Il 41enne si era poi trascinato fino al cortile del condominio dove ha ricevuto i primi soccorsi.

Secondo una nota del Comune di Altopascio la persona ha dato fuoco a se stessa e alla sua abitazione dopo l’arrivo dell’ufficiale giudiziario che doveva eseguire lo sfratto riportando “ustioni sul 70/80 per cento del corpo”. L’episodio è successo in Corte Panattoni, in via Torino, nel capoluogo. Parte della palazzina è stata dichiarata inagibile, in seguito a una serie di sopralluoghi effettuati dai tecnici. Nessun danno, invece, per le abitazioni limitrofe, grazie al tempestivo intervento di carabinieri e vigili del Fuoco che hanno evitato si verificasse una tragedia ancora più grossa.

Nel luogo dell’accaduto erano giunte due pattuglie della polizia municipale e due squadre di vigili del fuoco, che sono riusciti a domare le fiamme e ad evitare che si propagassero all’intero stabile. Stando ad alcune testimonianze la situazione nella palazzina sarebbe stata particolarmente delicata: difficili, infatti, sarebbero stati i rapporti tra l’uomo, un transessuale,  e il vicinato, tanto che più volte dalla zona sono state fatte chiamate al 112 per richieste di intervento.

Pisa, uomo muore dopo ricovero in ospedale, 23 indagati

La procura di Pisa ha indagato 23 tra medici e infermieri in seguti alla morte di un 71enne. L’uomo aveva subito un intervento chirurgico al femore ed era stato dimesso dall’ospedale di Pisa. Sequestrata la cartella clinica e disposta l’autopsia. Lo riporta la stampa locale.

L’uomo di 71 anni è morto giovedì pomeriggio dopo essere stato operato nell’ospedale di Pisa e dimesso lunedì mattina. La moglie ha deciso di rivolgersi alla polizia per chiarire sulle cause della morte del marito.

La procura ha sequestrato la cartella clinica per stabilire se sia possibile un collegamento tra decesso, ricovero e dimissioni dall’ospedale. Il pm Flavia Alemi ha intanto disposto l’autopsia per stabilire le cause della morte. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo. Al momento 23 sono gli indagati tra medici e infermieri.

Cade da una spalletta a Pisa, soccorso da Vigili del fuoco

I vigili del fuoco, con l’ausilio di personale del nucleo speleo alpino fluviale (Saf), sono intervenuti la notte scorsa intorno alle una nel centro di Pisa, in piazza don Minzoni dietro il giardino Scotto, per soccorrere un uomo precipitato da un’altezza di circa 6 metri: caduto da una spalletta, è finito in uno scannafosso.

I pompieri, utilizzando le tecniche Saf, hanno recuperato l’uomo, affidandolo poi al personale sanitario del 118. L’uomo, un 45enne di Pontedera (Pisa), è stato poi ricoverato in codice giallo all’ospedale. Secondo quanto si è appreso, si sarebbe addormentato sulla spalletta, poi ha perso l’equilibrio muovendosi nel sonno. Il ferito, stando alle informazioni raccolte dalle forze dell’ordine e dal personale del 118, è un senza fissa dimora.

Questo è l’ennesimo episodio di una caduta da una spalletta nel comune di Pisa: l’ultimo, in ordine di tempo, risale al 15 settembre, quando un giovane di 25 anni è stato ricoverato in prognosi riservata all’Ospedale di Pisa dopo essere precipitato da un’altezza di almeno 7 metri mentre si trovava su una delle spallette di lungarno Pacinotti; ben più tragica è sata la sorte di un uomo, senza fissa dimora, la mattina del 18 marzo è morto precipitando sempre da una spalletta del fiume Arno.

Mix di alcol e droga, 17enne ricoverata all’ ospedale di Pisa

Pisa, una ragazza, non ancora diciassettenne, è finita nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Pisa, ricoverata d’urgenza domenica mattina, dopo aver assunto un mix di alcol e droga la notte precedente. Sull’episodio indagano i carabinieri che stanno ricostruendo ciò che è accaduto.

Stando alle prime informazioni, la giovane ha trascorso la serata di sabato insieme a due amiche con le quali è andata in giro per locali prima di assumere una sostanza stupefacente sulle spallette dell’Arno. Successivamente è andata a letto, ospite a casa di una delle amiche, entrambi maggiorenni, e la mattina dopo tutte e tre sono state molto male e hanno ripetutamente vomitato. La minore però non si svegliava, respirava male ed è giunta in ospedale in stato soporoso.

Ora, dopo le cure, risulta cosciente e non sarebbe in pericolo di vita, anche se i medici si sono riservati la prognosi. Secondo gli inquirenti, la ragazzina potrebbe avere assunto sostanze stupefacenti, ma non è detto che si tratti di cocaina; il sospetto è che la sostanza potesse essere mischiata ad altro, oppure che fosse una dose tagliata male.

Pisa, trapiantato midollo su bimba con malattia rara

Una bambina affetta da una rara malattia genetica è stata sottoposta ad un delicato intervento di trapianto di cellule staminali. L’operazione è stata un successo, adesso la bimba ha una lunga prognosi di fronte a sè.

Una bambina affetta da trombocitopenia congenita amegacariocitica, una rara malattia genetica il cui unico trattamento curativo è rappresentato dal trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche, è stata sottoposta con successo a Pisa al trapianto di cellule staminali Hla aploidentico e ora è in buone condizioni di salute.

Lo ha reso noto l’Azienda ospedaliero universitaria pisana precisando che “già dopo 15 giorni dal trapianto la piccola ha ottenuto un recupero completo della funzione ematologica che ha permesso una dimissione precoce senza presentare finora complicanze degne di nota”.

Il percorso post trapianto, ha sottolineato l’azienda sanitaria, “è ancora lungo” ma le attuali condizioni cliniche della bambina “rendono ottimista tutto lo staff sanitario che l’ha seguita”. La paziente, originaria del Marocco, è giunta a Pisa, nell’Unità operativa di Oncoematologia pediatrica dell’Aoup, circa un anno fa e, una volta completato l’inquadramento diagnostico, è emerso che non disponeva di donatori Hla compatibili, né fra i familiari né fra i volontari da reperire nelle banche di midollo osseo.

Da qui la decisione di effettuare un trapianto di cellule staminali Hla aploidentico utilizzando le cellule del padre, immunogeneticamente compatibile solo per il 50% con la propria figlia. La procedura di trapianto, realizzato da Maria Cristina Menconi, responsabile del Centro trapianti di Oncoematologia pediatrica, ha coinvolto il laboratorio di Ematologia, per effettuare le determinazioni citofluorimetriche necessarie per la procedura trapiantologica e il laboratorio di criopreservazione e manipolazione cellulare di Medicina trasfusionale e biologia dei trapianti per eliminare dall’inoculo le cellule dannose responsabili dello sviluppo di complicanze legate all’aggressione da parte di cellule del donatore sui tessuti del ricevente.

Questa tecnica innovativa, ha proseguito l’Aoup, “è stata finora utilizzata a Pisa su 23 pazienti affetti da patologie rare, spesso fatali che, non disponendo di un donatore Hla compatibile, hanno comunque potuto beneficiare di una chance di guarigione definitiva”.

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