Coronavirus: Saccardi “padre e figlio in isolamento a Pisa”

L’assessore toscano alla salute Stefania Saccardi ha confermato che all’ospedale Cisanello di Pisa sono stati ricoverati, in isolamento, padre e figlio come sospetti casi di Coronavirus.

“Sono nel reparto di malattie infettive, in isolamento come la procedura prescrive, ma non abbiamo ancora nessuna conferma in merito. Gli esami sono stati mandati allo Spallanzani come facciamo sempre e presumo che nel pomeriggio si possa avere la conferma o meno che si tratti di Coronavirus o no” ha spiegato Saccardi rispondendo alle domande dei giornalisti.

A dare notizia del ricovero è stata la Nazione di Pisa, spiegando che al pronto soccorso di Cisanello nella notte tra martedì e mercoledì scorsi si è presentata una famiglia cinese, padre, madre e figlio di 10 anni, rientrata il 16 gennaio da Wuhan: la febbre alta, 39 gradi, di padre e figlio ha fatto scattare le procedure. “Al momento sarei prudente – ha aggiunto Saccardi – perché anche altri casi sono stati ritenuti sospetti, ma poi come sapete si sono rivelati infondati”.

Saccardi ha poi detto che la Regione Toscana sta ordinando della mascherine per gli operatori “vogliamo farci trovare preparati, quindi Estar ha già fatto tutto quello che doveva fare, ha già ordinato i quantitativi che presumiamo essere necessari per proteggere tutti gli operatori che possono venire in contatto con persone sospette o infettate”.

Toscana: carenza di sangue, si rischia rinvio degli interventi

Come si legge dalle pagine del Corriere Fiorentino di oggi, l’ospedale Torregalli e altri centri sono pronti ad “attivare il protocollo di emergenza” per carenza di sangue che, tradotto, prevede la valutazione di rinvio di alcuni interventi chirurgici programmati e non urgenti. La carenza è generalizzata a livello nazionale, in particolare per i gruppi Zero negativo e A positivo.

Spiega il direttore del Centro regionale sangue, Simona Carli, che il problema della carenza di sangue riguarda tutta la Toscana: “Se entro una settimana non ci sarà un aumento di donazioni rischiamo di dover rinviare operazioni programmate”. “Per questo – continua Simona Carli – abbiamo dovuto concentrare le sacche dove ci sono le necessità più importanti, come ad esempio il centro trapianti di Pisa, a scapito delle realtà più piccole.” Ma il direttore del Centro regionale sangue non è pessimista: “Quando ci sono 40 gradi è difficile donare sangue. Ma ora che le temperature si sono abbassate e che molti sono rientrati dalle ferie, contiamo che in tanti tornino subito ai centri trasfusionali”.

“Ogni mattina controlliamo il ‘meteo del sangue’, il portale regionale che dice chi ha bisogno di sacche e chi invece ne ha in abbondanza e può trasferirle altrove” commenta Isio Masini, direttore di immunoematologia e medicina trasfusionale dell’Asl Toscana Centro, “la nostra azienda è spesso in attivo, di solito ne diamo a chi ne ha più bisogno, in particolare Careggi, Scotte e Cisanello. Ora invece siamo a corto anche noi. Anche perchè spesso ci aiutiamo tra Regioni, ma ora sono tutte in difficoltà”. L’invito di Masini è quello di “Donare, donare, donare”.

Gli esperti identificano il problema nel cambiamento demografico: la popolazione invecchia e per quanto l’età massima della donazione sia stata alzata dai 65 ai 70 anni, sono molti di più i donatori che “vanno in pensione” di quelli che entrano nel sistema.

Non manca il problema delle ferie estive: infatti chi è stato in zone affette dalla febbre occidentale del Nilo deve subire controlli che durano una settimana. Per i donatori senza questo tipo di incognita, invece, gli esami si svolgono in poche ore e, in 30 ore dalla donazione, la sacca è già disponibile per il paziente in sala operatoria.

Per donare il sangue bisogna avere tra i 18 e i 70 anni ed è possibile rivolgersi ai principali ospedali o alle associazioni di volontariato del settore tipo Avis e Fratres. Prima della donazione (meglio se a digiuno), il donatore risponde a un questionario per capire se è idoneo: gravi malattie, sesso promiscuo non protetto o abuso di alcol o droghe sono tra i criteri escludenti.

Giovani investiti in Versilia, gravissima la giovane sarda

Dei giovani sono stati investiti durante la notte di Halloween in Versilia, gravissima la giovane ragazza sarda. I genitori della ragazza in Toscana, veglia di preghiera a Dorgali

Sono gravissime le condizioni di Michela Sotgia, una giovane ragazza sarda, studentessa universitaria di 19 anni di Dorgali (Nuoro) ricoverata all’ospedale Cisanello di Pisa, dopo essere stata investita sulle strisce pedonali a Marina di Pietrasanta mentre con due amici usciva da un locale dopo aver festeggiato la notte di Halloween in Versilia.

I genitori ieri sono volati in Toscana al capezzale della ragazza al primo anno della facoltà di Fisica a Pisa dove era arrivata solo un mese fa dalla Sardegna. La notizia dell’incidente di Michela ha sconvolto la comunità di Dorgali che si è stretta intorno alla famiglia: al padre Gigi Sotgia che fa l’allevatore, alla madre Maddalena Lai casalinga e alla sorella Elena che vive a Dublino.

Stamattina il parroco del paese don Michele Casula ha aperto la chiesa di Santa Caterina per una veglia di preghiera per la giovane. “In questo giorno così importante siamo tutti invitati a pregare per Michela Sotgia – ha scritto nel sito della parrocchia – Siamo tutti vicini a lei alla sua famiglia”.

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