Restauro “Paesaggio” di Leonardo conferma la sua ambidestria

Due differenti stesure del ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci (conosciuto come disegno 8P) sia sul fronte che sul retro e la conferma dell’ambidestria del genio: sono queste le novità emerse grazie all’ultima campagna di indagini svolte dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

L’analisi, guidata da Cecilia Frosinini, sul disegno, di proprietà delle Gallerie degli Uffizi, ha permesso la scoperta sul retro dell’opera di due paesaggi sovrapposti del tutto diversi da quello disegnato sul fronte: sono raffigurate una scena fluviale, con al centro un corso d’acqua e due rive collegate da un ponte, e sulla sinistra una formazione di rocce aguzze e frastagliate.
Leonardo aveva impostato questo scenario a nerofumo e successivamente ne sottolineò con l’inchiostro alcune forme, aggiungendo anche dei picchi montuosi. Dall’esame del retro affiorano, inoltre, sotto il paesaggio fluviale in basso a sinistra e più in alto, alcuni disegni a punta di piombo, un fiore stilizzato (una rosetta) e alcuni motivi geometrici.
Infine, l’Opificio delle pietre dure ha rivelato anche la presenza di alcune tracce solo incise, con uno stile cosiddetto ‘cieco’ o ‘acromo’. Lo studio del disegno e in particolare l’analisi calligrafica di due scritte hanno inoltre confermato l’ambidestra del genio di Vinci.
Secondo l’Opificio delle pietre dure entrambe le scritte, sia quella tracciata secondo la celebre stesura al contrario di Leonardo, da destra verso sinistra, che l’altra scritta nel verso ordinario sono da ricondurre alla mano del genio di Vinci che usò la sinistra per la scritta ‘a specchio’ e la destra per la scritta sul retro da sinistra verso destra.
Per il direttore degli Uffizi Eike Schmidt “gli elementi emersi durante questa campagna di indagini aprono nuove prospettive sull’interpretazione del disegno 8P di Leonardo e su come l’artista ha ‘costruito’ il Paesaggio, sulla sua tecnica e perfino sulle sue abitudini e abilità nella scrittura, scoprendolo ambidestro: una vera e propria rivoluzione nell’ambito degli studi leonardeschi”.
Considerata da molti il primo disegno noto del grande artista e certamente il suo primo lavoro datato (5 agosto 1473), l’opera sarà a breve protagonista di ‘Alle origini del genio’, mostra organizzata a Vinci per il cinquecentenario della morte di Leonardo.

Voto studenti per elezioni rappresentanti Ateneo e ARDSU

Si svolgono domani, martedì 9 aprile e mercoledì 10 le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche nei vari organi dell’Università di Firenze e nel Consiglio territoriale dell’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario per il biennio 2019-2021.

I seggi, collocati in varie sedi dell’Ateneo, saranno aperti martedì 9 aprile dalle ore 9 alle 19; mercoledì 10 dalle ore 9 alle 18. Le elezioni si svolgono con il sistema di voto elettronico.

Gli studenti dell’Università di Firenze votano per eleggere i propri rappresentanti nel Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione, Nucleo di Valutazione, Comitato per lo sport universitario, nei Consigli di Dipartimento, di Scuola e Corso di studio e nei Consigli delle Scuole di Specializzazione.

Votano anche per il Consiglio territoriale dell’ARDSU, insieme agli iscritti agli studenti iscritti all’Istituto Superiore delle Industrie Artistiche di Firenze (ISIA), all’Accademia di Belle Arti di Firenze, al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, all’Opificio delle Pietre Dure, alla Scuola di Musica di Fiesole, all’Accademia di Arte Moda e Design, alla Libera Accademia di Belle Arti.

Per ulteriori info QUI

Opificio delle Pietre Dure e Pistoia, visite con Enjoy Firenze

Una visita esclusiva ai laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure e una gita fuori porta per conoscere Pistoia e la sua arte: sono queste le idee per l’ultimo weekend di marzo (sabato 30 e domenica 31) proposte da “Enjoy Firenze®”, il cartellone di percorsi guidati alla scoperta dei tesori artistici e architettonici di Firenze e della Toscana in compagnia di esperti e archeologi e storici dell’arte, a cura di Cooperativa Archeologia.

Appuntamento sabato 30 alle 10.00 con la visita in esclusiva ai laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure, ospitati nella sede storica di via degli Alfani. Considerati centro di eccellenza a livello mondiale per il restauro dei bronzi e delle terrecotte, i laboratori sono celebri anche per il “commesso” fiorentino.

Grazie all’Opificio la tradizione del commesso, che risale in linea diretta al laboratorio artistico fondato dai Medici nel 1588 , è stata tramandata fino ad oggi così come la sofisticata manualità che consente di restaurare questi “mosaici” di pietre pregiate, ad un livello di specializzazione che solo l’Opificio oggi detiene.

Durante la visita ai laboratori, in compagnia di un restauratore dell’Opificio, saranno eccezionalmente visibili alcune importanti opere ora in restauro, come la Porta sud del Battistero, opera di Andrea Pisano.

Ad arricchire il fine settimana di Enjoy, domenica 31 è in programma la gita fuori porta a Pistoia, che guiderà i partecipanti in un itinerario tutto da scoprire, attraverso l’arte e la storia della città, dalle opere di grandi artisti come Michelozzo, Arnolfo di Cambio, i Della Robbia, Giovanni Pisano, e poi ancora la via Francigena, e il barocco di Bernini. Dopo una passeggiata nel centro storico, è prevista la visita alla Cattedrale di San Zeno, e al magnifico altare argenteo.

Questa opera di oreficeria  “architettonica” venne realizzata tra 1287 e 1456, e coinvolse i maggiori artigiani e artisti dell’epoca, fra i quali anche un giovanissimo Filippo Brunelleschi. Definito recentemente dallo storico dell’arte Paolucci un ponte fra Pistoia e Santiago di Compostela, l’altare è il simbolo della devozione della città a San Jacopo e specchio della sua ricchezza artistica nel XIII secolo.

Per ulteriori informazioni www.enjoyfirenze.it. Ingresso a pagamento alle visite, prenotazione obbligatoria allo 055-5520407 e a turismo@archeologia.it

opificio

S. Caterina di Gentileschi, forse ‘mash-up’ autoritratto pittrice e figlia Medici

La S.Caterina d’Alessandria di Artemisia Gentileschi come risultato dell’unione tra l’autoritratto della pittrice e il ritratto di Caterina, figlia del granduca Ferdinando de’ Medici, realizzato durante la permanenza alla corte dei signori toscani.

È l’ipotesi emersa dalle analisi svolte dall’Opificio delle pietre dure di Firenze sulla tela della pittrice custodita agli Uffizi di Firenze: lo studio ha mostrato che sotto la superficie dell’opera esiste una versione preesistente della Santa Caterina, senza corona e con un turbante, ed il volto più rivolto verso l’osservatore, anziché di tre quarti e con lo sguardo rivolto verso l’alto, in contemplazione, come appare nel dipinto finito.
Dall’analisi i restauratori hanno notato come la versione precedente della martire ritratta con il turbante sia praticamente identica all’opera della Gentileschi acquistata alcuni mesi fa dalla National Gallery di Londra.

È stato quindi ipotizzato che entrambe le tele, quella degli Uffizi e quella del museo inglese, derivino dallo stesso disegno.

“Quest’anno potremo celebrare la Festa della Donna – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – con queste importanti rivelazioni, che cambiano ciò che sappiamo riguardo ad Artemisia, una delle pittrici più importanti di tutta la storia dell’arte. La maestria degli specialisti dell’Opificio ha permesso di scoprire i segreti della nostra bellissima Santa Caterina: e ora, grazie al loro lavoro, siamo felici di poter affermare che oltre ai cinque capolavori dell’artista di proprietà delle Gallerie, gli Uffizi ne conservano un altro aggiuntivo, fino ad oggi nascosto sotto la pittura visibile della Martire d’Alessandria”.

Colazione al Museo. Le botteghe della scienza

Per il secondo anno consecutivo il Museo Galileo ha presentato il progetto “Colazione al Museo” alla Camera di Commercio di Firenze, per dar voce alle attività artigiane del territorio e con lo scopo di recuperarne la memoria ed evidenziarne la preziosa manualità

Ritornano gli appuntamenti di “Colazione al Museo” dedicati alle antiche tecniche artigiane e rivolti ad adulti e ragazzi a partire dai 10 anni. Per il secondo anno consecutivo il Museo Galileo ha deciso di dar voce alle attività artigiane del territorio, allo scopo di recuperarne la memoria ed evidenziarne la preziosa manualità.

Dall’11 novembre al 10 marzo – la domenica alle 11 – il museo diventa un luogo di aggregazione e di incontro. Dopo una gustosa colazione fornita dall’Antica Pasticceria Caffè S. Firenze, i partecipanti assisteranno a dimostrazioni  pratiche e al termine riceveranno un’utile guida per poter replicare autonomamente le attività svolte.

Ma cosa accomuna un artigiano e uno scienziato?

Oltre alla specializzazione, le due figure condividono la conoscenza di delicati segreti professionali e l’utilizzo di strumenti e procedimenti che possono a pieno titolo essere considerati scientifici.

L’intento del ciclo di appuntamenti è dunque quello di diffondere alle nuove generazioni antichi saperi, mettendo una sorta di lente di ingrandimento sulla parte scientifica, sui processi fisici e chimici che conducono alla produzione di pregiati manufatti: i materiali e le tecniche di lavorazione del commesso fiorentino da parte dell’Opificio delle Pietre Dure, la dimostrazione delle diverse tecniche di doratura e la storia del battiloro, i segreti dei parruccai dal Settecento ai giorni nostri, la magia dell’immagine fotografica generata dalla cianotipia, e molto altro.

 

 

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Tel. 055 265311; weekend@museogalileo.it

Lunedì-venerdì 9.00-18.00; sabato 9.00-13.00

Costi € 3,00 + il biglietto d’ingresso

Gli arazzi di Cosimo de’ Medici tornano a casa a Palazzo Vecchio

Venti arazzi dedicati alle Storie di Giuseppe, commissionati dal duca Cosimo I de’ Medici, dieci dei quali ora al Palazzo del Quirinale, tornano nella loro collocazione originale, nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio, per i prossimi tre anni, rinnovabili su accordo delle parti.

Grazie a un accordo firmato ieri al Quirinale dal segretariato generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti, dal sindaco Dario Nardella e dal segretario generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Carla Di Francesco, verranno esposti a rotazione, quattro alla volta, i dieci arazzi di proprietà delle Gallerie degli Uffizi in deposito al Comune di Firenze e i dieci arazzi della dotazione presidenziale.

Il segretariato generale della presidenza della Repubblica ha, infatti, raccolto la proposta del Comune di Firenze promuovendo la creazione di un gruppo di lavoro congiunto, anche con rappresentanti del, per dar vita a un progetto che valorizzasse l’importante ciclo tessile.

“L’accordo firmato ieri al Quirinale è una conquista molto importante non solo per Firenze, ma per la cultura italiana in generale – ha detto il sindaco Nardella -. È la conclusione del lavoro durato quasi due anni tra Quirinale, Ministero dei Beni e delle Attività culturali e Comune di Firenze per riaggregare finalmente i 20 arazzi della collezione medicea di Cosimo I, una battaglia che abbiamo portato avanti anche grazie all’intervento di quotidiani, cittadini, istituzioni culturali e che ha trovato un ascolto attento da parte del presidente della Repubblica Mattarella, che voglio personalmente ringraziare a nome di tutta la città, perché ha consentito che si realizzasse qualcosa che non avremmo mai immaginato”.

“Questo accordo prevede la riunione dei 20 arazzi a Firenze, che non avveniva dai tempi in cui la nostra città era Capitale d’Italia – ha spiegato il sindaco -. Si tratta di un risultato importante raggiunto anche grazie al forte impegno messo in campo dal gruppo di lavoro di Palazzo Vecchio guidato dal Capo di gabinetto Manuele Braghero”.

“La prima esposizione dei quattro arazzi sarà possibile entro l’estate – ha continuato Nardella -. Saranno esposti a rotazione, quattro alla volta, nella Sala dei Duecento, che è stata predisposta per questo, ma l’accordo prevede anche eventuali mostre o esposizioni di altra natura sia a Firenze che al Quirinale o in altri luoghi d’accordo con i soggetti firmatari. Nel periodo di esposizione degli arazzi la Sala dei Duecento entrerà a far parte del percorso museale di Palazzo Vecchio per consentire ai visitatori di ammirare la loro straordinaria bellezza nel contesto per cui furono realizzati”.

Negli anni tra il 1546 e il 1553 l’arazzeria ducale Medicea realizzò questo grandioso ciclo di venti arazzi, tessuti sulla base dei disegni di Agnolo Bronzino, Pontormo e Francesco Salviati. Dopo l’Unità d’Italia il ciclo entrò a far parte della dotazione della Corona e nel 1882 dieci dei venti arazzi furono trasferiti a Roma come arredo delle sale di rappresentanza del Palazzo del Quirinale.

Dal 1983 al 2012 i dieci arazzi conservati a Firenze sono stati oggetto di un complesso e impegnativo intervento di restauro curato dall’Opificio delle pietre dure. Analogo intervento, coordinato con il citato istituto fiorentino, è stato eseguito tra il 1995 e il 2012 dal Laboratorio restauro arazzi del Quirinale sui dieci panni conservati a Roma.

I venti arazzi, che rappresentano una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale, sono stati riuniti per la prima volta dall’800 in occasione della mostra dal titolo ‘Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino’, allestita nel Palazzo del Quirinale, al Palazzo Reale di Milano e a Palazzo Vecchio a Firenze, per un anno, nel febbraio 2015-2016.

Per l’occasione la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio è stata adeguata ad una funzione museale tramite la predisposizione di apparecchiature per il controllo del microclima, delle polveri e dell’illuminazione, e sarà inserita nei percorsi di visita del palazzo. Tutte le spese saranno a carico del Comune.

 

 

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