🎧 Comparto sanitario, lavoratori protestano in Toscana

Firenze, sciopero generale nazionale della sanità pubblica proclamato da USB, con presidio all’assessorato regionale alla sanità, per denunciare all’opinione pubblica le reali condizioni di lavoro dei lavoratori del comparto sanitario, per assunzioni stabili, per il miglioramento delle condizioni di lavoro, per un contratto con aumenti stipendiali veri e per la reinternalizzazione dei servizi e la stabilizzazione del personale precario.

I lavoratori del comparto sanitario riuniti dalla sigla Usb si sono dati appuntamento davanti all’assessorato regionale alla sanità che è in via Alderotti, in periferia.

In podcast l’intervista a Stefano Corsini, del Coordinamento Nazionale USB Sanità, a cura di Gimmy Tranquillo.

Inoltre un centinaio di persone inoltre, si sono riunite davanti alla sede della Regione Toscana in piazza Duomo per il presidio indetto da Nursind Toscana, sindacato autonomo degli infermieri, che ha mobilitato i propri iscritti anche per uno sciopero nazionale.

“In Italia mancano all’appello oltre 63mila infermieri – spiega Giampaolo Giannoni, coordinatore Nursind Toscana – e la Toscana è tra le regioni messe peggio, con un fabbisogno di quasi 4mila professionisti”.

In piazza anche Daniele Carbocci membro della direzione nazionale Nursind. “In questi due anni abbiamo manifestato tante volte davanti alle Regioni, ma non siamo stati ascoltati, quindi questa volta abbiamo deciso di fare un’azione molto forte come lo sciopero in sanità, ma non potevamo farne a meno e ci risulta che gli infermieri abbiano aderito in maniera importante. Il Governo non ha mai accettato le nostre proposte per rendere più dignitose le condizioni di lavoro ed economiche degli infermieri”.

“Lo slogan di questa protesta – spiega Stefano Corsini del coordinamento regionale Usb pubblico impiego – è ‘sanità al collasso, operatori esauriti’ sia dal punto di vista fisico per colpa della pandemia, ma anche psicologico per il carico di stress. In occasione del presidio a Firenze avevamo chiesto un incontro con l’assessore Bezzini, ma siamo stati ricevuti dal responsabile relazioni sindacali che ha ascoltato le nostre richieste. Chiederemo ancora una volta l’incontro con l’assessore perché vogliamo sapere che idea della sanità pubblica ha la Regione Toscana”.

Nel pomeriggio prevista una protesta della Usb anche a Pisa.

Nursind, stato di agitazione in Toscana

Firenze, “Di fronte all’ostinazione del preente della Regione Toscana Eugenio Giani, che di fatto si è rifiutato di sbloccare le assunzioni a tempo indeterminato, proclamiamo da oggi lo stato di agitazione”. Lo annuncia il sindacato autonomo degli infermieri Nursind al termine di una riunione del coordinamento regionale.

“Abbiamo trovato assurda l’uscita del presidente Giani di qualche giorno fa – dichiarano in una nota Giampaolo Giannoni e Mariarosa Chiasserini, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore regionale di Nursind Toscana -, quando ha dichiarato di avere nel cuore i sindacati ma di dover ripianare il bilancio della sanità: il presidente della Regione dovrebbe prima di tutto avere nel cuore i cittadini, a cui deve garantire una sicurezza a livello sanitario”.

Da tempo Nursind denuncia profonde lacune nell’organico del sistema regionale toscano della sanità, stimate in almeno 3000 infermieri in meno rispetto a quanto sarebbe raccomandato per assicurare gli standard del servizio. “La graduatoria Estar per le assunzioni a tempo indeterminato è bloccata – osserva il sindacato – la Regione continua a non autorizzare le richieste delle Aziende sanitarie. Una situazione destinata ad aggravarsi a causa dell’impossibilità di sostituire i lavoratori che vengono sospesi per la mancanza del vaccino. C’è il concreto rischio di chiudere i servizi”.

Giannoni e Chiasserini sottolineano che “dal momento della comunicazione dello stato di agitazione, avvenuta oggi, la prefettura ha sette giorni per convocare un tavolo di conciliazione con la Regione. Ma se non avremo risposte soddisfacenti siamo pronti a portare avanti la protesta, con tutti gli strumenti in nostro possesso, fino alla mobilitazione”.

Nursind: sospensioni infermieri No Vax mettono a rischio servizi ospedali

Giannoni (Nursind), “La Regione non comprende la gravità della situazione, mancano le sostituzioni e il problema è destinato a crescere”

A lanciare l’allarme è Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale Nursind Toscana, sindacato autonomo degli infermieri. A preoccupare sono le sospensioni del personale ospedaliero che risulta non vaccinato.“Siamo a un passo dalla chiusura dei servizi negli ospedali, a causa della mancanza del personale: la Regione non comprende la gravità della situazione, è necessario subito sbloccare le assunzioni a tempo indeterminato” dice Giannoni

“La situazione è destinata a peggiorare – dichiara il segretario Nursind– in quanto solo alcuni Ordini, come quello di Firenze, hanno iniziato a sospendere gli infermieri non vaccinati. Quando si attiveranno tutti ci troveremo in forte difficoltà. Inoltre le sospensioni investiranno presto anche gli operatori sociosanitari, creando un’ulteriore e pesante lacuna”.

“Mancano le sostituzioni – sottolinea il coordinatore regionale Nursind – perché la carenza di organico è strutturale nel Sistema Sanitario Regionale. La graduatoria Estar per le assunzioni a tempo indeterminato è bloccata, la Regione continua a non autorizzare le richieste delle Aziende sanitarie. Stiamo andando avanti con contratti interinali e a tempo determinato, ma sembra che la Regione non sia intenzionata neanche a finanziare nuovamente questi contratti”.

“A questo si aggiungono gestioni inadeguate del personale in servizio. C’è il concreto rischio di chiudere i servizi”, mette in guardia Giannoni.

“La Regione sta sottovalutando la situazione: se le Aziende continueranno a gravare sulle spalle dello stesso personale, provato da tutto il peso di questa lunghissima emergenza, come sindacato siamo pronti alla mobilitazione”, conclude il coordinatore di Nursind Toscana

Nursind Toscana,inaccettabile infermieri Asl in soccorso Rsa in estate

Giampaolo Giannoni, segretario regionale del Nursind Toscana, commenta l’ordinanza del presidente della Regione Eugenio Giani sulle Rsa

“Dopo mesi di mancati incontri, richieste inascoltate e promesse mai realizzate, il presidente della Regione Eugenio Giani firma un’ordinanza che ci lascia allibiti: inaccettabile chiedere al personale delle Asl, già gravate da una endemica carenza di organico di andare in soccorso delle Rsa nella stagione estiva”. Così Giampaolo Giannoni, segretario regionale del Nursind Toscana, commenta l’ordinanza del presidente della Regione sulle Rsa. “In pratica – spiega Giannoni in una nota – con questa ordinanza si chiede alle Aziende sanitarie locali di assegnare personale infermieristico alle Rsa del settore privato che si trovino in condizione di non poter rispettare gli standard del servizio a causa di ferie, malattie o altri fattori che determinino una carenza di personale”.

Per il segretario Nursind, “peccato che le stesse Asl soffrano da anni di un organico sotto la soglia e tanto più sotto pressione nell’ultimo anno e mezzo segnato da pandemia e campagna vaccinale. Per di più, in attesa di adeguata valorizzazione economica, riconoscimento e tutela professionale, nonostante i ripetuti appelli delle organizzazioni sindacali”.

“Stendendo un velo pietoso sui concorsi – osserva ancora il segretario Nursind – la Regione dovrebbe attingere dalla graduatoria Estar. Invece ci troviamo a dover sostenere anche il settore privato, con un’ordinanza firmata alle porte della stagione estiva, con ferie arretrate da mesi o anni ancora da programmare”. “Dopo aver sostenuto il Servizio sanitario regionale con dedizione e spirito di sacrificio durante una delle pagine più difficili per la sanità – conclude -, come infermieri e professionisti ci sentiamo offesi. E chiediamo al presidente Giani di darci ascolto, prima di dover ricorrere a strumenti più duri, fino alla mobilitazione”.

🎧 Nursind: “troppe anomalie, Regione controlli concorso assunzioni infermieri”

“Risposte palesemente sbagliate nel test, domande extra e altre anomalie: ci sono le basi per numerosi ricorsi” questa la denuncia di Giampaolo Giannoni, segretario regionale Nursind, sindacato autonomo delle professioni infermieristiche

Non bastassero le difficoltà nella gestione del piano vaccinale, le denunce dei medici sui reparti pieni, ora la Regione Toscana deve fare i conti anche con  le difficoltà nell’assunzione di personale. Risposte palesemente sbagliate rispetto ai testi di riferimento, domande extra, errori grammaticali: la Regione Toscana verifichi attentamente sullo svolgimento del concorso Estar per l’assunzione di infermieri che si è svolto al Centro Affari di Arezzo nelle scorse settimane”. E’ quanto chiede Giampaolo Giannoni, segretario regionale Nursind, sindacato autonomo delle professioni infermieristiche, in una missiva inviata al Presidente Eugenio Giani e al Direttore Generale di Estar Monica Piovi.

“Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte dei partecipanti al concorso – spiega Giannoni – a partire dalla presenza di due ulteriori domande rispetto al test originale, che doveva contenerne trenta. Ma ci sono state segnalate anche risposte errate rispetto ai testi presi a riferimento e addirittura errori grammaticali evidenti”.

“Non è la prima volta che un concorso indetto da Estar per gli infermieri presta il fianco alle polemiche. E’ comprensibile che un numero elevato di partecipanti non aiuti l’impianto organizzativo, ma non è comprensibile – aggiunge il segretario Nursind – che si continui a incorrere negli stessi errori”.

“Ancora una volta non possiamo fare a meno di chiederci: chi formula le domande del quiz? Chi prepara questo tipo di concorsi? A chi è affidata la gestione dell’organizzazione? Come Nursind Toscana chiediamo che si faccia luce sull’accaduto: stando alle numerose segnalazioni ricevute, ci sarebbero le basi per numerosi ricorsi”.

“Questo tipo di leggerezze si pagano a caro prezzo: una controversia bloccherebbe la formazione della graduatoria, a danno dei partecipanti, ma anche e soprattutto del Servizio Sanitario Regionale. Con una pandemia in corso e un’endemica carenza di personale, il sistema sanitario non può permettersi di attendere ancora”.

Nursind: a ospedale Pistoia pazienti in barella 40 ore

Il sindacato autonomo degli infermieri Nursind denuncia: ‘Spazi angusti,difficile distanziare rischio focolai’

All’ospedale di Pistoia ci sono “pazienti in barella in spazi angusti, dove è impossibile il distanziamento anche nel caso in cui alcuni risultino positivi al Covid, con un’attesa media di 40 ore per l’accesso al reparto: come infermieri ci vergogniamo di lavorare in queste condizioni”.

Lo denuncia il sindacato autonomo degli infermieri Nursind, con Rosa Scelta segretario territoriale della sigla. “Solo venerdì scorso, 2 aprile – sottolinea Scelta – alle ore 13 c’erano 40 persone in attesa su barelle. Abbiamo visto pazienti di 90 anni rimanere su una barella per tre giorni. Ci sono pazienti che hanno avuto referto del tampone negativo ma vengono trattenuti in area Covid insieme a persone risultate positive, perché è impossibile spostarli in Pronto Soccorso per mancanza di posti. Il rischio focolai è altissimo all’interno dell’ospedale”.

“Come abbiamo segnalato più volte, lo spazio è talmente ridotto – prosegue il segretario Nursind su Pistoia – che anche quando vengono riscontrati risultati positivi dei tamponi, in Pronto Soccorso non si riescono a distanziare i positivi da coloro che sono ancora in attesa del risultato”.

“Oramai – conferma all’ANSA, Anna Maria Celesti, presidente della Società della salute pistoiese e vicesindaco di Pistoia – da giorni c’è una forte pressione sugli ospedali, non soltanto su quelli del San Jacopo di Pistoia e di Pescia, ma anche in tutta la rete ospedaliera dell’Asl Toscana Centro. Questo provoca sicuramente grosse difficoltà ai pazienti, che si ritrovano a dover aspettare le dimissioni di qualcun altro prima di poter essere ricoverati”. “Allo stesso tempo – conclude Celesti – ci sono anche le difficoltà obbiettive che si vengono a determinare per il personale del pronto soccorso, costretto ovviamente a caricarsi anche di questa problematica”.

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