Coronavirus, “Irregolarità nelle assunzioni in Toscana, pronti a vie legali”

Giannoni (Nursind), “Centinaia di segnalazioni sulla graduatoria Estar per pesanti scorrettezze. Mentre aumentano i contagi nel personale sanitario”.

“Abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni per irregolarità nella procedura di assunzione del personale infermieristico in Toscana: siamo pronti ad agire per vie legali”. E’ quanto denuncia Giampaolo Giannoni, segretario regionale del sindacato autonomo degli infermieri Nursind.

“Si stanno succedendo diverse irregolarità nella graduatoria Estar – dichiara Giannoni – che dovrebbe portare all’assunzione a tempo indeterminato di 1.400 infermieri sul territorio regionale: colleghi che vengono inspiegabilmente scavalcati da altri, operazioni scorrette nei confronti delle colleghe in gravidanza, che in alcuni casi sono state saltate del tutto, preferenze territoriali non prese in considerazione”.

“Tutto questo è inaccettabile – prosegue il segretario Nursind Toscana – tanto più in un momento del genere, in cui continuiamo a sentire la lontananza dell’amministrazione, Regione in primis, a partire dalla questione sicurezza. Continuano ad arrivare delibere aziendali che impongono agli infermieri di intervenire su pazienti positivi muniti solo di mascherine chirurgiche, che sono assolutamente inefficaci a proteggere dal virus Covid-19”.

“Non a caso assistiamo a un’escalation di contagi nel personale sanitario. E anche l’aspetto psicologico che tutto ciò produce non è trascurabile – afferma Giannoni – aggravato da turni massacranti, senza alcun sostegno dal punto di vista psicologico”. “E’ impensabile fare turni di 12 ore con tute, scafandri, guanti e occhiali: in alcuni reparti siamo riusciti a negoziare turni più brevi, ma non c’è uniformità nel sistema sanitario toscano”. “Come Nursind presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica”, conclude Giannoni.

Coronavirus: Nursind Toscana, ASL invitano a uso scorretto mascherine, intervengano Nas

La denuncia di  Giampaolo Giannoni, responsabile regionale del sindacato autonomo degli infermieri Nursind. Tra gli ospedali coinvolti anche Careggi

“Mancano le mascherine, a Careggi si chiede agli infermieri di riutilizzare i dispositivi monouso e in altre parti della Toscana si invitano addirittura a fabbricarle con la carta da forno. Chiediamo l’intervento dei Nas per far rispettare le prescrizioni di legge negli ospedali toscani”. Così Giampaolo Giannoni, responsabile regionale del sindacato autonomo degli infermieri Nursind che aggiunge: “Oggi registriamo il primo caso di contagio da Covid-19 tra le nostre fila ma era solo questione di tempo, considerato il fatto che siamo in prima linea da settimane senza che ci abbiano dotati delle necessarie precauzioni”.

Secondo quanto riferisce Giannoni “in diversi presidi ospedalieri toscani per mancanza di dispositivi gli infermieri sono costretti a utilizzare una sola mascherina per turno e a
riutilizzarla almeno tre volte: si chiede esplicitamente al personale di lasciare le mascherine usate, che dovrebbero essere monouso – in un apposito sacchetto, per inviarle a sterilizzare. O addirittura si invitano gli infermieri a lavarle a casa con
acqua calda e sapone”: succede “nell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi così come in altre strutture dell’Asl Toscana Centro.

Nell’area di competenza dell’Asl Toscana Nord Ovest si arriva addirittura a raccomandare l’uso di mascherine artigianali realizzate con carta da forno” e anche il personale del 118
“viene inviato con la sola mascherina chirurgica, assolutamente insufficiente”, quando “si riscontrano sospetti casi positivi”.

Tutto ciò è in violazione dell’art. 34 del protocollo firmato ieri secondo il quale “i dispositivi sanitari devono essere validati dal Consiglio superiore di sanità”. “Ulteriore aggravante: per il personale sanitario non è previsto il tampone” né “è prevista la quarantena finché non manifesta i sintomi della malattia”.

Coronavirus, appello Nursind: “Misure straordinarie e assunzioni urgenti in Toscana”

“Misure straordinarie e provvedimenti urgenti per tutelare gli infermieri al lavoro nei presidi ospedalieri toscani e fronteggiare la situazione provocata dalla diffusione del Coronavirus”. Il sindacato autonomo degli infermieri Nursind scrive al Presidente della Regione Enrico Rossi, all’Assessore alla Salute Stefania Saccardi e alle Direzioni delle Asl toscane per avere risposte circa gli interventi messi in atto a tutela del personale sanitario, inevitabilmente più esposto al virus.

“Non riusciamo a comprendere le iniziative poste in essere all’Ospedale di Arezzo e Siena Le Scotte con punti di pre-filtraggio ospedalieri, diversamente dai presidi ospedalieri dalle altre aziende regionali – scrive il segretario regionale Giampaolo Giannoni nella missiva diffusa oggi – tra l’altro con l’utilizzo di personale infermieristico e sanitario in regime di straordinario; personale che già in ‘regime ordinario’ è sottoposto a turnazioni e carichi di lavoro insostenibili. Risulta inoltre che in molte strutture aziendali regionali non siano stati ancora forniti i dispositivi di protezione individuale idonei per la protezione degli operatori”.

“Per questo, oltre ad incrementare le ‘pulizie’ nelle strutture ospedaliere e in particolare nelle zone di attesa (come da ordinanza n.2 del 22/02/2020 a firma del presidente della Giunta Regionale Enrico Rossi) ci aspettiamo provvedimenti urgenti e straordinari per l’assunzione di infermieri ed operatori sanitari”, aggiunge Giannoni.

“Preoccupati della già grave situazione riguardante la carenza di personale infermieristico delle aziende sanitarie Toscane – prosegue la lettera del Nursind – esortiamo la Regione e le Direzioni delle Asl ad attuare tutti gli interventi previsti dalle linee guida internazionali per prevenire e limitare il diffondersi del virus tra gli operatori sanitari e tra la popolazione tutta”.

“Non sfugge la gravità dell’eventuale necessità di porre in quarantena una quantità di infermieri tale da rendere non operative intere strutture aziendali”, conclude Giannoni.

‘Tempo tuta’ vale 10 minuti, infermieri Livorno vincono causa

“Riconosciuto il diritto di vedersi retribuito il tempo per indossare la divisa”: lo stabilisce una sentenza del giudice del lavoro di Livorno, che ha accolto il ricorso degli infermieri dipendenti della ex Usl 6, patrocinati dal sindacato Nursind, riconoscendo il risarcimento economico del tempo necessario a indossare il camice, il cosiddetto ‘Tempo tuta’.

E’ di 10 minuti giornalieri il tempo stabilito dal giudice per le operazioni di vestizione e svestizione, da includere nell’orario di lavoro. La causa ha affrontato la più generale questione del ‘tempo tuta’, cioè se va retribuito o meno il tempo necessario al cambio dei vestiti negli ambienti dove si deve indossare abbigliamento da lavoro.

Questa sentenza, spiega Nursind in una nota, stabilisce risarcimenti da 750 a 2.500 euro per gli infermieri ricorrenti relativi ai cinque anni precedenti l’inizio della causa e impone all’Asl Toscana Nord Ovest il pagamento delle spese processuali; il Nursind sta già predisponendo ulteriori ricorsi per centinaia di infermieri della zona livornese.

“Siamo orgogliosi della vittoria ottenuta al termine di un procedimento lungo cinque anni”, ha commentato così la sentenza Roberta Sassu, segretario territoriale del Nursind. “Il sindacato – ha aggiunto Sassu – insieme ai suoi iscritti ha intrapreso questa causa che ha portato al riconoscimento del diritto di ogni lavoratore di vedersi incluso nell’orario di lavoro il tempo impiegato nella vestizione e svestizione degli indumenti di lavoro, ammettendo che il tempo necessario a tale attività il lavoratore si trova al servizio dell’azienda a disposizione del datore di lavoro”. “Questa attività è necessaria – continua la sindacalista – per l’adempimento degli obblighi di legge in tema di igiene e sicurezza e ancor più fondamentale se pensiamo anche alle circostanze che stiamo vivendo in questo periodo in merito alle infezioni ospedaliere che purtroppo affliggono i presidi sanitari”.

Sanità Toscana, Nursind denuncia: “Emergenza Quota 100: quasi 2.300 posti scoperti tra infermieri e personale socio sanitario”

“Quasi 2.300 posti vacanti tra infermieri e personale socio sanitario entro la fine dell’anno”, è l’allarme lanciato da Nursind. “Già da un anno fa esortavamo la stessa Regione e l’Estar a intervenire con nuovi bandi di concorso per le assunzioni a tempo indeterminato”, si legge nel comunicato stampa del sindacato.

Le preoccupazioni riguardano le carenze dell’organico, specie Oss e infiermieri, che sono state stimate dal sindacato autonomo degli infermieri (Nursind) in oltre 2100 unità. Questi numeri saranno aggravati dalle uscite previste con quota 100. “Entro dicembre mancheranno altro 115 infermieri, 35 Oss e 27 operatori sanitari e Ostetriche in Toscana”, denuncia Nursind.

“Nel dettaglio l’Asl Toscana Centro vedrà il pensionamento di 28 infermieri, 2 ostetriche e 13 Oss, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi 13 infermieri e 8 Oss, l’Asl Sud Est 25 infermieri, 8 Oss e altri 22 dipendenti in altro ruolo sanitario. L’Asl Nord Ovest 34 infermieri, 3 ostetriche, 6 Oss; l’Azienda Ospedaliera Pisana perderà 15 infermieri per lo stesso motivo”, rende noto il sindacato. Ad oggi le uniche assunzioni a tempo indeterminato possono essere fatte solo con la mobilità interaziendale.

“La professione infermieristica è oggi al centro di un disagio crescente: alla mancata valorizzazione contrattuale e professionale si aggiungono obblighi formativi, assicurativi, con crescente reponsabilità professionale personale, aggravati da una condizione lavorativa che rende semprepiù difficile erogare l’assistenza dovuta, sia a livello ospedaliero che territoriale”, ha dichiato Giampaolo Giannoni, responsabile regionale Nursind.

Careggi, Nursind denuncia: ” Infermieri dirottati a interventi ordinari, aumenta rischio clinico”

La denuncia del Nursind, “Dotazioni sotto organico: solo in 15 in servizio dopo le 20 al DEAS. Ma qui arrivano pazienti da tutta Italia”.

“Uso ingiustificato sistematico dello strumento della reperibilità, con aumento del rischio clinico. Oltre a una costante carenza di personale infermieristico in servizio al DEAS durante il turno di notte: solo 15 persone, quante quelle di turno in un ospedale di medio livello come quello di Empoli”. La denuncia arriva dal Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, in merito al presidio ospedaliero di Careggi.

“Da anni chiediamo all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi i numeri sulle dotazioni organiche e sull’organizzazione degli interventi chirurgici ordinari – dichiara Paolo Porta, segretario aziendale Nursind per Careggi – senza avere alcuna risposta”.

“L’Azienda – continua Porta – fa un uso scorretto e ingiustificato della reperibilità: la durata degli interventi ordinari sfora sistematicamente l’orario di lavoro, portando all’attivazione degli infermieri reperibili, che vengono così sottratti al servizio di emergenza-urgenza per sopperire all’attività ordinaria e programmabile”.

“Un comportamento scorretto – aggiunge Filippo Mosti, rappresentante sindacale Nursind eletto nella RSU di Careggi – che accresce il rischio clinico: in questo modo l’urgenza rimane scoperta. Il problema delle liste d’attesa non può essere risolto così”.

“Oltre ad essere sotto organico, il personale infermieristico – continua Mosti – soffre di una cattiva gestione: non è comprensibile che un presidio ospedaliero da 300/400 accessi giornalieri di media possa avere lo stesso numero di infermieri in servizio di notte di un ospedale come quello di Empoli. Careggi accoglie pazienti da tutta la regione e da tutta Italia, essendo altamente specializzato”.

“Il DEAS è frutto di investimenti milionari – concludono i rappresentanti sindacali Nursind – e vuole rappresentare un modello di assistenza innovativo. Eppure il personale viene gestito ancora come venti anni fa, in piena contraddizione con il contratto nazionale. L’Azienda ospedaliera risponda sulle dotazioni organiche e metta finalmente ordine in una gestione sconsiderata del personale”.

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