🎧 Scandicci, un quadro per ricordare Niccolò Ciatti e sensibilizzare i giovani

Scandicci – Il progetto ‘Una matita in cerca di umanità’ realizzato con la scuola media Spinelli mira a sensibilizzare i giovani sul tema della violenza e a renderli cittadini consapevoli. Intanto il prossimo 30 giugno si apre il processo a Girona, in Spagna.

La storia di Niccolò Ciatti è tristemente nota. Il ragazzo che a soli 22 anni rimane ucciso in una discoteca di Lloret de Mar (Spagna), la notte del 12 agosto 2017. Un video, terribile, che ha fatto il giro del web inchioda i responsabili di quell’atroce gesto. Il prossimo 30 maggio (dopo cinque anni) gli assassini di Niccolò andranno davanti al giudice di Girona, in Spagna. L’8 giugno il processo partirà anche in Italia.

Questa mattina a Scandicci, l’artista, scrittore e professore, Antonio Federico, ha voluto donare alla città e al padre, Luigi, un quadro raffigurante Niccolò. Un gesto che “vuole essere una carezza”, come detto dall’artista. Un quadro che è figlio del progetto ‘Una matita in cerca di umanità‘,  portato avanti assieme scuola media Spinelli di Scandicci e ai suoi alunni, per sensibilizzare le generazioni più giovani e rendere partecipi i ragazzi sul tema della violenza e renderli cittadini consapevoli. I giovani studenti hanno incontrato Antonio Federico e con lui realizzato dei disegni in memoria di Niccolò Ciatti.

Beatrice Raveggi è la professoressa che ha coordinato il progetto, “questo lavoro nasce da un’educazione alle emozioni attraverso le immagini di questo artista – afferma -. Si sente il bisogno di umanità. I ragazzi hanno seguito un primo incontro con Antonio Federico e hanno realizzato dei disegni per onorare la memoria di questo nostro concittadino che aspetta ancora giustizia. Abbiamo scelto Niccolò Ciatti per la vicininanza dei temi trattati da Antonio Federico, alla vigilia di una nuova udienza. Perchè ancora giustizia non è stata fatta. Diventa quindi importante – conclude l’insegnante – rendere i ragazzi cittadini attivi.”

In podcast l’intervista al padre di Niccolò, Luigi Ciatti, a cura di Lorenzo Braccini. 

Niccolò Ciatti quadro
A sinistra l’autore del quadro Antonio Federico, al centro il padre di Niccolò, Luigi Ciatti.

La collaborazione con la scuola media Spinelli di Scandicci, “è nata in modo del tutto naturale – afferma l’artista Antonio Federico -. Si tratta di un progetto davvero molto importante di cui mi sento responsabile che mi aiuta a creare delle connessioni con le persone. A volte un disegno, un’opera può diventare una carezza, in un momento così difficile c’è bisogno di sensibilità. C’è bisogno di umanità.”

“I ragazzi sono la fonte migliore per poter tramandare questi messaggi – spiega sempre Federico -, loro sono molto sensibili. Niccolò è il figlio di tutti, Niccolò non deve essere dimenticato. Prima della giustizia, bisogna pensare a Niccolò e al posto dove adesso sta che sicuramente è migliore di questo. Stiamo vivendo un inferno terreno, immaginiamo che dall’altra parte ci sia la pace dei sensi. Con questa opera conclude Antonio Federico,  “voglio dare un po’ di pace a questa famiglia che se la merita tutta”.

Omicidio Ciatti: la Cassazione annulla scarcerazione ceceno

Omicidio Ciatti – Intanto il 30 maggio al via il processo a Girona per i due imputati, Bissoultanov e un altro suo connazionale.

Il ceceno accusato dell’omicidio del ventenne Niccolò Ciatti, di Scandicci (Firenze) vittima di un pestaggio in una discoteca in Spagna, di Lloret de Mar, la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017, non doveva essere scarcerato dalla Corte d’Assise di Roma. Lo ha stabilito la Cassazione che ha annullato il provvedimento con cui i giudici romani avevano messo in libertà Rassoul Bissoultanov il 29 dicembre scorso. E’ quanto riportano oggi Corriere Fiorentino e Nazione di Firenze.

Sul perchè della decisione bisognerà adesso attendere le motivazioni della Suprema corte. Intanto l’avvocato Agnese Usai che con Massimiliano Stiz assiste la famiglia Ciatti, spiega: “Noi sostenevamo che fosse inammissibile il ricorso perché il procedimento si è tenuto senza di noi come parti offese che avevamo il diritto di difenderci”.

“Senza quella scarcerazione le cose sarebbero andate diversamente — commenta Luigi Ciatti, padre di Niccolò —, Bissoultanov sarebbe stato processato in Italia, così come chiedevamo noi dopo che la Spagna, durante tutti questi anni, ha mostrato solo inerzia. Questo processo — ha sempre ripetuto il padre del giovane — si doveva celebrare in pochi giorni. C’è un video che inchioda l’omicida alla sua responsabilità”.

Intanto a Girona, il 30 maggio si aprirà il processo a carico dei due imputati, Bissoultanov e un altro suo connazionale. Sempre che i due ceceni siano presenti: in Spagna il processo in contumacia non si può celebrare e si sospende. Andrà invece avanti regolarmente il processo italiano che si è aperto a Roma lo scorso gennaio.

Omicidio Ciatti: processo si farà anche in Italia, via l’8 giugno

Il processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti prenderà il via il prossimo 8 giugno. I giudici della terza Corte d’Assise di Roma hanno respinto l’istanza presentata dai difensori del cittadino ceceno Rassoul Bissoultanov.

Si farà anche in Italia il processo per l’omicidio di Niccolo’ Ciatti, il ventenne toscano ucciso nel corso di un pestaggio in una discoteca in Spagna la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017.

I giudici della terza Corte d’Assise di Roma hanno respinto l’istanza presentata dai difensori del cittadino ceceno Rassoul Bissoultanov, accusato di omicidio, che avevano sollevato nella prima la questione di giurisdizione in quanto anche in Spagna è stato incardinato un processo su questa vicenda. Il dibattimento si aprirà il prossimo 8 giugno.

Nell’aula bunker di Rebibbia, la terza Corte di Assise di Roma, dunque sono state rigettate le eccezioni della difesa che aveva fermato il processo in Italia, iniziato il 24 gennaio contro il ceceno considerato l’assassino di Niccolò Ciatti.

Nei giorni scorsi erano arrivate numorose richieste anche da esponenti politici per avere il dibattimento in Italia. Il proseguimento del processo anche in Italia, adesso, costringe nuovamente Italia e Spagna a trovare un accordo. Ma, in caso di conflitto, secondo le norme internazionali, è valido il processo che finisce prima. “Siamo fiduciosi” aveva detto il padre di Niccolò, Luigi, che da 4 anni si batte in memoria di  suo figlio, per avere un processo che gli renda giustizia.

“Tre giorni fa ho incontrato la famiglia Ciatti per ribadire il sostegno del M5s alla loro legittima richiesta di giustizia. Oggi arriva una decisione importante: il processo per fare luce sull’omicidio si farà in Italia. Verità e giustizia per Niccolò!”. Lo scrive su Twitter il presidente del M5s, Giuseppe Conte.

Omicidio Ciatti: Bissoultanov sarà processato in Spagna

Rassoul Bissoultanov, è tornato in Spagna in quanto ha chiesto e ottuenuto dalle autorità iberiche di essere processato a Girona. La prima udienza è stata fissata per il 30 maggio 2022.

Rassoul Bissoultanov, il ceceno accusato dalla giustizia italiana dell’omicidio di Niccolo’ Ciatti, il 22enne di Scandicci (Firenze) pestato a morte l’11 agosto del 2017 mentre si trovava con gli amici sulla pista da ballo di una discoteca di Lloret de Mar, è tornato in Spagna.

Secondo quanto riportato dal quotidiano fiorentino,  ‘La Nazione’, l’uomo, sotto processo in Italia davanti alla corte di assise di Roma, ha chiesto alle autorità iberiche, che lo avevano rinviato a giudizio nel corso di un’indagine parallela a quella italiana, di essere processato in Spagna. La sua richiesta è stata accolta e la prima udienza è fissata per il 30 maggio 2022 davanti al tribunale di Girona.

Alla fine di maggio, riparte così il processo, in parallelo a quello italiano. Accanto al suo legale spagnolo, Carles Monguilod, Bissoultanov ha pure tenuto una veemente conferenza stampa, in cui il sistema giudiziario italiano è stato definito “fascista” e non competente. Una mossa che potrebbe avere lo scopo di non partecipare al processo italiano iniziato lo scorso 24 gennaio. Processo che è stato stoppato dai legali del ceceno per incompetenza di Roma su questo procedimento

Istanza, come riporta sempre La Nazione, che fa leva sull’annullamento della misura cautelare che ha permesso al ceceno di tornare in libertà dopo l’arresto in Germania e la successiva estradizione in Italia. Se Bissoultanov dovesse essere assolto nel nostro Paese, potrebbe anche evitare il processo spagnolo e far perdere le proprie tracce.

In Spagna, infatti, se l’imputato non è presente il processo non si celebra. Un’assoluzione dalla corte di Cassazione italiana che si pronuncerà il prossimo 4 maggio, darebbe a Bissoultanov questa possibilità.

Al momento l’udienza a Girona è fissata per il 30 maggio, la sentenza prevista per il 3 giugno.

“Non sono un assassino, la morte del ragazzo è stata un incidente”. Lo ha detto alla stampa spagnola, come riportato alcuni quotidiani iberici, Rassoul Bissoultanov.

“Io non fuggo dalla giustizia, però voglio essere giudicato qui, perché non mi fido della giustizia italiana. In Italia mi hanno trattato male e mi hanno fatto firmare documenti senza un avvocato o un interprete” ha detto ancora Rassoul Bissoultanov. In base a quanto pubblicato sempre dalla stampa spagnola, il legale spagnolo di Bissoultanov, avvocato Carles Monguilod, ha dichiarato: “In Italia per una legge di Mussolini ancora vigente è possibile arrivare a condannare una persona all’ergastolo senza che sia presente al processo. In Italia – ha aggiunto – Bissoultanov non avrebbe garanzia di difesa”.

“Auspico che i giudici riconoscano la giurisdizione italiana. Diversamente si rimette nelle scelte del Bissoultanov il fatto di farsi processare in Spagna”, dice l’avvocato della famiglia Ciatti Agnese Usai. “Bissoultanov ha avuto tutte le garanzie di legge – aggiunge il legale, rispondendo alle affermazioni fatte dall’imputato in conferenza stampa -, è stato lui a scegliere di non essere presente all’udienza, non ci sono leggi fasciste che glielo hanno impedito. La vittima non è lui, ma la famiglia che ha perso un figlio a calci in faccia”.

 

Omicidio Ciatti, al via il processo, per il Pm: “Si deve fare in Italia”

Si apre oggi il processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti, avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017 a Lloret de Mar. Il pm della Procura di Roma, Erminio Amelio, ha affermato che il processo a carico del cittadino ceceno Rassoul Bissoultanov, “si deve fare in Italia”.

Il nodo della giurisdizione è stato al centro della prima udienza del processo sull’omicidio di Niccolò Ciatti, il ventenne toscano ucciso nel corso di un pestaggio in una discoteca in Spagna. Secondo il  pm Amelio, che ha parlato in apertura di udienza, il processo, si deve fare in Italia “perché ci sono tutte le condizioni per dare giustizia a Ciatti, ucciso con inaudita violenza. E’ un processo che dobbiamo allo Stato, a Niccolò e alla sua famiglia”.

Bissoultanov, accusato dell’omicidio di Niccolò Ciatti, era stato estradato nel nostro Paese dalla Germania ma dal 22 dicembre scorso è tornato libero dopo che i giudici hanno accolto una istanza dei difensori su un difetto di procedura. Per il rappresentante dell’accusa “l’Italia ha la giurisdizione e non siamo in presenza di un arresto illegittimo: non siamo andati a prendere Bissoultanov di notte, ci è stato dato legalmente dalla Germania ed era legittimamente in Italia. Altro che sequestro di persona, come sostiene la difesa. L’elezione di domicilio c’è e il processo si può celebrare”.

La questione della giurisdizione è stata sollevata ai giudici della Corte d’Assise dai difensori dell’imputato. Bissoultanov “non vuole sottrarsi al processo”, hanno detto i penalisti aggiungendo che oggi l’uomo si troverebbe in Spagna, “Paese dove è successo il fatto e che si è vista sottrarre la giurisdizione. Il processo lì sarebbe iniziato se non fosse stato arrestato ed estradato in Italia”. I giudici hanno aggiornato il procedimento al prossimo 17 marzo quando scioglieranno la riserva sulla eccezione.

“Speriamo di non avere ulteriori sorprese. Siamo fiduciosi che si possa dare giustizia a Niccolò'”, ha detto Luigi, padre di Niccolò Ciatti. Il procedimento si svolge davanti ai giudici della prima corte d’assise della Capitale. Roma è competente in quanto si tratta di cittadino italiano ucciso all’estero.

Omicidio Ciatti: sospeso processo spagnolo dopo estradizione

Omicidio Ciatti: sospeso in Spagna il processo per l’omicidio di Niccolò, il 21enne di Scandicci (Firenze) che venne pestato a morte la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017 in una discoteca di Lloret de Mar. Adesso dovrà essere risolto il conflitto giurisdizionale tra Spagna e Italia.

E’ stato sospeso in Spagna il processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti, il 21enne di Scandicci (Firenze) che venne pestato a morte la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017 in una discoteca di Lloret de Mar. La famiglia del giovane ha, infatti, ricevuto notifica dalla magistratura spagnola che il processo, che avrebbe dovuto iniziare il 26 novembre davanti al tribunale di Girona, a carico dei due ceceni accusati dell’omicidio, Rassoul Bissoultanov e Movsar Magomadov, è stato sospeso.

La decisione è arrivata in seguito all’Padre Niccolò Ciatti: “Estradizione passo decisivo per giustizia” concessa dalla Germania all’Italia del principale indagato per l’omicidio, Rassoul Bissoultanov, arrestato su un mandato di arresto europeo spiccato dalla procura di Roma. Adesso dovrà essere risolto il conflitto giurisdizionale tra Spagna e Italia. Sulla base delle indagini, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017, sulla pista da ballo della discoteca ‘St Trop’, insieme a due connazionali, prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l’ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale. Bissoultanov, poco più grande di Niccolò, sferrò un violente calcio alla testa del 21enne di Scandicci: morì in ospedale poche ore dopo. Almeno un altro del terzetto dei ceceni, Movsar Magomadov, prese parte attiva al pestaggio e per questo è stato anche lui accusato di omicidi. Anche nei confronti di Magomadov la procura di Roma aveva chiesto e ottenuto una misura cautelare in carcere, che era stata eseguita a Strasburgo, dove i giovani ceceni, figli di rifugiati, risiedono. Ma la Francia ha negato l’estradizione di Magomadov, che è stato successivamente rimesso in libertà.

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