🎧 “Donne del cielo: da muse a scienziate”, la prima mostra in Italia sulle donne nella ricerca astronomica a Firenze

 “Donne del cielo: da muse a scienziate”, la prima mostra in Italia sul ruolo delle donne nella ricerca astronomica, un percorso che mostra come dal Rinascimento al Novecento le donne siano passate dall’ essere comparate agli astri fino a scriverne e studiarli. L’esposizione, ideata dal Museo Galileo, sarà visitabile gratuitamente dall’8 marzo all’8 giugno alla Biblioteca Nazionale Centrale.

Audio: Natasha Fabbri, curatrice della mostra

La mostra “Donne del cielo: da muse a scienziate”, che propone per la prima volta in Italia un percorso incentrato sul ruolo delle donne nella ricerca astronomica e sulle immagini femminili che ricorrono con maggior frequenza nelle rappresentazioni del cosmo dal Rinascimento al primo Novecento, sarà visitabile nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Sala Dante) dall’8 marzo all’8 giugno. La mostra è ideata dal Museo Galileo e organizzata congiuntamente alla Biblioteca Nazionale Centrale con la curatela di Natacha Fabbri, Caterina Guiducci e Simona Mammana. L’esposizione si avvale del patrocinio del Comune di Firenze e del sostegno di Regione Toscana, GiovaniSì, InContemporanea e Caserma Archeologica, e del contributo di Calliope Arts. Attingendo al ricco patrimonio della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l’esposizione presenterà opere scientifiche, letterarie e cartografiche che rivelano la presenza di interlocutrici e/o di autrici femminili in testi caratterizzati dall’associazione tra donne e sfere celesti. La mostra sarà allestita nella Sala Dante della Biblioteca Nazionale, ove i testi selezionati (sul piano filosofico, letterario e scientifico) creeranno un dialogo inedito con strumenti scientifici, alcuni dei quali molto rari –provenienti dal Museo Galileo e da collezioni private – e creazioni artistiche.

La mostra si articola in sette sezioni:“Donne di stelle. Costellazioni e divinità planetarie”; “Recondite armonie. Muse, sirene e macchine del mondo; “Dignità e pregiudizio. L’astronomia per tutti”; “Nuovi sguardi su nuovi mondi. Telescopi, satelliti ed echi galileiani”; “Viaggiatrici del cosmo. Tra sogno e scienza”; “Donne di scienza. Dall’astronomia per signore alle signore dell’astronomia”; “Quando il corpo è celeste. Immagini astrali sul femminile”. Al piano terreno un focus su “Canzoni stralunate”. Parte integrante dell’esposizione sono le sette grandi tele dell’artista Ilaria Margutti dal titolo “Le variabili del Cigno. Sette tele per il cielo di Henrietta Leavitt”, che prendono spunto dagli studi condotti dall’astronoma statunitense, nota anche per i suoi importanti lavori sul periodo e la luminosità delle stelle Cefeidi.
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Una parte della mostra sarà dedicata ai temi astronomici presenti nella cosiddetta “querelle des femmes”, ossia in opere che argomentano l’eguaglianza intellettuale e sociale tra uomini e donne, esaltando la dignità delle donne e rivendicando il loro diritto ad accedere anche agli studi scientifici. L’esposizione offre una rara opportunità di ammirare tre preziosissimi globi celesti e terrestri in miniatura, risalenti alla fine del Settecento e l’inizio Ottocento, oltre a strumenti astronomici di fattura italiana, inglese e francese. Saranno esposti anche due manoscritti del fondo galileiano che testimoniano l’uso del telescopio da parte della regina di Francia Maria de’ Medici e di Margherita Sarrocchi, che difese pubblicamente la veridicità delle novità celesti rivelate da Galileo.
Otto video, fruibili tramite QR code, illustrano i temi principali della mostra, offrendo inoltre la possibilità di ascoltare le musiche di alcune compositrici, tematicamente e/o cronologicamente affini agli argomenti trattati.

“Aspettando l’arrivo della prima donna sulla Luna, che avverrà nell’ambito della missione Artemis della Nasa – si legge nel testo di presentazione – la mostra presenta una ‘costellazione’ di donne, ci parla dei loro successi ma anche degli ostacoli e delle sfide che hanno dovuto superare per passare dal ruolo di muse a quello di assistenti prima e colleghe poi degli scienziati uomini: astronome, filosofe, scrittrici, mecenati e artiste che hanno offerto contributi importanti alla ricerca astronomica e difeso il valore della parità di genere anche in ambito scientifico”.

Le sezioni in cui si articola l’esposizione seguono sia un ordine cronologico che uno sviluppo tematico. “Urania”, la musa dell’astronomia che troneggia nei trattati astronomici del Sei e Settecento, si sposta progressivamente sullo sfondo della scena per lasciare spazio a un numero crescente di figure femminili che hanno contribuito a rivelare una nuova immagine dell’universo. Si passa dai cori di muse che impartiscono ai pianeti un moto armonico ai
dialoghi tra donne o con donne che discutono di astronomia, astrologia, maree e meteorologia. Toccano questi temi le pubblicazioni che hanno dedicato alla dignità delle donne Moderata Fonte (1555-1592), Lucrezia Marinella (1571- 1653), Margherita Sarrocchi (1560-1617), Alessandro Piccolomini (1508-1578), Cristoforo Bronzini (1580 c.-1640), tra gli altri. Vi sono matematiche e filosofe che hanno tradotto e commentato importanti trattati, come Émilie du Châtelet (1706-1749) con i Principia di Newton, fornendo un contributo cruciale per l’affermazione del modello di una “scienza per tutti”. Altre che sono state trasportate nel cosmo infinito dalla lettura di testi filosofici e astronomici.

Vi sono poi astronome che hanno contribuito a rivelare il nuovo volto dell’universo: Maria Clara Eimmart (1676-1707), a cui dobbiamo alcune delle più affascinanti raffigurazioni della luna e di altri corpi celesti; Maddalena (1673-1744) e Teresa Manfredi (1679-1767), autrici anonime di uno dei più importi volumi sulle effemeridi del Settecento; Mary Somerville (1780-1872), autrice di The Mechanism of the Heavens (1831), un’opera ispirata al fisico e astronomo Pierre-Simon Laplace. Da non dimenticare gli studi e i calcoli meticolosi delle cosiddette “donne computer” che, invisibili alla comunità scientifica, hanno fornito un contributo inestimabile alla
comprensione dell’universo.

La mostra è completata da un ricco programma di eventi collaterali (visite guidate, conferenze, concerti) e da una biblioteca digitale tematica (https://bibdigtematiche.museogalileo.it/donne_del_cielo/) che comprende una
selezione di edizioni, non necessariamente corrispondenti agli esemplari esposti, e si presenta come un ambiente di ricerca aperto a un costante e progressivo aggiornamento.

🎧 Museo Galileo: il lavoro e la memoria degli antichi mestieri nella 5° edizione di “Le botteghe della scienza-Colazione al Museo”

Nelle domeniche dal 14 gennaio al 24 marzo alle 10.30 tornano i laboratori per giovani e adulti al Museo Galileo,dall’alchimia dei colori all’arte del trucco, dai segreti delle lenti del cannocchiale alla forza motrice, per scoprire la scienza nelle attività artigianali, e mettere il lavoro e la memoria degli antichi mestieri a servizio delle idee di domani. Prima di ogni laboratorio, si fa colazione insieme.

Audio: Roberto Ferrari, direttore esecutivo Museo Galileo e Giuseppe Salvini, segretario generale Camera di Commercio

 Dai segreti delle parrucche e dei trucchi nel Settecento all’arte “perduta” della scagliola, dalla pietra di luna, creatrice di alchimie di colori, fino ai giochi di specchi nella costruzione del cannocchiale, all’uso della foglia d’oro e della carta fiorentina alla tecnica della cianotipia. Torna la quinta edizione delle “Botteghe della scienza”, un ciclo di incontri ideati dal Museo Galileo, nelle domeniche dal 14 gennaio al 24 marzo, alle ore 10.30 nella sede del Museo in piazza dei Giudici 1 a Firenze (al costo di 3 euro più il biglietto d’ingresso). A tutti i partecipanti sarà offerta la colazione fornita dalla Caffetteria del Grano, grazie al sostegno di Opera Laboratori. Questo ciclo di incontri è organizzato in collaborazione con Opera Laboratori e Unicoop Firenze, con il patrocinio del Comune di Firenze e della Camera di Commercio di Firenze.

La rassegna è rivolta a tutta la famiglia, dai giovani (dai 10 anni in su) agli adulti. I laboratori saranno incentrati sul recupero della memoria delle antiche tecniche artigiane: durante le attività – della durata di circa 90 minuti – i partecipanti assisteranno a dimostrazioni pratiche e al termine riceveranno un’utile guida per poter ripetere autonomamente le attività svolte. L’intento del ciclo è quello di proporre, in particolare alle nuove generazioni, una sorta di lente di ingrandimento sugli aspetti scientifici, sui processi fisici e chimici che conducono alla produzione di pregiati manufatti. Imparare le tecniche di lavorazione e l’uso degli strumenti dei maestri artigiani potrà favorire un’importante opportunità ai fini del rilancio dell’artigianato, settore fondamentale dell’economia italiana. Avvicinare i giovani agli antichi mestieri, infatti, dando loro la possibilità di prendere confidenza con la manualità e il sapere pratico, può aiutare a costruire un ponte che metta in contatto giovani in cerca di un proprio progetto lavorativo con artigiani attenti al futuro delle proprie botteghe.

Si inizia domenica 14 gennaio con “Il tornio del vasaio e la forza centrifuga” a cura di Officina Ceramica e Bottega Pendolare: i partecipanti alla mattinata potranno conoscere l’evoluzione storica del tornio e cimentarsi nella realizzazione di una piccola opera. L’utilizzo di questo antico strumento risale infatti alla preistoria e ancora oggi il maestro vasaio, con l’abilità delle sue mani, modella la creta trasformandola in meravigliosi oggetti d’uso quotidiano. Il programma  prosegue poi il 21 gennaio con “Lenti, occhiali e cannocchiali” di Ottica Fabbroni e nella giornata del 28 gennaio con “Alchimie di colori. L’arte della scagliola”, a cura della Famiglia Bianchi. Febbraio inizia con “La preziosa veste dei cannocchiali. Laboratorio di carta fiorentina” a cura di Francesca Vannini e Alina Crafciuc (4/02) e continua l’11 febbraio con “Parrucche e trucco: lo specchio di un’epoca” con Gherardo Filistrucchi; domenica 18 febbraio ci sarà “Arte e scienza della doratura” a cura di Chiara De Felice e Iolanda Larenza, per terminare domenica 25 febbraio con “Il ritratto del bisnonno. La fotografia al collodio umido” con l’Associazione Fotonomia. Infine, nelle domeniche di marzo la rassegna presenta “Il motore a scoppio: la nuova forza motrice del XIX secolo” con Graziano Dainelli e Antonio Linari il 3 marzo, il 10 marzo è il momento di “Disegnare con la camera oscura” a cura di Stella Battaglia, il 17 marzo “Un mondo blu. La tecnica della cianotipia” con Marco Berni e Daniela Vespoli, e in ultimo domenica 24 marzo “La pittura di pietra. L’antica arte del commesso fiorentino” a cura della Famiglia Scarpelli.

🎧 Passato e futuro della ricerca astronomica nella mostra per i 400 anni de ‘Il Saggiatore’ all’ex dormitorio di SMN

Per festeggiare i 400 anni del Saggiatore, il libro che ha posto in fondamenti della scienza odierna, arriva la mostra “Splendori celesti, l’osservazione del cielo da Galileo alle onde gravitazionali”. Il percorso espositivo, ideato dal Museo Galileo in collaborazione con EGO – European Gravitational Observatory e curato da Filippo Camerota, è stato inaugurato questa mattina presso l’ex dormitorio di Santa Maria Novella e vi rimarrà fino al 17 marzo 2024. Una mostra spettacolare, interattiva, animata, che permetterà di unire passato presente e futuro e conoscere anche gli ultimi esperimenti cosmologici alla ricerca delle nostre origini. 

Indagare il cielo con gli strumenti che ci ha dato Galileo, a 400 anni da quello splendido volume che fu Il Saggiatore, l’opera con cui lo scienziato ha posto i fondamenti del moderno concetto di scienza e che oggi diventa il corpo attorno al quale ruota, come nell’universo, la mostra “Splendori celesti, l’osservazione del cielo da Galileo alle onde gravitazionali”, inaugurata stamani nell’ex dormitorio di Santa Maria Novella – “un luogo destinato a diventare cittadella della cultura”, come l’ha definito la vicesindaca del Comune di Firenze Alessia Bettini – e che rimarrà aperta fino al 17 marzo. Dedicata a tutti, in specie alle scuole per quella dimensione didattica ottenuta grazie alla tecnologia, quindi spettacolare, immersiva, la mostra ha il suo punto di forza proprio nel libro di Galileo pubblicato nel 1623 e offerto come dono augurale al neoeletto pontefice Urbano VIII. Al centro, la disputa con il gesuita Orazio Grassi sull’origine delle comete, i corpi celesti del titolo. Il museo Galileo esce dunque da palazzo Castellani ed entra in un nuovo contesto per offrire uno sguardo che varchi i confini del pensabile, spiega il curatore della mostra Filippo Camerota, e consenta di alzare gli occhi al cielo cogliendo la possibilità di recuperare il passato e di andare molto oltre, verso il futuro, connettere la materia visibile e invisibile, alla ricerca delle nostre origini. “Non è facile illustrare con immagini quello che è stato spiegato con le parole – dice Camerota – però la parola di Galileo è particolare, curata, bella, un italiano scientifico di avanguardia per quell’epoca, perché è il primo scienziato a scegliere di scrivere in italiano e non in latino, perciò i contenuti sono particolarmente ricchi”. “Abbiamo ritenuto opportuno omaggiare il Saggiatore perché è un’opera fondamentale, che fonda il metodo scientifico, un testo di grande valore che ci permette di entrare in un contesto storico lontano e al contempo molto vicino”. Così il direttore del Museo Galileo, Roberto Ferrari, sul percorso espositivo che prende avvio proprio dal frontespizio del libro facendolo diventare un portale architettonico. Nella grande sala dell’ex dormitorio si snodano sei sezioni, ognuna portando alla luce ipotesi e modelli cosmologici attraverso proiezioni, manoscritti, illustrazioni, opere antiche e contemporanee. Particolare e magica la terza sezione che riporta alla memoria la ‘Favola dei suoni’, che se a Papa Urbano piacque molto al punto di farsela leggere più volte, sarà senz’altro apprezzatissima anche dai più piccoli nella sua versione 3.0 di fumetto animato. E per finire, l’Osservatorio gravitazionale europeo e l’Esperimento Virgo, l’ultima frontiera astrofisica che siamo tutti invitati ad esplorare. 

🎧 Museo Galileo, tornano “Le Botteghe della Scienza”. Al via la quarta edizione

Al Museo Galileo tornano le Botteghe della Scienza. Dalla storia della scienza del gelato a quella del tornio del vasaio, dalle alchimie dei colori alla forza motrice dei motori a scoppio, fino alla costruzione di cannocchiale. L’obiettivo è quello di dar voce alle attività artigiane del territorio, per recuperarne la memoria e far nascere le idee del futuro.

L’iniziativa arriva così alla quarta edizione: gli appuntamenti si svolgeranno per dodici domeniche, dal 15 gennaio al 2 aprile, alle ore 10:30 nella sede del Museo Galileo in piazza dei Giudici 1 (3 euro più il biglietto di ingresso). A tutti i partecipanti sarà offerta la colazione. Il ciclo di incontri è organizzato in collaborazione con Opera Laboratori e Unicoop Firenze, con il patrocinio del Comune di Firenze e della Camera di Commercio di Firenze.

Ricco il programma delle “Botteghe della scienza”, con attività rivolte a ragazzi (a partire da 10 anni) e adulti, incentrato sul recupero della memoria delle antiche tecniche artigiane. Durante i laboratori al Museo Galileo – della durata di circa 90 minuti – i partecipanti assisteranno a dimostrazioni pratiche e al termine riceveranno un’utile guida per poter ripetere autonomamente le attività svolte. L’intento del ciclo è quello di proporre, in particolare alle nuove generazioni, una sorta di lente di ingrandimento sugli aspetti scientifici, sui processi fisici e chimici che conducono alla produzione di pregiati manufatti.

Si parte domenica 15 gennaio al Museo Galileo con “Il tornio del vasaio e la forza centrifuga” a cura di Officina Ceramica e Bottega Pendolare. Dalla preistoria a oggi, l’utilizzo del tornio vive ancora nel lavoro del maestro vasaio, che riesce a modellare la creta, con l’abilità delle sue mani, trasformandola in oggetti d’uso quotidiano. I partecipanti all’attività potranno conoscere l’evoluzione storica di questo strumento e cimentarsi nella realizzazione di una piccola opera.

Novità di questo ciclo al Museo Galileo è l’incontro dedicato a “Storia e scienza del gelato”, a cura dell’Associazione Gelatieri Artigiani Fiorentini, in programma il 2 aprile con Vetulio Bondi: la storia della nascita del gelato vede come protagonisti i fiorentini, che ancora oggi si distinguono in campo nazionale e internazionale per aver raggiunto livelli altissimi nella produzione di questa delizia. Durante l’incontro verrà ripercorsa la storia e l’evoluzione dei procedimenti che hanno reso possibile la creazione di questo prodotto, con particolare riferimento alle esperienze per ghiacciare le sostanze condotte tra il 1657 e il 1667 dall’Accademia del Cimento.

Prenotazione consigliata – Informazioni e prenotazioni: 055 265311, weekend@museogalileo.it

Costo: € 3,00 + biglietto d’ingresso

Riduzione per i soci Unicoop Firenze dietro presentazione della carta socio.

Chi partecipa a tre appuntamenti di “Colazione al Museo”, per il terzo paga soltanto € 3,00 a persona. https://www.museogalileo.it/it/eventi-e-news/2396-colazione-al-museo-le-botteghe-della-scienza-2023.html

museo galileoCalendario degli appuntamenti 2023 al Museo Galileo

Domenica 15 gennaio

Il tornio del vasaio e la forza centrifuga a cura di Officina Ceramica e Bottega Pendolare

L’utilizzo del tornio risale alla preistoria e ancora oggi il maestro vasaio, con l’abilità delle sue mani, modella la creta trasformandola in meravigliosi oggetti d’uso quotidiano. I partecipanti all’attività potranno conoscere l’evoluzione storica di questo strumento e cimentarsi nella realizzazione di una piccola opera.

Domenica 22 gennaio

Lenti, occhiali e cannocchiali a cura di Ottica Fabbroni

Dalle lenti concave e convesse utilizzate da Galileo per costruire il suo cannocchiale alla correzione dei difetti visivi. L’ottico Fabbroni spiegherà le tecniche per la misurazione della vista e per la realizzazione di lenti e occhiali.

Domenica 29 gennaio

Alchimie di colori. L’arte della scagliola a cura della Famiglia Bianchi

La scagliola è un gesso ottenuto dalla selenite o pietra di luna, frantumata e ridotta in polvere. Il laboratorio illustra le varie fasi di lavorazione di un manufatto in scagliola con dimostrazione pratica e immagini illustrative. Parleremo della storia, della tecnica, dei materiali utilizzati e di come una famiglia fiorentina tramanda e custodisce un’arte considerata per molto tempo “perduta”.

Domenica 5 febbraio

La preziosa veste dei cannocchiali. Laboratorio di carta fiorentina a cura di Francesca Vannini e Alina Crafciuc

Il laboratorio è dedicato alla realizzazione di carte a motivi marmorizzati, ispirati al rivestimento di alcuni antichi telescopi conservati al Museo Galileo. Con la guida di un esperto artigiano fiorentino sarà possibile seguire tutte le fasi di lavorazione e creare il proprio piccolo capolavoro.

Domenica 12 febbraio

Il motore a scoppio. La nuova forza motrice del XIX secolo a cura di Graziano Dainelli e Antonio Linari
Partendo dall’invenzione di Barsanti e Matteucci del 1854, cercheremo di capire come è fatto un motore a scoppio, le caratteristiche delle parti che lo compongono e il loro funzionamento. Durante l’attività un esperto meccanico smonterà completamente un motore per mostrarne ai partecipanti ogni singolo componente.

Domenica 19 febbraio

Disegnare con la camera oscura a cura di Stella Battaglia

La camera oscura fu a lungo utilizzata dagli artisti come strumento, tra arte e scienza, nella pratica del disegno della realtà così come appare. Nel laboratorio si sperimenta il fascino esercitato dall’immagine proiettata dalla luce e si ripercorrono le esperienze di artisti come Vermeer e Canaletto, fino a quelle degli Impressionisti, per arrivare all’avvento della fotografia.

Domenica 26 febbraio

Il ritratto del bisnonno. La fotografia al collodio umido a cura dell’Associazione Fotonomia

Come in un antico studio fotografico, nel laboratorio viene prodotta la fotografia al collodio umido, seguendo la tecnica affermatasi fra gli anni ’50 e ’80 dell’Ottocento. Vengono replicate tutte le fasi di lavorazione, dalla ripresa allo sviluppo, dal fissaggio della lastra alla finitura.

Domenica 5 marzo

Un mondo blu. La tecnica della cianotipia a cura di Marco Berni e Daniela Vespoli

Un incontro dedicato alle stampe in cianotipia, una delle tecniche fotografiche più antiche. Nel laboratorio si scoprono tutti i passaggi che portano dal semplice foglio di carta fino alla magia dello sviluppo, quando l’immagine si genera grazie a un processo chimico stimolato dalla luce.

Domenica 12 marzo

Arte e scienza della doratura a cura di Chiara De Felice

Il laboratorio, tenuto da un’esperta dell’Opificio delle Pietre Dure, è dedicato all’uso della foglia d’oro nelle botteghe artigiane fiorentine, partendo dalla figura del battiloro. Dopo la dimostrazione di diverse tecniche di doratura e dei relativi strumenti e materiali, è prevista una prova pratica di stesura di foglia d’oro con le tecniche del guazzo e della missione.

Domenica 19 marzo

Parrucche e trucco. Lo specchio di un’epoca a cura di Gherardo Filistrucchi

Nel Settecento l’arte del parruccaio deliziò le dame e i cavalieri delle corti di tutta Europa; si realizzavano veri e propri capolavori architettonici che richiedevano ore di lavoro per i parruccai e “sacrifici” per le dame. L’attività illustrerà la storia, gli strumenti e i segreti del mestiere della più antica bottega artigianale fiorentina, quella di Filistrucchi.

Domenica 26 marzo

La pittura di pietra. L’antica arte del commesso fiorentino a cura della Famiglia Scarpelli

Dalla Firenze cinquecentesca al laboratorio Scarpelli, riconosciuta eccellenza nella tradizione del commesso fiorentino: l’artista mostrerà ai partecipanti i materiali, gli strumenti e la tecnica di lavorazione di questa antica arte che dà vita a figure, paesaggi, decorazioni floreali e vari soggetti, sfruttando le sfumature naturali delle pietre.

Domenica 2 aprile

Storia e scienza del gelato a cura di Gelatieri Artigiani Fiorentini e Vetulio Bondi

L’incontro ripercorre la storia e l’evoluzione dei procedimenti che hanno reso possibile la creazione del gelato artigianale, con particolare riferimento alle esperienze condotte alla metà del secolo XVII nell’Accademia del Cimento. La storia della nascita del gelato vede come protagonisti i fiorentini, che ancora oggi si distinguono a livello internazionale nella produzione artigianale.

🎧 Firenze, al Museo Galileo in esposizione il telescopio gregoriano di Philippe-Claude Le Ba (1663)

Il telescopio, appartenuto all’antiquario milanese Michele Subert, è stato acquistato per 4.800 euro dal ministero della Cultura e affidato al Museo Galileo in comodato d’uso gratuito dall’ente proprietario statale, la Direzione regionale musei della Toscana

Al Museo Galileo di Firenze arriva in esposizione il telescopio riflettore gregoriano di Philippe-Claude Le Bas, uno dei primi nel suo genere, realizzato seguendo le indicazioni costruttive date dallo scozzese James Gregory, nella sua opera ‘Optica promota’ del 1663. Il telescopio, appartenuto all’antiquario milanese Michele Subert, è stato acquistato per 4.800 euro dal ministero della Cultura e affidato al Museo Galileo in comodato d’uso gratuito dall’ente proprietario statale, la Direzione regionale musei della Toscana.

Le Bas fu ottico di Luigi XIV di Francia (il Re Sole) e ebbe il permesso di risiedere al Louvre. Lo strumento, è stato spiegato, è ancora funzionante: sia le ottiche che le parti meccaniche sono integre. Il telescopio è completo di treppiede con giunto sferico per il corretto orientamento ed è dotato di una particolare montatura con vite a succhiello che ne permette la stabile collocazione su un supporto fisso.

I visitatori potranno ammirare il telescopio  e visitare anche la rassegna ‘Orbite musicali’, quattro concerti (8, 15, 22 e 29 maggio) a cura del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze che si ispirano al sodalizio tra musica e scienza, con particolare riferimento all’astronomia. Inoltre sarà possibile vedere due strumenti della collezione acustica del Museo: un esemplare seicentesco di ‘tromba parlante’, appartenente alla Collezione Medicea, e il fonografo di Thomas Edison.

“Questo telescopio va ad arricchire una collezione di telescopi seicenteschi molto importante, tra cui spiccano i due di Galileo”, ha sottolineato a margine Roberto Ferrari, direttore esecutivo del Museo Galileo. Giorgio Strano, curatore della collezione del Museo Galileo, ha precisato che si tratta di “uno dei primi telescopi a specchio usati in Europa”. Per Stefano Casciu, direttore regionale dei musei della Toscana, è “un oggetto molto importante per la storia della scienza, anche per le perfette condizioni di conservazione e funzionamento”.

Riapre il Museo Galileo di Firenze

Dal 2 febbraio il Museo Galileo riapre le porte alle straordinarie collezioni di strumenti scientifici dei Medici e ai telescopi di Galileo Galilei. Con visite guidate gratuite a gruppi di 10 persone alla volta.

Dopo 89 giorni e in attesa della regolare riapertura, il Museo Galileo vuole offrire a tutti l’imperdibile occasione per tornare a visitare una preziosissima collezione antica di strumenti scientifici.

Dal 2 febbraio, dal martedì al venerdì, sarà possibile partecipare gratuitamente a visite guidate scegliendo fra tre diversi orari: alle ore 11, 15 e 16.30. Per assicurare il corretto distanziamento e garantire la visita in sicurezza, ad ogni appuntamento potranno partecipare al massimo 10 persone.

“È un’occasione importante – spiega Filippo Camerota, vice direttore e responsabile delle collezioni – che permette di mantenere vivo il rapporto tra il museo e la città, stimolando, attraverso la cultura, la ripresa di attività sociali oggi fortemente compromesse dalle restrizioni dell’emergenza sanitaria”

La visita riguarderà la collezione di preziosi strumenti scientifici raccolti dai Granduchi di Toscani della dinastia dei Medici, tra cui gli unici telescopi originali di Galileo esistenti al mondo. Il percorso proseguirà nell’area didattica, dove gli operatori museali proporranno dimostrazioni di suggestive esperienze scientifiche utilizzando repliche degli strumenti antichi.

È richiesta la prenotazione telefonica, gratuita, chiamando il numero: 055 265311 da lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.

SITO DEL MUSEO

 

 

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