Maggio Musicale Fiorentino: presentate stagioni 2018/2020

Presentati due anni di programmazione del Maggio Musicale Fiorentino. Un totale di 179 serate tra lirica, balletti e concerti sinfonici.

Il Maggio musicale Fiorentino dà l’avvio alle nuove stagioni con due densi programmi. “Un progetto culturale forte, – si legge nel comunicato stampa – che alterna consapevolmente nuove proposte a un repertorio di opere della tradizione e che dà al pubblico la possibilità di confrontarsi in un’offerta ampia in un arco temporale compreso tra il Seicento e la contemporaneità”.

Una novità la programmazione di due anni. Commenta l’assessore alla cultura Monica Barni: questa scelta “è in linea con quello che fanno i più grandi teatri del mondo per attirare un pubblico sempre più ampio e diversificato”.

La stagione inizierà il 16 ottobre con il dittico “Le villi” di Giacomo Puccini in un nuovo allestimento e “Ehi Già” di Vittorio Montalti, opera dedicata a Rossini.

Dal 7 novembre arriva “La Cenerentola” di Gioachino Rossini con la regi di Manu Laili in un nuovo allestimento del Maggio in occasione dei 150 anni della morte di Rossini.

Tra le tante altre opere, “West Side Story” di Leonard Bernstein nell’anno in cui ricorrono i 100 anni dalla nascita del compositore statunitense.

Intero programma e ulteriori info su: maggiomusicale.com

‘Trent’anni di Fortezza’, Barni: “esperienza culturale di grande valore”

Lo ha affermato, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del progetto “Trent’anni di Fortezza”, la vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni, che ha tra l’altro la delega alla Cultura.

“Quella di Volterra è un’esperienza estremamente importante in Italia ed è anche conosciuta all’estero. La presenza ormai trentennale di Punzo, che anno dopo anno ha costruito una vera e propria compagnia teatrale, ha una valenza culturale fortissima, ma anche di risveglio sociale sui temi della detenzione carceraria. Il fatto che sono trent’anni che questa esperienza esiste, e progredisce, sta a significare che vi è una continuità, una costanza di intervento sulla popolazione carceraria, che in questi anni ha prodotto la nascita di una compagnia il cui valore artistico è ormai riconosciuto”. Ha affermato Barni.

Lo ha affermato, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del progetto “Trent’anni di Fortezza”, la vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni, che ha tra l’altro la delega alla Cultura. Si tratta di un progetto speciale realizzato per i trent’anni della compagnia teatrale della Fortezza di Volterra a cui la Regione, come altre Istituzioni od Enti, ha dato il patrocinio.

Nel corso della conferenza stampa è stato evidenziato che quest’anno la compagnia della Fortezza compie tre decenni di vita e di attività. Tre decenni in cui, è stato detto, l’utopia si è fatta concretezza e l’esperienza del “teatro in carcere” è diventata a tutti gli effetti teatro vero e di buon livello.

Eventi di punta delle attività estive del 2018 saranno il debutto di “Beatitudo”, il nuovo lavoro della compagnia della Fortezza, con regia e drammaturgia dello stesso Punzo, in scena dal 23 al 26 luglio nella Fortezza medicea della Casa di reclusione di Volterra e il 29 luglio al Teatro Persio Flacco sempre di Volterra, nonché la messa in scena de “Le rovine circolari” il 4 agosto alla Torre di raffreddamento della centrale geotermica Enel di Larderello.

Toscana Pride, Regione Toscana: “Partecipate con i bambini”

“Andremo alla manifestazione di Siena, come abbiamo sempre fatto. E’ una bella manifestazione, ci sono stato molte volte, e consiglio i cittadini di partecipare, anche con i bambini”. Così il presidente Enrico Rossi, che stamani ha partecipato, assieme alla vicepresidente Monica Barni e alla portavoce del Toscana Pride Marialuisa Favitta (foto), alla conferenza stampa di presentazione del Toscana Pride 2018, che sabato 16 giugno porterà a Siena migliaia di persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e trasngender, queer, intersessuali, asessuali ed eterosessuali, che sfileranno insieme “Per Orgoglio e per Amore”.

Quanto alle dichiarazioni del neoministro della famiglia Lorenzo Fontana sulle famiglie arcobaleno, e alle polemica sollevata dall’associazione “Difesa dei valori” per il patrocinio dato dalla Regione al Toscana Pride, questo il commento di Rossi: “Non capisco questa posizione regressiva. Noi non torniamo indietro e andiamo avanti sulla nostra strada. Nel 2004 siamo stati la prima Regione ad approvare la legge contro le discriminazioni sessuali, una legge pionieristica in materia di diritti delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale o dalla loro identità di genere. Da allora siamo andati sempre avanti, nelle azioni di contrasto all’omofobia e a favore del rispetto della diversità”.

“Ricordiamoci che esiste una legge dello stato che regola le unioni civili, e quindi la creazione di nuove famiglie, una legge che deve essere applicata – ha sottolineato Monica Barni – Le famiglie arcobaleno esistono nella realtà, e, oltre a pagare le tasse, pagano più di altre il fatto di vivere in uno Stato che non tutela i suoi cittadini allo stesso modo, anche quando una legge sancisce i loro diritti. Diritti che non possono essere riservati solo a chi può permettersi di andare in tribunale, ma devono essere di tutti. Su questo la Regione Toscana continuerà a battersi. Riprendo le parole del presidente Rossi: “La Regione Toscana, io e la Giunta, siamo dalla parte delle famiglie Arcobaleno e dei loro bambini. A sostegno della dignità e dell’eguaglianza dei diritti. Ora e sempre””.

“Anche quest’anno – ha aggiunto la vicepresidente, che ha anche la delega alle pari opportunità – ci ritroviamo con grande orgoglio a patrocinare il Toscana Pride. La Regione Toscana è da sempre impegnata sui temi del contrasto alle discriminazioni, dell’apprezzamento della diversità e nell’affermazione dei diritti della persona. Aderiamo convintamente alla rete nazionale Ready, che lavora nel campo dell’educazione, della cutlura, dell’informazione. E in questi mesi abbiamo lavorato per aiutare gli enti locali ad applicare la legge sulle unioni civili”.

“Il Pride è oggi più che mai una manifestazione necessaria – ha detto la portavoce del Toscana Pride Marialuisa Favitta – Noi chiediamo la laicità delle istituzioni, il riconoscimento dei legami affettivi, una legge contro l’omofobia, la tutela delle famiglie omogenitoriali. C’è bisogno di Pride perché c’è bisogno di una cultura che promuova il rispetto delle differenze”.

La Regione Toscana partecipa, in qualità di ente fondatore, alla rete nazionale Re.a.dy (Rete delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni). Ogni anno la Regione dà un contributo complessivo di 80.000 euro alle circa 25 amministrazioni toscane che aderiscono alla rete (circa 3.000 euro a ciascuna amministrazione), per la realizzazione di interventi e iniziative di promozione delle pari opportunità e di integrazione delle politiche riguardanti le persone LGBTI. Nessun contributo specifico è stato dato al Pride di Siena, mentre è stato concesso il patrocinio regionale ed è stata stabilita la partecipazione del Gonfalone.

Info sugli eventi sul sito del Toscana pride

Metastasio: la nuova stagione per un Teatro pubblico

La stagione 2018/2019 presenta 9 spettacoli al Metastasio, 7 al Fabbricone, 5 al Fabbrichino, mentre al Magnolfi verrà ripetuta la fortunata esperienza delle Piacevoli Conversazioni con 3 artisti e lo spettacolo del progetto Davanti al Pubblico. Complessivamente 22 spettacoli, di cui 13  nuove produzioni.

“Si tratta di una scelta coerente con il progetto triennale 2018/2020 dal titolo Per un teatro umano, preparato insieme a Massimiliano Civica, che si propone di fare del Metastasio il centro dei nuovi artisti, che possiamo considerare ormai maestri della scena italiana contemporanea, e di porre il nostro teatro in relazione con i più importanti teatri e festival internazionali e italiani”, ha affermato il direttore della Fondazione Franco D’Ippolito durante la presentazione di oggi al Museo Pretorio.

Tutte le info sul prossimo cartellone su www.metastasio.it

Di seguito l’intervento del consulente artistico Massimiliano Civica:

Il teatro è uno strumento di conoscenza dell’uomo attraverso l’uomo: è un libro sapienziale di storie e di racconti che, attraverso l’attore, si fanno corpo e voce davanti al pubblico. “Mettiti nei miei panni” chiede agli spettatori l’attore che sta recitando in scena, e quando ci mettiamo nei panni di qualcun altro e iniziamo a domandarci che faremmo al posto suo, ecco che nasce in noi una comprensione partecipe, empatica ed intrisa di perdono delle sue vicende, delle sue scelte, dei suoi dolori. Nessuno è razzista, egoista o cinico quando riesce a mettersi nei panni dei suoi simili. A teatro ci riconosciamo uomini, con tutti i nostri difetti, gesti di generosità e paure, e impariamo a comprenderci meglio, a perdonarci e provare compassione. Il Teatro è una delle forme più alte di umanesimo.
Questo è il teatro che alcuni di noi conoscono, che ci ha emozionati e divertiti. Lo conosciamo proprio perché l’abbiamo visto: abbiamo visto gli spettacoli di Danio Manfredini, Deflorian-Tagliarini, Anagoor, Roberto Latini, Oscar De Summa, Scimone/Sframeli, Babilonia Teatro, Claudio Morganti, Antonio Latella, Daniele Timpano e, fortunatamente, tanti altri ancora, vecchi e più giovani.
Ma nella percezione della media delle persone il teatro è solo noia. Direi, anzi, che è percepito, specialmente tra i più giovani, come il posto dove ci si annoia di più. Un luogo che sa di vecchio, pieno di tende e velluti, dove attori truccati troppo e male recitano in una maniera roboante ed enfatica storie che non ci riguardano minimamente. E solo quegli attori sul palco sembrano divertirsi e trovare divertenti le loro battute o credere che l’emozione che mostrano, gonfia e ‘strasottolineata’, possa emozionare gli spettatori. Andare a teatro per la maggioranza delle persone è fare un tuffo nell’800, vedere come agivano e parlavano i nonni dei nostri nonni, ascoltare storie tortuose di gente che si preoccupava di idee, principi e problemi oggi incomprensibili fino al ridicolo.
Personalmente non mi sento di smentire o criticare questa visione che la gente comune ha del teatro come qualcosa di ‘mortale’. Per esperienza comune è proprio quello che, la maggior parte delle volte, gli viene propinato. Anche gli spettatori più fedeli dei grandi teatri, gli abbonati (quelli che vanno a teatro per un sentito e genuino ‘obbligo’ culturale e sociale), richiesti di una risposta franca, probabilmente direbbero che la maggior parte delle volte, a teatro, si annoiano.

Di chi la colpa di questo stato delle cose? Anche di noi teatranti e direttori di teatro, della nostra inerzia e pigrizia mentale, del nostro tirare a campare, del ‘non voler problemi’ che ci porta ad accettare e lasciare le cose così come sono. Se il ‘popolo’ si accontenta, se gli va bene così, se è sempre andato bene così, perché rischiare e andare in cerca di guai? È difficile resistere alla tentazione di ormeggiarsi nel porto sicuro della mediocrità.
Con Franco D’Ippolito – che non ringrazierò mai abbastanza per avermi coinvolto nell’avventura pericolosa e splendida che sta portando avanti col MET – condividiamo la stessa idea su cosa debba essere un Teatro Pubblico. Perché lo Stato finanzia un teatro con soldi pubblici, con i soldi di noi tutti? Quale compito ci assegna insieme a quei soldi? Noi crediamo che lo Stato ci assegni il compito di scegliere gli spettacoli migliori, più coraggiosi, più culturalmente e umanamente avvincenti per i nostri spettatori. Lo Stato, attraverso gli spettacoli, ci chiede di far crescere umanamente, emotivamente e culturalmente i nostri spettatori, di contribuire a renderli cittadini migliori, più aperti e consapevoli, più compassionevoli, altruisti e felici.

Chi ricopre una funzione pubblica ha il dovere di essere migliore di quello che è, come uomo, nella sua vita. Chi governa – una regione, una città o un teatro – ha il dovere di essere migliore e più lungimirante dei cittadini che governa o dei suoi spettatori: ha il dovere di lottare per quei Valori che, al di là delle nostre meschinità e dei nostri opportunismi, sappiamo intimamente essere giusti. La responsabilità di ricevere soldi pubblici comporta il dovere di scegliere il meglio, e non ciò che conviene, di scegliere quello che è giusto, e non quello che non crea problemi. Chi dirige un teatro pubblico ha il dovere, in vista di un ‘superiore’ bene comune, di schierarsi e sostenere il teatro migliore, più ‘parlante’ ai nostri bisogni e paure di uomini di oggi; di supportare con coraggio anche il teatro più ‘difficile’, se per difficile non si intenda astrusa fumosità ma l’affrontare questioni complesse e vitali. Spettacoli complessi, mai noiosi.

Dunque il nostro dovere pubblico e il nostro dovere verso il pubblico è quello, secondo le nostre capacità ed intelligenze, di sostenere e rendere visibile gli artisti più coraggiosi e validi che ci sono oggi in Italia. Tenteremo di farlo non attraverso una rivoluzione (perché le rivoluzioni quasi mai sono durature) ma attraverso una riforma: gradualmente, passo passo, riformeremo il nostro pubblico e noi stessi, provando, attraverso il teatro, a diventare cittadini e uomini migliori.

Le interviste di Chiara Brilli a F. D’Ippolito, M. Civica e M. Bressan

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/05/180530_SPECIALE-METASTASIO.mp3?_=1

Toscana e Centre-Val de Loire, unite nel nome di Leonardo

?Firenze, si è tenuto un incontro tra una rappresentanza della Regione Toscana ed una delegazione della regione francese Centre-Val de Loire.

Regione Toscana e Regione Centre-Val de Loire lavoreranno insieme ad un programma condiviso per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.

Al centro dell’incontro ‘Insieme nel nome di Leonardo’ un programma di collaborazione fra Toscana e la regione francese che vedrà eventi e iniziative per la valorizzazione territoriale e turistica dei due territori.

Uno dei primi progetti presentati è la costruzione, partendo dai disegni originali di Leonardo, della grande macchina volante ‘La vite aerea’, la cui realizzazione sarà frutto di un partenariato tra due università: l’Ecole Polytecnique d’Ingenieur d’Orleans e la Scuola di Ingegneria dell’Università di Firenze.

“Vorremmo lavorare insieme per le celebrazioni leonardiane – ha detto Monica Barni – proprio perché le due Regioni sono quelle in cui Leonardo è nato e morto e quelle in cui ha maggiormente lavorato. Leonardo è un patrimonio italiano, francese ed europeo. Spesso non è così immediato attivare una collaborazione tra regioni europee: in questo caso invece è stato abbastanza spontaneo e mi auguro che questo possa fornire una sollecitazione per allargare la collaborazione a tutti i livelli: nazionali, regionali e locali, con lo scopo di potenziare le ricadute che eventi analoghi possono avere sui territori. Presto con la regione francese sigleremo un protocollo per concordare le celebrazioni leonardiane che si svilupperà su tre livelli: culturale, scientifico e turistico. L’auspicio è che da questa intesa possa nascere un metodo per future convergenze su altre tematiche”.

Soddisfatto anche François Bonneau, il presidente della Regione francese che ha spiegato come “Leonardo sia stato capace di lasciare impronte importanti nella storia europea, disseminando valori che ancora oggi resistono. Una figura che unisce i paesi di Italia e Francia che hanno deciso di lavorare insieme per celebrarne il genio. La collaborazione a cui stiamo lavorando insieme alla Toscana si svilupperà sulle dimensioni scientifica, culturale e turistica. Un’occasione che potrebbe rappresentare una sorta di punto di partenza per future attività condivise”.

All’incontro oltre che alla la vicepresidente Monica Barni, sono intervenuti anche Agnès Sinsoulier-Bigot, Vice-Présidente Culture, Anne Besnier, Vice-Présidente Enseignement supérieur et recherche, Isabelle Mallez, direttrice dell’Institut français e console onorario di Francia a Firenze, i rappresentanti dei castelli di Chambord, Clos Lucè, Amboise e il direttore dell’istituto e museo della Scienza di Firenze Paolo Galluzzi.

Gimmy Tranquillo ha intervistato la Vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni e Giampiero Anchisi capo progetto di ‘La vite aerea’:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/05/180503_02_INSIEME-PER-LEONARDO_BARNI-ANCHISI.mp3?_=2

25 aprile: Toscana, una firma contro i neofascismi

In Parlamento oggi “penso che ci sia chi si richiama esplicitamente all’ideologia del fascismo, c’è chi fa molta confusione e sostanzialmente mette tutti sullo stesso piano”. Lo ha affermato Enrico Rossi (LeU), presidente della Regione Toscana, parlando a margine della presentazione delle celebrazioni per il 25 aprile in Toscana.
Alla vigilia della festa della Liberazione d’Italia dall’occupazione tedesca e nazifascista, la Regione  Toscana ha firmato  con Anpi, l’associazione dei partigiani, Aned (ex deportati nei campi nazisti), Arci regionale  e Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea un protocollo di collaborazione nel nome della memoria e dell’antifascismo, cardine della Costituzione repubblicana.

“E’ il prosieguo di un lavoro già autonomamente portato avanti dalla cinque istituzioni e associazioni – commentano il presidente della Toscana Enrico Rossi e la vice presidente ed assessore alla cultura Monica Barni – Insieme vogliamo costruire un argine e vigileremo come sentinelle di fronte alla preoccupante crescita di comportamenti e affermazioni che sfociano nell’apologia di fascismo e nella discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi. Assistiamo infatti in Italia, ma anche purtroppo in Toscana, al moltiplicarsi di rigurgiti fascisti, minacce e intimidazioni”. “Il fascismo – si sofferma Rossi – è la negazione di una società inclusiva e noi vogliamo combatterlo sul piano culturale e morale ma anche su quello penale, perchè ci sono leggi che vanno applicate”.

L’accordo, sottoscritto oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione, sancisce infatti anche la collaborazione tra i firmatari del protocollo e l’Agenzia di informazione della Giunta regionale Toscana Notizie nell’attività di monitoraggio dei media e del web, prevedendo, in presenza dei presupposti, la facoltà per la Regione di costituirsi parte civile nei processi a fronte delle segnalazioni. Anpi, Arci, Aned e Isrt contribuiranno in particolare fornendo la documentazione su fatti, iniziative, attività di singoli o di gruppi organizzati che si configurino per il carattere fascista, razzista e xenofobo.

Insieme alla Regione tutti e quattro si impegneranno inoltre a definire congiuntamente un programma annuale di iniziative rivolte ai cittadini toscani, in particolare alle giovani generazioni, volte a diffondere la consapevolezza dei valori di libertà, democrazia, uguaglianza e solidarietà che sono alla base della Costituzione e a favorire il riconoscimento e l’opposizione agli atti e iniziative che ne minacciano l’integrità. Cultura ed educazione sono infatti parte essenziale nell’azione di contrasto rispetto a simili rigurgiti di odio e razzismo.

Se non ci conosce la storia  si rischia di fare confusione, è stato ripetuto stamani un po’ da tutti: un impegno da questo punto di vista, da parte della Regione, che si inserisce in un solco di attività sistematiche e di lunga durata.  “Va in questa direzione la scelta di ospitare a Firenze, in modo permanente, il Memoriale italiano dei deportati ad Auschwitz” ricorda Rossi. “Lo stesso  spirito – prosegue Barni – con cui oggi in giunta abbiamo rifinanziato le attività legate al Treno della Memoria, con la summer school di agosto rivolta agli insegnanti e poi il convoglio, con cinquecento studenti delle superiori, che ripartirà a gennaio 2019 verso i luoghi della deportazione”.

Altre iniziative legate all’intesa siglata stamani e per cui si potranno attivare le competenze  dell’Agenzia di informazione Toscana Notizie riguarderanno eventuali percorsi didattici relativi all’uso corretto dei social e la lettura consapevole e critica dei media, a partire dal dilagare delle cosiddette ‘fake news’ a contenuto fascista e razzista. Tutto questo avverrà anche con il supporto degli organismi professionali. L’attività di monitoraggio dell’osservatorio sarà oggetto di report semestrali.

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