“Piantedosi dimettiti”: protesta a Firenze contro il Ministro dell’Interno

Protesta questa mattina a Firenze, davanti alla sede della Prefettura a Palazzo Medici Riccardi. Un gruppetto di persone ha manifestato contro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, atteso per un convegno con le forze di polizia.

Piantedosi è in realtà intervenuto in videoconferenza, ma non sono mancate le lamentele da parte di alcuni manifestanti. Le persone si sono radunate davanti a Palazzo Medici Riccardi con alcuni striscioni. “Piantedosi dimettiti”, e ancora: “Non è una tragedia, ma una strage”.

Nei giorni scorsi avevano fatto molto discutere le dichiarazioni dello stesso ministro a proposito del naufragio di una nave di migranti davanti alle coste di Crotone. Naufragio che ha causato la morte di diverse decine di persone, tra cui molti minori.

Falso volantino Ministero invita a lasciare abitazioni

Un falso volantino, su carta intestata del Ministero dell’Interno, è stato affisso nei giorni scorsi a Roma, in androni di condomini di altre zone della Capitale come Eur, Ponte Milvio, centro storico ma anche in altre città italiane.

“Si invitano eventuali non residenti di questo edificio a lasciare le abitazioni ospitanti per rientrare nel loro domicilio di residenza”, si legge sul falso volantino.

Dopo alcuni episodi isolati il volantino è stato ritrovato sempre più frequentemente, tanto che oggi la polizia ha diffuso un vero e proprio ‘alert’ ai cittadini: “Vi invitiamo a fare attenzione. Potrebbe essere l’astuta mossa di qualche malintenzionato per entrare nelle le case in questo periodo di emergenza per covid 19” sottolinea la polizia raccomandandosi: “Chiunque si imbatta in simili volantini è pregato di segnalarne la presenza alle forze di polizia e di non seguire le indicazioni in essi contenute”.

Il messaggio è scritto su carta intestata del “Ministero dell’Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza”, con il logo della Repubblica Italiana. È stato trovato affisso negli androni dei palazzi e sui muri dei quartieri. Il volantino invita eventuali non residenti degli stabili a lasciare le abitazioni che li ospitano, per rientrare nel proprio domicilio di residenza, perché sarebbe in corso l’attività di controllo delle autorità. Riporta anche l’obbligo di presentare, a richiesta, la documentazione di affitto della casa e i propri documenti con foto. Si parla, inoltre, di un’ammenda da 206 euro e “reclusione da 3 a 12 anni nei casi più gravi”.

Per gli investigatori potrebbe essere la scusa per intrufolarsi nelle case e, approfittando di un attimo di distrazione degli occupanti, derubarli. Tra le ipotesi che dietro al finto avviso ci sia un solo autore, ma che dopo i primi casi di Roma, circolando l’immagine sui social e nelle chat, altri li avrebbero riprodotti e poi affissi in altre città italiane.

“Questo volantino è assolutamente falso – sottolinea Massimo Improta, dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Roma – I cittadini non devono cadere nell’errore. Per questo raccomandiamo che se ci fosse qualcuno che suona alla porta con questa scusa si contatti immediatamente il numero di emergenza per segnalarne tempestivamente la presenza e consentire alle forze dell’ordine di intervenire con tempestività. Pensiamo che dietro al volantino ci sia un’unica mano, nel senso di un unico ideatore, ma che altri se ne siano poi approfittati”.

Firmato in Prefettura il protocollo per l’assegnazione del fondo a tutela animali

Oggi a Palazzo Medici Ricciardi è stato sottoscritto il protocollo d’intesa che costituisce la cornice di riferimento per l’utilizzo del finanziamento ministeriale di 90mila euro destinato alla Toscana per contrastare il maltrattamento degli animali domestici. Sono risorse provenienti da un fondo speciale che il Ministero dell’Interno ha messo a disposizione delle Prefetture di nove regioni per aiutare i Comuni nelle operazioni per contrastare canili e gattili illegali.

La Prefettura di Firenze, capofila delle Prefetture toscane, ha elaborato un piano regionale per la ripartire questo contributo, sulla base del numero di cani registrati all’anagrafe canina dei Comuni e Unioni di Comuni che hanno aderito all’iniziativa. Le realtà incluese sono: Firenze, Arezzo, Livorno, Pisa, Prato, Capoliveri (Li), Cavriglia (Ar), Cortona (Ar), Massarosa (Lu), Massa Marittima (Gr), Orbetello (Gr), Pescia (Pt), le Unioni dei Comuni della Garfagnana (Lu) e del Pratomagno (Ar).

“Il Comune di Firenze ha operativo un servizio di recupero e soccorso animali h24 e un canile rifugio, il Parco degli animali, convenzionato con 15 comuni dell’ambito e con un bacino di utenza di circa 200mila cani”,  hanno spiegato gli assessore all’Ambiente Cecilia Del Re e alla Polizia Municipale Stefano Giorgetti.

Questi servizi saranno affiancati da un incremento della rete di controllo e vigilanza della Polizia municipale che si avvale anche di guardie zoofile volontarie. “Il fondo stanziato per Firenze consentirà di dotare la polizia municipale di nuovi lettori microchip per migliorare ulteriormente i risultati delle operazioni di controllo, già efficaci, su una popolazione canina di 33mila soggetti presenti sul territorio di Firenze”, aggiungono gli assessori.

Firenze: bocciato ricorso Viminale su caso anagrafe migrante

Il Ministero dell’Interno aveva impugnato la decisione dello scorso marzo di un giudice che autorizzò un somalo richiedente asilo a presentare domanda di iscrizione all’anagrafe del Comune di Scandicci. Il Tribunale di Firenze ha respinto il reclamo, ora il “Viminale paghi spese”.

Il Comune che aveva rifiutato l’iscrizione basandosi sulle recenti norme del ‘Decreto sicurezza’. Era la prima sentenza di questo genere seguita, poi, da altre decisioni dei Tribunali di Bologna e Genova.

Lo scorso marzo, il giudice Carlo Carvisiglia aveva stabilito che “ogni richiedente asilo, una volta che abbia presentato la domanda di protezione internazionale, deve intendersi comunque regolarmente soggiornante, in quanto ha il diritto di soggiornare nel territorio dello Stato durante l’esame della domanda di asilo” e, quindi, è autorizzato a presentare domanda di iscrizione all’anagrafe.

Il Tribunale di Firenze, in composizione collegiale, ha di fatto confermato il primo verdetto, scaturito dal ricorso dell’avvocato Noris Morandi dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, bocciando il reclamo del Ministero che, secondo i giudici, non aveva “legittimazione” ad impugnare perché non partecipò al primo grado. “Avrebbe potuto intervenire volontariamente nel processo di prima fase, e in tal caso sarebbe stato legittimato a proporre il reclamo”, hanno scritto i giudici, chiarendo che il Viminale dovrà versare 2767 euro di spese legali allo Stato per il gratuito patrocinio del somalo.

Il sindaco di Scandicci, nel primo grado, si era opposto al ricorso del richiedente asilo e lo aveva fatto, scrive ora il Tribunale di Firenze, come “Ufficiale del Governo” che ha “interpretato una normativa anche alla luce delle istruzioni del Ministero dell’Interno”, il quale, invece, non ha partecipato alla “prima fase” e, dunque, non aveva titolo per presentare il reclamo contro la prima sentenza.

I giudici (Luciana Breggia, Luca Minniti e Federica Samà) ricordano nella sentenza che sia il primo giudice di Firenze, che poi i Tribunali di Bologna e Genova nelle scorse settimane, hanno emesso “provvedimenti” che hanno “offerto una lettura delle modifiche apportate” dal ‘decreto sicurezza’ “coerente con il complessivo quadro costituzionale e eurounitario, esercitando il potere, ma anche il dovere, di interpretazione orientata al rispetto delle norme costituzionali” ed europee.

Del resto, aggiungono i giudici, “anche l’Associazione Nazionale Ufficiali di Stato civile e d’anagrafe ha evidenziato i problemi interpretativi della nuova norma auspicando un intervento della Corte costituzionale”. Per questi motivi, secondo i giudici, è stata “corretta” la decisione del Comune di Scandicci “di non proporre reclamo”.

Sicurezza: per Firenze e Prato 6,5 mln dal Viminale

A Firenze e Prato sono in calo sia i reati che il numero degli stranieri ospitati nelle strutture di accoglienza. L’ammontare è destinato all’incremento delle risorse di sicurezza.

Lo spiega lo stesso ministero dell’Interno. In particolare, in provincia di Firenze sono arrivati 663mila euro per la videosorveglianza (6 comuni), 2,5 milioni per gli enti sotto i 20.000 abitanti (31 comuni), 1,26 milioni con i fondi Decreto sicurezza per il triennio 2018-2020 e il capoluogo ha ottenuto 96mila euro per il progetto Scuole sicure. In provincia di Prato sono arrivati 189 mila euro per la videosorveglianza (3 comuni), 520 mila per gli enti sotto i 20mila abitanti (6 comuni), 2,15 milioni di euro per la manutenzione di scuole e strade della Provincia. Nel piano di potenziamento 2019-2020 alla questura di Prato arriveranno inoltre, entro aprile 2020, 8 nuovi agenti.

“Vogliamo confermare grande attenzione per il territorio – le affermazioni di Matteo Salvini -, e siamo soddisfatti dei risultati di quasi un anno di lavoro. Non abbassiamo la guardia e intendiamo moltiplicare gli sforzi per migliorare ulteriormente la situazione. Ringrazio le forze dell’ordine per il lavoro e la professionalità – continua il vicepremier -. Per far funzionare le cose è fondamentale una sempre più efficace collaborazione tra noi e gli amministratori locali, ai quali abbiamo dato più poteri e fondi”.

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