Serata ricordo Magherini 5 anni dopo la morte

Il 3 marzo 2014 Riccardo Magherini moriva durante un arresto dei carabinieri in Borgo San Frediano a Firenze. Domani, Sabato 2 marzo, gli amici e i familiari lo ricorderanno nel quinto anniversario della morte in una serata organizzata al Circolo Arci San Giusto, dal titolo “per Riccardo, per Stefano Cucchi e per tutte le vittime di abusi e ingiustizie”.

Alle 18 si terrà la presentazione del libro di Matteo Calì “Con il fiato spezzato. Magherini: cronaca di un processo” e insieme all’autore interverranno Guido e Andrea Magherini, padre e fratello di Riccardo, insieme a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

A seguire ci sarà un aperitivo e alle 21, in collaborazione con l’associazione Stefano Cucchi Onlus, si terrà la proiezione del film “Sulla mia pelle. Gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi”. Prima del film interverrà telefonicamente Ilaria Cucchi, sorella di Stefano.

Durante tutta la serata sarà possibile acquistare il libro di Calì e finanziare l’Associazione Riccardo Magherini anche con l’acquisto dei gadget che ricordano l’ex promessa viola.

Nel mese di novembre 2018 i tre carabinieri imputati sono stati assolti dalla Cassazione, dopo due gradi di giudizio conformi che li avevano condannati per omicidio colposo.

La famiglia non ha però mai smesso di chiedere verità e giustizia, e sta preparando un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Con il Fiato Spezzato: la storia del processo Magherini nel nuovo libro di Calì

Con il fiato spezzato (138 pagine, AB Edizioni – 12 euro) il libro scritto dal giornalista Matteo Calì sul processo per la morte di Riccardo Magherini, il 40enne deceduto nel 2014 durante un arresto dei carabinieri a Firenze. Il libro disponibile in tutte le librerie e store online, racconta la storia processuale del caso. Dalle indagini svolte, passando per le numerose testimonianze del processo di primo grado, fino alla decisione della Corte di Cassazione, che ha annullato le condanne inflitte dal Tribunale di Firenze assolvendo i militari in via definitiva.

INTERVISTA CON MATTEO CALì

Calì: Sentenza Cassazione su morte Magherini lascia sbigottiti

Intervista con il giornalista Matteo Calì, autore del libro “Raccontate la mia storia”, dopo la sentenza della Cassazione che ha assolto i tre carabinieri condannati 8in primo e secondo grado) per la morte di Riccardo Magherini

Todo Cambia del 4 dicembre 2017

MATTEO CALì  Il giornalista del Sito di Firenze ha girato il video con la bandiera nazista alla caserma Baldissera.

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PIPPO RUSSO  Il commento ai principali fatti sportivi della settimana.

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2017/12/171204_Pippo-Russo_Todo-Cambia.mp3?_=5

 

ROSSANA MAMBERTO  La presentazione del nuovo viaggio in India organizzato da Controradio per i propri ascoltatori. Kerala e Tamil Nadu, dal 25 febbraio al 07 marzo 2018,ospite in studio SELVAGGIA VELO La direttrice del Festival del Cinema Indiano River To River.

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GIOVANNI GOZZINI The Fool of the Hill, tutti i lunedì.

Bandiera neonazista: procuratore militare avvia indagine

Una relazione su tutto il caso è stata inviata anche alla magistratura ordinaria. Intanto sono partiti gli accertamenti di natura disciplinare nei confronti dal giovane militare del 6/o battaglione che nella sua camera, nella caserma Baldissera di Firenze, ha esposto il vessillo della Kaiserliche Marine, ovvero la Marina militare della Germania imperiale schierata tra il 1871 ed il 1919. Bandiera oggi utilizzata da gruppi neonazisti.

La procura militare ha avviato un’indagine, ma al momento quello che sembra accertato è “un grande problema” di formazione culturale dei giovani, non un reato: “Sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto non c’è nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare”, spiega il procuratore Marco De Paolis.

A mostrare quel vessillo, appeso insieme a un manifesto con un fotomontaggio di Matteo Salvini, risultato essere un poster di ”Call of Salveenee”, parodia già nota del videogioco ”Call of duty”, e a una sciarpa romanista, è stato ieri ”ilsitodifirenze”, riprendendo dalla strada, all’esterno della caserma, la finestra della camera, oggi come altre della Baldissera con le imposte chiuse.

Tutto appartenente a un militare, ventenne, tra gli occupanti di quell’alloggio, a più posti letto come le altre camere che ospitano i circa 300 carabinieri in servizio al battaglione. “Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare, ma c’è un problema disciplinare e un grande problema culturale”, spiega al Giornale radio Rai De Paolis che ha dato comunque “disposizioni affinché si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un qualche reato”.

“La norma secondo la quale è reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari”, aggiunge De Paolis: “Penso – prosegue – che sia più un grande problema di natura disciplinare e culturale”, “la questione è capire cosa significa un simbolo del genere, soprattutto per un militare, credo che ci sia da interrogarsi sulla formazione culturale dei giovani prima e dei militari poi”. Sul fronte disciplinare l’Arma ha fatto scattare gli accertamenti “immediatamente” come si legge in una nota a firma del comandante del 6/o battaglione, tenente colonnello Alessandro Parisi, avvisando anche l’autorità giudiziaria militare, e definendo “grave il comportamento posto in essere” dal giovane carabiniere. Intanto sul fronte politico, la vicepresidente del Senato Rosa Maria di Giorgi auspica “che vengano presi quanto prima provvedimenti esemplari nei confronti della persona che si è resa protagonista di questo squallido gesto”: “Siamo certi che l’Arma dei Carabinieri, di cui conosciamo la ferma ed assoluta dedizione democratica, saprà fare quanto prima chiarezza al proprio interno”.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella ricorda i tre carabinieri ”martiri” che si immolarono “per salvare 10 ostaggi innocenti, cadendo sotto i colpi dei nazifascisti. Questi uomini rappresentano davvero con onore l’Arma e i suoi valori”, e auspica “che l’Arma faccia piena chiarezza, come sempre. Firenze è e resterà antifascista”. Di atto “intollerabile” parla poi l’Anpi di Firenze insieme ad Arci e Cgil fiorentine, aggiungendo che bisogna interrogarsi anche “su chi, prima che divenisse di dominio pubblico, ha visto ed ha taciuto”.

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