Prato, Traffico paralizzato, Biffoni “Non prendete l’auto”

Prato, dall’alba di oggi un imponente ingorgo automobilistico paralizza Prato. Il traffico ha bloccato per lungo tempo il viale Leonardo da Vinci in direzione del casello di Prato Est e attorno alle 9.30 era arrivato a bloccare addirittura la zona centrale della città, mentre si procede a passo d’uomo sulla strada Perfetti-Ricasoli, alternativa all’A11 per raggiungere Firenze.

“Si raccomanda ai cittadini di non prendere l’automobile durante la mattinata se non strettamente necessario”, scrive sui social il sindaco di Prato Matteo Biffoni. Le cause del traffico impazzito, stando alla ricostruzione della polizia municipale di Prato, sono da ricollegare alla chiusura la notte scorsa, per lavori, del tratto dlel’A1 tra Barberino e Calenzano, nel Fiorentino, con conseguenti code che hanno riverberato i loro effetti sulle strade pratesi.

Oltre a questo, un incidente sulla strada provinciale Barberinese, nel comune di Calenzano, avrebbe complicato ulteriormente la situazione. Intanto riguardo alla situazione in A1 le code segnalate al momento si sono ridotte a 8 km da Sasso Maroni (Bologna) verso Firenze e a 3 da Firenze nord verso Bologna.

Le code sulla A1 erano arrivate fino a 20 km verso sud tra Sasso Marconi (Bologna) verso Firenze e 15 a partire da Incisa verso il capoluogo emiliano, in conseguenza di una chiusura notturna, per lavori, del tratto tra Barberino del Mugello e Calenzano in entrambe le direzioni, che è stato poi riaperto. Autostrade per l’Italia.

Stamane Autostrade consigliava percorsi alternativi per le lunghe percorrenze da Milano verso Firenze di seguire la A15 Parma la Spezia, la A12 Sestri-Livorno, la A11 Firenze-Pisa nord e immettersi sulla A1: “Chi proviene da Bologna potrà seguire la A14 Bologna-Taranto, uscire a Cesena nord, percorrere la E45 e rientrare in A1 a Orte; percorso inverso da Roma in direzione Bologna. A chi si trova in prossimità dell’evento ed è diretto verso Bologna si consiglia di uscire ad Incisa, seguire per Pontassieve, proseguire per Dicomano e rientrare a Barberino del Mugello in direzione Bologna”.

Firenze aderisce al Manifesto delle città gentili, firma simbolica a Palazzo Vecchio

“Dobbiamo cominciare dai nostri comportamenti e dal linguaggio ad essere più gentili”, ha spiegato il sindaco Dario Nardella per l’adesione al manifesto delle città gentili

Firenze aderisce al Manifesto delle città gentili promosso dal movimento collettivo nazionale Italia gentile, progetto dell’Associazione My Life Design Onlus. La firma simbolica è stata apposta oggi in occasione dell’inaugurazione del Festival dell’Italia gentile, aperto a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella.

“Dobbiamo cominciare dai nostri comportamenti e dal linguaggio – ha spiegato Nardella – ad essere più gentili: penso al linguaggio della politica, sempre più muscolare, volgare, rissoso: le persone sono stanche di questi questi tipi di confronto. Anche nel linguaggio pubblico, nel mondo del lavoro, perfino in famiglia, cominciamo a essere gentili dalle parole e poi passiamo anche ai fatti”. Per il sindaco “ci sono tanti progetti che si possono ricondurre alla gentilezza nella nostra città. Penso ad esempio all’assistenza agli anziani. Penso agli Angeli del bello, una rete di più di 2000 volontari che ogni volta compiono un atto gentile verso la città, cercando di recuperare uno spazio degradato, di pulire un muro imbrattato. Abbiamo poi iniziative legate anche alla solidarietà e all’accoglienza: anche questi sono atti gentili”.

“Con la vicesindaca Bettini vogliamo promuovere un ulteriore gesto di gentilezza – ha aggiunto Nardella – simbolico ma significativo, con la rete dei volontari della nostra città e con la fondazione Angeli del bello un giorno andremo a ricevere coloro che arriveranno alla stazione e all’aeroporto con un fiore. Un gesto di gentilezza che stabilisce un sistema di relazioni positivo, umano, inclusivo, per chi arriva nella nostra città, che sia un turista o un lavoratore e poi sicuramente proseguiremo con altre azioni”. Per Daniel Lumera, promotore del Movimento Italia Gentile, “mai come adesso, in un momento in cui si tende purtroppo a cercare consenso e senso di identità dalla colpevolizzazione e dalla creazione di un nemico è fondamentale invertire la rotta e rimettere al centro inclusione e cura del prossimo, è una provocazione ma una piccola grande rivoluzione che Firenze ha accolto, pronta a intraprendere progetti concreti”.

Palazzo Vecchio la tavola rotonda ‘Comunicazione gentile e Politica’ con Nardella; Matteo Biffoni, sindaco del Comune di Prato e presidente Anci Toscana; Giovanna Melandri, presidente di Fondazione Maxxi, Human Foundation e Social Impact Agenda per l’Italia; Gregorio Arena, presidente e fondatore di Labsus; Rosy Russo, presidente e fondatrice di Parole O_Stili. All’evento ha fatto seguito l’incontro interreligioso ‘Gentilezza e Spiritualità’, co un momento di ‘Preghiera del cuore e meditazione’ guidata da Padre Bernardo Gianni e la ‘Meditazione al tramonto sulla gentilezza’ guidata da Lumera.

Garfagnana: comune di Molazzana a rischio bancarotta per salvare 61 cani

La struttura abusiva è stata chiusa e sequestrata da Asl e Carabinieri e gli animali affidati al comune di Molazzana che però non ha i fondi per mantenerli

Un appello a tutti i Comuni toscani per trovare una sistemazione ai 61 cani di una struttura abusiva sequestrata a Molazzana, un piccolissimo comune della Garfagnana, che non ha le risorse necessarie per assicurare un degno futuro a queste povere creature, se non rischiando il dissesto finanziario. L’appello arriva dal presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, dopo la lettera del sindaco di Molazzana Andrea Talani, che racconta una vicenda assurda ma emblematica.

La struttura abusiva, nei pressi di un ex capannone, nel maggio scorso è stata chiusa e sequestrata da Asl e Carabinieri; è stata aperta un’inchiesta penale e gli animali, visto che il proprietario del canile è nullatentente, sono stati di fatto affidati al Comune. Il sindaco si è subito attivato per trovare una sistemazione in altri canili, ma da tutti ha avuto la richiesta di un impegno di spesa per il mantenimento dei cani, che risulta essere di 120mila euro l’anno, impossibili da trovare nel bilancio di un Comune di 1036 abitanti. Purtroppo però, anche secondo la giurisprudenza non ci sono altre soluzioni: i cani sono del Comune.

Da qui il grido di aiuto del sindaco, a cui è già seguita una lettera a tutti i capoluogo da parte del direttore di Anci Toscana Simone Gheri, che li invita ad accogliere almeno 3 o 4 cani ciascuno. Firenze ha già risposto positivamente, ma la strada è ancora lunga: ed oggi anche il presidente Biffoni rilancia, facendo appello non solo ai capoluoghi ma a tutti i Comuni toscani. Oltre naturalmente al buon cuore di singoli cittadini perchè adottino questi sfortunati cani, prime e indifese vittime di una situazione che una volta di più mette in luce contraddizioni anche normative per risolvere problemi come questi.

Publiacqua “un po’ più pubblica”, verso la Multiutility della Toscana

Firenze, con la votazione all’unanimità del Cda di Publiacqua, sul nuovo piano strategico presentato dai soci pubblici e sulle modifiche statutarie, che riconoscono il ruolo dei soci pubblici nell’azienda, viene fatto un passo avanti verso la formazione di una Multiutility in grado di gestire i servizi pubblici dei rifiuti e dell’acqua ed eventualmente anche dell’energia.

Le Multiutility sono società che si occupano di erogazione di due o più servizi pubblici, come la gestione del servizio idrico, del ciclo dei rifiuti e di altri servizi per l’ambiente, ma anche della distribuzione del gas o dell’elettricità, dell’illuminazione pubblica, di telecomunicazioni, di parcheggi e di trasporti urbani o extraurbani, ed il voto favorevole del Cda e quindi anche quello dei consiglieri nominati da Abf, socio privato di Publiacqua e al 75% partecipato da Acea, va proprio nella direzione della formazione di una società di multiservizi. Il piano sancisce l’obiettivo di realizzare le aggregazioni delle partecipazioni dei Comuni nelle società di gestione dei servizi pubblici locali.

Ma con l’approvazione del nuovo piano si dovrebbe andare, secondo una nota del Cda, anche verso un maggior ruolo del pubblico nella gestione dei servizi, il Cda si legge nella nota, ha anche approvato le conseguenti modifiche statutarie di Publiacqua che prevedono un maggiore ruolo dei Comuni nella governance dell’azienda al fine di realizzare gli obiettivi del piano strategico di aggregazione: ora i cambiamenti devono essere ratificati nell’assemblea dei soci.

Il recupero di governance da parte dei Comuni viene considerato la “condizione per realizzare il piano strategico e di espansione degli investimenti a tutto vantaggio della società Publiacqua, delle sue partecipazioni e dei cittadini interessati dal servizio”.

I Comuni, si ricorda nella nota, nelle settimane scorse, a fronte del lavoro iniziato da Alia, Consiag e Publiservizi al quale solo recentemente ha aderito anche Publiacqua, avevano ricevuto un piano strategico di sviluppo delle aziende e delle relative partecipazioni e lo avevano posto immediatamente all’attenzione del socio privato Abf partecipato da Acea, evidenziando come a loro giudizio quel piano strategico di aggregazione fosse nell’interesse dell’azienda Publiacqua e quindi delle partecipazioni dei soci nell’azienda.

Il primo consiglio di amministrazione convocato sul punto dell’approvazione di questo piano e delle relative modifiche statutarie aveva raccolto il voto favorevole dei consiglieri nominati dai soci pubblici ma contrario dei consiglieri nominati dal socio privato. Nel secondo cda tenuto sul tema invece, anche a seguito della documentazione di approfondimento presentata, il consiglio ha deliberato a favore all’unanimità. La decisione deve essere ora ratificata nel corso della prossima assemblea societaria ma si apre da oggi una fase nuova in relazione alla concessione del servizio idrico che doveva scadere nel 2021 ed è stato prorogato al 2024.

“Il lavoro di questi anni e degli ultimi mesi ha prodotto finalmente i suoi frutti. Poter salutare oggi questo passo decisivo verso la Multiutility della Toscana è la migliore risposta alla richiesta di un sistema dei servizi pubblici toscani moderno e in linea con l’attuale stato di governance pubblica – ha commentato il presidente Eugenio Giani – Questo modello di gestione potrà essere coerente con la legittima esigenza di efficienza, qualità e bilanciamento dei costi, essere vicino ai territori e centrato sul rapporto di prossimità con i cittadini in un’ottica di sostenibilità economica e sociale. Considero questo passaggio un momento decisivo per una nuova fase della gestione dei servizi pubblici in Toscana”.

“Passi in avanti per la Multiutility della Toscana – ha scritto su twitter il sindaco di Firenze Dario Nardella – la nuova società multiservizi che nascerà dall’aggregazione delle aziende di servizi pubblici di rifiuti e acqua e più in prospettiva dell’energia. Una grande soddisfazione e un bel simbolo di unione del nostro territorio”.

“Un altro tassello importante del lavoro iniziato da Alia, Consiag e ora da Publiacqua verso la multiutiliy – ha sottolineato il sindaco di Prato Matteo Biffoni – La proroga della concessione del servizio idrico fino al 2024 e, soprattutto, il recupero di governance da parte dei Comuni – aggiunge Biffoni – permetterà di realizzare il piano strategico e il piano degli investimenti a tutto vantaggio dei cittadini interessati. Si apre una nuova fase di sviluppo e aumento della capacità di investimenti in un settore che, come abbiamo sempre sostenuto e coerentemente stiamo realizzando, deve avere una governance pubblica”.

Regione Toscana, si mangia solo dove ci sono tavoli all’aperto

Il consumo nei ristoranti e bar permesso solo con tavoli all’aperto: spiega la Regione in un nota con Anci, ‘Non abbiamo detto stanze con finestre aperte’

“Per ‘consumo all’aperto’ deve intendersi quello effettuato in esercizi dove i tavoli sono chiaramente posti all’aperto, in spazi senza alcuna copertura o con coperture mobili, ad esempio ombrelloni o tende, eventualmente in spazi dotati di strutture esterne comunque in grado di garantire un cospicuo e continuo ricambio dell’aria, ma non certamente in ‘stanze aperte'”.

Lo precisano insieme l’assessore al Commercio della Regione Toscana, Leonardo Marras, e il presidente dell’Anci Toscana nonché sindaco di Prato, Matteo Biffoni, rispetto a “errate notizie in virtù delle quali sarebbe possibile consumare pranzi in ristoranti o punti ristoro all’interno di locali con finestre o porte aperte”.

“Non abbiamo mai parlato di ‘stanze aperte’. La nota ai sindaci è chiara – prosegue -. Occorre tuttavia che questo punto sia altrettanto chiaro alla pubblica opinione, altrimenti si rischia solo di creare confusione ed apprensione anche tra le autorità preposte al controllo”.

“Gli spazi all’aperto – spiegano Marras e Biffoni – sono verande, dehor, terrazze, tettoie, costruite all’aperto, strutture per loro definizione, ed autorizzazione, amovibili” mentre “le stanze, invece, sono per definizione luoghi chiusi. Il fatto che una stanza possa avere delle finestre è del tutto ovvio: ma non basta aprire una finestra per rendere un locale idoneo ad ospitare pranzi o conviviali in questo drammatico periodo contraddistinto dalla pandemia da Covid”.

Per effetto della pandemia da Covid-19 il settore della  ristorazione in Toscana  ha perso nel 2020 più di 3 miliardi di euro di fatturato rispetto al 2019. Per il 2020 il calo dei consumi è stimato in circa 7 miliardi di euro, e per il primo trimestre 2021 questo significa una ulteriore contrazione stimata in 1,2-1,5 mld: lo afferma Confesercenti Toscana.

Toscana arancione: Biffoni (Prato) “prendo atto ma non è finita”

“Tutta la Toscana, compresa la provincia di Prato, diventa arancione a partire dalle 14 di oggi. Prendo atto della decisione del presidente Giani perché lui sicuramente ha una visione più diffusa della mia rispetto ai dati. Per fare una valutazione territoriale è stata fatta questa tipo di scelta. Prato come altre zone della Toscana aveva numeri ancora abbastanza alti ma è stata fatta la scelta di portare tutta la regione, quindi anche quelle zone oltre la soglia dei 250 casi ogni 100.000 abitanti, in zona arancione”. Lo ha detto il sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni nel corso di una diretta Fb.

“Io segnalo a tutti, lo dico perché sia chiaro, che il virus non è finito – ha aggiunto Biffoni -. Domani si torna arancione, ci sta che ci saranno assembramenti, mi auguro nell’atteggiamento attendo da parte di tutti. Senza fare terrorismo, senza far paura”, ma “dico a tutti facciamo attenzione perché non è ancora finita. Cerchiamo di non buttare via gli sforzi fatti finora”.
“Dobbiamo essere tutti consapevoli che comunque non siamo fuori dall’emergenza, il virus non sparisce domani”, comunque “prendiamo atto della decisione del Presidente Giani che analogamente ai comuni della Piana fiorentina ha deciso anche per Prato e provincia, dove il tasso è di 282 positivi ogni 100mila abitanti, il passaggio a zona arancione”. Così in una nota unitaria i sindaci di Prato, Montemurlo, Poggio a Caiano, Carmignano, Vaiano, Vernio e Cantagallo intervengono sulla decisione della Regione che ha uniformato le province a unico colore Covid, l’arancione.
“La comunicazione iniziata una settimana fa in cui si preannunciava la zona arancione per sabato alle 14 ha creato aspettative e un po’ di confusione – proseguono i sindaci pratesi -, ma siamo certi che la decisione del Governatore, che ha disposizione tutti i numeri anche sugli ospedali, sia stata ponderata. Riteniamo che i cittadini e le attività economiche dovrebbero sempre essere informate con un congruo anticipo di qualsiasi tipo di decisione”. I sindaci ribadiscono: “Dobbiamo essere tutti consapevoli che non siamo fuori dall’emergenza, domani (17 aprile ndr) alle 14 non sparisce il virus”.
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