Comunali Pisa: Pd spaccato, primarie per sindaco

Sono state confermate anche nel voto dell’assemblea comunale di ieri sera le profonde divisioni interne al Pd pisano e ora, dopo il fallimento della mediazione, condotto in prima persona da Matteo Biffoni, inviato a Pisa direttamente dai vertici nazionali, per superare lo stallo che si era creato in queste settimane, saranno le primarie di coalizione a decretare chi sarà il candidato a sindaco per le prossime amministrative del 10 giugno. La consultazione ai gazebo dovrebbe svolgersi il 29 aprile.

Ieri sera i vertici dem hanno provato a scardinare i veti incrociati con una proposta alternativa, la candidatura dell’economista Giuliano Pizzanelli, 73 anni, commissario del Cus, delegato provinciale del Coni, consigliere della Pubblica assistenza e docente universitario in pensione. Sul suo nome convergeva anche Mdp di Paolo Fontanelli, alleato che i vertici locali del partito ritengono strategico per continuare a essere competitivi (e forte in città di circa il 10% dei consensi), ma per strappare la candidatura serviva il voto favorevole di almeno i tre quinti del parlamentino dem.

Ma il quorum non è stato raggiunto per due voti: alla fine hanno votato per Pizzanelli in 77 (servivano almeno 79 voti), 23 sono stati i voti contrari e 11 gli astenuti. Ora il Pd dovrà votare il regolamento delle primarie che saranno di coalizione, ma alle quali difficilmente parteciperà il partito di Fontanelli che potrebbe decidere di correre da solo alle elezioni.

Il voto di ieri sera rimette in sella l’assessore uscente Andrea Serfogli, sostenuto anche dal sindaco Marco Filippeschi (ma non dal resto della giunta Pd), che parteciperà senz’altro alle primarie. Mentre resta da capire se accetterà la sfida nei gazebo lo stesso Pizzanelli. Non sarà invece quasi certamente della partita il presidente del Cnr pisano, Domenico Laforenza, individuato dal gruppo dirigente dem e sostenuto da Mdp, ma osteggiato dai serfogliani. La consultazione di coalizione comunque sembra essere un passaggio poco più che formale per incoronare Andrea Serfogli, che si è a lungo battuto per questa soluzione, sfidato dall’ex assessore Dario Danti (con la sigla Campo progressista), che non ha però i numeri per impensierire Serfogli (sostenuto anche dalla liste civiche locali) e poi si capirà se vi saranno altre candidature più forti.

Non è escluso che Biffoni, insieme ai vertici pisani del partito, tenti di convincere Mdp a restare nella coalizione, ma la strada appare ore piuttosto in salita. Anche perché il partito di Paolo Fontanelli ha sempre messo come condizione quella di dare un segno di “discontinuità rispetto all”amministrazione uscente”.

Pisa: PD nomina Biffoni commissario

La direzione nazionale del PD ha effettuato la nomina dopo le dimissioni del sindaco e segretario Giovanni Viale. Matteo Ricci chiede unità alla divisione pisana.

Il Pd nazionale ha nominato Matteo Biffoni ‘commissario’ dei dem pisani dopo le dimissioni del segretario cittadino, Giovanni Viale. L’ufficializzazione è arrivata con una lettera del responsabile nazionale, Matteo Ricci, alla segreteria provinciale e ai quattro reggenti toscani del partito dei quali Biffoni, che è anche sindaco di Prato, fa parte.

Biffoni, scrive Ricci, avrà il compito di coordinare “l’assemblea comunale in sostituzione del segretario dimissionario” e di convocarla “al massimo entro venerdì 13 aprile” ma prima dovrà “espletare tutti i tentativi possibili per arrivare a una candidatura unitaria del centrosinistra pisano” alle amministrative. Altrimenti Biffoni dovrà convocare le primarie per scegliere il candidato per il 29 aprile.

Infine Ricci rinnova l’appello all’unità dopo le divisioni interne tra chi sostiene la candidatura, attraverso le primarie, dell’assessore uscente, Andrea Serfogli, non gradito da Mdp, e chi invece ritiene che sia prioritaria per essere competitivi l’alleanza proprio con il partito dell’ex deputato Paolo Fontanelli: “Chiediamo – conclude Ricci – al gruppo dirigente pisano responsabilità e capacità unitaria per il bene di Pisa, perché ritentiamo ancora l’accordo unitario della coalizione la strada maestra da perseguire fino in fondo”.

Prato scritta fascista contro il Sindaco. Matteo Biffoni

Una scritta dai toni ingiuriosi e di matrice neofascista è comparsa ieri nell’ingresso esterno del palazzo che ospita lo studio legale in cui lavorava il sindaco di Prato Matteo Biffoni e altri uffici professionali. ‘Matteo Buffone vergognati. Viva dux”, la scritta lasciata da ignoti. Sul caso indaga la Digos. Una scritta analoga era stata fatta circa un mese fa, sempre all’ingresso degli uffici.

Prato, sindacati: Biffoni non firma accordo contro lavoro sottopagato in appalti

“Lavoro sottopagato, non sicuro, violazione dei contratti: Biffoni & Co. non hanno tempo”. Tutti i sindaci rispondono, tranne quello del Capoluogo. Cgil, Cisl, Uil: “Aspettiamo da sei mesi!”

“In sei mesi l’Amministrazione comunale non ha trovato il tempo per discutere con noi di un provvedimento per evitare che anche negli appalti pubblici ci siano casi di lavoro sottopagato, privo delle necessarie condizioni di sicurezza, con violazioni sistematiche dei contratti nazionali di lavoro”.E’ l’accusa lanciata da Cgil, Cisl e Uil territoriali verso il Comune di Prato. I sindacati ricordano di aver unitariamente elaborato un’ipotesi di Protocollo d’intesa per l’introduzione delle clausole sociali nei contratti di appalto da sottoporre per la sottoscrizione a tutti i sindaci del territorio provinciale.

L’obiettivo del documento è contrastare negli appalti pubblici di competenza il lavoro non di qualità, la mancata applicazione dei contratti nazionali, territoriali e aziendali e quindi il lavoro sottopagato, il non rispetto delle leggi in materia di salute e sicurezza.
Attraverso l’introduzione del rispetto delle clausole sociali negli appalti, Cgil Cisl e Uil intendono definire quei principi fondamentali che possano determinare un’economia sana che abbia come priorità l’occupazione, la qualità del lavoro e il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori.

“Abbiamo incontrato quasi tutti i sindaci, che si sono espressi favorevolmente per la sottoscrizione dell’accordo, condividendone l’obiettivo. Il comune di Prato invece, al di là delle parole e delle promesse, dall’11 ottobre 2017, giorno di invio della nostra richiesta di incontro, non ha trovato ancora il tempo per fissare una riunione. Riteniamo di avere avuto pazienza a sufficienza – dicono Alessandro Fabbrizzi della Cgil, Rossella Bugiani della Cisl e Rodolfo Zanieri della Uil – e ci stupisce il disinteresse del Comune capoluogo in relazione ad un tema così delicato. Non bastano i buoni propositi, ma servono piuttosto impegni concreti per garantire lavoro di qualità, sicurezza, legalità e riteniamo che questo obiettivo debba rappresentare una priorità assoluta per le pubbliche amministrazioni. ”

Decisa la nuova direzione del PD Toscano

Firenze, è formata da 3 renziani e da 2 esponenti minoranza, la reggenza del PD Toscano: il segretario metropolitano del Pd fiorentino Marco Recati (investito dalla funzione di portavoce), il sindaco di Prato Matteo Biffoni, il capogruppo in Consiglio regionale toscano Leonardo Marras, Valerio Fabiani, Adalgisa Mazza (questi ultimi rappresentanti rispettivamente delle mozioni di minoranza che fa capo al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al governatore della Puglia Michele Emiliano).

Questo il quintetto nominato oggi dalla direzione del Pd toscano che costituisce la reggenza collegiale, saranno loro a guidare il partito regionale fino alla celebrazione del prossimo congresso regionale, che l’assemblea del Pd Toscana convocherà secondo le indicazioni del partito nazionale.

Contestualmente la direzione ha preso atto, ufficializzandole, delle dimissioni di  dalla carica di segretario del Pd toscano.

Ora l’assemblea, si apprende, dovrebbe dunque tenersi entro metà maggio, mentre il congresso probabilmente ci sarà in autunno.

Il documento, prodotto oggi dalla Direzione regionale del Pd riconosce che “i recenti risultati elettorali hanno dato un’indicazione chiara circa la necessità di aprire una stagione nuova”, e impegna la reggenza collegiale a elaborare una piattaforma politica da sottoporre alla prima assemblea regionale; promuovere momenti di analisi dei risultati elettorali anche in relazione ai cambiamenti socioeconomici dei nostri territori; individuare una commissione ‘Toscana 2030’, con il coinvolgimento dei territori e delle migliori esperienze del partito e della società toscana, che possa elaborare una proposta ideale e programmatica per il futuro della regione e favorire la ricostruzione di un campo largo e plurale di centrosinistra”.

Tra gli altri punti, anche “l’organizzazione, da effettuare urgentemente, di un momento di confronto nel partito sulle prossime elezioni amministrative, per condividere il percorso fatto ed esaminare le varie situazioni ritenendo prioritaria la formazione di coalizioni imperniate sull’unità del centrosinistra; sollecitare a un impegno straordinario le federazioni provinciali, le unioni comunali e i circoli, per promuovere a ogni livello il più ampio confronto possibile; operare in stretto e permanente raccordo con la conferenza dei segretari territoriali e con le singole federazioni”.

Abbiamo ristretto i nostri consensi, però in Toscana abbiamo ancora il risultato più alto a livello nazionale: dunque non ci sentiamo sconfitti; da questo bisogna ripartire. Nella reggenza siamo un gruppo di 5 che ‘ricompensa’ tutte le aree e le anime del partito. Credo che sia un buon viatico per fare un buon lavoro”.

Così il portavoce dell’organismo di reggenza che guiderà il Pd toscano al congresso, Marco Recati, parlando con i cronisti al termine della direzione di stamani a Firenze. “Non è mai facile rialzarsi, però non è neanche possibile mollare, perché crediamo in questo progetto – ha aggiunto – a sinistra del Pd non c’è stato sinceramente un gran risultato, ma comunque ci sono tante persone che fanno parte dalla nostra storia. Io credo che dobbiamo ripartire anche da lì”.

La prima e principale priorità che affronterà la reggenza del Pd toscano saranno le elezioni amministrative, “dove andremo al voto in primavera (i comuni maggiori dove si terranno sono Pisa e Siena): è il primo appuntamento importante, ed il lavoro che faremo al riguardo partirà già la settimana prossima”, ha anche detto oggi a Firenze il portavoce delle raggenza del Pd della Toscana Marco Recati.

Il tema, ha aggiunto, “verrà affrontato con i segretari provinciali, con le unioni comunali, con i circoli”. Un approccio, ha spiegato il portavoce, che è già utilizzato “su Firenze e, credo, in tutta la regione. Dobbiamo tranquillizzare la nostra base, i nostri iscritti, cercare di aprirsi ai mondi economici che sono presenti nel nostro territorio, perché ci attendono degli appuntamenti importanti e vogliamo farci trovare pronti”.

Peretola e infrastrutture toscane: “Cittadini e lavoratori pagano le scelte sbagliate della politica”

In merito alle polemiche sulla nuova pista dell’aeroporto di Peretola dopo il ricorso al Tar del comune di Prato Domenico Guarino ha intervistato Marco Ricci, consigliere comunale di Una città in comune di Pisa che insieme a Rifondazione comunista di Pisa e Toscana hanno annunciato la loro adesione al ricorso.

Nei giorni scorsi abbiamo aderito al nuovo ricorso al TAR contro l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze che è stato predisposto da numerosi comitati e associazioni, da anni in lotta contro quest’opera inutile, dannosa e costosissima.  E’ stato per noi naturale sottoscriverlo, dal momento che da sempre ci siamo  battuti – a livello locale e regionale, istituzionale e non – in tutte le sedi, contro la realizzazione di questa ennesima “grande opera” I contenuti in dettaglio saranno illustrati quando si concluderà l’iter di presentazione da parte dei comitati; possiamo però già dire che il ricorso è contro il decreto governativo che ha sancito la conclusione dell’iter sul parere positivo alla procedura di impatto ambientale.  Procedura che comunque ha avuto un percorso alquanto tormentato: infatti, anche se si è conclusa oltre un anno fa, l’iter è rimasto nel limbo per altri 12 mesi, e il decreto definitivo – con tanto di firma del ministro – ha visto la luce solo nel dicembre scorso. Questo strano stallo non ci sembra casuale: infatti, in questo periodo di sospensione, è stato pubblicato il Decreto Legislativo 104 del 2017 (contro cui per altro hanno presentato ricorso otto regioni, ma non la Toscana), che ha modificato la procedura di VIA. Con questo decreto si è resa ammissibile la possibilità che progetti non definitivi siano oggetto della procedura di valutazione ambientale;  si apre la strada a possibili nuove interpretazioni sulle prescrizioni che aprono la strada a bypassare le prescrizioni stesse. Che per il nuovo aeroporto di Firenze fosse stato solo presentato un progetto di massima e fossero state indicate 142 prescrizioni per avere l’ok alla procedura di VIA è casuale? Questo decreto arriva come il “cacio sui maccheroni”, anche se gli ostacoli posti dalle prescrizioni, a quanto è dato sapere, non sono stati comunque superati. Ecco perché abbiamo deciso di aggregarci al ricorso promosso dai comitati.  Resta infine il nodo politico, su cui abbiamo sempre insistito in questi anni: cosa fanno la Regione Toscana guidata da Enrico Rossi e il Comune di Pisa per difendere l’interesse pubblico? Hanno svenduto il sistema aeroportuale toscano ad un privato e sostenuto tutte le scelte del socio privato. Sul piano ambientale, del lavoro, delle scelte urbanistiche e della sicurezza delle cittadine e dei cittadini non hanno mai fatto un solo passo a garanzia delle comunità che rappresentano, favorendo al contrario dinamiche dal sapore “speculativo e predatorio” a danno dei territori. Oggi anche diversi comuni della piana fiorentina hanno deciso di lottare contro la nuova pista di Peretola. Riteniamo grave che la giunta Filippeschi e la sua maggioranza di centrosinistra non solo non si siano mai schierati a fianco di questi altri enti locali, ma nei fatti abbiano sempre avallato le scelte di Corporacion America e di Marco Carrai. Con la nostra adesione al ricorso, infine, vogliamo  mandare da Pisa un segnale di netta discontinuità rispetto a chi oggi amministra la città (nonché Regione e Governo) e indicando quell’alleanza di obbiettivi che vorremmo costruire, se a maggio amministreremo la città, con i comitati, le associazioni e  le comunità della piana fiorentina.

Una Città in Comune Pisa Rifondazione Comunista Pisa Rifondazione Comunista Toscana

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