Arriva ‘Libri in festa’, la due giorni della lettura a Firenze

Maratona di letture, performance e reading, mostre (sui libri chiaramente, nella loro accezione più vasta) e bibliobus, perché se la gente non va in biblioteca e non legge è la biblioteca a volte che può spostarsi. Firenze sarà protagonista il 30 novembre e 1 dicembre della due giorni di “Libri in festa”, alle Murate e alla Biblioteca Obliate.

E l’evento (clicca qui per il programma) sarà l’occasione per rilanciare quel patto per la lettura promosso dalla Regione. “Perché leggere  – ribadisce l’assessore alla cultura e vice presidente della Toscana, Monica Barni – è un valore sociale e civile da sostenere. Dobbiamo ampliare il pubblico dei lettori e consolidare l’abitudine a leggere fin dalla nascita. Dobbiamo avvicinare coloro che oggi non leggono e quelli che dopo gli anni della scuola smettono di farlo”. “E ci si riesce– aggiunte – con un’azione coordinata, di sistema e che continui nel tempo, coinvolgendo tutti i soggetti del mondo della lettura”. Con una sorta, appunto, di patto, di alleanza, di condivisione di obiettivi.

L’iniziativa “Libri in festa” è stata presentata stamani nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione, dalla vicepresidente Monica Barni. Con lei l’assessore alle biblioteche del Comune di Firenze, Massimo Fratini, e Stefania Costa, responsabile di La Nottola di Minerva, associazione culturale per la promozione della lettura.

“Coordinarsi è essenziale – ribadisce Barni – difendere la cosiddetta bibliodiversità è fondamentale”. Non leggere è un problema di cultura civile, ma può chiaramente diventare anche un problema economico e produttivo. Si parte dalle biblioteche pubbliche, ma la strategia proposta è un bouquet di azioni diverse.

“Il patto regionale per la lettura è una sfida e una scommessa per cambiare passo” dice ancora Barni. “Un patto da sottoscrivere – annuncia – entro la prossima estate, nel 2019, con un percorso di riflessioni e possibili integrazioni che partirà proprio dopo il 30 novembre”. Un patto che riconosca il diritto alla lettura come fondamentale per tutti i cittadini e il ruolo e valore della biblioteca pubblica nei processi di alfabetizzazione diffusa. Un patto che mira ad ampliare la base dei lettori e garantisca la bibliodiversità sostenendo ad esempio i canali di distribuzione e la cosiddetta editoria indipendente. Un patto che promuova l’accessibilità delle biblioteche e degli spazi pubblici dedicati alla lettura, la conoscenza anche dio quei luoghi e delle professioni del libro – dai bibliotecari ai librai, dagli editori agli scrittori .- diventando un moltiplicatore di occasioni di contatto. Un patto che si tradurrà in un protocollo d’intesa dinamico e aperto, che mira a sostenere azioni continuative e coordinate nel tempo, favorendo nuovi approcci e la valorizzazione delle buone pratiche.

Il patto è una novità, ma le strade da battere la Regione Toscana le ha in parte già iniziate a percorrere in questi anni con il progetto “Leggere in Toscana”. Già lì si è provato infatti a mettere insieme tutte le biblioteche toscane e le dodici reti documentarie a cui appartengono, archivi e istituti culturali compresi: per il 2018 la Regione ha finanziato 1 milione e 200 mila euro per il loro funzionamento. Dentro “Leggere in Toscana” ci sono altri 563 mila euro, che sempre quest’anno la Regione ha impegnato per nove progetti sulla bibliodiversità. E poi c’è la partecipazione e il finanziamento a più festival letterari: dal Salone del libro di Torino all’Elba Book Festival, da “Libro Aperto” a Firenze – dove sono state presentate diciassette buone pratiche di stimolo alla lettura – al Pisa Book Festival.  Nel 2018 è stato pure finanziato un percorso professionale rivolto all’accoglienza e all’accessibilità nei musei, negli archivi e nelle biblioteche, in particolare rivolte ai disabili come categoria a rischio di esclusione sociale.

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Pisa: funerali dei fidanzati Alberto e Marta

I funerali di Alberto e Marta, che hanno perso la vita nel crollo del ponte Morandi, si svolgono oggi a Pisa nella chiesa dove la coppia voleva sposarsi. “il no della famiglia Fanfani ai funerali di Stato non è in polemica con il governo ma una scelta di riservatezza”, sottolinea l’assessore Massimo Fratini.

Si stanno svolgendo nella chiesa dei santi Jacopo e Filippo, a Pisa, i funerali di Alberto Fanfani e Marta Danisi, due delle vittime del crollo del ponte Morandi a Genova.

Le salme sono arrivate poco fa direttamente dal capoluogo ligure. Le esequie si svolgono nella parrocchia dove la giovane infermiera cantava nel coro e dove a maggio dell’anno prossimo avrebbe sposato l’anestesista conosciuto durante i suoi anni di lavoro all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (Aoup) prima di trasferirsi ad Alessandria.

La chiesa è gremita di amici e parenti della coppia ma anche dei vertici dell’Aoup, rappresentata dal direttore sanitario Silvia Briani e dai rappresentanti istituzionali: il sindaco di Pisa, Michele Conti e l’assessore fiorentino Massimo Fratini.

Quest’ultimo ha ricordato che “il no della famiglia Fanfani ai funerali di Stato non è in polemica con il governo ma una scelta di riservatezza”.

Firenze: opposizioni contro nuovo assessore Fratini (PD), assente in Consiglio

In Palazzo Vecchio opposizioni all’attacco per l’assenza, stamani in Consiglio comunale, del neo assessore alle politiche interculturali Massimo Fratini alla comunicazione formale del suo ingresso in giunta (effettuata dalla vicesindaca Cristina Giachi).

“È indecente che l’assessore Fratini sia assente in aula il giorno in cui il Consiglio Comunale dibatte della sua nomina.”- ha affermato il consigliere di Fdi Francesco Torselli.

”Non conosciamo le motivazioni della sua assenza- aggiunge Torselli- ma qualsiasi esse siano, avrebbe potuto chiedere lo slittamento di una settimana di questo dibattimento. L’assenza è una mancanza di rispetto gravissima al Consiglio ed ai fiorentini”.

Toni simili a quelli usati da Tommaso Grassi, di Firenze riparte a sinistra: “L’assenza di Fratini è inqualificabile. E’ una mancanza di rispetto del Consiglio comunale. Avevamo chiesto, insieme alle altre opposizioni, di essere presente alla prima seduta utile per relazionare sulle sue deleghe. La situazione che si è verificata rasenta il ridicolo”.

A parlare di “mancanza di rispetto”, per l’assenza dal Consiglio di “Fratini e del sindaco Dario Nardella”, è anche la consigliera di Pap Miriam Amato: “Purtroppo il Consiglio comunale è ormai svilito e umiliato dell’arroganza del Partito Democratico, che imbavaglia le discussioni: questo organo è ridotto da organo di indirizzo e controllo a passacarte della Giunta”, accusa la consigliera.

“Questa mattina – aggiungono infine i rappresentanti in Consiglio di Mdp Alessio Rossi e Stefania Collesei – abbiamo assistito all’ennesima dimostrazione di quanto scarsi siano il rispetto istituzionale e la considerazione del Consiglio Comunale da parte di questa Giunta”.

Firenze, Giunta: esce Concia entra Fratini

La  comunicazione del sindaco Nardella oggi pomeriggio in Consiglio Comunale.  Al consigliere (PD) vanno le deleghe decentramento e città metropolitana,  biblioteche beni comuni e promozione della cultura civica rapporto con confessioni religiose associazionismo e  volontariato

Massimo Fratini sarà il decimo assessore della giunta presieduta dal sindaco Dario Nardella. La comunicazione al consiglio oggi pomeriggio. Fratini prende il posto, ma non le deleghe, di Paola Concia che, ha detto il sindaco nella sua comunicazione al Consiglio “ha offerto una disponibilità decisiva” per la risoluzione di una situazione che si era andata abbastanza ingarbugliando, dopo l’elezione di Andrea Ceccarelli alla carica di presidente del coniglio comunale al posto di Caterina Biti, nel frattempo eletta senatrice.

“Ringrazio Anna Paola Concia, -ha detto Nardella- impegnata su molti fronti centrali dell’amministrazione comunale,  in particolare sviluppo relazioni internazionali economico culturale, Europa,  e con il conseguimento di obiettivi rilevanti come la costituzione del board per l’attrazione investimenti e le missioni-città in molti paesi, politiche per il turismo,  promozione e marketing”

“L’obiettivo è quello inserire un profilo nuovo -ha proseguito il sindaco- entra il consigliere Massimo Fratini cui andranno le deleghe al decentramento e città metropolitana biblioteche beni comuni e promozione della cultura civica rapporto con confessioni religiose associazionismo e  volontariato”.

Le deleghe rimanenti saranno così distribuite: a Lorenzo Perra va l’attrazione di investimenti, a Giovanni Bettarini, la cooperazione sviluppo locale, a Cecilia Del Re infine turismo fiere e congressi e marketing territoriale.

Firenze: Ceccarelli presidente consiglio comunale. Rimpasto giunta?

Il Consiglio comunale ha eletto, al terzo scrutinio, Andrea Ceccarelli nuovo presidente dell’assemblea di Palazzo Vecchio. Secondo l’accordo nel PD, l’altro ‘candidato’ Massimo Fratini dovrebbe entrare nella ‘squadra di governo. Ma la legge prevede solo 10 assessori. Che ci sono già…

Palazzo Vecchio si prepara al rimpasto di giunta. Nell’incontro di maggioranza di sabato scorso, al quale aveva preso parte lo stesso sindaco Nardella, era stata formalizzata la volontà di candidare alla presidenza dell’Assemblea comunale il consigliere dem Andrea Ceccarelli, in sostituzione della dimissionaria Caterina Biti, eletta in Senato il 4 marzo. Nello stesso incontro era stato deciso che un altro consigliere, Massimo Fratini, sarebbe entrato nell’esecutivo di Palazzo Vecchio.

La manovra, però, com’è emerso oggi a margine dei lavori del Consiglio comunale, non potrà avvenire con l’aumento del numero degli assessori: per i comuni della fascia di grandezza di Firenze la legge ne prevede un totale pari a 10. Tanti quanti sono quelli che compongono l’attuale squadra del sindaco Nardella. Per far largo a Fratini, del quale è stato confermato l’ingresso, qualcuno dovrà così lasciare il proprio posto. Dal Comune, ad oggi, non vengono sciolte le riserve su chi possa essere l’assessore ‘sacrificato’, e non è escluso che al ‘minirimpasto’ sia accompagnata anche una redistribuzione complessiva delle deleghe. A quando si apprende, tutti i nodi dovrebbero essere sciolti nei prossimi giorni.

Andrea Ceccarelli, eletto in sostituzione della dimissionaria Caterina Biti, ha ottenuto 21 voti. Il consigliere Mario Tenerani sostenuto dalle forze di minoranza ha ottenuto 14 voti.

Laureato presso l’Università di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, indirizzo Scienze Umane Andrea Ceccarelli ha lavorato pressla o Banca Commerciale Italiana (oggi Intesa Sanpaolo), attualmente è consulente finanziario presso Banca Fideuram, Istituto anch’esso appartenente al Gruppo Intesa.
Da sempre impegnato nel volontariato, è stato fra i fondatori dei primi “Comitati per l’Ulivo”, fino a diventarne il Coordinatore Provinciale di Firenze. Successivamente, ha aderito al Movimento de “I Democratici”, per poi confluire nella “Margherita” e, infine, nel Partito Democratico.
E’ stato Vice Sindaco di Firenze e Assessore al Bilancio (1999-2002) e Presidente del Quartiere 3 del Comune di Firenze (2004-2014). Da maggio 2014 è consigliere comunale del Gruppo PD del Comune di Firenze, mentre nel settembre dello stesso anno è stato eletto nel Consiglio della Città Metropolitana di Firenze, sempre nelle liste PD.
Nell’ambito del Partito Democratico ricopre la carica di Presidente dell’assemblea cittadina di Firenze e componente della Direzione Regionale Toscana. (s.spa.)

 

Nuovo presidente ed 11° assessore a Palazzo Vecchio, ma forse non si può fare

Firenze, sembrerebbe risolto lo stallo della nomina a presidente del consiglio comunale, che ormai da un paio di mesi stava dividendo il gruppo consiliare del Pd.

Erano infatti due i contendenti al ruolo di presidente, l’attuale vicecapogruppo Pd Andrea Ceccarelli ed il consigliere Massimo Fratini, e la scelta su chi sarebbe stato il successore di Caterina Biti, dimissionaria perché eletta al Senato della Repubblica, stava pericolosamente alzando la tensione nel gruppo consiliare Pd, già alta dopo i risultati delle elezioni del 4 marzo.

Ed ecco che arriva la decisione salomonica del sindaco Nardella, “Andrea Ceccarelli alla presidenza e Massimo Fratini diventerà l’undicesimo assessore della giunta Nardella”, si legge in un articolo di ‘Repubblica’ firmato da Ernesto Ferrara.

Ed in effetti in un comunicato, datato 5 maggio, sulla rete civica a firma Angelo Bassi, capogruppo PD Comune di Firenze e Massimiliano Piccioli, segretario cittadino PD Firenze, si legge: “La riunione del gruppo si è svolta in un clima costruttivo ed è stata aperta da una breve relazione del Sindaco che, nel corso della mattinata, aveva incontrato il capogruppo del PD Angelo Bassi e il capo di gabinetto Manuele Braghero che gli hanno riferito sull’esito delle consultazioni tra i consiglieri. Il Sindaco, dopo aver incontrato anche il segretario cittadino del PD Massimiliano Piccioli, si è fatto carico della proposta di candidare alla presidenza Andrea Ceccarelli e ha anticipato al gruppo che intende coinvolgere Massimo Fratini nella squadra di governo“.

In tutto ciò però sembra ci sia stata una svista clamorosa, nella tabella per l’Elezioni Comunali – Consiglieri – Assessori e quote di genere, (secondo la legge 7 aprile 2014 n. 56) come modificato con O.d.G. del 31 luglio 2014 (9 /2486-AR/ 5), si legge infatti, che per un comune tra i 250.000 ed i 500.000 abitanti come Firenze, il limite massimo di assessori è 10.

Quindi, a meno che ci sia stata una sorta di circolare che abbia emendato la legge del 2014, di cui non siamo a conoscenza e nel qual caso facciamo ammenda, o che la frase “coinvolgere Massimo Fratini nella squadra di governo” non abbia voluto dire ‘assessorato’, come peraltro interpretato dai giornali cittadini, la soluzione pensata dall’amministrazione Nardella, che aveva già suscitato le polemiche delle opposizioni, non potrà essere attuata, ed inoltre, per la scelta del presidente del consiglio comunale, si ritorna alla partenza.

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