Toscana, gruppo Azimut|Benetti investe 90 milioni in 3 anni

Un investimento destinato a rafforzare l’industria della nautica da diporto in Toscana, da parte del gruppo Azimut|Benetti. Firmato un protocollo con l’azienda e i Comuni di Viareggio e Livorno, dove il gruppo ha le sedi.

Un investimento importante per il mondo della nautica in Toscana.  Il gruppo Azimut|Benetti, leader internazionale nella produzione di super e mega yacht, investirà 90 milioni di euro in tre anni: cinquanta saranno destinati a ricerca e sviluppo di nuovi prodotti ed innovazione di processi produttivi. L’azienda, fondata nel 1969, è il più grande gruppo privato del settore nautico al mondo: primo costruttore di yacht sopra i ventiquattro metri da oltre venti anni.

Azimut|Benetti conta otto cantieri in Italia, di cui cinque in Toscana che si aggiungono a due porti turistici. Dal 1985 opera a Viareggio con l’acquisizione del cantiere Benetti fondato nel 1873, dal 2003 anche a Livorno con l’acquisizione del cantiere Orlando fondato nel 1866; ed oltre cinquemila sono nella Regione i lavoratori occupati, tra diretti e indotto. Il 65 per cento del fatturato annuo del gruppo si realizza nella regione, pari a qualcosa come 500 milioni di euro. Una crescita economica che conferma la Toscana tra le Regioni più importanti in questo settore. In Toscana si produce infatti il 30 per cento dei megayacht di tutto il mondo. Sette tra i cantieri toscani sono stabilmente ai primi posti negli ordini mondiali.

“Si tratta di una presenza importante e di un settore strategico, che vogliamo presidiare sul fronte economico, dell’attrazione degli investimenti e dell’innovazione, aiutando lo sviluppo pure di relazioni con le nostre università – spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani – ma a cui vogliamo prestare attenzione anche per quanto riguarda la formazione di addetti e lavoratori”.

“La nautica da diporto in Toscana vanta un primato mondiale – commenta l’assessore all’economia della Regione, Leonardo Marras – e costituisce una delle più importanti direttrici di sviluppo per l’oggi e il domani, forte dell’integrazione tra grandi aziende e imprese di fornitura fortemente specializzate nella componentistica, l’allestimento, i servizi e il refitting”.

“La crescita dell’economia della costa – aggiunge Marras – non può prescindere da questo settore. E la Regione sarà al fianco degli investimenti di Azimut Benetti, come dell’intero distretto”.

In particolare, la Regione Toscana si impegnerà a individuare incentivi regionali e nazionali, ma anche europei, e a favorire l’accesso a forme di cofinanziamento del programma di investimenti dell’azienda Azimut|Benetti, a sostenere attraverso accordi di innovazione e protocolli di insediamento lo sviluppo di progetti di ricerca e sviluppo. Sosterrà anche programmi di sviluppo capaci di far crescere il turismo, come la realizzazione del nuovo porto turistico in quello mediceo livornese. Interverrà infine sulla formazione continua di lavoratori e imprese, favorirà alleanze con agenzie formative ed assisterà Azimut|Benetti nei processi autorizzativi necessari per concretizzare gli investimenti, di concerto con le amministrazioni interessate.

Il Comune di Livorno darà il proprio supporto sul fronte della qualificazione della manodopera, oltre a sostenere il completamento della trasformazione urbanistica e riconversione della cosiddetta “Porta a Mare” di Livorno. L’amministrazione di Viareggio si impegna a promuovere la collaborazione tra cantieri, porto e imprese, lo sviluppo di relazioni tra distretto e università, la formazione specialistica attraverso la Fondazione Isyl e lo sviluppo di eventi sul territorio dedicati alla nautica.  Al Consorzio Navigo, infine, l’incarico di favorire la collaborazione tra Azimut|Benetti, distretto nautico toscano e consorzio delle marine della Toscana.

 

Toscana, manifatturiero: riaperto bando per 5G e nuove tecnologie

Assegni di ricerca per modernizzare le aziende e favorire la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative, che si trasformeranno anche in nuovi posti di lavoro. La Regione Toscana ha riaperto il bando destinato a chi studia come utilizzare, a beneficio di micro, piccole e medie imprese del manifatturiero, il 5G.

A disposizione 672 mila euro per progetti di aggregazioni pubblico-private, per una spinta al rinnovamento del manifatturiero. La possibilità di innovare attraverso l’utilizzo del 5: ovvero le connessioni ultraveloci mobili, ma anche l’analisi dei dati, l’intelligenza artificiale o la famosa blockchain, rivoluzione nata dal mondo dei bitcoin e delle criptovalute ma le cui potenzialità possono essere assai più ampie e non solo legate al mondo finanziario.

Il bando, pubblicato a settembre 2021, era scaduto il 3 novembre.  A disposizione c’erano 812 mila euro per 29 assegni di ricerca: 28 mila euro per dodici mesi. Ne sono stati richiesti ed assegnati solo cinque e così la Regione ha riaperto i termini per presentare le domande, che saranno finanziate con  i 672 mila euro rimasti. Per farsi avanti c’è tempo dal 1 febbraio 2022 fino alle ore 17 del 31 marzo.  I progetti di ricerca, che saranno finanziati a fondo perduto, dovranno  essere realizzati da organismi di ricerca pubblici in collaborazione con micro, piccole  e medie imprese.  Possono dunque presentare domanda le università statali, gli istituti di istruzione universitaria ad ordinamento speciale e gli enti di ricerca pubblici con sede legale o operativa in Toscana. Gli assegnisti devono essere laureati (laurea magistrale o vecchio ordinamento) e non aver ancora compiuto 36 anni quando sarà presentata la domanda.

Le domande si presentano attraverso il sito di Sviluppo Toscana, www.sviluppo.toscana.it.

“La competitività dei prossimi anni si baserà molto sull’innovazione e sulla capacità di innovarsi – commenta l’assessore all’economia della Toscana, Leonardo Marras – ed è necessario che questa rivoluzione coinvolga anche le imprese piccole, piccolissime a volte, e medie, che sono la parte numericamente predominante poi del nostro sistema economico”.

 

Ristori Covid-19, sei bandi in scadenza a gennaio, un settimo apre a giorni

I ristori riguardano più settori: dal mondo delle neve alla terme, dai matrimoni ed eventi privati a fiere e convegni, dai bus turistici a centri storici e comuni finiti in zona rossa a causa della pandemia

Sei bandi ancora aperti e un settimo che lo sarà da lunedì 17 gennaio. C’è ancora tempo per richiedere ristori da parte di chi, nel 2020, ha patito perdite e cali di fatturato prima per il lockdown e poi per le restrizioni e la crisi innescata dalla pandemia da Covid-19. Bandi tutti pubblicati sul sito dell’azienda regionale Sviluppo Toscana, dove è possibile scaricare la documentazione necessaria e compilare le domande.

I ristori riguardano le imprese turistiche dei comprensori sciistici, i maestri e le scuole di sci, i bus turistici, gli stabilimenti termali, chi lavora nel vasto settore dei matrimoni e degli eventi privati (dai fiorai ai parrucchieri ai fotografi o musicisti, tanto per fare qualche esempio) e chi opera, artigiano o impresa, a supporto dell’allestimento di fiere, convegni ed eventi pubblici. Per il mondo della neve, come per i bus turistici, la scadenza è il 21 gennaio: le richieste vanno inviato entro le ore 17 di quel giorno. Per le terme valgono gli stessi termini di presentazione, ma si lavora ad un proroga fino al 21 febbraio.  Per matrimoni, eventi privati, fiere, convegni ed eventi pubblici la scadenza è il 31 gennaio.

Il settimo bando, quello che riguarda le imprese commerciali, turistiche e della ristorazione dei centri storici di tutti i comuni toscani  – ma anche dei comuni termali e dei comuni finiti in ‘zona rossa’ tra  il 21 marzo marzo e il 17  aprile 2021 – si aprirà invece a giorni, il 17 gennaio, e le richieste potranno essere inviate fino alle ore 17 del 4 febbraio.

Gran parte delle misure stanno dentro l’ultima ‘manovra’ sui ristori Covid, quella varata dalla giunta regionale prima della fine dello scorso anno e che valeva ben 21 milioni di euro: 21 milioni di ristori e contributi a fondo perduto che si sommano ai 34 milioni già stanziati con i precedenti bandi, per oltre 61 milioni di euro di risorse messe in campo in un anno. Il 20 dicembre complessivamente erano già state più di 19 mila le domande pervenute e 15 mila quelle finanziate.

“Si tratta di interventi dai pesi diversi, che tengono conto del diverso impatto che sui singoli settori ha avuto la pandemia”  spiega l’assessore allo sviluppo economico Leonardo Marras. Si va da contributi a fondo perduto da cinque fino a 50 mila euro per i bus turistici a quelli da mille a 10 mila euro per il mondo di fiere e convegni, dai 2500 euro per l’indotto di matrimoni ed eventi privati ma anche per l’attività dei centri storici, dei comuni termali o dei territori finiti in ‘zona rossa” (dal 21 marzo al 17 aprile 2021) a ristori fino a 10 mila euro per le imprese turistiche dei compresori sciistici (nove comuni in tutta la Toscana) e fino a cinquemila eurro per le scuole e tremila per i maestri di sci. Contributi da mille fino a 500 mila euro per le micro, piccole e medie imprese che gestiscono stabilimenti balneari.

Per terme e mondo della neve il requisito per accedere agli aiuti è di aver registrato nel 2020 una flessione di fatturato o corrispettivi di almeno il 20 per cento rispetto all’anno precedente. In tutti gli altri casi la soglia sale al 30 per cento.

Caro energia: la Toscana istituisce un osservatorio

Il caro energia è un problema sempre più ricorrente nelle famiglie italiane; il prezzo schizza in alto, con aziende di diversi settori preoccupate dalle conseguenze e il rischio che i rincari possano frenare la ripresa e il Pil che era tornato a crescere. La giunta toscana, perciò, ha deciso di dar vita ad un osservatorio, per monitorare la situazione ed offrire, con il supporto di Irpet (l’istituto regionale per la programmazione economica), i dati necessari per disegnare politiche dedicate.

Un occhio alla tenuta dell’economia – e i prezzi finali per le famiglie – e l’altro sulle emissioni in atmosfera e la transizione ecologica verso fonti rinnovabili. Questo il piano della regione Toscana per monitorare l’aumento del costo dell’energia. Ad annunciare l’iniziativa sono stati, nella giornata di oggi, gli assessori Leonardo Marras e Monia Monni.

“L’aumento del costo dell’energia sta diventando un problema sempre più grande per le imprese toscane. Siamo in costante dialogo con i settori più esposti, ma la situazione rischia di mettere in ginocchio il sistema economico nel suo complesso – commenta l’assessore allo sviluppo economico della Toscana, Leonardo Marras – Dobbiamo anzitutto avere dati chiari e certi su chi consuma cosa e quanto. E lo faremo, già dai prossimi mesi, grazie all’aiuto di Irpet”.

Ma i dati raccolti serviranno anche a gettare uno sguardo verso il futuro. “Vogliamo capire cosa potrà cambiare variando l’attuale ricetta energetica attuale”, spiega l’assessore all’ambiente e alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile, Monia Monni. “In questo modo potremo simulare gli scenari connessi alle ricadute della transizione energetica: un aiuto nella programmazione futura”. Con approfondimenti, magari, per tipologia di impresa.

Dall’industria del vetro alla carta, dalla chimica alla siderurgia numerose sono le incertezze per il futuro, su una partita che si gioca essenzialmente sui tavoli internazionali dove tensioni geopolitiche – ma anche squilibri tra domanda ed offerta o fattori legati ad una transizione energetica già in atto, maggiori tasse sulle fonti fossili e limiti produttivi delle rinnovabili – hanno fatto impennare i costi. Del gas, ad esempio. Un quadro complesso e in evoluzione.

Già alla vigilia di Natale il presidente della Toscana Eugenio Giani aveva scritto una lettera al ministro dello sviluppo economico Giorgetti.  “Alcune aziende – aveva lanciato l’allarme il presidente, riferendosi in particolare alle vetrerie – sono già di fronte alla scelta di dover spegnere i forni e mandare in cassa integrazione i propri dipendenti, con alte probabilità di non poter ripartire. Altre non sono neanche in condizione di spegnere temporaneamente i forni, se non al prezzo di danneggiarli irrimediabilmente”.

In Germania e Francia, ricordava Giani, lo Stato sta già intervenendo a sostegno: bene dunque sarebbe che anche l’Italia facesse altrettanto.  “La nuova disciplina europea in materia di aiuti di Stato a favore del clima – scrive sempre Giani – prevede la possibilità di concedere sgravi alle industrie energivore esposte alla concorrenza extra-Ue”.

Pesce: presentato ‘Origine’ il sistema che traccia il percorso dal mare alla tavola

L’applicazione permetterà di sapere in quale punto del mare e da quale imbarcazione è stato pescato il pesce che abbiamo nel piatto che ci hanno appena servito.

Si chiama “Origine”,  ed è il primo sistema di tracciabilità che consente di controllare l’esatto punto di cattura del pesce pescato, un’innovazione tecnologica introdotta dal gruppo toscano Manno nei propri ristoranti.

Il progetto è stato selezionato nell’ambito della Strategia di sviluppo locale del Flag Costa d’Argento (gruppo di azione costiera che opera nel settore della pesca e acquacoltura, costituitosi in Associazione temporanea di scopo), con il bando relativo alla misura del Feamp (Fondo europeo per la politica marittima costituito da fondi europei, statali e regionali) denominata “Trasformazione e commercializzazione del prodotto ittico”.

A seguito delle istruttorie svolte dal Flag e delle verifiche effettuate dalla Regione, 4 sono stati i progetti vincitori tra cui “Origine”, al quale saranno assegnati 123mila euro di contributo pubblico pari al 50% della spesa richiesta.

“Questo è un bel progetto – ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi – che abbiamo finanziato tramite i fondi europei del Feamp e attraverso la collaborazione con il Flag Costa d’Argento, e che è stato attuato dal Gruppo Manno, che ha diversi pescherecci e anche alcuni ristoranti. L’idea è quella di consentire  di avere una carta d’identità di cosa mangia o a chi lo commercializza di sapere cosa compra.Ogbi prodotto ittico infatti  viene tracciato dal momento in cui viene pescato attraverso una piattaforma, è poi possibile avere lo foto del pesce che viene messo all’asta e nel momento in cui ci troviamo quel pesce nel piatto individuare dove quando e da chi è stato pescato”.

“Credo – ha concluso Saccardi – che sia davvero un bel passo in avanti, una novità che premia la qualità, che consente maggiore trasparenza, tracciabilità e consapevolezza e che mi auguro in futuro possa estendersi a tutto il resto della Toscana”

“Il progetto Origine sposa appieno i valori del nuovo manifesto etico di Vetrina Toscana – commenta Leonardo Marras, assessore all’economia e al turismo della Regione Toscana -: tracciabilità e trasparenza a garanzia della qualità dei prodotti che troviamo in tavola. Nel 2022 incrementeremo l’impegno per promuovere la Toscana anche attraverso l’agroalimentare e quest’iniziativa ci dà il giusto spunto per riprendere i progetti di Vetrina legati alla pesca”.

Il progetto da realizzarsi a Porto Santo Stefano (sede legale della Società Manno) prevede interventi che rientrano nella linea “Introduzione di tecniche innovative di e-commerce” riguardando anche l’implementazione di una piattaforma per la vendita all’asta del pescato.

“Origine” nasce dalla collaborazione tra Gruppo Manno e Made in App, agenzia toscana che si occupa di sviluppo software, e rappresenta una vera e propria innovazione all’interno del settore ittico. Partendo dal sistema di tracciamento di filiera già in essere, sviluppato a quattro mani dalle due realtà toscane, che consente agli operatori del settore di conoscere la provenienza del pesce acquistato alle aste, “Origine” permette anche al cliente finale di sapere esattamente da dove proviene la materia prima, da quale imbarcazione e in quale punto del Mar Tirreno è stata pescata.

Come funziona

Ogni imbarcazione prima dell’asta comunica agli addetti le coordinate Gps in cui ha pescato nelle ore precedenti, ad ogni cassa di pesce viene associata l’area di pesca relativa, dopo la cassa viene pesata su bilance gestite dal server del software, che attivano le fotocamere collegate, che scattano in automatico la foto , infine viene assegnata un’etichetta che riporta qualità del pescato, nome del peschereccio e lotto di pesca; tutte le informazioni vengono registrate sul portale dedicato, che le memorizza fino alle 72 ore successive.

Nel momento in cui il pescato arriva in consegna ai ristoranti, il personale, attraverso un’interfaccia appositamente studiata per loro, semplicemente inserendo la qualità del pesce acquistata nella stringa di ricerca, può assegnare le informazioni associate alle singole casse e inserire così all’internò del menù digitale le informazioni sul pescato che compongono i vari piatti dell’offerta.

 

Comprensori sciistici: in arrivo bandi per 1,5 milioni 

Comprensori sciistici: tornano a popolarsi, grazie anche alle ultime nevicate, le piste da sci e gli impianti di risalita in Toscana. E la Regione sostiene la ripartenza con 732 mila euro di contributi a fondo perduto sulle spese di funzionamento e manutenzione: per assicurare anche condizioni di maggior sicurezza e ridurre i rischi di contagio da Covid-19.

Le risorse, destinate nei giorni scorsi dalla giunta, si aggiungono a 800 mila euro che già avevano avuto il via libera all’inizio di dicembre e ad altri 3 milioni inseriti nel bilancio 2022-2024 per ulteriori investimenti negli anni a venire.  Tutti i comprensori sciistici sono interessati: Garfagnana, montagna pistoiese, Amiata e Zeri in Lunigiana.

“Finalmente si riparte – commentano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore all’economia e al turismo Leonardo Marras – e la Regione sarà al fianco delle aziende. Il settore neve costituisce una voce significativa del ventaglio di offerte turistiche che può offrire la Toscana. Il sostegno che offriamo aiuterà anche a modernizzare gli impianti, per essere ancora più sicuri e attrattivi”.

L’ultima delibera che stanzia 732 mila euro prevede finanziamenti  fino all’80 per cento su investimenti di almeno 10 mila euro fino ad un massimo di 300 mila. Potranno essere considerate le spese sostenute dal 1 gennaio 2021 fino al 31 dicembre 2022, ovvero per tutto il prossimo anno. I lavori  dovranno essere avviati entro trenta giorni dalla comunicazione di ammissione al finanziamento. Dell’aiuto potranno beneficiare le micro, piccole e medie imprese.

Pressoché identici sono i paletti per accedere agli 800 mila euro precedentemente impegnati, sennonché in quel caso le risorse potranno essere utilizzate per investimenti destinati a modernizzare impianti sciistici e impianti a fune. I due bandi, prossimi ad uscire, saranno gestiti ambedue da Sviluppo Italia.

 

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