Parco eolico Villore, Italia Nostra-Cai: “battaglia legale non è finita”

“Esistono solide ragioni per appellarsi contro queste sentenze al Consiglio di Stato, e proseguire con una serie di altre azioni” annunciano, in una nota congiunta, Italia nostra e Cai di Firenze, in merito alla realizzazione dell’impianto eolico di Monte Giogo di Villore e Corella in Mugello (Firenze)

“Esistono solide ragioni per appellarsi contro queste sentenze al Consiglio di Stato, e proseguire con una serie di altre azioni” pertanto “la battaglia legale non finisce qui” . Lo annunciano, in una nota congiunta, Italia nostra e Cai di Firenze, in merito alla realizzazione dell’impianto eolico di Monte Giogo di Villore e Corella in Mugello (Firenze).

il 10 gennaio scorso il Tar della Toscana ha respinto il ricorso presentato da Italia Nostra  ambientalista e dal Club alpino italiano, “sostenuti da comitati e cittadini”. Nella stessa nota, firmata anche dall’associazione Dicomanocheverrà, Atto Primo Salute Ambiente Cultura Odv e Comitato per la tutela del crinale mugellano, si segnala poi “come i lavori dell’impianto siano stati interrotti, in regime di autotutela” per accertamenti in corso inerenti “la gestione delle rocce da scavo”.

Il riferimento, secondo quanto poi appreso, sarebbe a un controllo dei carabinieri forestali sulla ditta che si occupa in appalto del trasporto delle rocce di scavo e che avrebbe portato a una segnalazione per smaltimento illecito di rifiuti: non avrebbe avuto l’autorizzazione al trasporto degli stessi. In base a quanto prevede la normativa in materia, se l’imprenditore dimostra poi lo smaltimento lecito, il reato decade e tutto si risolve con una sanzione pecuniaria.

Riguardo alla sentenza del Tar Italia nostra e CAI spiegano: “Sapevamo fin dall’inizio che il Tar non ha potere di rivedere gli aspetti puramente tecnici e discrezionali degli Enti autorizzatori ma speravamo che da parte” dei giudici amministrativi “ci fosse maggiore sensibilità nel rilevare determinate forzature e omissioni”.

La sentenza, si spiega, ha respinto il ricorso – venti gli aspetti contestati del decreto autorizzativo -, “evitando del tutto le questioni di merito e dichiarando il ricorso a priori improcedibile per essere stato presentato in un momento in cui il decreto autorizzativo era sospeso nella sua efficacia”. Tra le questioni sollevate, si spiega, il fatto che “”manca l’autorizzazione sismica, mancano le indagini geognostiche sulle strade e siamo ancora in attesa del progetto esecutivo. Per questo riteniamo che non possa considerarsi chiusa la questione”.

“Subalterno agli interessi immobiliari”: Italia Nostra stronca piano operativo Firenze

È quanto dichiara, in una nota, Italia Nostra Firenze a proposito del Poc, su cui l’associazione – che ha inviato numerose osservazioni – ha organizzato anche un convegno specifico. Tra le proposte quella di istituire “il parco della piana in alternativa allo sviluppo dell’aeroporto” e “guidare su obiettivi sociali la rigenerazione urbana, ossia la trasformazione d’uso degli edifici dismessi.

“Non è all’altezza dei problemi sociali e ambientali di Firenze: e  si rivela strumento subalterno agli interessi immobiliari”. Questo  il giudizio certamente non tenero di Italia Nostra sul  nuovo Piano operativo comunale.

Secondo l’associazione serve  “una politica di salvaguardia” che “impedisca la ristrutturazione edilizia, applichi il blocco del traffico dei non residenti con una proposta di parcheggi per residenti, attivi politiche di difesa della vita dei residenti, con alloggi pubblici a basso costo in aree dismesse, per riportare popolazione stabile e servizi necessari in modo da ridurre il costo della vita”.

Italia nostra, che  ha inviato numerose osservazioni, propone di istituire “il parco della piana in alternativa allo sviluppo dell‘aeroporto” e “guidare su obiettivi sociali la rigenerazione urbana, ossia la trasformazione d’uso degli edifici dismessi. Con la rigenerazione del sistema pubblico si può invertire la tendenza al degrado, tornare a difendere gli interessi collettivi e costruire una città più vivibile. Gli spazi pubblici, nonostante le svendite, sono ancora un’ossatura importante di Firenze”.

“La nostra attenzione -dice Italia Nostra-  si è concentrata su aree verdi e giardini, i più fragili e maltrattati nella gestione del Comune di Firenze”. E propone anche, in riferimento al centro storico, di elaborare “un piano strategico particolareggiato”.

In riferimento alle infrastrutture, infine,  si deve fare una “revisione dei tre interventi che assorbono in misura sproporzionata investimenti pubblici – aeroporto, tav, tranvia – con l’annullamento del nuovo masterplan di Firenze e il rispetto delle norme relative all’attuale aeroporto per ridurne l’impatto; il ridimensionamento del progetto di nuova linea Tav e lo studio di un nuovo tracciato di superficie; la correzione del progetto di tranvia per una migliore integrazione con gli ambienti attraversati”.

Italia Nostra chiede infine “il coinvolgimento degli abitanti in un processo partecipativo effettivo”.

🎧 No Aeroporto in corteo il 30 settembre, nuovo scalo insostenibile

I comitati no aeroporto tornano a dare battaglia e indicono per sabato 30 settembre una manifestazione per ribadire la loro contrarietà al progetto di sviluppo dello scalo aeroportuale di Peretola e alla realizzazione di una nuova pista convergente, declinata rispetto al tracciato dell’A11.

Il ritrovo è alle 14 in via Lombardia nel quartiere delle Piagge, da dove partirà un corteo che si dirigerà proprio verso lo scalo. Fra i promotori Presidio no inceneritori- no aeroporti, Legambiente, Italia Nostra, associazione Vas onlus, Fridays for future Firenze e Prato.

“A quattro anni dall’ultima grande manifestazione- spiega Sandro Targetti del comitato Presidio no inceneritori no aeroporti- vogliamo ribadire la contrarietà al nuovo aeroporto di Peretola e anche affermare con grande chiarezza che già l’attuale scalo non è più sostenibile per le popolazioni, l’ecosistema è già compromesso dai tanti inquinamenti e dalle tante funzioni che sono presenti nella Piana fiorentina”. Pertanto, aggiunge, “realizzare questo nuovo aeroporto significa stravolgere completamente l’ecosistema e compromettere definitivamente il progetto del parco della Piana. Se parliamo di emergenza climatica occorrono scelte chiare e nette a partire dal fatto di mettere da una parte questi progetti che fra l’altro non creano tutto quel lavoro che si prospetta. Mentre noi pensiamo che sanificando l’ambiente, realizzando il parco della Piana sia possibile creare un numero di posti di lavoro ancora maggiore”.

Il fronte composito di aderenti include anche il comitato per la Tutela del crinale mugellano che mette in relazione la battaglia contro la nuova pista a un progetto che tocca invece dal vivo il tema della transizione ecologica, ovvero il parco eolico nel Mugello fortemente contestato dai cittadini. “Se vogliamo la transizione ecologica cominciamo a non fare più mega opere inquinanti, intossicanti e velenose come questo mega aeroporto- aggiunge Alessandro Ricci portavoce del comitato mugellano- e lasciamo in pace questi bellissimi crinali che sono ancora delle aree naturali piene di boschi che producono ossigeno e lasciamoli così come sono, senza portarci ruspe, camion, betoniere”.

AUDIO: Gianfranco Ciulli presidente dell’Associazione Vas e il prof. Giorgio Pizziolo di AlterPiana 

‘Italia Nostra’ attacca l’assessore Giorgio: “Quali sono le sue competenze in materia ambientali”

Firenze, in una nota, Italia Nostra replica alle affermazioni dell’assessore Giorgio nel corso della seduta del Consiglio comunale di ieri in merito alla protesta “per salvare i 21 pini che si vorrebbero abbattere in viale Redi“.

Sul progetto viale Redi a Firenze, si legge nella nota di Italia Nostra, “ci hanno colpito le dichiarazioni dell’assessore all’ambiente Andrea Giorgio. Una cosa che non possiamo accettare è il giudizio di incompetenza tecnica dato ai cittadini e alla nostra associazione. Lo rispediamo al mittente chiedendo a Giorgio che ci dica quali sono le sue competenze in materia ambientali e, in particolare, di verde urbano. E ancora ci dica quali sono i tecnici autorevoli che l’amministrazione comunale ha in organico o come consulenti per la gestione del verde urbano”.

“Facciamo notare che la parte del progetto di riqualificazione del viale Redi – prosegue l’associazione – relativa alla sistemazione a verde è stata redatta da un ingegnere e da due geometri”.

Giorgio ieri aveva dichiarato di non voler “fermare il progetto perché ha a che fare con la sicurezza”, invitando ad “ascoltare gli esperti” e non le “persone che hanno meno competenze”.

Italia Nostra si è detta “pronta in ogni momento a fornire a Giorgio e ai consiglieri i dati sulle competenze tecnico professionali possedute”.

Pini di viale Redi, ‘Italia Nostra’ minaccia: “Chi continua con progetto ne risponderà nelle sedi preposte”

Firenze, per quanto riguarda il caso dei Pini di viale Redi, ‘Italia Nostra’ replica all’assessore all’ambiente Andrea Giorgio, intervenuto ieri sulla questione, con una minaccia contenuta in una nota.

“Chi continua a portare avanti questo progetto – si legge nella nota di Italia Nostra sul taglio dei pini di viale Redi – sarà chiamato a rispondere nelle sedi preposte”.

“I cittadini, ricorda Italia Nostra, “si sono mobilitati per bloccare l’esecuzione dei nuovi abbattimenti per due motivi: le conseguenze negative in termini di aumento dell’isola di calore e di inquinamento atmosferico nell’area del viale” e “il mancato rispetto delle norme in materia di tutela della avifauna che vietano le potature consistenti e gli abbattimenti di alberature e piante nel periodo di nidificazione (da marzo ad agosto). Questi motivi che a nostro avviso rendono non eseguibile quel progetto, e quindi il relativo cantiere, e in data 1° maggio sono stati esposti ai carabinieri forestali”.

Per l’associazione “stupisce e addolora che dopo una settimana di presidio l’assessore Giorgio finalmente intervenga per dare solo un dato numerico e verificabile: i costi giornalieri del cantiere per l’abbattimento dei pini. Sulle altre due questioni relative al danno alla salute di cittadini e alla avifauna non ci sono state risposte precise ma affermazioni generiche”.

Italia Nostra contesta che “l’assessore non può rispondere genericamente che le verifiche sulla nidificazione sono state svolte. Faremo richiesta di accesso agli atti, e se l’assessore vuole contribuire a fare chiarezza si richiede che si adoperi a farci avere questi dati, prima possibile”.

È poi “assurda – prosegue l’associazione – l’affermazione utilizzata dall’assessore per giustificare gli effetti negativi per la salute cittadini dell’abbattimento dei pini adulti di viale Redi ‘noi ne ripianteremo più del doppio’. L’assessore non si ricorda che sta parlando di un’alberata di linea posta al centro di un nuovo spartitraffico che anche col nuovo progetto rimane sostanzialmente delle dimensioni del vecchio e che le nuove piante prescelte avranno a maturità (tra circa 30 anni) lo stesso dimensionamento di apparato radicale dei pini attuali, dove trova lo spazio fisico per piantare il doppio degli alberi che vuole caparbiamente abbattere?”.

Viareggio, Italia Nostra contro Jovanotti: Jova party cancella habitat

Lo scrive, in una nota, Italia Nostra a proposito dei due concerti di Jovanotti in programma il 2 e 3 settembre a Viareggio (Lucca). Secondo Italia Nostra “il colossale evento del Jova Beach rischia di cancellare”  tutto  il  patrimonio ambientale. Nei giorni scorsi il cantante aveva tuonato contro gli ‘econazisti’

Chiediamo con urgenza l’attenzione e l’intervento delle autorità competenti perché vietino la manifestazione in oggetto. O, se non altro, impongano con la massima fermezza che le dune presenti; in loco; non vengano indiscriminatamente spianate durante l’allestimento” Lo scrive, in una nota, Italia Nostra a proposito dei due concerti di Jovanotti in programma il 2 e 3 settembre a Viareggio (Lucca).

“La località, la spiaggia del cosiddetto ‘Muratore’, per il concerto di Jovanotti a Viareggio non è compatibile con i princìpi di tutela ambientale che oltretutto l’iniziativa del Jova Beach Party pretende di voler difendere. Spontaneamente la natura in quest’angolo sta preparando un habitat propizio per moltissime specie viventi, alcune delle quali pesantemente minacciate” dice Italia Nostra.

Secondo l’associazione “il colossale evento del Jova Beach rischia di cancellare tutto questo patrimonio”.

“Già nel 2019 .conclude Italia Nostra- si era svolta qui la prima edizione, e già nel 2019 le associazioni ambientaliste avevano espresso le loro forti perplessità: ma oggi il valore ambientale di questa zona si è ulteriormente accresciuto, e proporzionalmente è cresciuta l’inopportunità di stravolgerla. “.

proprio neio giorni scorsi Jovannotti, già in passatto oggetto di polemiche, aveva tuonato contro quelli che lui definisce ‘econazisti’.

“L’altro giorno ho chiamato ‘econazisti’ quei mitomani pericolosi che polarizzano violentemente la grande questione dell’ecologia dentro a piccoli brand personali non accreditati se non da loro stessi e dai like rimediati a vanvera. Li ho chiamati econazisti perché essi lo sono”: Si apre così il lungo post con cui Jovanotti su Facebook risponde al professor Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, che in una lettera aperta indirizzata proprio a Lorenzo Cherubini, e pubblicata ieri sul quotidiano La Stampa, sostiene che i “concerti con 50mila persone non sono sostenibili da alcun sistema naturale”.

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