Trasporti: sindacati. “In Toscana Poste Italiane esternalizza il settore, a rischio 210 posti di lavoro”

Nei giorni scorsi siamo venuti a conoscenza in modo informale di un progetto che a partire già dal mese di aprile, prevede l’esternalizzazione di alcune linee di trasporti in provincia di Arezzo e Firenze. Si legge nella denuncia dei sindacati.

Slc-Cgil, Slp-Cisl e Uilposte sono nettamente contrarie a questo progetto, in quanto ritengono il settore trasporti strategico per Poste Italiane e per questo hanno deciso di aprire una vertenza.

“Esternalizzare un’attività fondamentale per Poste Italiane mettendo a rischio circa 210 posti di lavoro in tutto il territorio della Toscana e la stessa attività core business dell’azienda: il tutto senza alcun confronto con i sindacati. Un percorso inaccettabile nel contenuto e provocatorio nel metodo” affermano i segretari regionali di Slp-Cisl, Slc-Cgil e UilPoste, rispettivamente Marco Nocentini, Graziano Benedetti e Silvia Cirillo.

“Inoltre in un contesto in cui Poste Italiane S.p.A. produce consistenti utili e con un accordo firmato nei giorni scorsi a livello nazionale che prevede già una ottimizzazione della forza lavoro e nuove assunzioni. Per tutto questo esternalizzare i trasporti in Toscana è completamente inaccettabile” concludono Nocentini, Benedetti e Cirillo.

Livorno, 4 licenziamenti a Multisala the Space

Lo rende noto la CGIL che denuncia : “l’azienda ha voluto colpire il personale di Livorno per inviare un messaggio chiaro a una realtà fortemente sindacalizzata, sempre in prima linea quando c’è da far rispettare i diritti garantiti dal contratto collettivo nazionale.

“L’azienda The Space a Livorno ha licenziato senza preavviso 4 dipendenti, tirando strumentalmente in ballo calo d’incassi e presenze. Motivazione assurda visto che la performance del multisala cittadino è in linea a quella degli altri 42 multiplex presenti in Italia. Abbiamo aperto lo stato d’agitazione a livello nazionale: siamo pronti a tutto per far ritirare i licenziamenti”. E’ quanto ha dichiarato il segretario provinciale Slc-Cgil Graziano Benedetti nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la sede Cgil. Presenti all’iniziativa anche Tamara Garbuglia (segreteria Slc-Cgil), Patrizia Villa (segreteria confederale Cgil Livorno), rsu e una rappresentanza di lavoratori.

“L’azienda ha voluto colpire il personale di Livorno – ha attaccato Benedetti – per inviare un messaggio chiaro a una realtà fortemente sindacalizzata, sempre in prima linea quando c’è da far rispettare i diritti garantiti dal contratto collettivo nazionale. Non a caso tra i licenziati c’è anche una rsu Slc. Vogliono mettere in ginocchio la rappresentanza sindacale: non ce la faranno”. Il sindacato darà battaglia: “Pronti a proclamare sciopero a livello nazionale e a fare una manifestazione a Roma”.

Il segretario ha aggiunto: “Non è stato seguito alcun criterio a norma di legge per l’individuazione del personale da licenziare: la proprietà ha agito in maniera discrezionale”.  La sensazione è che l’azienda abbia voluto colpire Livorno anche per inviare un messaggio a tutti gli altri siti: “Licenzio chi voglio, quindi attenzione”. Secondo Benedetti il comportamento dell’azienda è stato “falso come i soldi del Monopoli”, in quanto la proprietà a differenza di quanto dichiarato non ha accettato alcun tipo di confronto, nè a livello locale nè a livello nazionale. Senza contare che per far fronte alla presunta crisi “non ha voluto neanche attivare alcun ammortizzatore sociale”. Il segretario conclude: “Da una parte l’azienda ci dice che non c’è più bisogno di 4 dipendenti, dall’altra avvia colloqui per assumere già da agosto personale a tempo determinato. E’ inaccettabile”.

Villa ha lamentato “l’ennesimo duro colpo al mondo del lavoro per un’area già colpita profondamente dalla crisi occupazionale”. Poi ha aggiunto: “Dopo il colpo inspiegabile al Centro commerciale Ipercoop, un altro segnale di scarsa attenzione al lavoro che non provoca reazioni a difesa se non da parte sindacale. Ricordiamo che il Ministero della cultura investe fondi anche sulla catena The Space: sono soldi pubblici, devono produrre cultura ma anche stare dentro buone prassi per il lavoro. Se ciò non accade le aziende devono uscire dai finanziamenti pubblici. Il far west del lavoro non passi dai beni comuni”. Garbuglia ha infine accusato: “Livorno è una realtà sindacalizzata, il messaggio che l’azienda ha voluto inviare  agli altri siti è chiaro: il sindacato però non arretrerà di un millimetro”.

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