Firenze, Festa della Repubblica: “Guardare avanti con senso di responsabilità e fiducia nel futuro”

Guardare avanti con senso di responsabilità e con fiducia nel futuro e nelle istituzioni. Questi i temi principali emersi nel corso della videoconferenza che il prefetto di Firenze Laura Lega ha tenuto oggi per celebrare il 2 giugno, Festa della Repubblica. Numerosi gli interventi che si sono susseguiti, tra cui Nardella, Betori e Eugenio Giani.

Un momento di condivisione e di riflessione, aperto dalla lettura del messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella, per la Festa della Repubblica, che si è svolto con i parlamentari, i sindaci del territorio, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, gli ordini professionali e gli uffici statali periferici. “E’ necessario oggi più di prima esercitarsi nel difficile ruolo di gestori della propria libertà, ricordando che maggiore è la libertà e maggiore diviene la nostra personale responsabilità”, ha detto il prefetto di Firenze Laura Lega.

“Dobbiamo evitare che questa emergenza generi una crisi economica strutturale capace di ingoiare imprese e famiglie. Dobbiamo evitare che questo territorio diventi terreno di conquista per usurai, speculatori selvaggi e per infiltrazioni criminali”, ha proseguito Lega. “Lo dobbiamo fare a tutela del nostro tessuto produttivo e sociale con l’impegno di tutti, istituzioni e società civile, operatori economici, associazioni di categoria, ordini professionali. In parallelo, dobbiamo far sì che da questa crisi nascano opportunità inaspettate e lo possiamo fare con un impegno collettivo che metta a fattor comune le migliori energie del territorio per rivedere alcuni nostri modelli di vita, di business, riscoprendo una laboriosità etica, correggendo alcune distorsioni, restituendo vitalità a settori abbandonati ed incentivando lo sviluppo di nuove attività e di nuove modalità di lavoro. E’ il tempo di innalzare la qualità delle classi dirigenti, assicurando competenze, professionalità e senso dello Stato. Dobbiamo evitare la frattura della coesione sociale, rifuggendo ogni strumentalizzazione delle possibili tensioni sociali”, ha concluso il prefetto.

Unità e gioco di squadra per costruire un nuovo futuro per la collettività e il mondo economico e imprenditoriale sono gli elementi fondanti del percorso da intraprendere, sottolineati unanimemente dai partecipanti alla videoconferenza.

Il sindaco Dario Nardella ha evidenziato come oggi più che mai bisogna essere uniti e lavorare insieme nel costruire una prospettiva per i cittadini. Il cardinale Giuseppe Betori ha sottolineato la delicata riflessione che il lockdown ha portato in ognuno facendo riscoprire il senso profondo dell’essere comunità. Hanno poi preso la parola il presidente del Consiglio Regionale toscano Eugenio Giani, il sindaco di Firenze Dario Nardella, la senatrice Caterina Biti, il presidente del Tribunale di Firenze Marilena Rizzo, il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei, il presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilichi, il presidente della Sezione giurisdizionale toscana della Corte dei Conti Antonio Galeota, il vice presidente dell’Ordine degli avvocati Gianluca Gambogi, l’avvocato distrettuale dello Stato Gianni Cortigiani, il segretario generale dell’Istituto Universitario Europeo Vincenzo Grassi, il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, il presidente dell’Ordine degli architetti Duilio Senesi, il sindaco di Palazzuolo Gian Piero Moschetti, l’imam Izzeddin Elzir, il comandante dell’Istituto Geografico Militare e comandante del Presidio Militare Interforze Pietro Tornabene, il rabbino capo Gad Piperno e il segretario generale della CGIL Firenze Paola Galgani.

E’ stata una Festa della Repubblica intensa anche se diversa dal consueto quella che si è celebrata oggi, nel 74° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana. Quest’anno, infatti, le misure di contenimento anti-Covid19 hanno imposto di commemorare la ricorrenza con modalità differenti da quelle tradizionali per rispettare il divieto di assembramento e osservare le dovute distanze sociali. Anche la Deposizione della Corona in onore ai Caduti, che ha aperto la giornata celebrativa alle ore 9 in piazza dell’Unità Italiana, si è svolta in modo sobrio ed alla limitata presenza delle autorità cittadine. A fine mattinata, il prefetto Laura Lega ha poi voluto portare il proprio saluto in questo 2 giugno agli operatori della mensa della Caritas in piazza Santissima Annunziata, per condividere con chi è quotidianamente al servizio dei più vulnerabili la Festa della Repubblica.

Lorenzo Braccini

Pasqua: Betori ‘illumina’ Firenze con cero su sagrato Duomo

E’ stato lo stesso cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, a portare stamani, dall’altare della Cattedrale al sagrato del Duomo, al momento del Gloria, il cero pasquale per ‘illuminare’ Firenze.

Un gesto voluto dallo stesso cardinale per non privare la città “del significato dell’evento dello Scoppio del Carro”, storica rievocazione fiorentina, tramandata da oltre 9 secoli, per ripercorrere le gesta dei fiorentini alle Crociate, annullata per l’emergenza da Coronavirus.
Ad attendere il cardinale sul sagrato il sindaco di Firenze Dario Nardella che poi è entrato a sua volta in Duomo dove erano presenti anche la prefetta Laura Lega e il presidente dell’Opera del Duomo Luca Bagnoli.

“Guardiamo al volto di Gesù, alla sua vita fatta dono e scopriamo da lui quale forma dare al mondo di domani, che vorremmo diverso da quello che stiamo lasciando alle nostre spalle mentre attraversiamo questa emergenza. Perché il mondo sarà sicuramente diverso, ma sta a noi dire come. Lo stanno ripetendo da più parti. Ma diverso come? L’auspicio è che assomigli meno a quello di ieri, perso nei consumi e nella superficialità, e più a quello di oggi, che si prende cura di chi soffre e con responsabilità fa rinunce per non nuocere al prossimo. Questa sì che sarebbe una risurrezione!”. Queste le parole del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, pronunciate nell’omelia per la messa della Veglia pasquale la notte scorsa.

 

Coronavirus: Pasqua, annullato Scoppio del Carro a Firenze

Annullata a Firenze la storica rievocazione dello Scoppio del Carro per il giorno di Pasqua, la più antica tradizione popolare fiorentina che si tramanda da oltre 9 secoli e vuol ripercorrere le gesta dei fiorentini alle Crociate e del loro ritorno in città.

Lo ha reso noto in Consiglio comunale il sindaco Dario Nardella, spiegando che dopo essersi consultato con l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, “abbiamo preso la decisione di annullare la manifestazione dello Scoppio del Carro, destinando tutte le risorse economiche, ovvero circa 50mila euro, in progetti sociali legati all’emergenza Coronavirus”. “Non ce la siamo sentita – ha aggiunto – di confermare la manifestazione senza pubblico, spendendo soldi che sono preziosissimi anche per salvare qualche vita in più”. Il cardinale Betori ha poi reso noto che, non ritenendo “giusto privare Firenze del significato dell’evento dello Scoppio del Carro” lo manifesterà con “un gesto semplice, ma che ne possa porre in rilievo” il suo contenuto più profondo. Così “al momento del Gloria, mi muoverò dall’altare portando il Cero fino sul sagrato della cattedrale e lì, dove avrebbero dovuto sentirsi e mostrarsi i fuochi luminosi del Carro, mostrerò alla città l’esile fiamma del Cero, che è Gesù, la sorgente della Pasqua e quindi della speranza per l’umanità. Accanto a me sul sagrato avrò il sindaco e il Gonfalone di Firenze”.

Coronavirus: vescovi toscana, acquasantiere vuote e stop al segno di pace

Tenere vuote le acquasantiere; omettere il gesto dello scambio della pace nelle celebrazioni liturgiche; distribuire la Santa Comunione esclusivamente sulla mano; prendere precauzioni durante le Confessioni auricolari e in contesti di contatti personali. Sono queste le indicazioni che la Conferenza episcopale toscana (Cet), presieduta dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha inviato con una nota a tutti i sacerdoti circa i comportamenti da tenere nelle chiese per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

“I sacerdoti spieghino ai fedeli che si tratta di doverose misure precauzionali, da attuare per il bene della società”, precisa la Cet.

“Non si ritiene al momento di dover prendere altri provvedimenti che possano limitare la vita pastorale, raccomandando di seguire al riguardo quanto disposto dalle autorità civili per la vita sociale in genere”, sottolinea la nota dei vescovi. I vescovi toscani esprimono “la loro vicinanza a quanti, malati e persone loro prossime, soffrono a causa dell’epidemia, come pure a quanti sono impegnati a contrastarla sul piano sanitario o a prendere decisioni per affrontare la situazione nella vita sociale. Invitano tutti alla preghiera per invocare dalla misericordia divina il conforto del cuore e la liberazione dal male”.

Epifania: Firenze rivive la cavalcata dei magi

Firenze, come da tradizione, rievoca il 6 gennaio, per l’Epifania, la Cavalcata dei Magi, solenne corteo con decine di figuranti.

Dalle 14.30 in piazza Duomo il Coro delle voci bianche della Cappella della Cattedrale di Firenze intratterrà il pubblico con canti natalizi. Dopo l’arrivo di tutto il corteo, ci sarà il saluto dei figuranti e l’offerta dei doni dei Re Magi a Gesù Bambino nel presepe vivente. All’intervento di Luca Bagnoli, presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, seguirà la lettura del Vangelo e il saluto del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, che parlerà del significato dell’Epifania, accogliendo una rappresentanza dei bambini delle parrocchie della Diocesi fiorentina

La manifestazione giunta alla sua 24ma edizione dell’epoca moderna, è organizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore e si rifà a un’antica tradizione fiorentina del XV secolo, quando a Firenze una compagnia di laici intitolata ai Santi Re Magi, di cui fecero parte i maggiori componenti della famiglia dei Medici, organizzava un fastoso corteo, la ‘Festa de’ Magi’.

Dal 1997, in occasione dei festeggiamenti per i 700 anni della fondazione della Cattedrale, l’Opera del Duomo ha voluto riprenderla. Un solenne corteo di figuranti con in testa i Re Magi a cavallo, in sontuosi abiti di seta ispirati a quelli dell’affresco di Benozzo Gozzoli, attraverserà il centro di Firenze, partendo da piazza Pitti, alle 14, per arrivare in piazza Duomo.

Betori: “Firenze non sia solo vetrina ma comunità accogliente”

 “Famiglia è anche il carattere che deve assumere ogni comunità umana, anche una città” con la “vita delle persone, soprattutto dei più deboli”, al centro “delle preoccupazioni della convivenza civile”.

Si tratta di una prospettiva decisiva” per Firenze “se vuole restare comunità pur accettando che la bellezza, di cui è erede, possa essere
condivisa anche da altri. L’alternativa non è tra una comunità chiusa e una città senza identità, ridotta a vetrina del tempo che fu. C’è un’altra strada: quella di una Firenze capace di accoglienza proprio perché pulsante di vita e di rapporti sociali, di lavoro creativo e di umana solidarietà. La Chiesa è pronta a continuare a fare la propria parte”. Così il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nell’omelia della messa di Natale in Cattedrale.

“”Di fiducia e speranza abbiamo profondo bisogno, in specie per ridare forza al nostro desiderio di vita – ha detto anche Betori -. Di fronte al Bambino che nasce a Betlemme la nostra società ha il dovere di interrogarsi su che cosa si sta facendo per invertire la rotta della denatalità in cui stiamo precipitando come popolo. Nessuno si può sottrarre alla responsabilità di aver lasciate sole le famiglie, anzi di averle dimenticate per lasciar spazio a un opprimente individualismo,
ignorate dai legislatori, oscurate dalla cultura egemone, deformata la loro immagine autentica nella comunicazione che confonde tra loro realtà non assimilabili”. “La contemplazione del mistero di Dio per noi e del mistero dell’amore tra noi ci induca, infine – ha concluso -, a sentimenti di stupore e di gratitudine” pur se è difficile “in una mondo che vuole tutto programmato e sotto controllo, che pretende perfino di piegare la nostra libertà al comando degli algoritmi”.

La messa della notte, Betori l’ha celebrata tra i terremotati del Mugello.  “Della “parola di speranza” che porta la nascita di Gesù “abbiamo
particolare bisogno in questa terra del Mugello, segnata dal terremoto. Il timore segna ancora i nostri cuori, e questo è naturale, ma non dobbiamo lasciarci vincere dalla paura” ha detto tra le altre cose nell’omelia.

Inagibile la chiesa di S.Silvestro, la funzione si è tenuta in una gremita
palestra: circa un migliaio i presenti tra abitanti, i tanti volontari lodati dallo stesso cardinale, i sindaci e i sacerdoti come don Stefano Livi, parroco di S.Silvestro.
Betori ha spiegato di aver voluto celebrare la messa a Barberino per manifestare il suo affetto e per la sua “esperienza” di terremoti: viene dall’Umbria e “non può dimenticare come la casa sua e dei suoi fratelli dovette essere rasa al suolo dopo il terremoto del 1997, per essere poi
ricostruita” e che “per ben due anni, essendo inagibile la cattedrale di Foligno” ha “celebrato ogni domenica prima sotto un tendone e poi in un prefabbricato. Un disagio e una precarietà che ci faceva sentire però più vicini al Signore”.
“Gesù, con Maria e Giuseppe – ha aggiunto – si è trovato alla sua nascita in una situazione per alcuni aspetti simile a quella vissuta qui, nel Mugello, da molta gente: senza una casa, nella precarietà non di una grotta ma di un ricovero di fortuna”, “da condividere con altri, noi peraltro più fortunati di Gesù, in quanto gli altri con cui condividere un tetto sono uomini e donne e non un bue e un asino”. “Ma se gli animali, secondo la tradizione, hanno offerto il loro calore al Bambino – ha detto
ancora -, le persone con cui si è condiviso l’alloggio precario”, sono stati “strumento non solo di calore umano ma anche di concreto sostegno materiale. È quindi importante per noi sentirci comunità, aiutati dalle amministrazioni locali e dalle parrocchie”.

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