Natale, Betori, ‘mondo non è condannato inesorabilmente alla   tragedia della violenza’

“Sono così tante le offese alla pace attorno a noi per non sentire questa rivelazione come una fonte di gioiosa speranza”. Betori nella sua omelia natalizia cita  guerre, femminicidio,  violenza che “inquina i rapporti e la corretta visione delle cose”

Non siamo condannati a tutto questo, non perché abbiamo in noi le risorse per cambiare la rotta, ma perché l’amore di Dio non ci abbandona e da questo amore possiamo trarre le risorse perché la pace torni a regnare sulla terra” lo ha detto, nell’omelia proclamata in Cattedrale nella notte di Natale, l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori.

“Sono così tante le offese alla pace attorno a noi per non sentire questa rivelazione come una fonte di gioiosa speranza. Sono parole che ci svelano che questo nostro mondo non è condannato inesorabilmente alla tragedia della violenza: nelle guerre che insanguinano tante regioni del mondo, travolgendo i diritti umani e il diritto dei popoli; nei rapporti tra uomo e donna, quando la volontà di possesso giunge fino al crimine del femminicidio; nella diffusa violenza che si propaga nella società, in specie tra i giovani; nella non meno rovinosa violenza delle parole, che inquina i rapporti e la corretta visione delle cose”, ha detto Betori.

“Nella nascita del Figlio di Dio in condizioni di estrema povertà, si potrebbe dire anche di disumanità, c’è la condanna di ogni modo con cui gli uomini pensano di raggiungere la pace: quando si propongono di sottomettere un altro popolo al proprio ordine; quando rifiutano la convivenza con un altro popolo, considerandosi gli uni gli altri non figli di un unico padre, e quindi fratelli, ma nemici per sempre; quando si nega la libertà dell’altro, in specie dell’altra, per ridurla in proprio potere; quando si cerca di imporre agli altri la propria opinione e ciò che conviene ai più forti, con il peso delle convenzioni sociali, del pensiero unico, del politicamente corretto, del consenso dei più”, ha concluso il cardinale Betori.

La messa del giorno di Natale stamattina in Cattedrale a Firenze è stata presieduta dal cardinale Ernest Simoni, nell’anniversario del suo arresto avvenuto 60 anni fa in Albania, proprio la notte di Natale. A chiedere al cardinale Simoni di celebrarla è stato l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori.

A Simoni, per questa occasione, è arrivato anche un messaggio di Papa Francesco: “Caro fratello, desidero esprimerti la mia vicinanza spirituale nella ricorrenza del 60/mo anniversario del tuo arresto. Grazie per la tua testimonianza, grazie per quanto hai fatto e fai per la Chiesa. Continua ad essere icona gioiosa dell’amore di Cristo Buon Pastore, che ha offerto la vita in sacrificio per tutti. Augurandoti un Santo Natale, di cuore ti imparto la mia Benedizione, che volentieri estendo a quanti condividono con te questo momento di grazia. Per favore, continua a pregare per me; io pregherò per te. Preghiamo insieme per la pace nel mondo. Fraternamente, Francesco”.

Durante la celebrazione c’è stato anche il saluto di Betori: “Carissimi, ho chiesto al cardinale Ernest Simoni di presiedere quest’oggi la celebrazione eucaristica ‘del giorno’ di questo Natale. Sessant’anni fa non gli fu possibile celebrare questa santa messa. Nella notte del Natale del 1963 don Ernest Simoni era stato arrestato e condotto nel carcere di Scutari. Iniziava per lui una lunga prigionia, da cui sarebbe stato liberato solo il 5 settembre 1990.

Furono quasi ventisette anni di dura reclusione, nei lavori forzati, dalle miniere alle fogne, in un regime carcerario durissimo, causa di pesanti sofferenze per il corpo ma che non ha piegato lo spirito di don Ernest, rimasto fedele a Cristo e alla Chiesa, coraggioso al punto di continuare a svolgere il suo ministero anche nel carcere. La Chiesa, nella persona di Papa Francesco, ha dato un alto riconoscimento a questa invitta fedeltà, creando cardinale questo testimone della fede. La nostra Chiesa fiorentina è orgogliosa di averlo potuto accogliere e questa Cattedrale di annoverarlo tra i suoi canonici”

Presentato programma Festa della Toscana, sarò nel segno di don Milani

Il 30 novembre  la 24/a edizione della Festa della Toscana.  Tra gli ospiti La presidente emerita della Corte costituzionale Silvana Sciarra, la presidente del Comitato delle celebrazioni per il centenario di don Milani Rosy Bindi, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Bettori, il rabbino capo della comunità ebraica di fiorentina Gad Piperno e l’imam di Firenze Izzedin Elzir.

La Festa ricorda la decisione con cui, nel 1786, l’allora Granduca Pietro Leopoldo fece della Toscana il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte. Il titolo scelto per l’edizione 2023  ‘I care, la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze’, seguendo il motto di don Milani.

Si ricorderà poi il vignettista Sergio Staino e si aiuteranno le popolazioni colpite dall’alluvione dello scorso 2 novembre. Oltre alla seduta solenne, l’1 dicembre sarà presentato in Consiglio regionale toscana il libro di Francesco Niccolini ‘La scuola più bella che c’è. Don Milani, Barbiana e i suoi ragazzi’, con Luigi d’Elia e Sandra Gesualdi, figlia di Michele Gesualdi, allievo di don Milani a Barbiana. Il 12 e 13 dicembre, al teatro Aurora di Scandicci, andrà in scena il racconto teatrale ‘Cammelli a Barbiana’.

“Abbiamo voluto celebrare la Festa della Toscana 2023 nel segno di un grande toscano, don Lorenzo Milani, nel centenario della nascita – ha affermato Mazzeo -. Solidarietà e dialogo si tengono insieme. In quel motto, ‘I care’, che abbiamo voluto all’ingresso della nostra aula consiliare c’è tutto e lo dedichiamo a tutti coloro i quali si prendono cura degli altri. Abbiamo poi deciso di non svolgere un concerto per i ragazzi, ma di utilizzare quelle risorse per sostenere l’iniziativa di raccolta fondi ‘Toscana & Friends ripartiamo’, promossa da Stefano Massini, Piero Pelù e Fiorella Mannoia che si terrà il 3 gennaio 2024 al Tuscany Hall: pagheremo i costi dell’iniziativa, così tutto il ricavato andrà alle popolazioni alluvionate”. Mazzeo ha annunciato che l’Assemblea toscana realizzerà “una campagna di sensibilizzazione volta a non dimenticare e a proseguire negli aiuti e nella raccolta di fondi destinati alle popolazioni colpite dall’alluvione

Firenze, Betori: “Su mancata visita Papa dette non vere indiscrezioni”

Il Cardinale di Firenze, Monsignor Giuseppe Betori è tornato a parlare della mancata visita di Papa Francesco a Firenze il 27 febbraio scorso e della sua rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi del capoluogo toscano.

Sulla vicenda del Forum dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo a Firenze, ha detto Betori, “non entro nelle polemiche e i seguenti commenti ingenerati da una fuga di notizie relative all’incontro riservato tra il Papa e i vescovi italiani, che, come potete ben immaginare, non riflettono con veridicità quanto è lì avvenuto”.

L’arcivescovo di Firenze, è intervenenuto  oggi all’assemblea del clero fiorentino, e ha parlato a proposito del retroscena stampa in base al quale, nel febbraio scorso, Papa Francesco non avrebbe partecipato all’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo nel capoluogo toscano a causa della presenza dell’ex ministro Marco Minniti. “Il legame di fiducia e di devozione che mi lega a Papa Francesco – ha aggiunto Betori – è sempre saldo e profondo, e sono certo della sua benevolenza”.

La rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Firenze, “è stata accettata” dal Papa, “ma al tempo stesso il Santo Padre mi ha chiesto di continuare nel governo pastorale della diocesi ‘donec aliter provideatur'”, ossia fino a nuove disposizioni. Queste le altre parole di Betori, che secondo quanto previsto dalle norme canoniche, ha presentato la sua rinuncia al Papa alla vigilia del compimento dei 75 anni. “Ho accolto questo invito in spirito di obbedienza – ha spiegato – e nello stesso spirito sono pronto ad accogliere chi mi succederà sulla cattedra di San Zanobi, nei tempi, brevi o lunghi che siano, che la Santa Sede riterrà opportuni. Fino a quel momento nulla cambia per la vita della diocesi. Andiamo avanti quindi tutti insieme – ha concluso Betori -, nella comunione e con dedizione, come abbiamo fatto in questi anni”.

Firenze, Betori: “La vita di Artemio Franchi è testimonianza di valori”

Lo ha detto stamani l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, nell’omelia proclamata nella Basilica di Santa Croce a Firenze per la messa in memoria di Artemio Franchi, storico presidente della Figc e della Uefa, a cento anni dalla nascita.

“La vicenda umana di Artemio Franchi mostra come votare la propria vita a una grande causa la rende nobile, degna di essere vissuta, testimonianza di valori per gli altri”. Di Franchi Betori ha sottolineato “il suo coraggio nel disegnare il futuro, un’eredità che ci viene lasciata per essere coltivata con intelligenza, con passione, alimentandola a partire da profonde radici etiche e spirituali”.

“L’esempio di cura delle relazioni che Artemio Franchi ha lasciato – ha poi detto il cardinale -, ci esorta a uscire dalle nostre certezze e dalle nostre paure, per metterci in gioco nel rapporto con gli altri”: “Accogliere e dare opportunità è un atteggiamento oggi estremamente necessario per ridare vita a una società troppo ingessata, troppo frammentata, troppo vittima di incomunicabilità, troppo chiuse alle strade dei giovani, troppo segnata ideologicamente”.

Per l’arcivescovo di Firenze i caratteri ravvisati nella personalità di Franchi “confliggono con la cultura diffusa che esalta piuttosto la mutevolezza delle scelte, il pluralismo delle esperienze, la provvisorietà delle convinzioni, la fuga dal confronto con la realtà, la fluidità dei caratteri e delle identità. A questo mondo senza verità, in cui vale tutto e il contrario di tutto, un mondo onnivoro, che a nulla vuole rinunciare e che tutto cerca di assimilare, appare estraneo un progetto di vita che si incentri su principi e finalità ben definite, alti traguardi per cui spendere la vita, e non una vita che si spreca ondeggiando senza un porto e la rotta per approdarvi”.

“La Pasqua di Gesù è anche l’orizzonte che permette di guardare con speranza nelle vicende della storia, negli ultimi tempi offuscata prima dal diffondersi di una pandemia che ha visto venir meno i più fragili, ma che ha anche risvegliato solidarietà e coesione sociale, e poi dalla tragedia di una guerra con cui si vorrebbe privare un popolo della libertà e dell’identità, ma anche in questo caso risvegliando sentimenti di vicinanza per chi non si lascia piegare dalla sopraffazione, sollecitudine per chi soffre, accoglienza per i profughi, auspici di pace”.

 

Ucraina, Firenze: da Diocesi messi a disposizione 90 posti per accogliere profughi

Per accogliere i tanti profughi ucraini in fuga dalla guerra la Diocesi di Firenze si è subito attivata: in poco tempo la Caritas diocesana ha identificato, al momento, luoghi in città e sul territorio fiorentino dove ricevere circa 90 persone.

Sono 90 i posti, al momento, per accogliere i profughi della guerra in Ucraina. Si tratta di appartamenti e strutture messe a disposizione dai parroci, da istituti religiosi e da associazioni cattoliche della Diocesi di Firenze che hanno dato immediata disponibilità. Case per piccoli nuclei familiari, o immobili dove possono essere ospitate più persone. Lo rende noto la stessa Diocesi spiegando che nel frattempo si stanno valutando altre possibilità di accoglienza per far fronte ad una richiesta che probabilmente purtroppo aumenterà.

L’accoglienza, al momento soprattutto di donne con bambini, viene organizzata sotto la guida della Prefettura di Firenze. Sono già arrivate due mamme con tre minori, tre ragazzine di 12, 13 e 14 anni scappate da una cittadina vicina al confine con la Bielorussia. Insieme a loro anche due cani che le famiglie non hanno voluto lasciare in Ucraina. Sono arrivate con un autobus a Firenze e adesso si trovano in un appartamento gestito dalla Fondazione Solidarietà Caritas della diocesi. Oltre all’alloggio la Fondazione si occuperà di tutte le necessità delle mamme e delle ragazzine che finalmente dopo tanti giorni di paura e fatica hanno trovato un luogo sicuro.

Intanto prosegue nelle parrocchie della diocesi la preghiera per la pace in Ucraina e la raccolta di generi alimentari, farmaci e beni di primo soccorso. Quanto raccolto sarà consegnato a don Volodymyr Voloshyn, parroco della chiesa ucraina greco cattolica dei Santi Simone e Giuda che si preoccuperà con dei tir di far arrivare tutto il materiale direttamente in una parrocchia dell’Arcidiocesi di Leopoli con cui è in contatto. Servono viveri, prodotti per i bambini, farmaci, ma anche coperte e brandine ha scritto don Volodymyr in una lettera appello che è stata inviata nei giorni scorsi a tutti i parroci della diocesi, insieme a quella dell’Arcivescovo, card. Giuseppe Betori. La Diocesi ha invitato anche a sostenere la raccolta fondi, avviata da Caritas italiana.

Gkn, Borgomeo: contento e fiducioso per futuro

Lo ha detto il nuovo proprietario della Gkn Francesco Borgomeo, al termine dell’incontro con i dipendenti della fabbrica di Campi Bisenzio (Firenze)

“Non si può far chiudere uno stabilimento così, non si può proprio fare”  Lo ha detto il nuovo proprietario della Gkn Francesco Borgomeo, al termine dell’incontro con i dipendenti della fabbrica di Campi Bisenzio (Firenze).

“La variabile del tempo è la vera variabile di questa storia, da quando sono dovuto entrare di corsa al fatto che adesso abbiamo dei tempi stretti per far ripartire tutto per un bel percorso di riconversione ma sono davvero fiducioso, contento” ha aggiunto il nuovo proprietario GKN .

“Al di là degli aspetti etici, proprio dal punto di vista imprenditoriale perché questo è un valore enorme, non si può perdere tutto questo valore in un momento in cui l’economia sta andando molto bene. Aspettiamo il tavolo del Mise, a seguito del quale avremo una serie di appuntamenti serrati per fare tutta una serie di cose sullo stabilimento” ha detto Borgomeo.

Alle 15 è atteso alla GKN l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori: “L’ho chiamato – ha detto Borgomeo – e l’ho salutato caramente. Con lui ho un rapporto di antica amicizia”.

“C’è soddisfazione nel vedere l’apertura di un nuovo ciclo e di una nuova società proprietaria per la Gkn di Campi Bisenzio, che significativamente si chiamerà Qf spa, cioè Quattro Effe: Fiducia nel Futuro della Fabbrica di Firenze. Naturalmente non è il punto di arrivo, ma di ripartenza”. Lo hanno detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco della Città metropolitana di Firenze Dario Nardella e quello di Campi Bisenzio (Firenze) Emiliano Fossi al termine dell’incontro con Francesco Borgomeo, l’imprenditore advisor che ha acquisito la Gkn cancellando il rischio di licenziamento dei lavoratori e la messa in liquidazione dell’azienda.

“Nei prossimi giorni – hanno proseguito – ci sarà l’incontro al Mise per l’avvio delle trattative con il nuovo soggetto industriale. Le istituzioni sono state vicine ai lavoratori in maniera compatta e si sono mosse all’unisono, insieme a tutte le organizzazioni sindacali, perché si potesse giungere all’apertura di un nuovo ciclo che salvaguardasse il posto di lavoro di centinaia di famiglie. E a questo proposito, proprio pensando alle famiglie dei lavoratori, prende ancora più significato il fatto che la svolta sia avvenuta nei giorni che precedono il Natale”.

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