Vaso Fiori, Moavero: “Quadro tornato con europeismo dei fatti”

“Con questo europeismo reale, dei fatti, del concreto, non tanto delle parole, anche con questo siamo potuti arrivare a questo lieto fine”. Lo ha affermato Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri, intervenendo a Firenze alla cerimonia di riconsegna nella Sala bianca di Palazzo Pitti  del Vaso di Fiori, opera del pittore olandese Jan van Huysum rubata nel 1944 durante la ritirata delle forze di occupazione tedesche. A consegnare l’opera all’Italia è stato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.

La cerimonia di riconsegna del Vaso di Fiori ha visto la partecipazione del ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli, del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, del Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri, del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt

“E’ una bella storia – ha spiegato il ministro – che rappresenta un’azione coordinata che ha permesso di riportare a casa un quadro importante che era stato collocato in queste collezioni per vivere in queste collezioni”. Moavero ha ringraziato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, con cui “ogni mese da gennaio ne abbiamo parlato”, sottolineando la “comune sensibilità giuridica” e “la comune passione per l’Europa”. Per il ministro italiano dunque “c’è stato un gioco di squadra fra Germania e Italia: chi segue il calcio ha un’antologia di partite giocate fra le squadre di Germania e Italia, ma qui abbiamo giocato nella stessa squadra, e abbiamo vinto”.

Il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha commentato: “Non si può affermare che gli Uffizi senza il Vaso di fiori fosse vuoto: però mancava qualcosa, c’era un vuoto che è stato la base dell’impegno di tanti per colmarlo”. La cerimonia di oggi, ha concluso Maas, serve “per celebrare insieme un ritorno non solo di un fiore, ma di un mazzo di fiori, è un lieto fine di un viaggio lungo, involontariamente lungo”.

Maas ha inoltre commentato la questione migranti: “Se veramente vogliamo tutelare i nostri valori comuni non dobbiamo lasciare i Paesi in prima linea da soli: le persone in fuga non possono aspettare che ci sia un consenso di tutti i paesi”. “In Italia – ha aggiunto – c’è un modo di dire, ‘tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare’: questo è molto vero a volte, questo modo di dire è molto calzante, vuole dire che gli involucri non valgono da soli, nei vasi servono fiori e nell’Unione europea serve solidarietà. E noi – ha concluso Maas -vogliamo procedere in questo senso”.

In merito al tema sollevato dal ministro tedesco, Moavero ha affermato: “Occorrono i tempi necessari per trovare punti di incontro, per affrontare i nodi, e la riforma del regolamento di Dublino è uno di questi: stiamo lavorando per arrivare al risultato e lo raggiungeremo”. “Ci sono divisioni – ha ammesso il ministro degli esteri italiano – è una questione divisiva, scivolosa per l’Europa, perché è una questione che rischia di determinare dinamiche antitetiche alla dinamica di collaborazione e solidarietà che l’Europa deve avere. Se sapremo collaborare, e trovare le vie di equilibrio, potremo risolverla insieme. Maas e io siamo assolutamente determinati a farlo: ce lo siamo detti più volte, e in tal senso abbiamo parlato nel circolo degli altri ministri europei”.

A margine della cerimonia della restituzione del Vaso di Fiori, i due ministri degli esteri hanno risposto alle domande dei cronisti.

Per Milanesi la questione riguardava le tensioni del governo: “Direi che c’è una dialettica politica che merita di essere seguita nei suoi sviluppi in questa fase come in altre fasi: insomma, che ci sia dialettica all’interno dei governi è un fatto positivo, che ci sia una dialettica che sfocia in azioni è ancora più positivo”.
E’ stata poi rivolta al nostro ministro degli esteri una domanda relativa all’abbaqttimento del drone sullo  stretto di Hormuz: “Guardiamo con apprensione il rischio di un esacerbarsi di un conflitto nell’area del Golfo, nel cosiddetto ‘Mediterraneo allargato’ che include l’area mediterranea, il nord Africa, il Medio Oriente”.
“Siamo attenti a un rischio di aumento della situazione di crisi – ha spiegato Moavero Milanesi – perché è un’area a noi estremamente vicina, area che tocca direttamente interessi non solo di tipo politico e strategico, ma interessi anche economici e commerciali”. Per il ministro infatti “quanto più l’area rimane instabile, tanto più anche elementi di sviluppo economico diventano più aspri. Ci auguriamo che possa esserci un’evoluzione positiva – ha concluso – siamo a stretto contatto con gli alleati per poter operare al meglio”.

Anche ad Heiko Maas è stato chiesto un parere sul drone iraniano abbattuto: “non abbiamo informazioni, ci informeranno i nostri alleati e non appena avremo tutte le informazioni potremo esprimerci: possiamo dire che c’è un forte pericolo di escalation, non vogliamo che le cose vadano avanti così”.
“Ci sono mezzi della diplomazia – ha proseguito – tanti colloqui e trattative con Paesi delle regioni del Golfo e con gli Stati Uniti, ieri ho parlato anche con il collega russo, ovunque c’è una disponibilità a dare un contributo alla ‘de-escalation’: continueremo a procedere in questo senso, vogliamo abbattere le tensioni che ci sono”.

 

In occasione della cerimonia di oggi è poi intervenuto con una dichiarazione anche Alberto Bonisoli, ministro dei Beni culturali. La restituzione del Vaso di Fiori dalla Germania all’Italia è un’operazione che testimonia “di una mentalità, di una visione che porta questi temi a livello politico, e come tale diventano a pieno titolo uno degli elementi delle relazioni diplomatiche fra i due paesi”.
Bonisoli ha spiegato che, col ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, dopo un bilaterale dell’inverno scorso, “molto pragmaticamente decidemmo che il tema delle restituzioni sarebbe stato uno dei 20-30 temi trattati negli incontri di tipo bilaterale. Nel nostro piccolo è una mezza rivoluzione: questo era un tema che si lasciava ad aspetti di tipo tecnico, di tipo giudiziario, ad automatismi legati alla burocrazia”.

“Noi siamo all’inizio di una legislatura europea – ha aggiunto Bonisoli -, il Parlamento si è insediato” e quello della legislazione sulle restituzioni dei beni culturali “potrebbe essere uno dei temi che suggerirei di condividere a livello europeo”. “Quando c’è la volontà politica, le norme si possono cambiare”, ha detto, spiegando che ora si apre “una finestra di opportunità interessante”.
La restituzione di un’opera d’arte “ha una valenza di tipo economico, ma è importante ribadire la valenza di tipo sociale e identitario”, ha aggiunto Bonisoli, il quale ha invitato ad “approfittare di una nuova fase in Europa per rendere coerenti i piccoli dettagli che rendono la vita più complicata nel momento in cui vogliamo andare avanti in questo discorso delle restituzioni. E’ un invito che faccio a tutti i governi, e ringrazio il governo della Repubblica federale tedesca – termina il Ministro dei beni culturali – per aver dimostrato nei fatti di condividere questo approccio”.

Caso Cucchi: Arma, “Pronti a costituirci parte civile”

Responsabilità e chiarezza. A questo fa riferimento il generale Giovanni Nistri, comandante dell’Arma dei carabinieri, in una lettera alla famiglia di Stefano Cucchi dell’11 marzo indirizzata a Ilaria Cucchi e pubblicata oggi sul quotidiano ‘La Repubblica’. “Mi sento meno sola”, dice la sorella.

“Crediamo nella giustizia e riteniamo doveroso che ogni singola responsabilità nella tragica fine di una giovane vita sia chiarita, e lo sia nella sede opportuna, un’aula giudiziaria”, scrive il generale Nistri. “Gentile Signora Ilaria Cucchi, ho letto con grande attenzione la lettera aperta che ha pubblicato sul suo profilo Facebook. – inizia Nistri la lettera – Sabato scorso, a Firenze, nel rispondere a una domanda di una giornalista, pensavo a voi e alla vostra sofferenza, che ho richiamato anche nel nostro ultimo incontro. Pensavo alla vostra lunga attesa per conoscere la verità e ottenere giustizia. Mi creda, e se lo ritiene lo dica ai suoi genitori, abbiamo la vostra stessa impazienza che su ogni aspetto della morte di Suo fratello si faccia piena luce e che ci siano infine le condizioni per adottare i conseguenti provvedimenti verso chi ha mancato ai propri doveri e al giuramento di fedeltà”. “Abbiamo la vostra stessa impazienza – prosegue Nistri – perché il vostro lutto ci addolora da persone, cittadini, nel mio caso, mi consenta di aggiungere: da padre. Lo abbiamo perché anche noi la stragrande maggioranza dei carabinieri, come lei stessa ha più volte riconosciuto, e di ciò la ringrazio crediamo nella giustizia e riteniamo doveroso che ogni singola responsabilita’ nella tragica fine di un giovane vita sia chiarita, e lo sia nella sede opportuna, un’aula giudiziaria”.

“Proprio il rispetto assoluto della legge – continua il generale – nella lettera ci costringe ad attendere la definizione della vicenda penale. Come vuole la Costituzione, la responsabilità penale è personale. Abbiamo bisogno che sia accertato esattamente, dai giudici, ‘chi’ ha fatto ‘che cosa’. Nell’episodio riprovevole delle studentesse di Firenze, il contesto era definito dall’inizio. C’erano responsabilità dei militari sin da subito impossibili da negare, almeno nell’aver agito all’interno di un turno di servizio e con l’ uso del mezzo in dotazione, quando invece avrebbero dovuto svolgere una pattuglia a tutela del territorio e dei cittadini. In questo caso, abbiamo purtroppo fatti sui quali discordano perizie, dichiarazioni, documenti. Discordanze che saranno pero’ risolte in giudizio. Le responsabilita’ dei colpevoli porteranno al dovuto rigore delle sanzioni, anche di quelle disciplinari”. “Comprendiamo l’urgenza e la necessità di giustizia, cosi’ come lo strazio di dover attendere ancora. Ma gli ulteriori provvedimenti, che certamente saranno presi, non potranno non tenere conto del compiuto accertamento e del grado di colpevolezza di ciascuno. – prosegue accertamento e del grado di colpevolezza di ciascuno. – prosegue ancora Nistri – Ciò vale per il processo in corso alla Corte d’ Assise. E ciò varrà indefettibilmente anche per la nuova inchiesta avviata dal Pubblico Ministero nella quale saranno giudicati coloro che oggi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere”. “Io per primo, e con me i tanti colleghi, oltre centomila, che ogni giorno rischiano la vita – conclude Nistri – soffriamo nel pensare che la nostra uniforme sia indossata da chi commette atti con essa inconciliabili e nell’essere accostati a comportamenti che non ci appartengono”.

E’ stata “per me un momento emotivamente molto forte. Perché è arrivata dopo anni in cui io e la mia famiglia ci siamo sentiti traditi”, ora “la lettera del generale Nistri è tornata a scaldarmi il cuore. A scacciare il senso di abbandono che ho vissuto in questi nove anni. Oggi finalmente posso dire che l”Arma è con me”. Lo dice Ilaria Cucchi, intervistata da Repubblica, sulla lettera che il comandante generale dei Carabinieri Nistri le ha inviato. Ilaria parla anche della possibilità che l’Arma si costituisca parte civile, in un eventuale processo per depistaggio: “So che nulla è ancora deciso. E che in ogni caso bisognerà attendere la richiesta di rinvio a giudizio per gli otto ufficiali indagati per il depistaggio. Ma ne ho parlato con il generale Riccardi, portavoce del Comandante che mi ha assicurato come l’ipotesi sia concreta – spiega -. Sarebbe bellissimo. E soprattutto, vero. Perché, come scrive Nistri, mio fratello è morto ma ad essere lesa, insieme alla sua vita e a quella della mia famiglia, è stata anche l’Arma e i suoi centomila uomini cui la lettera fa riferimento”.

 Gen. Nistri: chi cade nel fango infanga tutta l’Arma 

Lo ha detto Giovanni Nistri, comandante generale dei carabinieri al conferimento del Fiorino d’Oro all’Arma da parte del Comune di Firenze con cerimonia in Palazzo Vecchio.Comuni: Firenze, Fiorino d’Oro all’Arma dei Carabinieri

L’Arma dei carabinieri è stata insignita del Fiorino d’Oro, massima onorificenza della città di Firenze: il riconoscimento è stato consegnato oggi dal sindaco Dario Nardella, in una cerimonia tenutasi a Palazzo Vecchio, al comandante generale Giovanni Nistri, “profondamente legato alla città – si legge nelle motivazioni del premio – anche per aver ricoperto l’incarico di Comandante Provinciale e Comandante della Legione”.
Per Nistri, il Fiorino d’Oro “è in qualche modo uno stimolo ulteriore ad impegnarsi per tenere sempre comportamenti che siano all’altezza della fama che merita questa città e che meritano i cittadini di Firenze”. Nardella ha ricordato che il riconoscimento è “legato a ricorrenze importanti come i 100 anni del decreto di costituzione della scuola dei marescialli dei Carabinieri, come la nascita dell’Arma dei Carabinieri qui a Firenze, e anche al lavoro che i Carabinieri hanno fatto con il nucleo di tutela dei Beni culturali a favore del patrimonio culturale”.

Nistri è poi intervenuto sul processo Cucchi. “Tutte le determinazioni che potremo adottare in quel dolorosissimo caso saranno adottate nel momento in cui l’Autorità giudiziaria avrà fatto piena chiarezza sulle posizioni dei singoli” ha affermato .  “Parlando di posizioni singole – ha aggiunto – devo dire che non posso assolutamente entrare nelle strategie difensive di nessuno. Dico solo che nel momento in cui tutto sarà chiarito dall’Autorità giudiziaria, nella quale rinnoviamo piena fiducia, così come rinnoviamo il nostro fondato e forte dispiacere nei confronti di chi continua a piangere per delle situazioni che devono essere chiarite, a quel punto faremo esattamente quello che dobbiamo fare, come abbiamo dimostrato proprio qui a Firenze in altre circostanze”.

“Credo che l’importanza di un’istituzione non sia quella di far finta che tutto vada bene, bensì che l’importanza di un’istituzione sia di prendere atto che chi cade nel fango non sporca solo se stesso ma infanga tutti”, per cui “siamo anche determinati nel perseguire le mancanze, quando è possibile giuridicamente farlo e amministrativamente sostenerlo”. Ha aggiunto Nistri . “Per la prima volta proprio a Firenze sono stati presi provvedimenti draconiani grazie a una novella legislativa che proprio in quel momento entrava in vigore, e che ha consentito all’Arma, ben al di là di quelle che sono le sentenze, di procedere nei confronti di chi aveva sbagliato” ha concluso il generale, riferendosi ai due carabinieri destituiti dall’Arma a seguito alla violenza sessuale nei confronti di due studentesse americane nel settembre 2017. “Sentenze – ha comunque puntualizzato Nistri – che comunque vanno sempre rispettate, perché la Costituzione è la nostra guida, e la Costituzione dice che nessuno e’ colpevole fino a sentenza definitiva; e quando una sentenza definitiva arriva, va rispettata”.

Siena: Salvini, Centinaio e Meloni ospiti Palio

Palio del 2 luglio a Siena: Tra gli illustri ospiti che osserveranno la corsa ci sarà anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Oggi il Comune ha reso noto l’elenco degli ospiti a Palazzo Comunale per la ‘carriera’ dedicata alla Madonna di Provenzano che si correrà lunedì prossimo: figurano anche il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, la leader di Fdi Giorgia Meloni, il sottosegretario all’Interno Marco Sibilia e quello al Mef Massimo Garavaglia, la vice presidente della Camera dei Deputati Mara Carfagna e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri.

Tra gli altri invitati annunciati i parlamentari Manuel Vescovi, Giovanni Donzelli, Stefano Mugnai, Tiziana Nisini e Luca Migliorino, il console Usa a Firenze Benjamin V. Wohlauer, la vicepresidente della Toscana Monica Barni e il presidente del Consiglio regionale toscano Eugenio Giani, la famiglia Benetton, il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, l’ad di Anas Vittorio Armani, il presidente di Aics Bruno Molea, Patrizio Losi, presidente Consulta nazionale volontariato e il prefetto di Pisa.

Inoltre Matteo Salvini sarà, martedì 3 luglio alle 10, a Monteroni d’Arbia (Siena) per visitare l’azienda agricola “Suvignano Srl”, bene confiscato definitivamente alla mafia nel 2007.

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