Inchiesta su bancarotte, fratello di Donzelli tra i 5 arrestati. Donzelli: “L’amore fraterno è l’unica cosa che unisce me a questa vicenda”

Firenze, sono cinque le persone arrestate, e sette indagate, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Firenze e coordinata dalla procura del capoluogo su più ipotesi di bancarotta fraudolenta.

C’è anche Niccolò Donzelli, fratello di Giovanni, parlamentare di Fdi e responsabile organizzazione del partito, tra le persone arrestate nell’inchiesta, Niccolò Donzelli è stato coinvolto come presidente del cda di Antiche tipografie e di Aria advertising, due società finite al centro degli accertamenti condotti dalla guardia di finanza.

Secondo quanto spiegato dagli inquirenti, prestanome e alcuni professionisti avrebbero formato una vera e propria “squadra di intervento per ‘l’ultimo miglio’, prima della dichiarazione di fallimento, non già per individuare soluzioni legittimamente meno dannose per la società avviata alla procedura concorsuale (e per l’imprenditore), bensì per nascondere le distrazioni, occultare il dissesto, compiere ulteriori atti distrattivi”.

Niccolò Donzelli è uno dei due destinatari della misura di custodia cautelare in carcere. Ci sono poi tre ordinanze agli arresti domiciliari e sette misure interdittive nei riguardi di professionisti e imprenditori. I reati contestati a vario titolo sono bancarotta fraudolenta – 31 capi -, favoreggiamento, falso, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Disposto anche il sequestro di beni mobili e immobili per 2,4 milioni di euro, “corrispondenti”, secondo gli inquirenti, al valore dei beni distratti dalle società fallite e delle imposte sottratte al pagamento dell’Erario. Al centro dell’inchiesta un presunto “sistema di gestione illecita degli strumenti destinati alla risoluzione delle crisi societarie”.

Ad “amministratori di società in stato di insolvenza – sottolineano gli inquirenti – venivano suggerite soluzioni per ‘l’ultimo miglio’, prima della dichiarazione di fallimento: nomine di prestanome, artifizi per coprire distrazioni già commesse, il compimento di singoli atti a valenza distrattiva, alterazioni dei valori economici e finanziari emergenti dalle scritture contabili dirette a ostacolare l’opera di ricostruzione delle attività, del patrimonio e del volume d’affari da parte delle curatele”.

Ed arrivano prontamente le dichiarazioni del deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli: “Voglio bene a mio fratello. L’amore fraterno è l’unica cosa che unisce me a questa vicenda. Confido nella sua innocenza e ho piena fiducia nella Giustizia italiana. Se qualcuno vuole strumentalmente legare il procedimento giudiziario a me perde tempo. È noto che non c’è mai stato alcun legame tra l’attività imprenditoriale di mio fratello e la mia attività politica. Niccolò non ha nemmeno mai partecipato ad alcun evento di Fratelli d’Italia, avendo anche, come tutta la mia famiglia, un orientamento politico diverso dal mio”.

Elezioni: Pera e Giorgianni candidati in Toscana per FdI

Domani le liste in Corte d’appello a Firenze. In corsa anche Paolo Marcheschi (ex consigliere regionale e dirigente nazionale del partito) e Chiara La Porta (responsabile nazionale delle giovanili di Fdi)

Parte con i favori del pronostico, ma anche il centrodestra ha penato molto per comporre le liste in vista delle prossime elezioni di settembre. Oggi Fratelli d’Italia (FDI) ha ufficializzato i propri nomi, in gran parte anticipati dai rimors dei giorni scorsi.

Tra i nomi quello dell”ex presidente del Senato Marcello Pera insieme alla riconferma dei parlamentari uscenti Riccardo Zucconi e Patrizio La Pietra e al fedelissimo di Giorgia Meloni Giovanni Donzelli. E ancora il coordinatore regionale FDI Fabrizio Rossi e Letizia Giorgianni, fondatrice dell’associazione ‘Vittime del Salvabanche’.

Tra gli altri  candidati di Fdi  in Toscana per le politiche del 25 settembre.  anche Paolo Marcheschi (ex consigliere regionale e dirigente nazionale del partito), Chiara La Porta (responsabile nazionale delle giovanili di Fdi), Alessandro Amorese (capogruppo in Consiglio comunale a Massa), Giulia Gambini (capogruppo a Pisa), Angela Sirello (consigliere di quartiere a Firenze), Chiara Mazzei (capogruppo del centrodestra in Consiglio comunale a Rufina, nel Fiorentino), Simona Petrucci (assessore a Grosseto).

Correranno anche esponenti locali del partito Matteo Bagnoli e Federica Picchi: assenti invece il consigliere comunale di Palazzo Vecchio Jacopo Cellai e il coordinatore provinciale di Firenze Claudio Gemelli.

Domani FDI presenterà le liste in Corte d’appello a Firenze.

🎧 Covid, Donzelli (FDI): in Toscana 40mila vaccinati ‘fantasma’, fare chiarezza

Donzelli presenterà un’ interrogazione alla Camera: “Esposto a Carabinieri e Procura: numeri anomali su sociosanitari. Pfizer somministrato ai giovani”

“La Regione Toscana ha vaccinato almeno 40 mila operatori sociosanitari in più del totale del personale di tutte le strutture sanitarie, comprese quelle no profit. Vogliamo sapere a chi siano finiti quei vaccini. Per questo Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro Speranza: sulla vicenda, secondo quanto appreso dal quotidiano ‘Domani’, è già stato presentato un esposto ai Carabinieri e alla Procura di Firenze”. E’ quanto affermano il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e il responsabile sanità del partito Marcello Gemmato.

“Secondo l’esposto – spiega Donzelli – 234.155 dosi sarebbero state somministrate al personale sociosanitario ma secondo i dati dell’Istat il numero degli individui della Regione Toscana facenti parte di questo insieme statistico è pari a 72.553 persone: anche calcolando due dosi per tutti i conti non tornano. Si tratta di numeri inquietanti: il disastro della vaccinazione in Toscana assume aspetti sempre più cupi. Dopo i clamorosi ritardi sugli over 80, super fragili e ultra 70enni costretti a odissee telematiche, ‘furbetti’ e ‘Scanzi’ di ogni genere è necessario fare luce su una gestione corporativa che lo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi ha nei giorni scorsi stigmatizzato”.

“Al Ministro Speranza abbiamo chiesto chiarezza sulle dosi dei vari vaccini inviate: – sottolineano Donzelli e Gemmato – il sospetto è dunque che la Toscana abbia somministrato Pfizer a decine di migliaia di giovani. Un tema che lo stesso ordine dei medici di Firenze nei giorni scorsi aveva sollevato, contestando la scelta di somministrare Pfizer a tutto il sociosanitario e lasciando così scoperti gli over 80. Tutto mentre, come denunciato nei giorni scorsi delle Misericordie, – concludono i deputati di Fratelli d’Italia – migliaia di volontari del soccorso che operano su servizi anche di emergenza del 118 non sono stati ancora vaccinati”..

Scanzi si vaccina in Toscana, polemica sui social e interrogazione FdI

Fa discutere sui social il post del giornalista del Fatto, Andrea Scanzi, nel quale ha fatto sapere di essere stato vaccinato in Toscana con Astrazeneca.

“Dopo l’ordinanza del generale Figliuolo di lunedì scorso – ha scritto Scanzi su Facebook -, che ribadiva di dover usare a fine giornata tutte le dosi a qualsiasi costo e di non sprecarne neanche mezza, ho detto al mio medico di base la frase che ho ripetuto ieri: “Se avanza una dose a fine giornata, non la vuole nessuno e la buttate via, io ci sono. Nel rispetto della legge e senza scavalcare nessuno (ci mancherebbe!)”.

Sono stato così inserito nella lista dei panchinari. Una lista che a dire il vero esisteva anche prima dell’ordinanza di Figliuolo, ma che era meramente verbale. Per meglio dire, tu lo dicevi al tuo medico di base che, se ti reputava idoneo, segnalava il tuo nome al responsabile del piano vaccinale. Nel mio caso, essendo figlio unico e “caregiver familiare” avendo due genitori nella categoria “fragili”, avrei comunque potuto vaccinarmi grazie a un’ordinanza regionale fortemente voluta anche dall’ottimo Iacopo Melio.

Ma mi sono comunque iscritto anche nella lista, fino a ieri “solo” verbale e non online, dei panchinari del vaccino. Tutto regolare, tutto alla luce del sole”. La rivelazione ha provocato diverse proteste sul web da parte di utenti che sottolineano come siano ancora tantissimi
gli over 80 non vaccinati in Toscana e che la lista di cui parla Scanzi almeno fino ad oggi non si trovava. “Un anno fa urlava “il #COVID19 è un banale raffreddore!” Poi ha cambiato idea. Al punto che mentre il Presidente #Mattarella aspetta il suo turno e tanti anziani sono in attesa, #Scanzi si è già fatto vaccinare. Domani prima pagina del #Fatto contro il furbetto del vaccino, vero?”, scrive ad esempio Luciano Nobili di Italia
Viva.

“Apprendiamo che Scanzi è dotato di poteri sovrannaturali. I cittadini toscani hanno enormi
difficoltà a vaccinarsi, con tantissimi ultra 80enni che ancora non sono riusciti a farlo. Ma lui dice di essersi non solo già iscritto ad una lista di riserve di cui i cittadini ignorano l’esistenza, ma addirittura di essersi già vaccinato. Vogliamo sapere chi nella sanità toscana ha consentito a Scanzi di venire a conoscenza della lista, di iscriversi e vaccinarsi. Per questo presenteremo un’interrogazione parlamentare mirata a far luce su questa penosa vicenda. E il gruppo di Fratelli d’Italia in Regione Toscana chiederà l’accesso agli atti ufficiali. È grave che, mentre i soggetti più fragili siano abbandonati a loro stessi, la sanità toscana pensi a a predisporre una corsia preferenziale per l’amico Scanzi”. Lo afferma il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli.

Sindaco licenziato, legale: “Impugneremo provvedimento”

“Impugneremo il licenziamento davanti al giudice del lavoro perché riteniamo che sia stato un atto lesivo e discriminatorio”. Ad annunciarlo è l’avvocato Fabio Tavarelli, legale di Giacomo Termine, sindaco di Monterotondo Marittimo (Grosseto) e segretario provinciale del Pd, che in queste ore sta preparando un ricorso per opporsi al licenziamento deciso dal Comune di Piombino.

“Con questo atto si vuole precludere ad un cittadino di svolgere attività politica dopo essere stato eletto – aggiunge il legale – E’ un diritto non solo nei suoi confronti ma anche per chiunque ha deciso di eventualmente fare il sindaco. La norma è chiara: questi permessi sono legittimi e addirittura non sindacabili. Sono soggetti a comunicazione e non a autorizzazione, dovuti oggettivamente e senza discrezione”.

“Ecco perché – conclude l’avvocato Tavarelli – impugneremo il licenziamento perché lo riteniamo discriminatorio. In più hanno detto che non ha superato la prova, ma lui la prova l’aveva superata quando fu assunto al Comune di Gavorrano. Quindi è un altro falso cui ci opporremo”.

Il sindaco Giacomo Termine è stato licenziato dal Comune di Piombino per le troppe assenze che però sono state giustificate come ‘impegni istituzionali’ per espletare le proprie cariche pubbliche. Nella giornata di ieri c’è stato il sostegno della sinistra, dal Pd a Italia Viva, con il senatore Dario Parrini pronto a presentare una mozione al Ministro degli Interni. Sostegno è arrivato anche dalla Cgil.

La colpa di Giacomo Termine è “di aver usufruito di permessi previsti dalla legge per esercitare le funzioni e i doveri di primo cittadino. Siamo davanti a un sindaco che accusa un altro sindaco di un piccolo comune di avere fatto il proprio dovere. O per Fdi solo i cittadini economicamente facoltosi possono diventare sindaci, o sorge il sospetto che si tratti di un’azione punitiva per le idee e le iniziative politiche del primo cittadino del Pd”. Così era intervenuta la segreteria del Pd toscano Simona Bonafè in merito alla vicenda.

“In entrambe i casi – ha concluso Bonafè – solidarietà al sindaco di Monterotondo e a tutti i sindaci di tutti i colori politici dei piccoli comuni che tra mille difficoltà portano avanti un lavoro importante per le loro comunità”

Dalla destra, invece, piena solidarietà al sindaco di Piombino, esponente di Fratelli d’Italia, Francesco Ferrari. Da Susanna Ceccardi a Vivarelli Colonna e il deputato di Fratelli d’Italia Donzelli che sta preparando un “dossier sui furbetti del permessino del Pd”.

Monterotondo Marittimo: sindaco licenziato, “Una vigliaccata, avevo vinto un concorso”

“E’ stato un atto veramente brutto e una vigliaccata ma contestare chi utilizza permessi come me, da destra a sinistra, contestare questo, vuol dire contestare il fatto che un cittadino possa fare politica”. Lo dice in un video su Facebook, a propria difesa, Giacomo Termine, sindaco di Monterotondo Marittimo (Grosseto) licenziato dal Comune di Piombino, dov’era dipendente, perché troppo assente dovendo seguire gli impegni istituzionali nell’altro municipio.

Alla viglia di Natale, con una lettera, il Comune di Piombino gli ha comunicato la fine del suo rapporto di lavoro presso l’ente come dipendente nel settore ambiente. Si trattava di un periodo di prova per Giacomo Termine, che si è concluso bruscamente. La causa: le troppe assenze che però erano tutti “permessi istituzionali”, per l’espletamento della carica di sindaco di Monterotondo e per svolgere altri incarichi pubblici.

Da “sei anni faccio il sindaco di Monterotondo ed è un impegno totale per la comunità”, però “ho vinto un concorso pubblico” per avere un posto di lavoro perché “chi amministra piccoli Comuni non arriva a fine mese” e “chi amministra i piccoli Comuni come il mio sa bene che se hai un lavoro utilizzi permessi retribuiti”: tuttavia dal Comune di Piombino “sono stato licenziato perché faccio il sindaco”.

Un “atto particolarmente odioso e pericoloso – aggiunge nel videomessaggio Giacomo Termine – non tanto perché mi manda a casa, ma c’è qualcosa di più importante. Attacco alla libertà e alla democrazia, ad un cittadino cui viene negata la possibilità di poter svolgere un mandato affidatogli dal popolo. Se si vuol far passare chi ha incarichi pubblici per un parassita, assenteista, persona indegna di stare sul lavoro – dice ancora – c’è una spirale perversa e pericolosa che consegna chi vuol fare attività politica solo a pensionati o a chi ha una condizione reddituale diversa da un ragazzo di 30 anni che lavora da due anni. Questa è una battaglia di tutti e “non mi fermo ai ricatti del Comune di Piombino”.

“Come tanti giovani – ricostruisce Giacomo Termine – ho avuto problemi a trovare un lavoro e due anni fa grazie a un concorso pubblico che ho vinto sono diventato impiegato al Comune di Gavorrano. Poi ho ricevuto una chiamata dal Comune di Piombino (governato dall’esponente di Fratelli d’Italia Francesco Ferrari) e ho deciso di andare là”. “In tutto questo periodo – prosegue – non ho mai avuto problemi, né contestazioni, né ordini di servizio. Mai nulla che potesse macchiare la mia condotta di lavoratore”.

“Ma – ricostruisce ancora Giacomo Termine – dopo la mia nomina a segretario provinciale del Pd ho iniziato a ricevere pressioni facendo capire che non ero ben accetto, che per svolgere la mia carica di sindaco di Monterotondo Marittimo utilizzavo troppo i permessi. Tutto lecito, ma ‘la presenza era troppo esigua ed era opportuno che io me ne andassi”. Quindi afferma ancora il sindaco “sotto Natale come regalo ho trovato la lettera di licenziamento” dal Comune di Piombino “per mancato superamento del periodo di prova”, “nella motivazione c’è scritto ‘che le mansioni assegnate non sono state regolarmente svolte in quanto il dipendente fruisce di permessi per mandato elettivo’. In sintesi sono stato licenziato perché faccio il sindaco”.

“Ma – osserva e conclude – chi amministra i piccoli Comuni non arriva a fine mese, e chi amministra i piccoli Comuni come il mio lo sa bene che se hai un lavoro utilizzi permessi retribuiti. L’unico modo se hai preso impegno con comunità è quello di utilizzare permessi retribuiti: non lo fa solo chi amministra Comuni più grandi che hanno indennità diverse e di ben altro livello”.

Lo stesso sindaco di Piombino, Ferrari ha ammesso che le assenze erano “legittime”; e quindi alle proteste si sono uniti Cgil, Pd e Italia Viva, convinti che si tratti di una faida politica, di “un’illegittima cattiveria contro un esponente dem da parte di un sindaco di destra”. Il senatore del Partito Democratico, Dario Parrini, ha pronta un’interrogazione urgente al Ministro dell’Interno.

La colpa di Giacomo Termine è “di aver usufruito di permessi previsti dalla legge per esercitare le funzioni e i doveri di primo cittadino. Siamo davanti a un sindaco che accusa un altro sindaco di un piccolo comune di avere fatto il proprio dovere. O per Fdi solo i cittadini economicamente facoltosi possono diventare sindaci, o sorge il sospetto che si tratti di un’azione punitiva per le idee e le iniziative politiche del primo cittadino del Pd”. Così la segreteria del Pd toscano Simona Bonafè su facebook in merito alla vicenda.

“In entrambe i casi – conclude Bonafè – solidarietà al sindaco di Monterotondo e a tutti i sindaci di tutti i colori politici dei piccoli comuni che tra mille difficoltà portano avanti un lavoro importante per le loro comunità”

La destra Toscana dal canto suo, difende Ferrari: da Susanna Ceccardi a Vivarelli Colonna e il deputato di Fratelli d’Italia Donzelli che sta preparando un “dossier sui furbetti del permessino del Pd”.

Il sindaco Termine non resterà comunque disoccupato in quanto, per legge, può tornare a lavoro nel Comune di Gavorrano, dove era stato assunto e da cui si era licenziato per effettuare la prova a Piombino.

“Abbiamo provato a spiegare a Termine che avrebbe potuto mettersi in aspettativa non retribuita o almeno accettare un part time”, spiega Ferrari, ma il primo cittadino di Monterotondo non è dello stesso avviso. “Mi hanno ricattato – rilancia -: se accetti l’aspettativa ritiriamo il licenziamento. Ed io ho rifiutato”.

 

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