Ludopatia, Prato: 318 milioni in videolottery, 1800 pro capite

Prato è la maglia nera in Toscana: nel 2022 le videolottery a Prato hanno registrato una spesa di oltre 318 milioni, pari a 1800 euro procapite, superiore ai 115 milioni registrati a Firenze o ai 46 milioni di Livorno.

318 milioni, pari a 1800 euro procapite, a cui si aggiungono 173,4 milioni spesi per i giochi di abilità online (poker, scacchi, bridge ecc.): è quanto emerge dai risultati del progetto “Prato in gioco” che in tre anni ha analizzato il tema del gioco d’azzardo in città attraverso diverse chiavi di lettura.

Il bilancio dell’esperienza è stato tracciato oggi in Palazzo comunale dagli assessori alla sicurezza urbana Flora Leoni e alle attività produttive Benedetta Squittieri insieme ai rappresentanti delle cooperative e degli enti che hanno portato avanti il progetto.

Durante l’indagine è stata realizzata una mappatura del territorio di Prato,  e il primo elemento rilevante che è emerso è il dato economico relativo al gioco d’azzardo, sia fisico che telematico. Prato, spiega una nota, detiene la maglia nera, per la spesa nel gioco d’azzardo, in particolare le videolottery (vlt).

Per ottenere questi risultati è stata da prima utilizzata l’App ‘Gioco Legale’ che ha permesso di rilevare informazioni in forma anonima, per poi dedicarsi attraverso il contatto diretto alla distribuzione di materiale informativo e alla promozione dello sportello d’ascolto, provvedendo a registrare le reazioni dei gestori o dei dipendenti come osservatori diretti del rapporto tra giocatore e gioco. La terza fase della mappatura ha visto la creazione attraverso l’utilizzo di “Mymaps” di uno strumento interattivo con geolocalizzazione, al cui interno sono stati registrati tutti i luoghi del territorio della città di Prato interessati dal fenomeno del gioco d’azzardo. Ne sono stati mappati 199, di cui 130 hanno deciso di collaborare al progetto.

La comunità cinese è in cima alla lista dei giocatori d’azzardo a Prato e predilige giochi come gli scacchi, il poker o il mahjong. Nel 2023 le persone che si sono rivolte al Servizio per le dipendenze (Serd) sono state 157, 132 uomini e 25 donne, di cui il 90% italiani e solo il 10% stranieri, ma nessuno di questi di origine orientale. Purtroppo, si spiega, per la comunità cinese è fonte di vergogna cercare una consulenza psicologica professionale per smettere di giocare d’azzardo.

Gioco d’azzardo: Toscana è quinta regione in Italia

I dati affermano che nel 2017 sono stati spesi 5 miliardi e, in media, ogni toscano spende a testa 1.304 euro. Il Comune dove si gioca di più è Montecatini Terme.

A Montecatini, la spesa dedicata ai differenti giochi è di 6.067,93 euro pro capite, quasi cinque volte di più della media regionale. L’inchiesta è stata realizzata dal Visual Lab per tutte le testate del gruppo GEDI in collaborazione con Dataninja e Effecinque.I dati comprendono: gratta e vinci, lotterie, superenalotto, scommesse sportive, lotto, macchinette, gioco online, ippica e bingo. Tutti i dati fanno riferimento all’anno 2017 e  sono stati ottenuti tramite un Foia, la procedura per avere accesso ai dati e ai documenti della pubblica amministrazione.

Nel 2017 i toscani hanno speso per i giochi d’azzardo esattamente, 4.874.273.989,83. Ogni abitante, in media, ha sborsato 1.304,34, euro. A trainare il gioco d’azzardo a Montecatini sono ancora i soldi destinati alle slot e alle videolottery: con 4.746,29 euro pro-capite rappresentano tuttora la maggior parte delle spese sul giocato complessivo. Ma il comune in provincia di Pistoia è  quarto in Italia per scommesse ippiche in agenzia nel corso del 2017 (€137,60 euro procapite), e per l’Ippica nazionale (sesto con una spesa media di 31,05 euro pro-capite).

In provincia il record appartiene a Prato: nella provincia toscana la spesa media per l’azzardo è stata di 2.948,08 euro pro capite. Il record di Prato per l’azzardo è confermato anche dalla classifica italiana dei comuni di media grandezza (compresi tra cinquantamila e duecentomila abitanti): il comune toscano è primo in questa classifica con una spesa pro- apite media di ben 3.320,54 euro nel corso del 2017. Seguono, staccate di gran lunga, le province di Massa Carrara (€1.492,94), Lucca (€1.403,78), Pistoia (€1.325,36), Livorno (€1.255,12), Firenze (€1.188,53), Arezzo (€1.108,44). Le province più virtuose sono invece quelle di Grosseto (€1.108), Pisa (€ 1.006,50) e Siena (€888,78).

Nell’hinterland  fiorrentino è Calenzano a far registrare le spese record: qui, nel corso del 2017, si è speso circa 4.342,94 euro pro-capite. Calenzano è il secondo per spese pro-capite per l’azzardo nell’intera regione. Seguono i comuni di Barberino Val D’Elsa (€2.552,95), Campi Bisenzio (€1.945,96), Sesto Fiorentino (€1.920,05). Nel comune di Firenze invece, la spesa per l’azzardo è stata pari a €1.345,89, in linea con la media regionale. Qui, nel frattempo, lo scorso luglio Palazzo Vecchio con un’ordinanza ha deciso di limitare gli orari per l’accesso agli esercizi autorizzati e l’utilizzo delle macchinette. Vietate per sei ore al giorno slot e macchinette.

Anci Toscana ha, anche in seguito a questi dati, presentato un piano contro il gioco patologico. Le misure principali della proposta sono quattro: impostare un monitoraggio continuo e verificare l’effetto delle politiche applicate; massimizzare le azioni di governance per evitare sovrapposizioni operative; promuovere la raccolta di buone pratiche territoriali; rafforzare il sistema territoriale di presa in carico come delineato nelle linee guida regionali.

Firenze: botte alla moglie che gli nega i soldi per gioco d’azzardo

Firenze – Per circa sei anni avrebbe insultato e picchiato la moglie perché si rifiutava di dargli denaro per il gioco d’azzardo, arrivando a malmenarla anche davanti ai loro figli piccoli.

Per questo un operaio 42enne è stato arrestato dai carabinieri a Firenze, con la accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. In alcuni casi avrebbe colpito la donna in testa così forte da farle perdere i sensi.

Le indagini sono iniziate nel giugno scorso quando la moglie ha deciso di presentare una denuncia. A seguito degli accertamenti, lo scorso ottobre l’operaio, incensurato, è stato sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento della case familiare, con contestuale divieto di avvicinamento a moglie e figli.

L’arresto sarebbe scattato poiché l’uomo, di origine albanese, incurante delle prescrizioni, avrebbe continuato a perseguitare la donna, chiamandola al telefono e avvicinandola sul luogo di lavoro.

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