Gas, Legambiente: “Galsi? No a gasdotto e a metano all’Elba”

Portoferraio (Livorno), “Metanizzazione dell’Elba? No grazie. Vogliamo un’isola rinnovabile e pulita dal gas con le energie rinnovabili“. Così Legambiente sui riflessi dell’accordo tra Italia e Algeria che ha riesumato la mummia del Galsi (Gasdotto Algeria Sardegna Italia).

Il metanodotto” in gran parte sottomarino “che dovrebbe partire dall’Algeria, attraversare la Sardegna, passare accanto all’Elba e approdare a Piombino, non solo chiarisce meglio il quadro di cosa sta realmente dietro la scelta di fare il rigassificatore a Piombino, ma anche le politiche fossili che stanno dietro le scelte del governo di Mario Draghi prima e di Giorgia Meloni ora”.

Secondo Legambiente “poco o nulla c’entrano l’emergenza energetica e la guerra in Ucraina. Il vero obiettivo era ed è, come ha detto la Meloni ad Algeri, di trasformare l’Italia in un hub energetico e quell’hub avrà uno dei suoi snodi principali a Piombino”, “cosa tra l’altro confermata dal ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che prima ha magnificato gli accordi a tutto gas con l’Algeria e l’Egitto e poi ha ribadito ‘gli obiettivi dei due rigassificatori di Piombino e Ravenna’”.

“Fanno quindi un po’ sorridere le dichiarazioni di qualche esponente del centro-destra – prosegue la stessa nota – che plaudono all’accordo algerino e invitano a non perdere l’occasione del Galsi, come se il gas che dovrebbe arrivare con il mega-metanodotto non fosse lo stesso gas che arriverà con le navi Gnl per rifornire il rigassificatore, come se probabilmente non si trattasse dello stesso gas algerino, come se non facesse parte dello stesso accordo stretto da Eni con il regime autoritario di Algeri”.

“E’ anche strano – si conclude – che tutti i timori ambientali per il rigassificatore scompaiano di fronte a un mega-gasdotto che avrà un impatto ambientale, a mare e a terra, nettamente più grande, come se la posidonia che verrà eliminata non avesse la stessa importanza di quella messa a rischio dagli scarichi del rigassificatore e come se gli scavi sotto costa per far approdare il tubone dalla Sardegna al Continente non fossero almeno altrettanto impattanti del rigassificatore”.

Pichetto-Giani, focus su rigassificatore, geotermia e bonifiche aree industriali. Giani: “Ho colto la volontà di autentica collaborazione”

Roma, si è svolto un incontro lunedì, tra il ministro all’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani su alcuni temi che riguardano l’energia, ma non solo, in Toscana.

Il rigassificatore e le compensazioni per Piombino, la geotermia e le bonifiche delle aree industriali complesse, sono stati i temi al centro del focus ad hoc per la Toscana a cui hanno partecipato il ministro Pichetto ed il presidente Giani.

È stato un incontro cordiale in cui ci siamo focalizzati soprattutto su Piombino – ha spiegato Giani -, dove con un tavolo tecnico che partirà a breve passeremo ad esaminare uno per uno i punti del memorandum con cui condizionai l’approvazione dell’autorizzazione. Ho visto ampia disponibilità e collaborazione che si articolerà nei vari punti, dalle bonifiche alla strada 398, alle energie rinnovabili, fino allo sconto sulle bollette. C’è una disponibilità per entrare nel dettaglio dei punti per dare corpo alle compensazioni per Piombino e poi c’è pieno sostegno al rigassificatore”.

Nel corso dell’incontro con il ministro Pichetto, spiega il governatore toscano “abbiamo anche affrontato le questioni legate alla geotermia e ho invitato il ministro a visitare i nostri siti geotermici, all’insegna delle rinnovabili e del rafforzamento di questa grande ricchezza che la Toscana può esprimere. Altro tema le bonifiche nelle aree industriale complesse, da Massa a Livorno, alla stessa Piombino”.

“Ho colto la volontà – conclude Giani – di autentica collaborazione nell’interesse del paese e dei cittadini, e questo mi ha fatto un grande piacere”.

Ministro Pichetto: “Se non abbiamo i 5 miliardi di metri cubi di rigassificazione di Piombino, non facciamo il prossimo inverno”

Si tratta di “un sacrificio immediato con l’impegno a non farlo durare più di 2-3 anni perché ci sono le alternative”, ma per l’Italia “è essenziale perché se non abbiamo i 5 miliardi di metri cubi di rigassificazione di Piombino, non facciamo il prossimo inverno”.

Queste le parole del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a margine dell’evento ‘Direzione Nord’ al Palazzo delle Stelline di Milano. Secondo il ministro “occorre passare il più in fretta possibile alle energie rinnovabili” e quindi “abbandonare carbone e petrolio. Spero vivamente – ha spiegato – di non dover firmare l’atto di indirizzo per acquistare carbone per il 2023” perché “è chiaro che non ha senso parlare di energia pulita e poi produrla col carbone”.

Occorre “abbandonare man mano i fossili – ha aggiunto – andando sulle rinnovabili, con tutte le difficoltà, perché mi rendo conto che l’eolico c’è chi non lo vuole per l’impatto visivo”, però “probabilmente c’era anche qualcuno che non voleva vedere il palo della luce in mezzo al proprio campo. Il fotovoltaico – ha proseguito Pichetto – non lo vogliono sui tetti, perché tutte le case oltre i 70 anni sono storiche, però poi chi abita lì vuole accendere la luce”. Inoltre “c’è l’idrogeno, ma bisogna produrlo – ha concluso – e poi in fondo, se uno ci ragiona, c’è il nucleare ma è una cosa molto più lontana“.

Nardella presenta al governo proposte per ripartenza Firenze

Firenze, il sindaco Dario Nardella, dopo numerosi incontri avvenuti nelle ultime settimane con tutte le realtà imprenditoriali della città, ha avuto un incontro online con il viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin e la sottosegretaria Anna Ascani per portare all’attenzione del governo le richieste del territorio raccolte.

Al governo Nardella ha sottoposto nove richieste come la riduzione degli affitti commerciali, la riapertura delle fiere internazionali (con l’obiettivo di non superare il 1° luglio 2021), l’introduzione del passaporto sanitario europeo (il prossimo 15 giugno), un sostegno economico alle imprese in difficoltà, l’azzeramento del Cosap, la riduzione della Tari, il supporto economico alle attività colpite dalla crisi.

Tra le proposte anche uniformare i criteri di chiusura dei negozi fisici con quelli ambulanti. “Firenze – ha detto Nardella, che era accompagnato dall’assessore al bilancio Federico Gianassi – vuole essere la capofila di una serie di proposte incisive che riguardino prioritariamente le città d’arte ma più in generale tutta l’economia del paese”.

“Visto che il governo è in procinto di varare una nuova proposta di scostamento di bilancio che dovrà essere votata dal Parlamento, – ha aggiunto il sindaco Nardella – non possiamo perdere l’occasione per ottenere le risorse necessarie a garantire non solo la sopravvivenza delle nostre aziende, ma anche una solida ripartenza economica a cominciare dai prossimi mesi”.

Ecco nel dettaglio le proposte presentate dal sindaco Nardella:

  1. Una norma per la riduzione dei canoni di locazione e affitto di azienda. Molte attività, in particolare quelle artigianali e commerciali dei centri storici, lavorano su immobili in affitto con canoni di locazione molto elevati, dato il luogo di pregio su cui insistono. L’azzeramento degli incassi in seguito alle chiusure rende impossibile onorare i contratti di affitto. Non può essere la buona volontà di alcuni proprietari di immobili nel ridurre il canone unilateralmente l’unica soluzione al grave problema. Per questo proponiamo un intervento normativo che garantisca una riduzione del 50% del canone per il conduttore, riconoscendo al locatore di ripianare parte delle perdite con una tassazione agevolata con cedolare secca al 10%. In tal senso esiste già un Disegno di Legge recante Delega al Governo per la revisione del codice civile del luglio 2019, e attualmente incardinato alla 2ª Commissione del Senato della Repubblica (atto Senato n. 1151), che all’art. 1 lettera i) nel “prevedere il diritto delle parti di contratti divenuti eccessivamente onerosi per cause eccezionali e imprevedibili di pretendere la loro rinegoziazione secondo buona fede o, in caso di mancato accordo, di chiedere in giudizio l’adeguamento delle condizioni contrattuali in modo che sia ripristinata la proporzione tra le prestazioni originaria mente convenuta dalle parti;” potrebbe già fornire parte della soluzione al problema
  2. Una data certa per la riapertura delle Fiere internazionali, che non superi il 1° luglio 2021Come espresso pubblicamente anche dal Presidente del Consiglio Draghi, il settore delle Fiere, sia nazionali che internazionali, è un settore economico che rappresenta un volano per tante altre realtà: dai tassisti, agli albergatori fino ai ristoratori e i commercianti. Poter garantire una data certa di riapertura, possibilmente a breve termine, imponendo tutte le necessarie misure di sicurezza, consentirebbe a tante realtà economiche di poter riprendere l’attività
  3. Introduzione del Passaporto Sanitario Europeo il prossimo 15 giugno, anche solo in forma cartacea se non dovesse essere terminato il percorso tecnico di digitalizzazione. Per tutto il comparto turistico è fondamentale poter programmare già da ora la prossima stagione estiva per cui si prevede, come già per il 2020, una riduzione del livello dei contagi e quindi una diminuzione delle misure restrittive. E’ pertanto fondamentale avere la garanzia dell’introduzione di un “lasciapassare” per i vaccinati, o per chi presenta tampone negativo o per chi ha già superato la malattia, comunicando già da subito le eventuali restrizioni che potrebbero essere applicate ai viaggiatori.
  4. Istituire un sistema che permetta anche in zona arancione e rossa di aprire i ristoranti per le consumazioni sul posto. Come accade già per i viaggi internazionali, si propone di consentire, a chiunque presenti il certificato di vaccinazione e/o un tampone negativo effettuato entro le 48 ore precedenti, di poter consumare presso un ristorante, restringendo le limitazioni attualmente previste.
  5. Istituire un nuovo percorso di sostegno economico alle imprese in difficoltà con la collaborazione degli enti locali. La proposta, varata dal Prof. Alessandro Petretto e da Lucia Aleotti (CDA Menarini Spa), consiste in un credito d’imposta da riconoscere a persone fisiche e persone giuridiche che intendono sostenere indirettamente le PMI del proprio territorio. Gli interessati potranno versare un contributo in un conto corrente i cui titolari sarebbero gli enti locali del territori (ad esempio la Città Metropolitana di Firenze). Un comitato di enti istituzionali individuerà le attività economiche a cui erogare il contributo, che si presenterà come un sussidio a fondo perduto per le imprese più in difficoltà. In questo modo si potranno indirizzare risorse dei cittadini direttamente verso l’economia reale del proprio territorio, con il vantaggio di avere un credito di imposta del 110% alla cui copertura contribuirebbero le imposte delle attività economiche così rilanciate.
  6. Garantire il necessario ristoro economico ai comuni che, come Firenze, hanno annullato la COSAP per una parte importante del 2021 (a Firenze l’annullamento è per i primi 6 mesi dell’anno). Tale misura, oltre a rappresentare un aiuto diretto alle categorie economiche, favorisce l’utilizzo di spazi aperti e, quindi, comportamenti di maggior tutela contro la diffusione del COVID-19. Tale misura, però, rappresenta un grande sforzo economico per i bilanci delle Amministrazioni locali già pesantemente in difficoltà in questi anni di pandemia.
  7. Una norma che sospenda o riduca fortemente la TARI 2021 per le attività economiche, una tassa fissa che grava pesantemente soprattutto per albergatori, commercianti e ristoratori.
  8. Uniformare i criteri di chiusura dei negozi fisici con quelli ambulanti, ovvero permettere agli ambulanti che vendono gli stessi prodotti merceologici di rimanere aperti nelle stesse condizioni dei negozi fisici.
  9. Supportare economicamente le categorie più colpite attraverso il blocco del versamento dei contributi previdenziali.
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