Uccide ladro: autopsia, Tac mostra un proiettile in gamba

In corso l’autopsia sul corpo di Vitalie Tonjoc, dalla Tac è emerso un proiettile nella gamba. Per Fredy Pacini, il gommista di Monte San Savino che ha ucciso il moldavo 29enne, è essenziale parlare prima al pm. “Vuole raccontare l’accaduto all’autorità giudiziaria” affermano i suoi legali.

L’autopsia su Vitalie Tonjoc, il 29enne moldavo ucciso mentre tentava di rubare in una ditta a Monte San Savino da Fredy Pacini, è ancora in corso ma secondo quanto già emerge la Tac ha rilevato la presenza di un proiettile in una gamba. I medici legali hanno ricostruito con la Tac le traiettorie dei due colpi che hanno raggiunto il 29enne. Uno è all’arto inferiore, l’altro di lato. L’esame autoptico prosegue con gli altri accertamenti.

“Per Fredy Pacini è essenziale riferire prima di tutto cosa sia accaduto il 28 novembre nella sua azienda all’autorità giudiziaria, ecco perché sino ad oggi non ha rilasciato alcuna dichiarazione”. Così in una nota gli avvocati Alessandra Cheli e Giacomo Chiuchini, difensori del commerciante di Monte San Savino (Arezzo). Tra poche l’interrogatorio di Pacini, è indagato per omicidio colposo con eccesso colposo di legittima difesa, davanti al pm di Arezzo Andrea Claudiani.

Continuano intanto le ricerche da parte dei carabinieri del complice del moldavo, che dopo essersi introdotto nel capannone di via della Costituzione è scappato riuscendo a far perdere le proprie tracce.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri erano almeno due le persone entrate intorno alle 4 nel perimetro dell’azienda di Pacini. All’interno del capannone sarebbe poi riuscito a entrare uno solo, il 29enne. Si cerca anche l’auto con cui i due erano arrivati sul posto: per questo potrebbero tornare utili alcune telecamere della zona. Nell’azienda di Pacini i carabinieri hanno sequestrato il piccone usato per rompere un vetro dell’ingresso e la pistola con cui il commerciante ha sparato, un’arma regolarmente detenuta.

In tasca, tra gli effetti personali, il complice aveva soltanto il portafoglio con il passaporto, che ha permesso di identificarlo, e 250 euro in contanti. Accertamenti sono in corso per verificare se abbia fruito di un permesso turistico di 3 mesi. Sul passaporto c’è solo un visto di transito dalla Romania per entrare nell’Unione europea che risale a settembre.

Le indagini sono indirizzate anche a capire se sia stato visto con qualcuno nella sua permanenza in Italia che va da settembre scorso ad ora. Secondo ipotesi investigative in corso di accertamento il 29enne potrebbe far parte di un gruppo di malviventi specializzati in furti improvvisati, razzie non troppo pianificate in case e negozi nelle località di provincia. Si sospetta anche che possa esserci un ‘palo’ in zona.

E’ in corso anche un accurato lavoro sulle celle telefoniche di Monte San Savino. Inoltre ci sono accertamenti anche su tentativi di furto che negli stessi momenti in cui Fredy Pacini ha ucciso il moldavo si sarebbero verificati nei pressi di un gruppo di case non distanti dall’azienda del gommista.

Sono in corso inoltre verifiche sui precedenti furti o tentati furti subiti dalla ditta di Pacini. Il gommista ha parlato di ben 38 episodi, ma ai carabinieri risultano solo sei denunce.

Uccide ladro: Zingaretti, ‘difendetevi da soli’non è soluzione

“I cittadini devono pretendere che lo Stato si occupi della loro sicurezza” sono le parole del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti riguardo all’omicidio del rapinatore da parte del gommista Fredy Pacini

“Le forze dell’ordine sono degli eroi e fanno di tutto, ma la soluzione non può essere quella di dire alle persone ‘difendetevi da soli’. Deve esserci la pretesa da parte dei cittadini che sia lo Stato a difenderci e quindi, se c’è bisogno di sicurezza urbana, lo Stato la rafforzi perché, ripeto, non è accettabile che una persona sia così alla mercé dell’insicurezza. E’ anche sbagliato il messaggio di dire ‘noi non ce la facciamo, compratevi una pistola e pensateci voi'”. Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, commenta l’uccisione di un rapinatore da parte di un gommista a margine della conferenza dei servizi al Viminale sull’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

“Credo che il ministro dell’Interno, quando si scopre che un imprenditore ha subito trentotto rapine in una piccola città come Arezzo – ha continuato – dovrebbe immediatamente prendere la macchina, andare lì e capire come una cosa del genere possa avvenire e come, grazie alla collaborazione dello Stato, questo non accada mai più a nessun imprenditore che possa essere rapinato trentotto volte di seguito. A questo serve il ministro dell’Interno”.

Sull’argomento è intervenuto anche Giuseppe Civati, fondatore di Possibile: “La strumentalizzazione di quanto accaduto a Monte San Savino, ad Arezzo, è intollerabile. Perché si tratta di una doppia tragedia: per la vittima e per l’uomo che ha sparato. Il ministro dell’Interno Salvini è tenuto a garantire la sicurezza dei cittadini, non a fare le sfilate in seguito a fatti terribili. La riforma della legittima difesa, richiesta dalle destre, poco c’entra con la lotta alla criminalità. Per quello servono politiche serie, non le felpe e i tweet pieni di propaganda”.

“Non si può più accettare – aggiunge Civati – che chi guida il Viminale abbia questo comportamento. Piuttosto inizi a fare il proprio lavoro: aumentare il livello di sicurezza. Un cittadino che spara è sempre una sconfitta per lo Stato. Ed è una grande sconfitta per il ministro che deve provvedere a tutelare gli italiani”.

“Non è possibile che il ministro degli Interni invece di mandare la polizia a prendere i ladri esulta se qualcuno spara ai ladri: questo significa il fallimento dello Stato”. Lo ha detto Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e neo presidente di Legautonomie: è stato eletto oggi a Viareggio (Lucca) dove fino a domani è in programma il congresso dell’associazione delle autonomie locali.

“Allo stesso tempo non è possibile che scarichi sui sindaci le contraddizioni della sua propaganda – ha proseguito Ricci -: nei prossimi giorni e nelle prossime settimane grazie al decreto insicurezza avremmo più persone senza diritti, senza controlli, persone meno integrate il che renderà le nostre città assolutamente meno sicure. Per questo serve una reazione pragmatica ma anche culturale”.

“In Italia fino adesso c’è stato troppo lassismo nei confronti degli aggressori e di chi entra nelle nostre case”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.

“C’è stata la tendenza – ha aggiunto la Bongiorno – ad essere sempre attenti al tema della difesa. Sono contrarissima all’attuale legge sulla legittima difesa perché pretende che il soggetto aggredito debba fare una sorta d’indagine prima di poter reagire, cioè deve vedere se c’è un imminente pericolo. Quindi di notte una persona che sente dei passi in casa dovrebbe scrutare tutte le stanze e capire in che posizione sia l’aggressore. Questo è impensabile. È chiaro che tutto questo porta alcune persone a pensare che in Italia ci sia terreno fertile per rubare e fare rapine”.

“Credo sia necessario – ha sottolineato la Bongiorno – creare una legge chiara in cui tutelare l’aggredito e non l’aggressore. Con questa misura diamo anche un messaggio chiaro a tutti coloro che pensano di venire in Italia indisturbati, entrare in casa altrui e compiere 38 furti come è accaduto ad Arezzo. Il principio è che sbaglia chi entra nella casa altrui. Chiunque dunque entra in casa di altri per rubare, violentare e uccidere deve accettare le conseguenze. Spero nei primi mesi del 2019 che questa nuova norma possa diventare legge”.

Uccide ladro: proseguono ricerche complice, domani autopsia e interrogatorio

Si terrà domani, 30 novembre,  l’autopsia di  Vitalie Tonjoc. Lo stesso giorno il pm Andrea Claudiani interrogherà Pacini, al momento indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Continuano intanto le ricerche da parte dei carabinieri del complice del moldavo, che dopo essersi introdotto nel capannone di via della Costituzione è scappato riuscendo a far perdere le proprie tracce.

I carabinieri e le altre forze dell’ordine stanno cercando in tutto l’Aretino il complice del cittadino moldavo di 29 anni rimasto ucciso la notte scorsa a Monte San Savino (Arezzo), dopo essere stato ferito a colpi di pistola da Fredy Pacini, proprietario della rimessa di gomme, durante un tentativo di furto.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri erano almeno due le persone entrate intorno alle 4 nel perimetro dell’azienda di Pacini. All’interno del capannone sarebbe poi riuscito a entrare uno solo, il 29enne. Si cerca anche l’auto con cui i due erano arrivati sul posto: per questo potrebbero tornare utili alcune telecamere della zona. Nell’azienda di Pacini i carabinieri hanno sequestrato il piccone usato per rompere un vetro dell’ingresso e la pistola con cui il commerciante ha sparato, un’arma regolarmente detenuta.

In tasca, tra gli effetti personali, il complice aveva soltanto il portafoglio con il passaporto, che ha permesso di identificarlo, e 250 euro in contanti. Accertamenti sono in corso per verificare se abbia fruito di un permesso turistico di 3 mesi. Sul passaporto c’è solo un visto di transito dalla Romania per entrare nell’Unione europea che risale a settembre.

Le indagini sono indirizzate anche a capire se sia stato visto con qualcuno nella sua permanenza in Italia che va da settembre scorso ad ora. Secondo ipotesi investigative in corso di accertamento il 29enne potrebbe far parte di un gruppo di malviventi specializzati in furti improvvisati, razzie non troppo pianificate in case e negozi nelle località di provincia. Si sospetta anche che possa esserci un ‘palo’ in zona.

E’ in corso anche un accurato lavoro sulle celle telefoniche di Monte San Savino. Inoltre ci sono accertamenti anche su tentativi di furto che negli stessi momenti in cui Fredy Pacini ha ucciso il moldavo si sarebbero verificati nei pressi di un gruppo di case non distanti dall’azienda del gommista.

Sono in corso inoltre verifiche sui precedenti furti o tentati furti subiti dalla ditta di Pacini. Il gommista ha parlato di ben 38 episodi, ma ai carabinieri risultano solo sei denunce.

Intanto stamani a Monte San Savino il commerciante ha ripreso il suo posto in ditta anche se, per la prima volta dopo tanto tempo, non ha pernottato all’interno ma da un amico. Secondo quanto si apprende nella cerchia dei conoscenti di Pacini, sarebbe stato piuttosto difficile convincerlo a dormire altrove.

Poi però le persone a lui vicine sono riuscite a far sì che insieme alla moglie non restasse di notte dentro la ditta ma che fosse ospite fuori Comune da un conoscente. Scartata la possibilità che trascorresse la notte nella sua casa nel centro del paese. Viene spiegato ancora che è stato ritenuto più sicuro per lui e i suoi congiunti l’allontanamento da Monte San Savino.

Chi gli è vicino riferisce che Pacini resta ancora molto provato da questa vicenda, serviranno dei giorni per ritrovare un equilibrio. Inoltre la notte scorsa è deceduto il suocero, da alcuni giorni in ospedale. Anche questo fatto ha contribuito a colpire psicologicamente il commerciante e la sua famiglia.

Uccide ladro: su facebook oltre 6mila iscritti per gruppo, “Io sto con Fredy”

Sono già oltre 6mila i membri del gruppo facebook ‘Io sto con Fredy’ creato poche ore fa con lo scopo di “raccogliere ed organizzare iniziative di solidarietà in favore di Fredy Pacini e della sua famiglia” dopo i fatti di Monte San Savino (Arezzo).

Tanti anche i messaggi di sostegno all’imprenditore Fredy Pacini, pubblicati sulla pagina personale di Pacini che nelle scorse settimane aveva condiviso anche un post del ministro dell’Interno con una foto di Salvini che tiene in mano un cartello in cui c’è scritto: ‘Se non vuoi il Crocifisso torna al tuo paese’.

Scorrendo la cronologia, Pacini ha più volte condiviso post di Salvini, ma anche video e notizie di cronaca con protagonisti i migranti. Condiviso anche un post che ritrae la foto di uno scontrino della mensa del Senato con scritto ‘Vergognosi alla mensa del Senato la tagliata di manzo costa 3,41 euro. La gente muore di fame, loro ingrassano’.

Monte S. Savino: Salvini chiama comerciante, che non risponde

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha telefonato al commerciante Fredy Pacini di Monte San Savino che la notte scorsa ha ucciso un ladro nella sua ditta per rappresentargli “la vicinanza delle istituzioni”. Lo ha riferito l’avvocato Alessandra Cheli, uno dei legali che assiste il gommista. “Pacini non se l’è sentita di parlare con il ministro, perchè è troppo scosso. Ha chiamato me perchè lo ricontattassi. Salvini è stato sincero”, ha detto l’avvocato.

L’avvocato Cheli ha spiegato che Matteo Salvini ha telefonato in ditta per cercare Fredy Pacini ma quest’ultimo non se l’è sentita di parlarci e quindi con un sms ha contattato il suo legale perché venisse in azienda a ricontattare lo stesso ministro. Così c’è stata la telefonata fra Salvini e l’avvocato in rappresentanza di Pacini. “Nei prossimi giorni ci piacerebbe che Fredy Pacini potesse parlare con il ministro Salvini, oggi non se la sente, dobbiamo capire che non è di poco conto quello che è accaduto per una persona i cui problemi finora, a parte l’assedio dei ladri, riguardavano la normale vita di tutti i giorni, il lavoro e le attività personali. Teniamo presente che è morta una persona in questo piazzale. Ribadisco che per il mio assistito la prima cosa è il rispetto per le autorità.”

“Fredy Pacini è tranquillo e a posto con la sua coscienza, ma certo c’è stato un morto. Per dirla in toscano non è contento di sicuro”. conclude Cheli.

“Dopo il Decreto Sicurezza, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla Legittima Difesa. Io sto con chi si difende, entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!”. Avava affermato questa mattina, il ministro Matteo Salvini.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del gruppo M5s in Consiglio regionale, Giacomo Giannarelli, in merito ai fatti di Monte San Savino.

“La vita è sacra e oggi è morta una persona – ha detto Giannarelli -. È stata uccisa durante una violazione di domicilio da un imprenditore che ha subìto 40 furti in pochi anni ed è costretto a vivere nel suo capannone per difendere quello che ha creato con il proprio duro lavoro. Prima di giudicare mettiamoci nei panni di questo imprenditore. C’è un problema sicurezza in tutta la Toscana: lo diciamo da tempo. Ora servono delle risposte”.

“La notizia mi sconvolge e non poco – aggiunge il capodgruppo del M5S -. Sì, perché lo scorso mese incontrai, per caso, proprio il Pacini. Ero a Chiusi (Arezzo) per un incontro con il gruppo locale del Movimento e avevo forato una gomma. Venne in mio soccorso lui, persona gentile e con le mani da lavoratore. Solo dopo l’intervento in officina, scambiando due chiacchiere, scoprii la sua storia”.

“Un racconto incredibile – dice ancora l’esponente M5s -. Mi spiegò che era costretto a dormire da almeno quattro anni nel suo capannone: aveva subìto 38 furti.”

“Allora, tra le altre cose, scrissi: Non possiamo permettere che la nostra regione viva nel terrore della criminalità. È andata così. Senza parole”, conclude Giannarelli.

Uccide ladro: gommista torna in ditta, applausi e ‘bravo’

Accolto da applausi, cartelloni e grida in suo sostegno il gommista Fredy Pacini al suo ritorno in ditta stamani, dopo l’omicidio di un ladro avvenuto la notte scorsa

Applausi e grida a voce alta “bravo Fredy, bravo Fredy” da parte di amici e conoscenti davanti alla sua azienda per Fredy Pacini, il gommista che la notte scorsa ha ucciso un ladro dentro la sua ditta, quando alle 12.30 è rientrato, accompagnato in auto, e ha ripreso la sua attività.

Davanti ai cancelli della rivendita sono stati attaccati anche cartelli con l’hashtag ‘Io sto con Fredy’. “Non ne poteva più, era preso di mira dai ladri, ormai dormiva quasi fisso in azienda anzichè nella sua casa in paese”, raccontano alcuni, che dicono di conoscerlo da tantissimi anni e che sono all’esterno dell’azienda: in tutto sono una ventina i paesani presenti per esprimere solidarietà al gommista.

Qualcuno mette in evidenza la sua dedizione al lavoro, ricordando che l’azienda era stata fondata dal padre di Pacini e con lo stesso Fredy è stata sviluppata estendendo l’attività dalle gomme al commercio e al noleggio di biciclette sportive.

Proprio un furto di biciclette del 2014 causò a Pacini un danno da 30mila euro. Al momento Fredy Pacini è stato deferito dai carabinieri all’autorità giudiziaria in stato di libertà.
Secondo quanto appreso nel pomeriggio o al più tardi domani potrebbe essere sentito dagli investigatori per ricostruire anche con la sua versione lo svolgimento dei fatti.

“Quando ho saputo la notizia stamani ho provato solidarietà per il nostro concittadino ma anche molta tristezza per la persona uccisa, questa è l’ennesima dimostrazione che dipinge e ci mostra che cosa è diventata l’Italia”: lo ha detto il sindaco di Monte San Savino, Margherita Gilda Scarpellini, andando ad incontrare Fredy Pacini, il commerciante che ha ucciso un ladro la notte scorsa, sorprendendolo nella sua azienda.


“Fredy Pacini lo conosciamo bene, è una persona che ama il suo lavoro ed è attaccatissimo alla sua azienda, ora bisogna che ritrovi serenità ed equilibrio per affrontare tutto quello che dovrà affrontare”. Ma, ha aggiunto il sindaco di Monte San Savino, “voglio fare un appello al ministro dell’Interno Matteo Salvini perchè si dia supporto a persone come Pacini in termini di sicurezza. Noi siamo un piccolo paese con un territorio però di 90 km quadrati e con soli quattro vigili urbani, è difficile coprire servizi di vigilanza adeguati tanto più nelle ore notturne. Noi più di tanto come Comune non abbiamo le strutture per potenziare l’attenzione verso persone come Fredy Pacini e il loro lavoro”.

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