Carceri in Toscana, Corleone “Digiuno per mancanze di risposte su disagio psichiatrico”

Sulla situazione del disagio psichiatrico in carcere e sulla mancanza di risposte concrete dal nuovo governo il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, entra in sciopero della fame

“Per tre giorni faro’ un digiuno, per me stesso, per non nascondere la gravita’ della situazione- spiega, nel corso di una conferenza stampa-. Dopodiche’ vedremo come continuare nelle prossime settimane, perche’ la situazione rischia di essere fuori controllo”.

Corleone sottolinea un fatto che si e’ compiuto in questi giorni: “La Corte Costituzionale che va nelle carceri italiane a dire ai detenuti che hanno dei diritti- sottolinea-. È una cosa straordinaria. Noi garanti vogliamo affermare questo e vogliamo credere anche che la Costituzione debba essere il pilastro dell’azione quotidiana”.
Di contro, invece, l’intervento dell’esecutivo si e’ sostanziato con la firma dei decreti dello scorso 2 ottobre: “La speranza di una grande riforma per il carcere in Italia si e’ chiusa malamente- constata-. Ci sono provvedimenti minimi, bisogna ripartire con le norme che ci sono e che peraltro non sono applicate”. Il punto dolente sul quale intende focalizzarsi, in questo momento, Corleone e’ il disagio psichico presente negli istituti di pena: “Nel decreto dell’ordinamento penitenziario c’era una norma minima che affrontava la questione- ricorda-. È stata stralciata. La situazione e’ molto grave”.
Alla carenza di disposizioni adeguate si aggiunge la rigidita’ della reazione del governo dinanzi alle tragedie, come accaduto a Roma: “Abbiamo avuto l’episodio di Rebibbia, dove una donna ha ucciso i suoi due figli- evidenzia-. Non ci si puo’ nascondere, come e’ stato fatto, dietro la responsabilita’ della direttrice, che e’ stata licenziata. Va affrontato il problema delle norme”.
L’ordinamento italiano dinanzi alla malattia psichica prevede un canale duplice. Chi ha commesso un delitto, ma e’ stato riconosciuto incapace di intendere e di volere al momento del reato deve essere inviato in trattamento in una Rems, vale a dire in una residenza per l’esecuzione delle una Rems, vale a dire in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. In Toscana ne esiste gia’ una a Volterra, mentre un’altra, a Empoli, dovrebbe aprire a natale. Esiste, poi, un problema piu’ generale di misure alternative che riguarda chi soffre di disturbi psichiatrici.
La risposta non puo’ essere trovata nelle Rems. “Le norme del codice- segnala il garante toscano dei detenuti- non riconoscono in questo caso le misure alternative”. Servirebbero, dunque, delle sezioni psichiatriche dedicate. Anche dal punto di vista della struttura, tuttavia, non mancano i paradossi, come a Sollicciano, “nel quale la sezione psichiatrica e’ stata predisposta, ma non collaudata- fa sapere Corleone-. Quindi, gli 8 posti di assistenza psichiatrica sono vuoti”.
La questione e’ prettamente di salute. Di conseguenza, e’ il ragionamento del garante, a farsene carico deve essere il servizio sanitario gestito dalla Regione. Corleone chiede, a tal proposito, “all’assessorato alla Salute di affrontare la questione. Le sezioni dovrebbero avere una gestione esclusivamente sanitaria, non dovrebbero essere delle celle con una targhetta diversa, ma dei luoghi sanitari come un’infermieria”.

Rems Empoli: operativo entro primavera

Franco Corleone, ieri in visita alla Rems di Empoli, ha affermato che la struttura sarà operativa entro primavera

Entro dicembre sarà pronto sia il primo piano con nove stanze singole sia la parte del piano terreno dedicata alle zone per la socialità, la mensa e gli studi medici, entro primavera poi “dovrebbe essere operativa a tutti gli effetti per rispondere alle richieste di misure di sicurezza non ancora eseguite e alleggerire il carico di detenuti di Volterra”.

E’ quanto spiega il garante dei detenuti della Toscana Franco Corleone che ieri ha visitato la piccola struttura che ospiterà le persone con problemi psichiatrici sottoposte a misure di sicurezza, nell’ex carcere femminile di Empoli. La struttura a regime, si spiega, ospiterà 20 persone e offrirà ampi spazi esterni per attività agricole e ricreative.

“I lavori del primo lotto – ha detto Corleone – iniziati a maggio 2018 sono stati più onerosi del previsto a causa della situazione di degrado generale dell’immobile. Non è stato sufficiente quindi il progetto di riconversione ma sono stati necessari interventi profondi per rifare sia l’impianto idrico che di riscaldamento”.

“Il mio suggerimento – ha aggiunto Corleone – è che vengano smantellate tutte le inferriate alle finestre e che si faccia al più presto il bando per l’appalto del secondo lotto di lavori che riguarda la restante parte del piano terreno adibita a 11 persone (9 uomini e 3 donne)”.

Emergenza idrica nel carcere di Massa, Corleone “Occorre immediata soluzione”

Il garante dei detenuti della Toscana ha visitato la Casa di reclusione questa mattina: “Perdite dai tubi rendono inutilizzabile il piano terra della sezione B, mentre nelle sezioni popolate c’è carenza per portata non sufficiente. Un pozzo artesiano è inutilizzabile per la rottura di una pompa”

 

Nella Casa di reclusione di Massa, che ospita 219 detenuti, c’è una situazione di emergenza per l’acqua. Il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, ha fatto visita al carcere questa mattina, mercoledì 29 agosto, e ha rilevato alcune criticità “che devono essere affrontate immediatamente, affinché questa struttura rimanga un modello e non vengano messe in discussione la sua fama e le sue potenzialità”. Il problema dell’acqua presenta tre diversi aspetti: “Il piano terra della sezione B, quello che dovrebbe ospitare l’infermeria, è chiuso e inutilizzato a causa di perdite dai tubi sotto il pavimento. L’acqua zampilla, specie quando piove, nonostante la sezione sia stata oggetto di ristrutturazione pochi anni fa. Si tratta di una situazione inaccettabile, il direttore ha contestato i lavori alla ditta esecutrice. Al contempo – prosegue Corleone –, nel resto del carcere, dove si trovano i detenuti, c’è una carenza d’acqua per via della portata non sufficiente. C’è un impegno di Gaia (il gestore idrico dell’area, ndr) ad effettuare un sopralluogo, forse già lunedì prossimo, e verificare quali interventi siano necessari”. Il terzo aspetto, spiega ancora Corleone, “riguarda un pozzo artesiano, che sopperiva in qualche modo alle carenze, ma al momento non è utilizzabile a causa della rottura di una pompa”.

Il garante aveva deciso la visita a seguito di alcune lettere di detenuti che segnalavano queste e altre criticità esistenti. “La Casa di reclusione di Massa è una struttura che non deve perdere le proprie caratteristiche – sostiene Corleone –. Occorre risolvere subito i problemi evidenziati”. Dei 219 detenuti presenti, “186 sono con condanna definitiva. Si fanno molte lavorazioni, soprattutto tessili: un centinaio di persone produce coperte, lenzuola, è presente un laboratorio di sartoria. E poi c’è l’orto. Fino a poco tempo fa si svolgeva anche un’attività di riparazione di macchine da caffè”. Riguardo alle lavorazioni, “occorre definire ora programmi di formazione per la sicurezza sul lavoro e sistemi di sicurezza antincendio”.

A Massa, rileva ancora Corleone, “non c’è la figura del garante cittadino, mi attiverò per sollecitare il Comune. C’è da fare un lavoro per rafforzare il rapporto con la città e con il volontariato”. Nella Casa di reclusione, “la quota di detenuti per violazione dell’articolo 73 della legge antidroga è alta: sono 62, dei quali una quindicina in trattamento metadonico”. Tra le altre criticità evidenziate, “si rileva la necessità di rafforzamento della struttura amministrativa e va rafforzata anche l’area educativa. Ho parlato con gli operatori e con il direttore della Casa di reclusione, Paolo Basco”. Basco occupa la carica in reggenza, “è il direttore del carcere di Arezzo. Presto, Massa dovrà avere un direttore a tempo pieno”.

Garante detenuti: a Livorno altro suicidio ‘annunciato’

“La Toscana – afferma Franco Corleone – non ha ancora risolto il problema dell’istituzione di sezioni adeguate per detenuti con problemi psichiatrici e non è in grado di accogliere persone con gravi problematiche da altre regioni”

Il 58enne pugliese che si è tolto la vita nel carcere di Livorno era “un detenuto di alta sicurezza trasferito dal carcere di Fossombrone nelle Marche a quello” toscano “contro la sua volontà, adducendo la necessità di una osservazione psichiatrica. Siamo al trionfo del surreale. Si tratta di un suicidio annunciato”. Così il garante regionale dei diritti dei detenuti della Toscana Franco Corleone esprime tutta la sua amarezza di fronte alla tragedia avvenuta ieri.

“La Toscana – afferma – non ha ancora risolto il problema dell’istituzione di sezioni adeguate per detenuti con problemi psichiatrici e non è in grado di accogliere persone con gravi problematiche da altre regioni”. Il garante attribuisce una “grave responsabilità al Dap”, quella di “avere assunto una decisione che si è rivelata sconsiderata”, e ribadisce quanto sia “indispensabile recuperare dal decreto di riforma dell’ordinamento penitenziario le misure sulla salute psichica in carcere”.

Corleone ha ribadito le problematiche del penitenziario, sia strutturali che di vita interna, sia nell’alta sicurezza che nella media sicurezza. Tra le priorità più volte ribadite nell’alta sicurezza la messa in funzione della cucina, gli spazi per studio e socialità, una maggiore attenzione per assicurare permessi e misure alternative; nella media sicurezza, il ripristino delle docce e poi, assicurare l’inizio dei lavori per gli alloggi della polizia penitenziaria, la ristrutturazione di due padiglioni chiusi e la riapertura di una sezione femminile. Corleone ha anche annunciato che l’11 giugno andrà in visita alle Sughere.

Corleone:”Mettiamo in sicurezza i diritti. A partire dal carcere”

La situazione nel carcere di Livorno è “inaccettabile” e i problemi riscontrati già nella scorsa visita non hanno ancora trovato una soluzione. E’ questo il giudizio del Garante regionale dei diritti dei detenuti, Franco Corleone, al termine della visita odierna alla casa circondariale livornese Le Sughere. La struttura attualmente ospita 238 detenuti, di cui 128 in alta sicurezza e gli altri in regime di media sicurezza.

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