Ticket di 2 euro con prenotazione per Cala Violina

Scarlino, in provincia di Grosseto, un’ordinanza della sindaca Francesca Travison, istituisce un ticket di due euro e la prenotazione online obbligatoria, per accedere nel periodo estivo, alla rinomata spiaggia maremmana di Cala Violina.

L’obiettivo del ticket vorrebbe essere quello di contingentare gli accessi ed evitare così assembramenti: “Dopo l’esperienza dello scorso anno – ha spiegato la sindaca Francesca Travison – dovevamo necessariamente regolamentare l’ingresso a Cala Violina. Nonostante le normative anti-contagio, nell’estate 2020 si sono verificati non pochi problemi di affollamento e di mancata cura del patrimonio naturale. Spesso abbiamo dovuto fare i conti con rifiuti abbandonati, falò abusivi e accessi non autorizzati con i cavalli. Cala Violina è un gioiello naturalistico da tutelare, è il nostro biglietto da visita più conosciuto e importante. Abbiamo così deciso di incrementare i servizi a fronte di una diminuzione del numero di bagnanti presenti sulla spiaggia”.

E quindi, continua la sindaca Travison: “Ogni giorno potrà accedere alla spiaggia solo un numero limitato di persone. Per l’ingresso verrà chiesto, oltre alla prenotazione, un piccolo contributo di 2 euro: una quota minima utile a sensibilizzare i bagnanti e nel contempo a gestire al meglio la spiaggia. Saranno infatti presenti degli steward che controlleranno le prenotazioni e il corretto utilizzo della cala e dell’area boschiva”.

Ma la decisione del Comune di Scarlino di istituire un ticket per accedere alla spiaggia, ha innescato una polemica con la Regione Toscana, ed in particolare con la vicepresidente Stefania Saccardi e con l’assessore al turismo Leonardo Marras: “Apprendiamo con sorpresa l’iniziativa del Comune di Scarlino di mettere a pagamento l’accesso a Cala Violina per l’estate”.

“Al di là del merito della questione – continuano i due esponenti della giunta toscana – è una decisione questa che innanzitutto riguarda un’area che rientra nel patrimonio agricolo forestale della Regione Toscana e di Ente Terre Regionali. Secondo, arriva proprio nel momento in cui è scaduta la convenzione con il Comune di Scarlino soggetto con il quale Ente Terre sta ridiscutendo la riassegnazione e la disciplina delle aree che rientrano nel complesso delle Bandite di Scarlino”.

Per Saccardi e Marras “sarebbe stata buona norma prima di mettere in atto l’iniziativa discuterne sia con il Complesso delle Bandite di Scarlino, sia con la Regione Toscana che ne ha la proprietà attraverso Terre di Toscane. Invitiamo pertanto l’Amministrazione comunale a ripensarci e ad aprire un tavolo con gli altri Comuni del territorio e con la Regione stessa per concordare la regolamentazione dell’area a seguito del rispetto delle norme anticovid”.

Emergenza piccioni: rapaci e cibo con anticoncezionali

L’amministrazione comunale di Scarlino (Grosseto) ha deciso di utilizzare falchi e poiane addestrati ad allontanare i piccioni con sostanze anticoncezionali allo scopo di diminuire la loro presenza. Per risolvere il problema, presente soprattutto nel centro storico, sono stati chiamati due falconieri che si occuperanno della disinfestazione.

L’intervento comprenderà anche l’asportazione di nidi e uova del volatile e l’eliminazione dei soggetti malati nelle aree di interesse del comune di Scarlino. I due operatori utilizzeranno anche altri elementi di disturbo allo scopo di diminuire il problema. L’azienda inoltre si occuperà di nutrire i piccioni con un mangime unito a sostanze anticoncezionali per frenarne la riproduzione. Come spiega la prima cittadina Francesca Travison, “C’era la necessità di contrastare la massiccia presenza di piccioni dal centro storico di Scarlino, volatili che contribuiscono a sporcare le aree comuni, impossibili poi da pulire per la formazione continua di guano, che non solo provoca criticità relative al decoro ma anche rischi per la salute dei cittadini”. Il servizio di trattamenti ambientali riguardava principalmente la derattizzazzione e la disinfestazione di zanzare e topi, tuttavia l’azienda vincitrice dell’appalto, dovrà ora cercare di contrastare questo spiacevole fenomeno.

Anidride solforica fuoriesce da impianto, due operai assistiti

Una fuoriuscita di anidride solforica si è verificata ieri, intorno alle 23:30, alla Solmine di Scarlino, Grosseto; sul posto si è recata, tra gli altri, anche Arpat.

La fuoriuscita di anidride solforica è durata circa tre minuti e due operai del vicino impianto Venator hanno accusato una “leggera irritazione alle prime vie respiratorie e sono stati prontamente assistiti dal medico di fabbrica. Non ci sono state altre conseguenze sui presenti nell’impianto e nelle zone limitrofe salvo rumori degli allarmi e delle valvole di protezione del circuito vapore”.

A comunicarlo è la Nuova Solmine, che annuncia di aver “deciso di fermare l’impianto e di anticipare di due settimane la manutenzione già a suo tempo programmata”. L’azienda spiega che “durante una normale fase di ripartenza dell’impianto, che era stato precedentemente fermato per consentire una manutenzione alla rete elettrica nazionale, si è determinata una anomalia al circuito vapore con conseguente attivazione degli allarmi acustici predisposti. L’anomalia ha prodotto la fermata dell’impianto e la fuoriuscita di gas per circa 3 minuti”.

Prosegue l’azienda: “Tale evento, circoscritto all’area industriale, ha determinato l’attivazione degli allarmi del vicino impianto Venator. Tutti gli allarmi acustici ed elettrici hanno funzionato”.

In una nota il sindaco di Follonica Andrea Benini spiega che nella zona è stato “udito un forte rumore provenire dall’area industriale del Casone di Scarlino, seguito dal rumore della sirena”. Benini sottolinea di aver subito contattato Solmine “per avere chiarimenti rispetto alla non pericolosità dell’accaduto. Immediatamente sono intervenuti i vigili del fuoco ed Arpat mentre continua l’impegno dell’Amministrazione di Follonica per vigilare su quanto accaduto”.

Secondo quanto spiegato dall’Agenzia regionale per l’ambiente, la fuoriuscita di anidride solforica è stata rapidamente messa sotto controllo e non ci sarebbero rischi per la popolazione. I tecnici di Arpat sono tornati anche stamani sul posto per ulteriori verifiche: da quanto appreso, al momento la fuoriuscita dalla Solmine, che produce acido solforico, potrebbe essere stata causata da una valvola saltata.

In prefettura a Firenze nel frattempo si sarebbe riunito un tavolo per approfondire quanto avvenuto ieri sera alla Nuova Solmine. Presenti, spiega una nota, sia Andrea Benini che Francesca Travison. Insieme a loro il viceprefetto, e rappresentanti di 118, Arpat, vigili del fuoco e dell’azienda. “Durante la riunione sono stati discussi i primi dati provenienti dalle centraline di controllo dell’aria che sembrano non dover destare preoccupazione – si legge ancora – ma Arpat è già a lavoro per elaborare i dati definitivi che saranno diffusi nel pomeriggio”. Benini e Travison spiegano di aver “chiesto i dati puntuali di tutte le centraline a disposizione; sia quelle nel perimetro dell’impianto, che, soprattutto, quelle vicine ai centri abitati dei nostri comuni. Vogliamo esercitare il nostro ruolo di controllo senza dare niente per scontato – continuano i due sindaci – e nella massima trasparenza nei confronti dei cittadini che meritano risposte esaustive”.

Per i primi cittadini di Scarlino e Follonica “è evidente che il rumore della sirena sentito ieri sera abbia destato forte preoccupazione; per questo ci siamo immediatamente mossi per chiedere chiarezza sia all’azienda, che agli enti preposti al controllo, in modo da poter rispondere alle richieste dei cittadini”.
Dai dati ad ora disponibili della Asl, si legge ancora, non risultano accessi da parte di cittadini ma solo dei due operai Venator rimasti leggermente irritati alle prime vie aeree.

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