A Firenze cena di beneficenza per accoglienza minori Ucraina

Si intitola “Il Cuore di Firenze” la cena di solidarietà per raccogliere fondi a sostegno del progetto di accoglienza, cura e integrazione dei minori fuggiti dalla guerra in Ucraina che sono ospitati dall’Istituto degli Innocenti, in programma domani sera in piazza Santissima
Annunziata a Firenze.

Domani durante la serata, spiega una nota, il maestro Roman Lyulkin eseguirà alcuni suoi brani accompagnato al pianoforte dal Maestro Gianni Fabbrini, mentre il maestro orafo fiorentino Paolo Penko omaggerà il donatore più generoso (che potrà rimanere anonimo) con una sua opera, creata per l’occasione. Sarà presente come ospite anche il content creator Wikipedro. L’evento, alla sua quinta edizione, è realizzato grazie alla collaborazione tra Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze, Montedomini, Fondazione Santa Maria Nuova Onlus e Istituto degli Innocenti.

Chi non potrà partecipare all’evento benefico in presenza, potrà seguirlo in diretta streaming sulla pagina Facebook de “Il cuore di Firenze”. Per sostenere il progetto è possibile donare, tra l’altro, cliccando il tasto “Fai una donazione” sul sito https://www.ilcuoredifirenze.org oppure direttamente on line al
link
https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=PM2TBGKAC2Q5A.

Fondazione Santa Maria Nuova: “Sistema sotto stress, servono spazi per cure intermedie e lockdown per i no vax”

Firenze, Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus, in un comunicato stampa della Fondazione Santa Maria Nuova, denuncia la pressione a cui sono sottoposti gli ospedali.

“L’ondata di pandemia Omicron è in pieno svolgimento e gli arrivi negli ospedali sono in continua crescita – scrive il presidente della Fondazione Santa Maria Nuova – Anche in questo frangente gli ospedali di Firenze e dell’Asl Toscana Centro reggono perché fanno rete e perché riescono a convertire i reparti in tempo utile. Però è innegabile che siamo sotto pressione. Non per la presenza di malati gravi. Piuttosto per la presenza di tanti malati di medio-bassa intensità. Servono posti per le cure intermedie. E non è troppo tardi per un lockdown dei no vax. Sono loro che continuano a finire in terapia intensiva”.

“Per fortuna la maggior parte della popolazione è vaccinata. E ormai sappiamo che il vaccino, pur non bloccando l’infezione, blocca la malattia grave. Non è vero che Omicron è meno grave delle altre varianti, come Delta: lo è solo perchè siamo vaccinati. È il motivo per cui le rianimazioni continuano ad essere piene di non vaccinati. E limitazioni di mobilità ai no vax sarebbero corrette” osserva Landini. Convinto che la frontiera, oggi più che mai, siano le cure intermedie: “Non è un momento di allarme per le rianimazioni, salvo che per i no vax. Piuttosto in questo momento il tema sono i posti a bassa intensità, low care, le cure intermedie Covid. Il nostro impegno è trovare strutture extraospedaliere, anche case di cura e Rsa, dove dirottare pazienti che non hanno necessità dell’ospedale e dove mettere magari anziani positivi che non possono stare a casa. Anche il circuito degli alberghi sanitari deve continuare” chiede Landini.

“Ogni ondata pandemica ha una sua caratteristica: in questa abbiamo molti malati positivi in ospedale per altre patologie. Bisogna dividere queste persone da coloro che hanno insufficienza respiratoria dovuta al Covid, che devono essere curati negli appositi reparti. La vaccinazione ha protetto dalla malattia severa anche se non ha scongiurato l’infezione. Mentre i non vaccinati, che con la variante Omicron tendono ad ammalarsi di più, rappresentano i pazienti più gravi, per i quali si rende necessario il ricovero in in rianimazione. Oggi i pazienti non vaccinati sono l’80-85% dei ricoverati in Terapia intensiva e il 60-70% dei ricoverati nei reparti Covid. L’intervento del governo, anche se lodevole, è timido e tardivo: occorreva rendere prima la vaccinazione obbligatoria, e obbligatoria per tutti, non solo per gli over 50. Non si esce dalla pandemia senza una vaccinazione di massa vera e obbligatoria” sostiene Landini, convinto che “non sia tardi per istituire un lockdown per i non vaccinati”.

“Per quanto riguarda gli asintomatici penso che sia il momento di una svolta – conclude il presidente della Fondazione Santa Maria Nuova -: occorre prendere atto che il paziente asintomatico che ha avuto 3 vaccinazioni non può essere considerato malato. Non deve essere tracciato nè tolto dal lavoro, specie se lavora in strutture sanitarie. Porta la mascherina Ffp2 e fa un tampone di controllo dopo 5-6 giorni, ma le norme burocratiche che valevano in una situazione epidemiologica diversa oggi non sono un aiuto ma un grosso impaccio. Più libertà, meno restrizioni e meno burocrazia per chi ha fatto 3 vaccini, è meno infettivo e non andrebbe calcolato come malato. Meno libertà e più restrizioni per i novax”.

Santa Maria Nuova: chiuso ultimo reparto Covid

“Il primo giugno abbiamo chiuso l’ultimo reparto Covid di Santa Maria Nuova. Non posso che essere orgoglioso del lavoro fatto, del servizio reso al centro storico di Firenze, con un’alta qualità di cure sia in degenza ordinaria che in terapia intensiva”. Lo annuncia Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus.

“A gennaio-febbraio – ricorda Landini – metà ospedale era dedicato alla cura del covid: 55 posti letto su 110. Ricordo a tutti che abbiamo affrontato tre ondate successive. Ora si volta pagina, ci sono tutte le premesse. Dovremo convivere col virus, ma possiamo smettere di temerlo. I vaccini fanno ben sperare: sono tutti validi e sicuri, e ci stanno aiutando ad archiviare una stagione che ha messo a dura prova la tenuta anche sociale della comunità umana. Ora l’impegno di tutti deve essere quello di vaccinarsi e di far vaccinare.

I vaccini hanno debellato molte malattie, ci sono tutte le premesse affinché mettano fine anche al covid. Senza considerare che abbiamo ora un patrimonio di conoscenze, professionalità e strumentazioni che non deve andare disperso. È ora il momento di mettere tutto questo a frutto per sconfiggere altre malattie. Le sfide continuano ma noi siamo pronti ad affrontarle”. “Oggi il consiglio comunale ha ringraziato la sanità fiorentina. Questo ci fa molto piacere. Confido che questa cerimonia, con Palazzo Vecchio alle spalle, sia stata il sigillo sulla fine di una pandemia che ha segnato il mondo”.

“Voglio ringraziare chi ci è stato vicino e ci ha aiutato con le donazioni – aggiunge Landini – Un grazie particolare va alla popolazione, che abbiamo sempre sentito al nostro fianco. Tutto quello che ci era necessario per affrontare l’emergenza ci è stato messo a disposizione.

Nella ricorrenza della fondazione dell’ospedale, il 23 giugno, quando la struttura compirà 733 anni, avremo modo di ringraziare tutti e di dare il giusto riconoscimento ai nostri operatori – medici, infermieri, operatori sanitari e amministrativi – che hanno fatto squadra”.

“La fondazione Santa Maria Nuova – ricorda Landini – ha allestito una mostra sui vaccini, che ne ripercorre la grande storia. È già stata esposta a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana. Poi, da Firenze andrà in tour a Prato e Pistoia. La battaglia sanitaria si combatte anche diffondendo conoscenza”.

Fondazione Santa Maria Nuova, ospedali Firenze in grande difficoltà

Firenze, Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova onlus, in una nota descrive la situazione di difficoltà in cui si trovano gli ospedali della Fondazione.

“Mantenere Firenze, Prato ed Empoli in zona rossa è stato un segno di responsabilità da parte della Regione Toscana. La situazione nei nostri ospedali non consente assolutamente il passaggio in zona arancione. – dice il presidente della Fondazione Santa Maria Nuova – Forse dovevamo mantenere tutta la Toscana in zona rossa, ma se i dati indicano che ci sono le condizioni per cambiare colore, allora ha fatto bene la Regione. Firenze, però, no: qui gli ospedali sono in sofferenza. Abbiamo più di 500 pazienti Covid ricoverati tra noi e Careggi, oltre 100 in rianimazione. Tutti malati gravi con necessità di ossigeno”.

“Abbiamo persino dovuto calibrare – spiega Landini, – il numero di pazienti tra i reparti per non sovraccaricare la portata di ossigeno. Sono malati che hanno bisogno di una quantità di ossigeno enorme. Abbiamo richiesto al Commissario straordinario Figliuolo altri 40 ventilatori che ci mancavano e sono arrivati. Circa il 30-40% dei ricoverati necessità di ventilazione. Passare nel Fiorentino alla zona arancione sarebbe stato un messaggio fuorviante alla popolazione”.

“C’è inoltre un dispiacere – prosegue Landini – per questo blocco dei vaccini. È triste vedere chiuso il centro Mandela Forum. Sappiamo che i vaccini sono l’unica arma che abbiamo e va perseguita con ogni sforzo. Sappiamo che il Governo valuta, tra le tante opzioni, di fare accordi fuori dall’Europa per avere i vaccini e penso sia una soluzione giusta. Noi siamo tutti europeisti, ma il vaccino è una necessità urgente. E se l’Europa non è in grado ad oggi di offrirlo, dobbiamo riuscire a reperirlo altrove. Non possiamo durare a lungo in questa condizione. Gli ospedali continuano a reggere e stanno dando assistenza a tutti, ma bisogna evitare una semplificazione in cui si pensa che si potrà uscire dalla crisi economica senza superare quella sanitaria. L’unica strada rimane la vaccinazione a tutti, con meno regole e in modo rapido”.

Covid: 700 anziani positivi curati in Rsa grazie alle unità Girot

I gruppi Girot (Gruppi intervento rapido ospedale territorio) stanno svolgendo un lavoro fondamentale per seguire e curare i pazienti anziani contagiati dal Coronavirus nelle strutture in cui sono ospitati: attualmente sono 700 quelli in cura in 30 Rsa dislocate nell’area fiorentina, empolese e nel Mugello.

Un’attività, spiega una nota, che è possibile grazie anche alla Fondazione Santa Maria Nuova Onlus che, con le donazioni ricevute dalla raccolta fondi lanciata per l’emergenza Coronavirus, ha acquistato cinque elettrocardiografi portatili, cinque ecografi portatili, cinque stampanti portatili e un’agenda multioperatore, strumenti fondamentali per dare efficacia a questi interventi.

I Girot erano stati organizzati per curare i malati no Covid a casa, ma, con la seconda ondata dell’emergenza sanitaria, da metà ottobre sono stati dirottati sui pazienti Covid delle Rsa per assisterli nelle strutture limitando il più possibile il ricovero in ospedale.

Le unità mobili sono formate da equipe medico infermieristiche che, in partenza dall’ospedale, agiscono sul territorio intercettando i malati e curandoli efficacemente sul posto, in collaborazione con il medico di medicina generale.

“L’epidemia di Coronavirus si contrasta in particolar modo rafforzando il territorio – commenta Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova – L’ospedale è sotto pressione, ma proprio per allentarla i malati vanno curati di più e meglio fuori. Per questo la collaborazione fra specialisti del Girot, giovani medici dell’Usca e medici di medicina generale è fondamentale. Solo uniti, facendo squadra ed implementando una rete di assistenza efficace, possiamo sperare di superare l’emergenza. Anche la creazione da parte della Regione degli alberghi sanitari assistiti (Asa) con la presenza all’interno di medici della Usca avrà più efficacia se questi medici avranno come riferimento gli specialisti ospedalieri del Girot, così da potere ridurre gli invii ai pronto soccorso in caso di aggravamento dei sintomi degli ospiti”.

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