Pisa: Ids non paga stipendio a 400 dipendenti

“L’azienda smetta di raccontarci il libro dei segni e presenti un piano industriale dettagliato e finalmente credibile”. Queste le richieste avanzate dalle rsu della Ids (Ingegneria dei sistemi), l’azienda che conta circa 400 dipendenti nelle sedi di Pisa, Roma, Napoli, Catanzaro e Grottaglie (Taranto) dopo il mancato pagamento degli stipendi di aprile.

Oggi i lavoratori hanno effettuato 4 ore di sciopero e un presidio davanti allo stabilimento pisano (che conta 200 addetti). “I vertici aziendali – ha spiegato Giovanni Alli, delegato Fiom di Ids, azienda attiva nel settore del system engineering – continuano a negare le gravi difficoltà finanziarie che attraversa il gruppo. Da notizie di stampa abbiamo appreso della cessione di ramo d’azienda della divisione Aeronavigazione che determinerà la perdita di circa il 50% dei 42 milioni di euro fatturati nel 2018. Senza prospettive chiare questa cessione servirà solo a prolungare l’agonia”.

Per mercoledì l’azienda ha convocato i lavoratori, ma le rsu chiedono il rispetto “delle relazioni sindacali con l’apertura di un tavolo di crisi regionale e nazionale che speriamo possa coinvolgere anche il ministero dello Sviluppo economico per fare finalmente chiarezza su quali siano le prospettive che ha in mente l’azienda per rilanciare la produzione. Anche perché da oltre un anno non paga le ritenute Irpef che ha comunque trattenuto e per le quali i dipendenti sono solidali nei confronti dell’erario”.

Massa, Cgil: “Bhge camuffa licenziamento in appalto”

Fiom-Cgil: “Non vogliamo pensare che la più grande azienda multinazionale presente in Toscana costruisca la propria competitività sulle spalle dei lavoratori che per vivere debbono lavorare”.

“Un licenziamento camuffato che riteniamo inaccettabile”: così la Fiom-Cgil definisce quanto accaduto a un lavoratore di una ditta che opera in subappalto presso lo stabilimento del Nuovo Pignone di Massa (Massa Carrara), a cui, spiega il sindacato, durante il giorno di malattia è stato comunicato con un messaggio telefonico che non doveva presentarsi al lavoro e che sarebbe stato collocato in ferie forzate. Al lavoratore è poi stato comunicato per raccomandata che, finite le ferie, dovrà andare al lavoro presso l’azienda da cui dipende, la Crosa di Scarlino (Grosseto).

“Non vogliamo pensare che la più grande azienda multinazionale presente in Toscana – dichiarano Massimo Braccini e Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Toscana e coordinatore del gruppo Bhge – costruisca la propria competitività sulle spalle dei lavoratori che per vivere debbono lavorare. In ragione di ciò, la Fiom-Cgil chiederà un incontro sia alla direzione aziendale Nuovo Pignone, sia alla Regione Toscana, al fine di definire un’intesa che regoli e garantisca tutti i lavoratori dello stesso ciclo produttivo sui salari, diritti e sicurezza”.

Bekaert: presidio Fiom a Firenze

Calosi (segretario FIOM Firenze) “Il 28 c’è un incontro presso il ministero dello Sviluppo economico – dove ci auguriamo che lì governo proponga un piano di reindustrializzazione serio e concreto”

‘Il filo non si spezza – noi siamo ancora qui – i lavoratori Bekaert’: questa la scritta sullo
striscione che i lavoratori dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) hanno esposto stamani alle 10 su Ponte Vecchio a Firenze, e poi ancora davanti alla prefettura, nel
corso del presidio organizzato dalla Fiom-Cgil per tenere alta l’attenzione sulla vicenda.
Sono 252 gli addetti ancora in attesa di notizie sui processo di reindustrializzazione dello stabilimento e del pagamento della Cig, reintrodotta ma ancora non autorizzata dall’Inps. “Il 28 c’è un incontro presso il ministero dello Sviluppo economico – ha osservato Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze – dove ci auguriamo che lì governo proponga un piano di reindustrializzazione serio e concreto, che preveda che tutti i lavoratori che sono rimasti ritrovino naturalmente occupazione nel processo di reindustrializzazione alle stesse condizioni economiche, normative, retributive e dei
diritti”

Una delegazione del sindacato ha incontrato in prefettura il prefetto di Firenze Laura Lega, che dopo un breve aggiornamento sullo stato attuale della vicenda Bekaert si è resa disponibile a continuare a monitorare la situazione prendendo contatti con il ministero.
Al ministro Luigi Di Maio, ha ricordato Calosi, “va riconosciuto che nel reintrodurre la Cassa integrazione ha fatto un’opera di restituzione di un maltolto, però adesso bisogna passare dalle parole ai fatti. Lui si era impegnato anche per quanto riguarda il processo di reindustrializzazione: il 28 marzo c’è un incontro, e vogliamo capire se è un processo valido
oppure no. Trovo un po’ bizzarro però che il ministro dello Sviluppo economico incontri il primo ministro bielorusso perché sembra che un’azienda bielorussa, di proprietà pubblica, sia interessata a rilevare la Bekaert, trovi il tempo di fare un comunicato stampa, ma ancora non abbia trovato il tempo per incontrare le organizzazioni sindacali”.

Aferpi: sindacati, 88% sì ad accordo cassa integrazione

Passata con l’88% di sì, su 451 votanti, la consultazione sull’ipotesi di accordo complessivo per cassa integrazione in deroga sottoposta ai lavoratori dello stabilimento di Piombino (Livorno). Oggi firma a Roma

E’ passata con l’88% di sì, su 451 votanti, la consultazione sull’ipotesi di accordo complessivo per cassa integrazione in deroga e accordo aziendale con Aferpi che i sindacati di Fim, Fiom, Uilm e Ugl hanno deciso di sottoporre ieri ai lavoratori dello stabilimento di Piombino (Livorno). Tutto ciò alla luce dell’assemblea di due giorni fa in cui i sindacati avevano illustrato ai lavoratori la mancanza di risposte da parte del Governo per la possibilità di agganciare la ex Lucchini al decreto 119 del 23 ottobre, al fine di prorogare per ulteriori 12 mesi l’ammortizzatore sociale alle attuali condizioni economiche, e i risultati ottenuti dagli incontri con l’azienda.

“Sulla base di questi risultati – hanno spiegato ieri i sindacati in una nota congiunta – e con la responsabilità di mettere in sicurezza i lavoratori, domani saremo a Roma per apporre la firma sulla cassa integrazione in deroga e l’accordo aziendale che tra le altre cose prevede l’anticipo della cassa integrazione. Rimane tuttavia sorprendente che il Governo attraverso alcuni suoi esponenti dia a tutto il territorio messaggi di sicurezza e serenità non corrispondenti alla realtà”.

“Di fatto – hanno sottolineato ancora i sindacati – saranno tolti ai lavoratori 250/300euro. Così facendo Piombino non è più considerato un sito strategico di interesse nazionale.
Continuare a dire che per Le ex Acciaierie sono stati finanziati ulteriori 12 + 13 mesi di cassa integrazione, non corrisponde alla realtà dei fatti che ci è stata esposta al ministero del Lavoro. Se non è un tentativo di salvare la faccia confondendo le acque non può che essere un segno di grande confusione, nella speranza non si tratti di incompetenza”. I sindacati confermano che continueranno ad incalzare l’azienda per il piano industriale, ma anche a chiedere “conto al Governo delle risposte che ad oggi non abbiamo avuto in quanto lo strumento che ci accingiamo a firmare potrà essere interrotto in qualsiasi momento per agganciare condizioni di miglior favore”.

Calosi (Fiom): “Su multiservice responsabilità Pd regionale”

“Un nuovo tavolo è stato convocato il 16 novembre in Regione”, lo afferma Daniele Ciollini della Fiom-Cgil sul caso dei lavoratori di multiservice.

“Se gli addetti Multiservice perderanno il lavoro la responsabilità è di un unico soggetto: il Pd a livello regionale”. Lo ha detto il segretario generale Fiom Cgil Daniele Calosi, a margine dell’incontro di oggi, a Firenze, a Palazzo Strozzi Sacrati sulla Multiservice, l’azienda fiorentina che ha annunciato il licenziamento a fine mese di 15 addetti al controllo delle caldaie nel Comune di Firenze.

I lavoratori hanno organizzato un presidio e consegnato una lettera al presidente della Regione Enrico Rossi. “Non ci sono stati passi in avanti – ha confermato Daniele Ciollini della Fiom Cgil, al termine dell’incontro -. Ad oggi non ci sono risposte, un nuovo tavolo è stato convocato il 16 novembre, in Regione”.

“A fine mese scade l’appalto con il Comune di Firenze, ma la Regione, ente a cui passa il servizio di controllo di efficienza energetica degli impianti termini, – ha continuato Ciollini – non ha trovato una soluzione alternativa. Abbiamo anche parlato di una proroga attuale del servizio, senza avere un riscontro positivo”. Per Calosi si tratta di “una situazione inaccettabile”.

La replica della Regione è affidata al consigliere per il lavoro del presidente della regione Toscana Enrico Rossi, Gianfranco Simoncini.

Il Consigliere ha precisato di voler “individuare soluzioni che consentano una ricollocazione di tutti i lavoratori”.

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