Sciopero contro caro-vita, Fiom: “Scelta tra pagare bollette o affitto”

Continua la mobilitazione Fiom sul caro-vita partita dalle Fonderie Palmieri (Calenzano) la scorsa settimana: si è svolto stamani lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ocem di Firenze con presidio davanti alla fabbrica.

Le lavoratrici e i lavoratori della Ocem di Firenze hanno scioperato oggi contro i fortissimi
rincari delle bollette: è il secondo appuntamento della mobilitazione indetta dalla Fiom provinciale, che proseguirà anche nei prossimi giorni. I lavoratori Ocem hanno scioperato
un’ora, dando vita a un presidio fuori dalla fabbrica, con la partecipazione del segretario generale della Fiom di Firenze-Prato-Pistoia, Daniele Calosi. “Se la bolletta elettrica prende un terzo dello stipendio – afferma il sindacato – chi deve lavorare per vivere non può arrivare alla fine del mese. Con l’arrivo dell’inverno si aggiungerà la bolletta del gas e se la politica non interviene con interventi strutturali, molti scenderanno sotto la soglia di povertà. Non si può andare avanti così, la politica e le istituzioni intervengano, adesso”. Un quadro che è destinato a peggiorare per i lavoratori che nei prossimi mesi “si troveranno a decidere tra pagare le bollette o pagare l’affitto”.

“C’è una tempesta perfetta all’orizzonte – continua Calosi –  se per le imprese aumenta il coste dell’energia, il costo delle materie prime e non regge sul mercato, è poi costretta a incidere sul costo del personale mettendo i lavoratori in cassa integrazione”

Particolarmente significativo il gesto fatto da Alessandro Cortini della Rsu aziendale, che ha mostrato le sue bollette personali dell’elettricità. “Tra l’anno scorso e quest’anno ci sono 300€ di differenza. – commenta – Non tutti potranno permetterselo. Io ho una moglie, in casa mia entrano due stipendi, ma ci sono tanti miei colleghi monoreddito che potrebbero non farcela. Rischiamo di arrivare a fine mese senza riuscire a risparmiare niente, senza poter mettere da parte dei soldi che poi potrebbero servire per l’università dei nostri figli, per la loro istruzione. Se alle bollette alle stelle sommiamo l’aumento dei costi dei generi alimentari e i prezzi della benzina diventa un problema. La politica non sta facendo niente per aiutare i lavoratori”.

La mobilitazione Fiom contro il caro bollette prosegue anche nei prossimi giorni: venerdì 23 settembre le lavoratrici e i lavoratori della Comesca e di La Fortezza hanno indetto uno sciopero dalle 10.00 alle 11.00. Dalle 10.30 alle 11.00 è in programma un presidio davanti alla fabbrica della Comesca in Viale J. F. Kennedy 168, Pianvallico (FI). Sarà presente il responsabile zona Mugello della Fiom Firenze-Prato-Pistoia, Antonio Puoti. Anche in questa occasione i lavoratori porteranno le loro bollette .

Simona Gentili ha intervistato Daniele Calosi, segretario generale della Fiom di Firenze-Prato-Pistoia, e Alessandro Cortini della Rsu aziendale.

Gkn: sindacati, progetto Qf fumoso. Regione: “Occorre un maggiore sforzo di chiarezza”

Campi Bisenzio, sindacati perplessi dopo il tavolo di lunedì al Mise sulla ex Gkn di, ora Qf Spa.

“Il piano industriale presentato da Borgomeo al tavolo del Mise rimane fumoso e privo di dettagli, senza effettivi sviluppi su cronoprogrammi e senza certezze sulle prospettive di mercato”, lamenta la Fiom-Cgil, che valuta invece positivamente la scelta di utilizzare per la ex Gkn, il veicolo dell’accordo di sviluppo.

Questo, secondo la Fiom, “permette la presenza di soggetti pubblici negli investimenti. Ciò dà la garanzia che il piano industriale presentato sia vagliato e monitorato dalle istituzioni pubbliche, come da tempo richiesto dalla Fiom e permette in futuro l’ingresso di ulteriori investitori o partners pubblici o privati”.

Anche secondo la Uilm-Uil il piano “appare purtroppo abbastanza aleatorio”, con dubbi che si spera “possano essere fugati da Invitalia che dovrà vagliare il piano e dal Ministero dello Sviluppo economico che si attiverà per esplorare la presenza di potenziali nuovi investitori”.

Critico il sindacato Usb: “I famosi investitori non ci sono, Qf di fatto balla da sola, e per poter muovere i suoi primi passi deve chiedere un intervento di Stato a coprire quasi la metà dei finanziamenti necessari a far partire la produzione”.

Perplessità sono state espresse anche dalla Fim-Cisl: “Il percorso che l’azienda aveva presentato alla fine del 2021, infatti, nelle sue parti più importanti non è stato realizzato – afferma il sindacato in una nota – e oggi ci troviamo di fronte ad uno scenario significativamente diverso. Questi elementi rischiano di compromettere l’affidabilità e la serietà degli impegni presi da Qf e la concretezza e realizzabilità del piano industriale”.

Secondo la Fim “contrariamente agli impegni presi nel progetto iniziale, non è stato trovato nessun investitore esterno”, per cui l’ipotesi illustrata nella riunione odierna “prevederebbe, infatti, una copertura finanziaria inferiore rispetto al progetto iniziale, tutta a carico di Qf e sostenuta dall’intervento pubblico”.

Fra gli elementi di incertezza, il sindacato chiede inoltre chiarimenti sulle modalità e le tipologie di ammortizzatori sociali da adottare, quale ruolo avrà il Consorzio Irislab, le modalità dell’intervento pubblico a partire dal ruolo di Invitalia.

Inoltre, sottolinea la Fim, è necessario che Qf “mantenga gli impegni sui livelli occupazionali previsti dall’accordo sindacale e che nel piano presentato oggi verrebbero sensibilmente messi in discussione”.

Don Ciotti: “Antimafia è una parola da mettere in quarantena permanente”

Firenze, don Ciotti, presidente di Libera, è intervenuto a un dibattito su lavoro e legalità nell’ambito della Festa della Fiom di Firenze.

“Antimafia è una parola da mettere in quarantena permanente – ha detto don Ciotti – perché “dietro ‘antimafia’ c’è tutto e il contrario di tutto: ci sono anche mafiosi che fanno l’antimafia, e lo abbiamo visto, lo tocchiamo con mano”.

Essere contro le mafie dovrebbe essere un fatto di coscienza – ha spiegato – e non una carta di identità da tirare fuori a seconda delle circostanze. Cosa signitica essere antimafia? C’è forse qualcuno che si dichiara apertamente a favore delle mafie? Non c’è nessuno: è di questo consenso unanime, preventivo, che hanno approfittato alcuni per fare dell’antimafia un cavallo di Troia del malaffare”.

Tangentopoli è stata “un’occasione persa” per le forze politiche, dopo che “solo Enrico Berlinguer aveva messo la testa sulla questione morale nei partiti – ha detto poi don Luigi Ciotti – Tangentopoli “era una straordinaria occasione di riflettere per le forze politiche: e la politica, la grande politica, non ha avuto la forza di guardarsi dentro in quel momento. Pochi ebbero il coraggio di affrontare la questione morale come anche una questione politica. Non è stato fatto, e lo paghiamo ancora oggi”.

“Le mafie hanno tratto grandi profitti anche durante la pandemia, e ricaveranno grandi profitti anche da una economia di guerra, che apre dei grandi varchi”. Oggi “la presenza criminale mafiosa è più forte al centro-nord che non al sud”, e le mafie “sono ancora più forti di prima”, ha detto don Ciotti, secondo cui “è un grande errore credere che le mafie, siccome non fanno più stragi, siano deboli, in via di estinzione come qualcuno ha detto. Le mafie in Italia godono ancora di coperture, di complicità a livello politico ed economico”.

Ex GKN: Borgomeo annuncia il closing per luglio, ma sindacati chiedono ‘concretezza’

“L’imprenditore Francesco Borgomeo ha annunciato la richiesta di ritiro della cassa integrazione per transizione, con ritorno alla cassa integrazione ordinaria, e si è impegnato al closing dell’accordo con gli ulteriori investitori in Qf per il mese di luglio”. Lo rende noto la Regione Toscana dopo l’incontro, svolto oggi nella sede della Giunta regionale a Firenze

La riunione, spiega una nota, è stata convocata dalla Regione, rappresentata dal presidente Eugenio Giani, dall’assessore al lavoro Alessandra Nardini e dal consigliere per le crisi aziendali Valerio Fabiani; presenti il sindaco della città metropolitana, Dario Nardella e quello di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi. Al tavolo, in attesa di una convocazione da parte del Mise, i sindacati, le rsu aziendali e l’imprenditore Francesco Borgomeo.

” Oggi siamo stati formalmente siamo stati convocati dalla Regione per la presentazione degli investitori e di un loro rappresentante legale” e “di fatto al tavolo, si è seduto un professionista rappresentante soltanto il progetto. Eravamo arrivati al tavolo per comprendere ulteriori dettagli della reindustrializzazione e della messa a terra del piano anche attraverso la presenza degli investitori. Tuttavia, la discussione è stata analoga a quelle precedenti”. Così Stefano Angelini della Fiom Cgil Firenze, e Simone Marinelli della Fiom Cgil nazionale, dopo l’incontro di oggi in Regione Toscana sul futuro dello stabilimento.

Per Angelini “la mancanza del passaggio con la presentazione del ruolo degli investitori nel progetto, che è stato ribadito che avverrà, porta a dire che al momento il piano industriale è ancora in stallo”. In sindacalisti Fiom spiegano, in una nota, che il rappresentante del progetto “ha riferito che gli investitori, che insieme a Borgomeo dovrebbero mettere in atto la reindustrializzazione, sono a perfezionare gli accordi tra di loro. L’eventuale closing è previsto entro luglio dall’accordo quadro firmato il 19 gennaio”.

La Fiom chiede che la “Regione giochi un ruolo più prominente e che pretenda maggiore concretezza del progetto proposto da Borgomeo attraverso una certificazione dei soggetti, la loro entrata all’interno del progetto. Fondamentale in questa fase è che il Mise torni a rivestire il ruolo di garante del percorso stabilito nell’accordo quadro del 19 gennaio. Riteniamo inoltre necessario approfondire il ruolo degli investitori all’interno dell’azienda e le azioni che si intende intraprendere da qui alle prossime settimane

🎧 Gilbarco, Fiom CGIL: adesione a sciopero 80%, domani si replica

Il 5 maggio in Regione è convocato il tavolo istituzionale per un confronto con l’azienda. A Firenze Gilbarco conta  167 dipendenti, tra diretti e interinali

La Gilbarco ha recentemente annunciato una riorganizzazione a livello internazionale, che comporterà a circa 70 esuberi. Benché non sia stata ancora aperta la procedura di licenziamento collettivo, ai lavoratori interinali è già stato comunicato che dal 1 luglio non saranno più in servizio presso lo stabilimento.

A seguito di queste dichiarazioni, sono state indette due mezze giornate di sciopero nella giornata di oggi e domani. “Lo sciopero di oggi pomeriggio ha grande adesione, con la partecipazione di circa l’80% di tutte le lavoratrici e i lavoratori al presidio davanti allo stabilimento fiorentino” dichiarano le RSU Fiom della Gilbarco.

E ancora “Ribadiamo la nostra totale opposizione al piano di riorganizzazione aziendale e ai preannunciati esuberi.E domani si replicheremo le 4 ore di sciopero di oggi”
Intanto il 5 maggio in regione è convocato il tavolo istituzionale per un confronto con l’azienda.

In via de’ Cattani, lo stabilimento della Gilbarco comprende più di 167 dipendenti, tra diretti e interinali.

Gilbarco s.r.l. è la filiale italiana di Gilbarco Veeder-Root, ma la sua storia italiana è precedente all’acquisizione. L’azienda è nata col nome di Logitron ed ha sempre operato sul mercato italiano.

Fiom: c’è ipotesi accordo quadro reindustrializzazione per Gkn

Per la GKN si prevede “la garanzia della continuità occupazionale e contrattuale per tutti i lavoratori sia durante il periodo ponte che dopo con la reindustrializzazione, comprendendo anche i lavoratori degli appalti”. Durante il periodo ponte “saranno utilizzati gli ammortizzatori sociali atti a governare al meglio le difficoltà congiunturali di questa fase”

La Fiom-Cgil, al termine del tavolo al Mise che si è tenuto da stamani alle 10.20, ha annunciato che è  stata raggiunta  un’ipotesi di accordo quadro sul percorso di reindustrializzazione dello stabilimento Qf Spa, la ex Gkn di Campi Bisenzio a Firenze.

“E’ grazie alla cura con cui le lavoratrici e i lavoratori hanno custodito lo stabilimento ex GKN  che oggi possiamo ripartire garantendo la continuità occupazionale”, afferma il sindacato.

Le parti, si legge in una nota, hanno concordato la garanzia della continuità occupazionale e contrattuale per tutti i lavoratori ex GKN, sia durante il periodo ponte che dopo con la reindustrializzazione, comprendendo anche i lavoratori degli appalti. Durante il periodo ponte “saranno utilizzati gli ammortizzatori sociali atti a governare al meglio le difficoltà congiunturali di questa fase – spiega la Fiom – con lo strumento della cassa integrazione ordinaria e con la cassa cosiddetta di ‘transizione'”.

La gestione dell’ammortizzatore sociale “prevederà anche accordi successivi – si legge ancora  nella nota- per l’anticipo della cassa e l’equa rotazione dei lavoratori, la maturazione integrale dei ratei e di indennità integrative. Le parti hanno anche stabilito che qualora al 30 agosto 2022, come previsto nel cronoprogramma per l’ex GKN, non dovesse concretizzarsi il progetto di riconversione industriale, sarà Qf stessa a farsene carico anche con la partecipazione di equity di Invitalia e di altri investitori privati”.

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