🎧 “Riprendiamoci la Scena”, dal Cesvot un festival itinerante per ripartire.

Undici gli appuntamenti in cartellone, uno per ciascuna delle 11 delegazioni territoriali di Cesvot. Tra gli ospiti Michele Serra, Alessandro Benvenuti, Lorenzo Baglioni, Bobo Rondelli. la direzione artistica affidata a Daniela Morozzi

“Riprendiamoci la scena” sarà un vero festival itinerante, curato dall’associazione culturale Lo Stanzone delle Apparizioni, con la direzione artistica di Matteo Marsan e Daniela Morozzi, che presenterà tutte le serate. Gli spettacoli si svolgeranno all’aperto (ore 21,30) l’ingresso sarà gratuito con prenotazione obbligatoria (vedi dettaglio di ogni evento). Tutte le informazioni su www.cesvot.it. Gli spettacoli saranno inseriti nei cartelloni di festival locali, in sinergia con gli enti locali che li promuovono.

La rassegna si aprirà venerdì 25 giugno in Piazza Gramsci ad Agliana (Pistoia) con lo  show comico Like del livornese Stefano Santomauro, che racconta manie e nevrosi dell’era delle comunicazioni social. La chiusura della rassegna Cesvot  è invece affidata a Michele Serra che sabato 28 agosto al Teatro Romano di Fiesole (Firenze) presenterà lo spettacolo L’amaca di domani. Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca. Le parole, con le loro seduzioni e le loro trappole, sono le protagoniste di questo monologo teatrale impudico e coinvolgente nel quale Serra apre allo spettatore la sua bottega di scrittura.

“Riprendiamoci la scena vuole essere un segnale di rinascita, un modo per ricominciare da ciò che di più prezioso abbiamo: la nostra arte, la nostra cultura e la sensibilità che in tal senso dimostrano molte amministrazioni locali toscane – spiega Federico Gelli, presidente di Cesvot – dopo un anno e mezzo di sospensione delle iniziative pubbliche, che da sempre hanno rappresentato una parte importante delle attività di Cesvot, affidiamo alla cultura il compito di aiutarci a tornare sui territori. Con questa iniziativa abbracciamo idealmente e concretamente il mondo dello spettacolo che tanto ha sofferto in questo periodo di pandemia e dedichiamo questa rassegna alle volontarie, ai volontari, alle comunità locali”.

Domenica 4 luglio, all’Anfiteatro Fonte Mazzola di Peccioli (Pisa – interamente realizzato con materiali eco-compatibili), l’attrice e cantautrice Margherita Vicario, accompagnata dall’Orchestra Multietnica di Arezzo, ci farà conoscere alcune delle donne straordinarie descritte in Storie della buonanotte per bambine ribelli, libro cult che con oltre un milione di copie vendute in tutto il mondo è diventato un movimento globale e un simbolo di libertà.

Il duo musicale Musica Nuda composto da Petra Magoni alla voce e Ferruccio Spinetti al contrabbasso sarà lunedì 12 luglio ai Giardini del Torrione di Santa Brigida – Empoli (Firenze) con un best del suo migliore repertorio, che comprende l’ultimo album Verso Sud, un viaggio musicale nel sud dell’Italia e del mondo in puro stile Musica Nuda e cioè con “Istinto” e “Libertà” sia nello scegliere il repertorio sia nel modo di interpretarlo, con leggerezza ma mai senza rispetto.

Il nuovo album Cuore libero che Bobo Rondelli presenterà in concerto al Teatro all’aperto di Monte San Savino (Arezzo) sabato 17 luglio è “dedicato a chi gioca d’azzardo all’amore, puntando il cuore sulle stelle, roulette dei desideri”. Un viaggio intimo e profondo dentro ai pensieri e ai ricordi di Bobo dove il tema ricorrente è l’amore, il perdono, lo spazio e l’intero universo.

Una serata all’insegna del divertimento alla Rocca Ariostesca di Castelnuovo Garfagnana (Lucca), martedì 20 luglio, con lo spettacolo Lorenzo Baglioni show, nel quale l’attore/cantante/comico fiorentino propone – in una inedita formazione a tre – molte delle canzoni e degli stornelli che lo hanno reso celebre sul web. Non solo musica però, anche tante risate con i monologhi comici scritti da Lorenzo insieme al fratello Michele.

Nel giardino di Villa Giamari a Montemurlo, venerdì 23 luglio Stefano “Cocco” Cantini e Antonello Salis sorprenderanno il pubblico con ArDuo, un concerto dove musiche originali, improvvisazioni e brani di levatura internazionale si uniscono in un continuo interplay dei due musicisti. Quella che lega Salis e Cantini è una vera e propria simbiosi musicale, una magia che coinvolge sax, pianoforte e fisarmonica.

Lunedì 26 luglio sarà la volta di Alessandro Benvenuti che al Teatro Le Ferriere di Follonica (Grosseto) presenterà il nuovo spettacolo Panico ma rosa. Un testo battuto al tempo presente quello dell’artista toscano, raccontato in prima persona con intensità, verità e comicità. Nei giorni della pandemia da Covid 19 Benvenuti racconta la propria esperienza del lockdown, raccolta giorno per giorno nelle pagine di un diario.

Sarà in scena al Giardino Palazzo Fantoni Bononi di Fivizzano (Massa Carrara), sabato 31 luglio, Novecento lo straordinario monologo di Alessandro Baricco, scritto per l’attore Eugenio Allegri: uno dei maggiori successi del teatro italiano degli ultimi decenni, in scena dal 1994 con oltre 600 repliche e più di 250 mila spettatori. Un successo clamoroso, trasposto poi in versione cinematografica dal regista premio Oscar, Giuseppe Tornatore (La leggenda del pianista sull’oceano).

In un ambiente unico come quello del Lago Alberto nella tenuta Bellavista Insuese di Guasticce – Collesalvetti (Livorno) sabato 21 agosto si potrà godere del suggestivo spettacolo lirico Mimì e le altre: un viaggio attraverso le più belle arie delle eroine della lirica, tra un pizzico di ironia, nostalgia e musica con 4 voci soliste, un’orchestra di 12 elementi e l’attrice Daniela Morozzi nei panni di una sarcastica commentatrice.

Venerdì 27 agosto, nel cuore del borgo di Monteriggioni (Siena) l’ensemble d’archi ORT Attack presenta in Tango 2021 #Piazzolla! programma esclusivo dedicato al grande compositore argentino nel centenario della nascita: tanghi, milonghe e i più bei brani di Astor Piazzolla insieme ad un medley delle musiche di Carlos Gardel, re del tango argentino.

Daniela Morozzi che presenterà le serate insieme ai presidenti delle delegazioni territoriali di Cesvot, racconta così il suo entusiasmo per questo progetto: “Quando Cesvot mi ha offerto la direzione artistica di una rassegna estiva di teatro e musica, con ben 11 date che toccassero tutte le province, ho pensato di essere davvero molto fortunata. A 53 anni è la prima volta che mi viene affidato un progetto così importante. Il 2021 è un anno complesso e fragile di cui tutte e tutti portiamo i segni. Mi ha appassionato il senso profondo che ha animato questa idea di Cesvot: investire in cultura per ripartire sostenendo lo spettacolo dal vivo, uno fra i settori più colpiti dalla pandemia. Con questa iniziativa nasce un’alleanza fra la comunità culturale e quella sociale. Non avrei potuto intraprendere questo viaggio se non coinvolgendo l’amico e collega Matteo Marsan e, con lui, tutti gli amici dell’associazione culturale Lo Stanzone delle Apparizioni. Se mai c’è stato un tempo in cui il mondo ha avuto bisogno dell’arte, questo tempo è ora”.

Secondo Leonardo Rossi, consigliere Cesvot e rappresentante delle delegazioni: “Il mondo del volontariato della nostra regione è da anni abituato a ritrovarsi nelle piazze in occasione delle feste organizzate dalle delegazioni territoriali di Cesvot. Quest’anno, nel rispetto delle regole dovute alla pandemia, è invitato a scegliere i suoi spettacoli preferiti all’interno del cartellone proposto da Riprendiamoci la scena. Sarà anche questo un modo per ritrovarci, per diffondere la conoscenza di Cesvot e per promuovere il volontariato”.

La cartella stampa con foto, video, manifesto e schede spettacolo è scaricabile a questo link: https://we.tl/t-IxjfTCNcNR

Cesvot è una organizzazione di volontariato (art.32 D.lgs. 117/2017) che svolge attività di interesse generale (art. 5) prevalentemente in favore di terzi. Cesvot svolge funzioni di Centro Servizi per il volontariato per il territorio della Toscana. Secondo il Codice del Terzo settore (D.lgs. 117/2017), i Centri di Servizio per il volontariato hanno il ruolo di organizzare, gestire ed erogare servizi di supporto tecnico, formativo ed informativo al fine di promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari negli enti del terzo settore con particolare riguardo alle organizzazioni di volontariato (art. 63). A tale scopo è assicurato loro un finanziamento stabile attraverso il Fun – Fondo unico nazionale, alimentato dai contributi delle fondazioni di origine bancaria. Sul territorio Cesvot è presente con 11 Delegazioni territoriali.

Vaccini anticovid, sondaggio Sociometrica: favorevoli 81% italiani

 

Il 7,5% della popolazione è fortemente decisa a non sottoporsi a vaccinazione contro il Covid-19. Un numero consistente che,  se fosse confermato, potrebbe determinare dei problemi rispetto all’obiettivo di vaccinare l’intera popolazione. Di contro, il 73,3% degli italiani è decisamente a favore del vaccino, senza se e senza ma. Se aggiungiamo a questa quota coloro che vorrebbero poter scegliere il siero da farsi somministrare si va a un totale di 80,9%. È una quota elevata, ma non è elevatissima. Il nodo è rappresentato principalmente dal 9,9% dei perplessi. E’ quanto emerge alla ricerca della Fondazione Italia in Salute, realizzata da Sociometrica, per rilevare su scala nazionale la propensione degli italiani verso la vaccinazione contro il Covid-19.

Ma chi sono questi italiani che rifiutano nettamente la vaccinazione? Prevalgono leggermente le donne rispetto agli uomini (8,6% contro il 6%); hanno tra i 46 e i 55 anni (13,5% contro la media del 7,5%) e sono residenti del nord est rispetto al resto del Paese (12,2%). Se a questi sommiamo coloro che nutrono perplessità sul vaccinarsi, si ottiene che quasi una persona su quattro nelle classi di età 26-35 anni e 46-55 anni  si mostra scettico sulla vaccinazione, dove il dubbio prevale nella classe più giovane e il rifiuto in quella maggiore. Sul resto della popolazione, e in particolare fra i giovanissimi e le persone più adulte, dice il sondaggio di sociometrica,  la percentuale dell’atteggiamento anti-Covid è al minimo.

Dalla ricerca emerge anche che, dal punto di vista dell’istruzione, chi non intende vaccinarsi ha di solito un livello basso di istruzione, come  la scuola media inferiore e un diploma delle scuole professionali (dove superano il 12%), mentre tra diplomati e laureati sono fermi intorno al 7%.

Considerando invece lo stato di salute delle persone,  sempre secondo quanto appurato da Sociometrica, è emerso che fra chi ha dichiarato di stare male – non essere in buone condizioni di salute, includendo qualunque tipo di patologia – nessuno ha risposto “non intendo fare il vaccino”. 

“Nel report di sociomtrica, i dubbi ed il rifiuto prevalgono nelle persone in buona salute per le quali è evidentemente più complicato digerire il concetto di prevenzione, a dimostrazione di quanto sia fondamentale avere anche un buona comunicazione per far comprendere a pieno il concetto di salute collettiva – commenta il presidente della Fondazione Italia in Salute, Federico Gelli -. I risultati dell’indagine dipingono un quadro in chiaroscuro: se è vero che la larga parte degli italiani è decisa e propensa alla vaccinazione per superare questo terribile periodo di emergenza, dobbiamo fare i conti un una quota notevole di persone che restano ancora scettiche, se non del tutto contrarie. Convincerle sarà dunque fondamentale per la buona riuscita della campagna vaccinale ed il raggiungimento dell’immunità di comunità”.

Quanto alla fiducia verso i vaccini, solo il 17,5% degli italiani è “totalmente fiducioso”, il 45,3%  si dice invece “abbastanza fiducioso”: in totale 62,8% di persone sono propense, con varia intensità, rispetto ai vaccini. La quota di popolazione che si è dichiarata senza dubbio del tutto pronta a vaccinarsi è del 73,3%. Abbiamo perciò circa 10 punti percentuali di differenza –  circa 10 milioni di persone – che pur avendo dubbi sull’affidabilità dei vaccini, sono comunque disposte a vaccinarsi. 

Venendo ai tipi di vaccini, quello che gode della maggiore fiducia è Pfizer-BioNTech, per il quale esprime molta fiducia il 35,6% e abbastanza fiducia il 45,8%. Di contro, per AstraZeneca addirittura il 43,3% degli italiani esprime un sentimento “poca fiducia”. “Una corretta comunicazione sui benefici e rischi dei singoli vaccini, sia da parte delle Istituzioni che degli operatori sanitari è fondamentale per registrare un’ampia adesione dei cittadini alla campagna”, conclude Gelli.

Gelli, governi dovrebbero far cadere brevetti sui vaccini

Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute, si dice favorevole alla deroga sui brevetti per liberalizzare la produzione dei vaccini contro il Covid in modo da renderli universalmente disponibili a tutti.

Presidente Gelli perché i Governi dovrebbero intervenire sui brevetti dei vaccini delle multinazionali del farmaco?

“È un impegno da raggiungere in tempi brevissimi attraverso strumenti normativi e legislativi perché siamo in una situazione pandemica globale mai vista. È chiaro che ci vuole un intervento pubblico che sia a garanzia di tutti, perché il problema sono le disparità che si potrebbero venire a determinare tra paesi ricchi che possono permettersi di acquistare il vaccino e paesi poveri che invece dovranno aspettare il corso l’evoluzione della pandemia con milioni di decessi. Non c’è altra strada se non quella di un intervento pubblico del governo nazionale e dei governi europei che possano intervenire nel merito della cosiddetta sdoganatura dei brevetti che sono legati soprattutto a gli aspetti della gestione tecnologica dei dispositivi che vengono utilizzati nella realizzazione di questi vaccini”.

“Si parla di piattaforme tecnologiche e dobbiamo ricordare che il dibattito che si è acceso in queste ore in cui si parla del tema della proprietà intellettuale. Il tema della proprietà intellettuale non è vero che non è un problema come qualcuno sta dicendo è un problema perché legato alla proprietà intellettuale appunto ci sono i brevetti legati alle piatteforme tecnologiche che determinano lo sviluppo di vaccini. Ci sono state richieste nel passato e le multinazionali farmaceutiche si sono opposte totalmente”.

Ma non siamo in ritardo? Si valuta che ci vogliano sei, otto mesi prima arrivare effettivamente a produrre i vaccini su licenza?

È vero, ci sono delle responsabilità dell’Unione Europea su questo e ci sono delle responsabilità del nostro governo nazionale, non c’è ombra di dubbio, e credo che uno dei motivi per il quale è il commissario Arcuri sia stato in qualche modo allontanato sia perché, oltre ad acquistare le mascherine, peraltro in maniera tutta discutibile, forse doveva prevedere questi passaggi, le nostre industrie ovviamente erano in grado già sei mesi fa di poter iniziare a progettare ideare e capire come fosse possibile adattare i propri stabilimenti alle sfide della creazione di non solo di vaccini, che uno dei punti fondamentali, ma anche alla produzione di terapie innovative che saranno l’altra infrastruttura fondamentale per la lotta alla pandemia, non ci dobbiamo sempre dimenticare che gli strumenti sono tre: la prevenzione, le vaccinazione e le terapie innovative, anche su questo siamo molto indietro”.

Cesvot: allarme solitudine tra i giovani

Il dato è contenuto nella ricerca “Opinione pubblica e volontariato in Toscana”, condotta dal Cesvot – Centro Servizi Volontariato Toscana in collaborazione con Sociometrica . Per 7 toscani  su 10 è necessario “aiutare chi ha bisogno”.

Il 96,9% della popolazione lo conosce,  il 16% della popolazione lo pratica, l’87,5% lo giudica molto positivo ed il 73% addirittura fondamentale: sono questi alcuni dei numeri del Volontariato in Toscana che emergono dalla ricerca “Opinione pubblica e volontariato in Toscana”, condotta dal Cesvot – Centro Servizi Volontariato Toscana in collaborazione con Sociometrica. L’indagine ha coinvolto un campione della popolazione toscana*.

In crescita rispetto allo scorso anno  la risposta di chi dichiara sia necessario aiutare chi ha bisogno. Lo scorso anno era il 64,8% della popolazione, adesso è il 69,6%. E quali sono le categorie che meritano maggiormente l’aiuto dei volontari? Secondo l’indagine Cesvot al primo posto, con il 53,7% ci sono gli anziani non autosufficienti, con un aumento di oltre il 4% rispetto al 2020. La seconda categoria più indicata è quella dei poveri e indigenti che è cresciuta di 12 punti rispetto allo scorso anno e si attesta al 44,6%. Al terzo posto le persone disabili con il 35,5% e al quarto le donne vittime di violenza domestica. Sotto il 10% le ultime tre categorie indicate nell’indagine: senza fissa dimore, immigrati e dipendenze.

L’indagine ha sondato anche il parere della popolazione toscana su alcuni aspetti del sistema sanitario. È stato chiesto se, alla luce della pandemia, sia migliore un modello fondato sui grandi ospedali o uno più centrato sui presidi territoriali. Il 38,6% dice di preferire una presenza più capillare nel territorio. Si è chiesto poi quale peso dovesse avere il Terzo settore nella sanità e l’86% degli intervistati ha dichiarato un ruolo fondamentale e/o importante principalmente sulle seguenti attività: assistenza domiciliare 58,2%, trasporto sanitario 30%, consegna dei farmaci a domicilio 28%, attività di supporto nelle maxi emergenze18,9%.

Una sezione dell’indagine è stata dedicata a indagare l’impatto dell’epidemia sulla psiche collettiva. Il 77% (oltre due abitanti su tre) dichiara di avvertire una crescita della solitudine, la maggior parte sono i giovanissimi. Il 40,1% dichiara che è cresciuta più la diffidenza che la solidarietà (25,3%) e, ancora una volta, sono i più giovani a denunciare una crescita della diffidenza. Da segnalare anche l’impatto che ha avuto sulla popolazione la chiusura dei circoli ricreativi a causa del Covid: per il 79% delle persone questi luoghi di aggregazione svolgono un ruolo importante e/o fondamentale.

Per Federico Gelli, presidente di Cesvot, “I dati confermano che la società toscana è matura e altruista, che pratica solidarietà e accetta la sfida di occuparsi dell’interesse collettivo e di impegnarsi nel volontariato. E questo malgrado viviamo nel tempo di un’epidemia che, con l’obbligo del distanziamento sociale, ha colpito profondamente il mondo del Terzo settore.

I residenti in Toscana mostrano di gradire la presenza dei volontari soprattutto nel campo della salute e chiedono un sistema sanitario regionale più presente nel territorio, non solo centrato sui grandi ospedali, dove il Terzo settore abbia un ruolo ancor più importante di adesso. I volontari, nella percezione dei Toscani, hanno esperienza solida di relazioni umane e una ramificazione territoriale che può tornare utile ad un potenziamento della rete di assistenza territoriale.

Non mancano, in questa indagine, aspetti che destano preoccupazione: per la prima volta si riscontra una crescita della diffidenza rispetto alla crescita della solidarietà e una crescente sensazione di solitudine. Soprattutto fra i giovani. Sono segnali di malessere, da non trascurare. I luoghi del volontariato possono essere per i ragazzi palestre di vita, di incontri e di relazioni. Negli ultimi tre mesi grazie alla nostra campagna Passa all’azione diventa volontario abbiamo aiutato a diventare nuovi volontari quasi 400 persone il 12% dei quali sono ragazzi sotto i 30 anni. Ancora pochi.

Infine un dato che è di grande orgoglio per me e per tutti coloro che a vario titolo collaborano con il Centro Servizi: da questa indagine, che ricordiamo essere campionaria e non rivolta gli addetti ai lavori, risulta che Cesvot è noto al 53,3% della popolazione toscana”.

Cesvot, volontariato per sostenere le associazioni colpite dal Covid

“Passa all’azione, diventa volontario” è la nuova campagna di Cesvot per la promozione del volontariato. Tutte le informazioni sulla pagina www.diventavolontario.it

La campagna ha l’obiettivo di promuovere nuove adesioni di volontari alle attività degli enti del terzo settore, nonché di rinforzare la motivazione dei volontari già attivi e di sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà.

Si tratta di una campagna multimediale e multisoggetto: 1296 affissioni, manifesti e poster, in 84 comuni della Toscana sopra i 10 mila abitanti. La campagna sbarcherà anche sui social. Le video clip raggiungeranno 940mila utenti social con l’obiettivo di raggiungere oltre 4 milioni di contatti.

“Si tratta di un progetto importante – ha commentato Federico Gelli, presidente di Cesvot – la cui realizzazione ha richiesto mesi di lavoro. Dalla condivisione degli obiettivi con i principali esponenti del terzo settore toscani alla definizione del target a cui rivolgersi. Abbiamo scelto la strada più oggettiva possibile. Sapevamo, da una recente ricerca svolta per noi da Sociometrica, che oltre 200mila toscani di età compresa fra i 30 ed i 54 anni, ad alta scolarizzazione, conoscono e apprezzano il mondo del volontariato e si dichiarano pronti a mettersi in gioco. Queste persone immaginano di iniziare la loro esperienza di volontari con associazioni locali valorizzando così la prossimità e le relazioni personali. Ecco, con questa campagna abbiamo voluto parlare a questo spaccato di società con alto senso civico, pronto ad impegnarsi in prima persona. Oggi, che tanti enti del terzo settore soffrono di difficoltà economiche ed organizzative dovute all’impatto della pandemia, aver attivato una potente sensibilizzazione all’attività volontaria potrà contribuire a salvare loro dal declino che pare annunciarsi.”

Le persone che vorranno iniziare un’esperienza di volontariato potranno consultare la pagina www.diventavolontario.it  dove troveranno tutte le informazioni per orientarsi ed il contatto con il personale dell’associazione più idonea.

Cesvot: “Toscani molto propensi alla generosità”

?Firenze, presentata la prima indagine demoscopica sulla popolazione toscana svolta da Sociometrica per conto di Cesvot: oggetto principale dell’indagine capire cosa sanno e cosa pensano i toscani del volontariato e dei volontari.

Il dato principale che emerge dall’indagine commissionata da Cesvot è quello che i toscani conoscono ed apprezzano il volontariato, lo fanno e sono disponibili a farlo.

Ecco i dati più importanti: oltre il 90% della popolazione conosce il volontariato; il 66% ne ha una conoscenza diretta, o perché l’ha fatto personalmente (15,3 %) o perché conosce personalmente persone che lo hanno fatto (51,1 %). Soltanto il 14% conosce il volontariato tramite i mezzi di informazione. La conoscenza del volontariato è perciò diretta e personale. Il dato ancora più eclatante deriva però dalla stima di quanti in Toscana nel corso della loro vita hanno fatto (o fanno tuttora) attività di volontariato: si tratta di ben 450mila persone.

Inoltre, tra coloro che non hanno mai fatto volontariato, si stima che ben 200mila persone sarebbero disposte a farlo, circostanze di tempo e tipo di attività permettendo. In questo caso, a essere preferite non sarebbero le associazioni con grandi brand nazionali e internazionali, ma le associazioni locali, segno che la prossimità e le relazioni personali siano gli elementi più attrattivi e determinanti per sviluppare la disponibilità verso il volontariato.

Per Federico Gelli, presidente di Cesvot, “I dati che emergono ci parlano di una società matura ed altruista, che pratica solidarietà e che rispetta e apprezza chi si dedica agli altri, all’ambiente ed ai beni comuni in genere. È una popolazione che ritiene giusto che i cittadini facciano la loro parte, insieme alle istituzioni pubbliche, per migliorare la qualità della vita di tutti, in primis delle persone più deboli. Insomma, un patrimonio di valori, di pratiche e di disponibilità che supera ogni più rosea aspettativa. Ci piace pensare che questo ritratto indurrà ancora di più la classe politica presente e futura ad avere cura del tessuto sociale di questa regione, la cui popolazione sembra conservare un DNA altruistico e disponibile, tanto difficile a ricostruire quando viene a mancare”.

Inoltre, per il 74,2% delle persone intervistate le attività di welfare devono essere prevalentemente svolte dallo Stato, sebbene si consideri fondamentale l’apporto dei cittadini, delle istituzioni, delle associazioni e delle imprese della società civile. La disponibilità complessiva a svolgere attività di volontariato registra risposte positive per il 96,5% delle persone intervistate, al di sopra della media nazionale del Rapporto Censis 2019 (64,1%). Questa percentuale si distingue in persone che si dichiarano totalmente disponibili a svolgere attività di volontariato (33,6%), occasionalmente (49%), in caso di eventi eccezionali (13,9).

Anche l’atteggiamento generale verso il bisogno è positivo per il 98,5% delle persone e si suddivide tra chi sostiene che si debba sempre aiutare (64,8%), chi sostiene che si debbano scegliere bene i destinatari (30,8%), aiutare solo chi si conosce (2,9%). Tra le categorie considerate più “meritorie” di ottenere l’aiuto del volontariato: anziani non autonomi (49,1%), malati (35,1%) e disabili (34,8%).

Per quanto riguarda il livello di conoscenza del volontariato ben il 74% della popolazione ritiene il volontariato come un fatto positivo e fondamentale per la società. Altro dato rilevante è che la classe d’età più favorevole al volontariato è quello più impegnata sul lavoro, dai 30 ai 54 anni. Per il 74,8% delle persone i volontari “fanno del bene agli altri e sono da ammirare”… Anche per quanto riguarda le organizzazioni non governative il 48,9% dei toscani sostiene che si tratta di associazioni che fanno il bene e che sono da ammirare.

CesvotGimmy Tranquillo ha intervistato Federico Gelli, presidente di Cesvot:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/02/200212_01_RAPPORTO-CESVOT_GELLI.mp3?_=4
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