Bancarotta, al via a gennaio processo a madre Renzi a Cuneo

Inizierà il 15 gennaio, a Cuneo, il processo nei confronti di Laura Bovoli: la madre dell’ex premier Matteo Renzi, assente all’udienza filtro di oggi, è accusata di bancarotta fraudolenta e emissione di fatture false per operazioni inesistenti per i rapporti che la società di famiglia, la Eventi 6 di Rignano sull’Arno, intratteneva con una società cuneese di volantinaggio, la Direkta, fallita nel 2014.

La madre di Matteo Renzi, assistita dall’avvocato Federico Bagattini, sarà sentita nel corso del processo. Secondo la Procura di Cuneo, Bovoli e gli altri cinque imputati avrebbero commesso irregolarità su alcune note di credito; la Direkta srl avrebbe approfittato di fatture false e note fittizie per far quadrare i conti e il bilancio.

L’inchiesta, nata da alcuni accertamenti dell’Inps, che è parte lesa, è stata condotta dalla guardia di finanza di Cuneo. Ci sono agli atti note di credito del valore di decine di migliaia di euro emesse dalla società cuneese che, prima di fallire, avrebbe operato come subappaltante della Eventi6, restituendo una percentuale al committente. Il processo deve stabilire se si trattò di bancarotta o di un normale fallimento.

Bomba Firenze, chieste condanne fino a 11 anni

I pm Filippo Focardi e Beatrice Giunti hanno chiesto condanne fino a 11 anni nel processo a carico di 39 anarchici imputati a Firenze per vari episodi tra cui, il più grave, il tentato omicidio dell’artificiere della polizia di Stato Mario Vece, rimasto ferito gravemente a causa dello scoppio di un ordigno posizionato la notte del Capodanno 2017 alla libreria il Bargello, vicina a CasaPound.

Le condanne maggiori sono state chieste proprio per i quattro anarchici accusati di tentato omicidio per l’episodio di Capodanno: 10 anni di reclusione per Salvatore Vespertino, 11 per Giovanni Ghezzi, 10 anni e mezzo per Pierloreto Fallanca e 10 anni per Salvatore Almerigogna.
“La mattina dell’1 gennaio 2017 il mondo giudiziario fiorentino si è svegliato col rumore di una bomba”, ha affermato il pm Filippo Focardi nella sua requisitoria sottolineando che “si tratta della prima bomba piazzata a Firenze nel Dopoguerra, se si esclude l’autobomba dei Georgofili”. Nel suo intervento il pm Focardi ha ripercorso alcuni episodi antecedenti rispetto al Capodanno 2017, anche questi contestati nell’ambito del processo, tra cui il lancio di molotov contro una caserma dei carabinieri a Rovezzano e l’esplosione, sempre in precedenza, di una bomba carta contro la saracinesca della libreria il Bargello, quando questa di trovava in una sede diversa da quella colpita a Capodanno.
“Episodi – ha detto Focardi – che indicano il sorgere di un’associazione estremamente pericolosa”, che era “già cristallizzata fin dall’autunno precedente” al Capodanno 2017. Il gruppo anarchico, ha sostenuto Focardi, aveva fin dall’inizio come scopo associativo quello di fare “resistenza agli organi dello Stato ogni qualvolta se ne fosse presentata l’occasione”. Sempre secondo quanto sostenuto da Focardi nella sua requisitoria, la bomba esplosa il primo gennaio 2017, “fu effetto di un’accelerazione imposta da qualcuno di fuori”, esterno al gruppo degli anarchici fiorentini.
In totale, nella requisitoria i pm Focardi e Giunti hanno chiesto 39 condanne: oltre ai quattro anarchici imputati di tentato omicidio per la bomba esplosa alla libreria Il Bargello, sono state fatte richieste per altri 35 esponenti dell’area anarchica a cui vengono attribuiti, a vario titolo, numerosi episodi avvenuti nel territorio di Firenze. Così, in un’inchiesta che ha visto contestare reati come danneggiamento, violenza, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni, imbrattamento, fabbricazione e porto di esplosivi, detenzione di artifici pirotecnici, rifiuto di fornire le generalità, i pm hanno chiesto condanne da 15 giorni a 7 anni.
L’avvocato Federico Bagattini ha reso noto che il suo assistito, l’artificiere della polizia di Stato Mario Vece, parte civile, ha chiesto danni per 2 milioni di euro ai quattro anarchici accusati di tentato omicidio per le lesioni permanenti riportate per lo scoppio dell’ordigno. “Un milione di euro – ha precisato Bagattini – sarà destinato al Fondo assistenza per il personale della polizia di Stato”. Tra le altre parti civili, c’è il sindacato di polizia Siulp, sempre rappresentato da Bagattini, che ha chiesto agli stessi quattro anarchici imputati di tentato omicidio 100.000 euro di danni, di cui 50.000 da destinare al Fondo assistenza per il personale della polizia di Stato.

Fatture false, sentenza prevista il 7 ottobre

È prevista per il 7 ottobre prossimo la sentenza del processo per emissione di fatture false che vede imputati a Firenze i coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli e l’imprenditore Luigi D’Agostino.

Lo ha annunciato nel corso dell’udienza del processo per presunte fatture false di questa mattina, durante la quale si è conclusa la fase istruttoria, il giudice Fabio Gugliotta. Il 7 ottobre sono previste la requisitoria della pm Christine Von Borries, che parlerà per circa un’ora, e gli interventi dei difensori e delle parti civili, al termine dei quali è prevista la camera di consiglio.

I coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli, tramite i loro legali, hanno depositato ciascuno dichiarazioni spontanee scritte al processo di stamani. Nessuno dei due questa mattina era presente in aula. In queste dichiarazioni, ha spiegato uno degli avvocati della coppia, Federico Bagattini, “i coniugi Renzi hanno sostenuto quello che i loro difensori hanno già anticipato, e cioè che le due fatture sono assolutamente vere, relative a prestazioni effettivamente eseguite, e che tutte le tasse e le imposte relative a questa fatturazione sono state regolarmente versate”.

In un passaggio della memoria, Tiziano Renzi afferma: “Ho sempre lavorato: non ho avuto bisogno di avere il figlio premier per lavorare”, “ho sempre lavorato e dato lavoro. Chi dice il contrario mente”. “Non c’è nessuna fattura falsa solo tante tasse vere – si difende – tutte pagate fino all’ultimo centesimo: questo è ‘oggettivamente esistente'”. L’uomo continua scrivendo “mi indigno quando sento parlare di evasione, di lavoro nero, di assurdità che non mi hanno mai riguardato” e, “quando mio figlio è diventato presidente della Provincia nel 2004 la prima conseguenza è stata abbandonare tutti i rapporti con società partecipate di enti pubblici, a cominciare da quello con la Centrale del Latte di Firenze”.  “Se è un reato chiamarsi Renzi, allora sono colpevole, non c’è bisogno nemmeno di celebrare un processo. Giudicatemi, invece, per le prestazioni che ho svolto e per le tasse che ho pagato, non per il nome che porto”, aggiunge, “sentirsi accusato di falsa fatturazione per chi ha sempre pagato tutte le tasse fino all’ultimo centesimo è avvilente”.

“Mi scuso per non essere in aula. Ho quasi 70 anni e non ho mai avuto nessun problema con la giustizia fino agli ultimi 12 mesi dove sono passata da cittadina irreprensibile a criminale incallita, da nonna premurosa a lady truffa, per quello che vedono i miei nipoti sui social network”. Lo dichiara Laura Bovoli, nelle memorie scritte presentate come dichiarazioni spontanee nel processo.

“Non reggo l’emozione. E non mi va di piangere in pubblico – aggiunge Bovoli -. Quello che è certo è che non truffato nessuno, ho sempre pagato tutte le tasse e ho seguito le stesse procedure che hanno consentito di lavorare per 35 anni senza nessun problema e creando qualche posto di lavoro”. “Io non sono una lady truffa – ribadisce -. Spero che la giustizia possa appurarlo e spero soprattutto che i miei nipoti possano vedere riconosciuta la verità”. “Sono una nonna di dieci ragazzi e bambini – si legge ancora nel documento depositato oggi dai suoi legali – e ho vissuto con dolore il modo nel quale i media hanno descritto la mia vita”.

L’imprenditore Luigi D’Agostino questa mattina ha rilasciato dichiarazioni spontanee al processo: “Quando ho visto l’importo delle fatture sono rimasto perplesso, ma i coniugi Renzi erano i genitori del Presidente del Consiglio, ho subito la sudditanza psicologica e ho ritenuto di non contestare le fatture. Dopo questo fatto non ho più avuto rapporti di lavoro con Tiziano Renzi”. “Non ho fatto nessuna fattura falsa – ha aggiunto – e non ho truffato nessuno”. Al termine dell’udienza D’Agostino si è fermato a parlare con alcuni cronisti: “In quel periodo parliamo di una delle persone più potenti d’Italia, per cui non è che mi metto a discutere con il padre del Presidente del Consiglio” ha affermato ancora, facendo riferimento a quanto dichiarato in aula.

D’Agostino è accusato tra l’altro di truffa, per aver attestato la veridicità di una delle due presunte fatture false – quella da 140.000 euro – con Remi’ Leonforte, che gli era succeduto nell’incarico di amministratore della Tramor srl, la società che aveva commissionato gli studi di fattibilità alle imprese riconducibili ai Renzi e che poi fu acquistata dalla Kering. D’Agostino ha spiegato che la Kering non avrebbe subito alcun danno poiché avrebbe acquistato la Tramor per un prezzo iniziale di 27 milioni di euro, dal quale però furono sottratti circa 4 milioni, relativi alle voci passive del bilancio della srl, tra cui appunto figurerebbero anche le fatture oggetto dell’inchiesta.

Quanto alle dichiarazioni dell’imprenditore Luigi D’Agostino, parlando coi giornalisti Bagattini ha precisato che “se le avesse ritenute esose avrebbe dovuto non pagarle”. Tuttavia, ha precisato ancora Bagattini, “se le ha considerate esose vuol dire che la prestazione c’era”.

E’ di una settimana fa la notizia che Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno rinunciato a essere esaminati dalle parti.

Madre Renzi: aperta e subito rinviata udienza per bancarotta

E’ stata aperta e subito rinviata a settembre, in tribunale a Cuneo, l’udienza filtro per Laura Bovoli, madre dell’ex premier Matteo Renzi, accusata di bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

La madre dell’ex sindaco di Firenze, rinviata a giudizio lo scorso febbraio, è accusata di bancarotta fraudolenta e emissione di fatture per operazioni inesistenti per i rapporti che la società di famiglia, la Eventi 6 di Rignano sull’Arno, intratteneva con una società cuneese di volantinaggio, la Direkta, fallita nel 2014. L’indagine, condotta dalla guardia di finanza, aveva coinvolto anche Mirko Provenzano, amministratore della Direkta Srl, già condannato per reati fiscali, che aveva patteggiato la bancarotta.

La donna e il marito Tiziano Renzi sono inoltre indagati dalla procura di Firenze per un’accusa di bancarotta relativa al fallimento della cooperativa Marmodiv, della quale secondo gli inquirenti sarebbero stati amministratori di fatto e sono coinvolti nell’inchiesta per bancarotta fraudolenta e false fatture relative alle cooperative Delivery service Italia ed Europe Service.

Laura Bovoli, assistita dall’avvocato Federico Bagattini, legale di fiducia dei genitori di Renzi che per la vicenda Cuneese si avvale della collaborazione dell’avvocato Stefano Bagnera, non era presente in aula.

Genitori Renzi, Tiziano indagato in nuova inchiesta

Il reato ipotizzato per Tiziano Renzi sarebbe quello di traffico di influenze.

Tiziano Renzi sarebbe indagato dalla procura di Firenze con l’accusa di traffico di influenze illecite. La notizia è riportata sul quotidiano la Verità e sul settimanale Panorama in edicola oggi.

La nuova inchiesta sarebbe alle prime fasi, tanto che neppure il legale del padre dell’ex premier, avvocato Federico Bagattini, ne sarebbe stato al corrente, e sarebbe partita dall’indagine che ha portato Tiziano Renzi e la moglie, Laura Bovoli, a processo per presunte fatture false emesse dalle loro società. Bocche cucite alla procura, che a febbraio aveva ottenuto gli arresti del padre dell’ex premier e della moglie, poi revocati, nell’ambito di un’inchiesta per bancarotta fraudolenta e fatturazioni per operazioni inesistenti. In base a quanto riportato su la Verità e su Panorama, gli accertamenti che avrebbero portato all’iscrizione di Tiziano Renzi sul registro degli indagati per traffico di influenze, sarebbero relativi al periodo in cui il figlio era presidente del Consiglio dei ministri.

Coniugi Renzi, assenti all’udienza preliminare

Udienza organizzativa, assenti genitori di Matteo Renzi. Presente invece Luigi Dagostino, l’altro imputato del processo.

Breve udienza tecnica, organizzativa, al tribunale di Firenze per l’inizio del processo che vede imputati Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, in un procedimento per presunte fatture false emesse da loro società. I coniugi Renzi non erano in aula, presente invece l’imprenditore Luigi Dagostino, imputato insieme ai genitori dell’ex segretario del Pd.

Il processo è stato rinviato al 20 maggio dopo che il tribunale ha incaricato un perito per le trascrizione delle intercettazioni effettuate nel corso dell’inchiesta, e ammesso le prove portate da accusa e difesa. Fissato anche il calendario delle prossime udienze.

Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono imputati di utilizzo di fatture false. Il processo ha per oggetto due fatture emesse nel 2015 dalle società Party (20.000 euro più Iva) e Eventi 6 (140.000 più Iva), per consulenze sulla fattibilità di un’area ristorazione e per studiare attività utili a convogliare turisti asiatici al centro commerciale The Mall che fa capo al ‘re degli outlet’ Luigi Dagostino. Le fatture furono pagate alle società dei Renzi dalla Tramor di Dagostino. Ma secondo i pm Luca Turco e Christine von Borries le consulenze oggetto degli importi sarebbero state finte, ossia le società dei Renzi avrebbero intascato denaro per “operazioni inesistenti”, per prestazioni mai compiute.

Per le difese invece le consulenze furono fatte e vennero regolarmente saldate. Parlando della posizione del suo assistito, l’avvocato Alessandro Traversi afferma che “non c’è dolo nella condotta di Dagostino. Avendo pagato integralmente le fatture contestate, manca l’elemento della finalità dell’evasione fiscale”, che è connaturato all’utilizzo di fatture false, “anzi ha pagato un’Iva superiore al dovuto, quindi tale finalità non esiste”. Il calendario prevede altre udienze il 3 giugno, 8 luglio, 15 luglio e 7 ottobre. L’udienza è anche la prima tenuta al tribunale di Firenze dal giudice Fabio Gugliotta, da poco in organico nel capoluogo toscano, ed è stata preceduta da un saluto a lui rivolto dallo stesso avvocato Traversi a nome del foro fiorentino.

“E’ stata un ‘udienza tecnica, di passaggio – ha spiegato l’avvocato Federico Bagattini, difensore dei genitori di Renzi -. Non era necessaria la presenza dei miei assistiti, che invece parteciperanno alle udienze per le quali ci sarà bisogno che siano in aula e quando sarà utile.”

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