Firenze: centri massaggi-case appuntamenti, 3 arresti

Tre cittadine cinesi sono state poste agli arresti domiciliari, in esecuzione di una misura cautelare del tribunale di Firenze, su richiesta della pm Ester Nocera, per reclutamento e sfruttamento della prostituzione.

Le donne, di età compresa tra i 30 e 40 anni, avrebbero reclutato giovani da far prostituire in tre centri benessere, nella zona di Firenze sud, pubblicizzati anche su internet.
Secondo gli investigatori della guardia di Finanza, le operatrici, durante le sedute, avrebbero proposto ai clienti prestazioni particolari in cambio di pagamenti extra. A insospettire gli investigatori, il viavai di uomini e, in particolar modo anziani, nei tre istituti di estetica.

Firenze, turista morto in albergo: procura apre fascicolo per omicidio colposo

La pm Ester Nocera ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti, sul caso del turista trovato morto  sabato 16 luglio in una camera di albergo in via vicolo dell’Oro, nel cuore di Firenze. La compagna 45enne, gravemente ferita.

La pm Ester Nocera ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti, disponendo l’autopsia e gli esami tossicologici che saranno eseguiti domani all’istituto di medicina legale di Firenze sulla morte del  quarantenne inglese, ex giocatore di rugby e del ferimento della compagna 45enne. Accertamenti preziosi per capire se l’ex giocatore sia morto per un infarto come al momento ipotizzato.

Una lite e poi un gioco erotico, forse non consensuale: questa la pista che stanno seguendo gli investigatori della squadra mobile di Firenze per ricostruire cosa è avvenuto sabato 16 luglio in una camera di albergo in via vicolo dell’Oro, nel cuore di Firenze.

La coppia, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era arrivata venerdì a Firenze. Per loro, secondo la ricostruzione, il viaggio in Italia doveva rappresentare la rappacificazione dopo un momento di crisi. Venerdì sera erano usciti a cena. Avrebbero bevuto rientrando in albergo a notte fonda. Una volta in camera, i due avrebbero prima litigato poi avrebbero avuto un rapporto.

Dai lividi e dalle ferite sul corpo della donna, c’è il sospetto che possa non essere stato consensuale. Il medico legale avrebbe riscontrato la presenza di lividi anche sul collo dell’uomo. Segni che però potrebbero essere anche compatibili con un gioco erotico finito male. Per questo sarà necessario ascoltare la donna, appena sarà nelle condizioni di poter parlare. Sabato mattina, secondo una prima ricostruzione, le urla provenienti dalla stanza d’albergo hanno dato l’allarme al personale e ai clienti. All’arrivo delle ambulanze, la signora è apparsa in condizioni disperate ed è stata trasportata e ricoverata all’ospedale di Careggi. Lì ha ripreso conoscenza ed è stata operata d’urgenza. Nei prossimi giorni sarà ascoltata dagli investigatori.

Firenze, cadavere sotto viadotto Indiano: si indaga per omicidio

Firenze – aggiornamenti per quanto riguarda il cadavere di un uomo ritrovato nella serata di ieri, senza vita, sotto il Viadotto all’Indiano. Adesso la Procura di Firenze indaga per omicidio, senza indagati.

La procura di Firenze ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, senza indagati, dopo la scoperta ieri del cadavere di un uomo in un terreno incolto alla periferia di Firenze, tra il viadotto dell’Indiano e un centro commerciale.

Secondo quanto appreso, la salma, su cui non sarebbero presenti segni di violenza, sarebbe stata trovata in posizione supina, con le braccia allargate, e per questo gli inquirenti non escluderebbero che possa essere stato trascinato dopo essere stato afferrato per le mani. L’uomo, la cui identità non è ancora stata accertata, indossava abiti leggeri. I pantaloni erano sporchi di fango, a differenza del resto degli vestiti.

Non calzava le scarpe, che sono state trovate a un metro di distanza dal corpo, insieme a una mascherina chirurgica. La morte risalirebbe ad alcune ore prima del ritrovamento, come stabilito fin dal principio dell’indagine. Le indagini sul caso sono condotte dalla squadra mobile, coordinata dal pm Ester Nocera.

L’uomo è stato notato da alcuni passanti nel pomeriggio di ieri che hanno immediatamente avvertito le autorità.

Caporalato: base in ‘money transfer’ di Firenze, 5 arresti

Migranti irregolari sfruttati in aziende in cerca di manodopera: arresti per caporalato a Firenze

Uno in carcere, quattro ai domiciliari, un commercialista di Firenze interdetto per un anno dalla professione e un altro indagato con divieto di dimora: così un’inchiesta per caporalato coordinata dal pm Ester Nocera di Firenze e condotta dalla GdF.

Contestate a vario titolo le accuse di associazione per delinquere, sfruttamento della manodopera (caporalato), attività finanziaria abusiva e autoriciclaggio. Un’ordinanza del gip Gianluca Mancuso ha disposto le misure. Le indagini hanno scoperto che un titolare di un money transfer, adesso in carcere, faceva illecite attività di servizi di pagamento. Ma poi è pure emerso un’organizzazione dedita all’intermediazione illecita e allo sfruttamento della manodopera.

Il gestore del money transfer e altri due indagati avrebbero gestito la manodopera irregolare, dal reclutamento sino al pagamento delle ore prestate. Manodopera destinata ad aziende che necessitavano di forza lavoro. I lavoratori sfruttati venivano impegnati, in alcuni casi, in condizioni igieniche non salubri che venivano sfruttati per capolarato a Firenze. Si tratta di stranieri non in regola con la normativa in materia di lavoro. Venivano reclutati nella provincia di Firenze.

Tra le aziende ce n’è una di cosmetici nella provincia di Siena, ora messa sotto sequestro, dove la Gdf ha trovato una decina di lavoratori completamente senza contratto di cui due irregolari in Italia. Il titolare e un dipendente dell’azienda senese sono stati messi agli arresti domiciliari. Anche tre veicoli usati per il trasporto dei lavoratori irregolari sono stati sequestrati. Infine, risulta alle indagini che il commercialista avrebbe fornito al titolare del money trasfer le consulenze che gli servivano per atti non veritieri relativi ai lavoratori irregolari.

Secondo quanto accertato dalla Gdf, il ‘money transfer’, con sede in piazza San Firenze, sarebbe stato usato dal presunto gruppo criminale come base
logistica, una sorta di banca non autorizzata usata per la raccolta e il trasferimento di denaro in Marocco. In un sopralluogo effettuato durante le indagini, le Fiamme gialle avrebbero anche accertato nel negozio la presenza di una botola nel retrobottega, coperta da uno sportello in legno, che si ipotizza sia stata usata per nascondere i soldi.
Il commercialista fiorentino coinvolto nelle indagini avrebbe aiutato il titolare del money transfer a eludere le indagini ed evitare problemi con
l’Ispettorato del lavoro, suggerendogli tra l’altro di sanare la posizione di alcuni lavoratori facendoli assumere da una società in via di chiusura, così da non pagare le multe che sarebbero arrivate. “Tu gli puoi dire – afferma il commercialista in una delle conversazioni intercettate – ‘guarda questi li dovevo tutti assumere, soltanto che son venuti ora…’ Avevo telefonato
al commercialista per assumere 12 persone ma è incasinato per via delle dichiarazioni dei redditi”.
Sempre in base a quanto emerso dalle indagini, i lavoratori reclutati erano per lo più africani e sudamericani, alcuni in Italia senza permesso di soggiorno. Venivano pagati molto meno del dovuto, approfittando del loro stato di bisogno, inoltre lavoravano senza rispettare la normativa relativa ai turni di riposo e spesso in condizioni di scarsa igiene e sicurezza.

Pistoia: detenzione foto e video pedopornografici, arrestato 43enne

È stato arrestato 43enne per possesso di un’ingente quantità di materiale pedopornografico, tra cui 3500 immagini e 540 video

Nella provincia di Pistoia è stato arrestato 43enne per possesso di una ingente quantità di materiale pedopornografico, tra cui 3500 immagini e 540 video, alcuni dei quali ritraevano abusi su minori piccoli e altre violenze.

L’uomo è stato sottoposto a perquisizione, anche informatica, e sul suo telefono cellulare sono emersi tre profili Telegram che l’uomo utilizzava per adescare e far parte di chat segrete, in cui scambiare materiale pedopornografico con altri soggetti, in corso di identificazione. Scoperte anche altre chat Whatsapp nelle quali il 43enne ha condiviso materiali a contenuto pedopornografico. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della polizia postale di Firenze e della sezione di Pistoia e coordinate dalla sostituto procuratore della procura della Repubblica di Firenze Ester Nocera.

L’attività di polizia giudiziaria è partita da una segnalazione del maggio 2019, proveniente da un’organizzazione non governativa statunitense, relativa ad un utente di una chat di messaggeria istantanea della società canadese Kik, che aveva caricato e condiviso diverse immagini e video di natura pedopornografica. Sul computer dell’uomo è stato trovato installato il software utilizzato per cercare di nascondere le proprie tracce di navigazione su internet e un tutorial per la ricerca in anonimato di materiale pedopornografico sul web. Il 43enne è stato portato nel carcere di Prato, su disposizione del pm Luigi Boccia, sostituto procuratore della procura della Repubblica di Pistoia. All’uomo sono stati sequestrati diversi telefoni cellulari, tre hard disk, un pc portatile e 1 tablet che saranno analizzate dagli esperti della polizia postale.

Foto rubate a 179 donne, pubblicate su sito incontri

Firenze, foto rubate dai profili social di 179 donne e pubblicate su un sito di incontri. È quanto scoperto nell’ambito di un’inchiesta della procura di Firenze, che ha portato alla denuncia di tre uomini residenti nella provincia del capoluogo toscano.

I tre sono accusati di aver rubato le foto dalle pagine Facebook ed Instagram, sia pubbliche che private, delle vittime e di averle postate sul sito in questione, a volte con delle modifiche, creando falsi profili.

L’inchiesta, condotta dalla polizia postale, è stata chiusa di recente, con l’invio dell’avviso di conclusione indagini agli indagati da parte del Pm Ester Nocera.

Gli accertamenti sono partiti dalle denunce di alcune donne residenti in provincia di Firenze, che hanno riferito dell’avvenuta pubblicazione delle foto, senza il loro consenso, su un sito di incontri, e di esserne venute a conoscenza tramite il passaparola dopo un servizio televisivo della trasmissione ‘Le Iene’.

Le verifiche successive hanno permesso di individuare le 179 donne coinvolte, che hanno poi presentato denuncia. Nei confronti dei tre indagati, tutti sottoposti a perquisizione, è stato effettuato anche il sequestro di pc, tablet e cellulari.

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