Firenze: Archivio Alinari, la Regione pronta all’acquisizione

La Regione Toscana è pronta ad acquisire il patrimonio fotografico Alinari e stanzierà oltre 14 milioni di euro in tre anni per salvare il famoso archivio e donargli una nuova sede. Ne dà notizia la consigliera regionale del Pd Elisabetta Meucci.

“Qualche mese fa – ricorda Meucci – suscitò molto sconcerto la decisione della società ‘Fratelli Alinari’ di cessare l’attività e di lasciare la storica sede di Firenze. Anche come Consiglio regionale intervenimmo sulla questione approvando due atti e anche l’assessore alla cultura Monica Barni raccolse l’appello annunciando l’avvio di un percorso che avrebbe coinvolto la società, la Soprintendenza e il ministero dei beni culturali. Ora possiamo dire che la Regione sta passando dalle parole ai fatti. Infatti, in questi giorni ha preso il via nelle commissioni consiliari l’iter per l’approvazione della seconda variazione al bilancio di previsione 2019-2021 che contiene la volontà della giunta regionale di procedere all’acquisizione del patrimonio fotografico Alinari”.

“Una volontà – continua Elisabetta Meucci – supportata da un cospicuo finanziamento: 14 milioni e 640mila euro da impiegare in tre anni. Risorse regionali che serviranno per garantire l’acquisizione e quindi la custodia e la corretta conservazione di questo straordinario patrimonio fotografico, bibliografico, archivistico e della Stamperia d’Arte unico nel panorama internazionale, che costituisce un’eccellenza fiorentina e toscana che tutto il mondo ammira e ci invidia”.

“Nel giugno scorso – prosegue la consigliera del Pd – il Mibac fornì all’assessore regionale Barni una relazione in cui dava una valutazione economica congrua della collezione Alinari. Questo passaggio non formale ha consentito poi alla giunta toscana di individuare con precisione le cifre da inserire nella variazione di bilancio che andremo ad approvare nelle prossime settimane. Oltre allo stanziamento di risorse, la manovra prevede anche altre disposizioni: la ricerca di nuove sedi, il trasferimento dei materiali, la previsione di un ‘piano strategico di sviluppo culturale’ e la successiva valutazione sulle forme giuridiche di gestione, con la previsione anche di ‘entrate’ derivanti dai diritti di riproduzione delle immagini e dei marchi Alinari”.

“Sono ovviamente particolarmente soddisfatta per questa decisione, da consigliera regionale e da fiorentina, perché andremo a salvare un’istituzione storica di enorme rilievo e proveremo a darle un futuro”, conclude Meucci.

Firenze: approvato progetto riqualificazione riva sinistra Arno

Si è concluso il percorso con la Regione Toscana e l’Autorità di Bacino sul progetto presentato dal Comune di Firenze per la riqualificazione della riva sinistra dell’Arno. Gli enti hanno espresso parere favorevole, in corso di formalizzazione. Il progetto garantisce le due funzioni sportive di interesse pubblico ‘storicizzate’ nell’area: nuoto e canoa, strettamente connesse con il fiume. Per la realizzazione dei lavori è previsto un impegno complessivo 2,6 milioni di euro; per il 2019 è stato stanziato un milione di euro sul primo lotto.

“E’ stata una lunga lotta per salvare questi simboli dello sport e della storia di Firenze – ha detto il sindaco Dario Nardella – Ci siamo impegnati perché il percorso si concludesse positivamente, nel rispetto delle regole e della sicurezza, e ora possiamo gioire con gli sportivi fiorentini dopo un lungo lavoro di riqualificazione della sponda dell’Arno. Ringrazio la consigliera Elisabetta Meucci e l’assessore Andrea Vannucci per l’impegno e il lavoro svolto su questo tema”.

“Sono felice: oggi si è compiuto il passo decisivo per garantire il mantenimento degli impianti storici sulla riva sinistra dell’Arno, che sono luoghi dell’anima di tutti i fiorentini – ha detto l’assessore allo Sport Andrea Vannucci – L’impianto che ospita da sempre la Rari Nantes Florentia, eccellenza nel nuoto e nella pallanuoto, la Canottieri comunali, pluricampione d’Italia nella canoa e in altre discipline fluviali. È arrivato l’ok al lavoro messo in atto in questi anni dal Comune di Firenze, sia a livello politico che di strutture amministrative: il parere favorevole del Genio civile al progetto di riqualificazione di tutta l’area porterà non solo a mantenere il presidio sportivo sul luogo, ma anche ad avere impianti rinnovati, con un primo stanziamento di un milione di euro già messo a bilancio per il 2019. Viene premiata la collaborazione istituzionale portata avanti con una grande determinazione che è pari solo alla grande soddisfazione di oggi. E ora avanti con la riqualificazione”.

“E’ un giorno importante per gli sportivi fiorentini e per tutti coloro che da decenni sentono la Rari Nantes come patrimonio della città – ha detto la consigliera regionale Pd Elisabetta Meucci – Con l’autorizzazione espressa in queste ore dal Genio Civile, infatti, si scrive una parola definitiva nella vicenda della piscina in riva d’Arno. Non è stato facile, ma grazie a un lavoro di squadra, alla disponibilità della giunta ed in particolare dell’assessore Fratoni, all’impegno del Consiglio regionale con l’approvazione di una normativa proposta dalla sottoscritta che ha consentito le opportune deroghe per il salvataggio della Rari Nantes, fino agli atti adottati dal Comune di Firenze. Il parere favorevole del Genio Civile, ora, conferma la bontà delle nostre indicazioni finalizzate alla riqualificazione dell’impianto e dirette a garantire funzioni d’interesse pubblico presenti da oltre 40 anni in quell’ambito territoriale, ma sempre nel rispetto dei principi di massima sicurezza idraulica. Sono davvero contenta di aver contribuito alla realizzazione di questo risultato”.

Il progetto preliminare presentato dal Comune di Firenze prevede l’adeguamento e la sostituzione parziale degli immobili oggi esistenti. L’intervento arriva dopo le modifiche introdotte nel 2016 (LR 33/2016) alla legge regionale del 2012 in materia (LR 21/2012) e prevede una serie di interventi.

Per i locali in uso ai canottieri comunali: l’eliminazione delle superfetazioni a livello strada; la demolizione e parziale ricostruzione della ex sala pizzeria; la demolizione delle scale esterne di collegamento con il livello dell’alveo; la messa in sicurezza idraulica dei locali posti a livello alveo attraverso l’installazione di porte e finestre a tenuta stagna; la ristrutturazione ai fini sportivi dell’intera palazzina, dell’ex centro anziani e dello spogliatoio bambini; il mantenimento e la manutenzione delle gradinate, che già svolgono una funzione di presidio idraulico.

Per i locali in uso alla Rari Nantes Florentia: il mantenimento e la manutenzione della palazzina spogliatoi, della piscina e delle terrazze fondate su pali; la demolizione e ricostruzione del locale centrale termica; la demolizione e ricostruzione dei locali uffici e bar posti sopra il livello terrazza, con la collocazione delle nuove porzioni edificate sulla fascia di proprietà comunale; la demolizione dell’attuale copertura copri-scopri della piscina in struttura metallica con telo sovrastante e sostituzione con copertura telescopica in alluminio e vetro.
È prevista inoltre una modifica dell’opera idraulica di contenimento classificata, nelle zone non interessate dalla presenza di edifici, con ricostruzione di un muro di altezza 1,10 metri e creazione di varchi di accesso con cancello di tenuta a chiusura idraulica. Questa modifica è stata ipotizzata in base al parere rilasciato nel 2015 dal Genio civile.
In base alle modifiche introdotte dalla legge regionale nel 2016, il divieto assoluto di edificazione in alveo non si applica più per i ‘manufatti sostitutivi o adeguativi di manufatti esistenti nei tratti urbani dei fiumi, finalizzati a garantire funzioni di interesse pubblico storicizzate (ovvero quelle presenti in modo continuativo senza soluzione di continuità da almeno quaranta anni), a condizione che sugli stessi sia assicurata la sicurezza idraulica, la non alterazione del buon regime delle acque e il non aggravio del rischio idraulico’.
Per aggiornare gli strumenti urbanistici comunali alle modifiche normative, l’Amministrazione ha portato avanti una ricognizione dell’intera asta dell’Arno, individuando le costruzioni e i manufatti presenti nelle fasce di larghezza 10 metri (come definiti dalla legge regionale del 2012) finalizzati a garantire funzioni di interesse pubblico storicizzate. Secondo la legge, sono funzioni storicizzate quelle presenti in modo continuativo senza soluzione di continuità da almeno 40 anni dalla data di entrata in vigore della legge regionale del 2016. A chiusura dell’analisi, l’Amministrazione ha individuato una serie di insediamenti che presentano tali caratteristiche; fra queste rientrano le strutture sportive sul lungarno Ferrucci, ad oggi in uso ai Canottieri comunali e alla Rari Nantes.

Toscana, regionalismo differenziato: no a forme di autonomia che prevedano modifiche della Costituzione

No a forme di autonomia legislativa che comportino modifiche della Costituzione. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza una risoluzione presentata da Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Serena Spinelli (Art.1-Mdp) e Monica Pecori (gruppo misto-Tpt). L’atto è stato approvato a maggioranza con il voto favorevole di Partito democratico, Art.1-Mdp, Sì-Toscana a sinistra e gruppo misto-Tpt, il voto contrario di Lega e Forza Italia, l’astensione del Movimento 5 stelle.

Il dibattito sul regionalismo si è concentrato, nella seduta di questa mattina, anche su una mozione della Lega, respinta dal  Consiglio Regionale della Toscana. La risoluzione impegna la Giunta ad attivarsi perché “non sia attuata nessuna forma di autonomia legislativa che va a modificare la Costituzione, minando i principi di uguaglianza, unità ed equità”. Nell’atto si chiede, di perseguire il “dettato costituzionale”, che prevede il coinvolgimento del Parlamento “nel processo della definizione dei termini delle eventuali intese” e non prevede, al contrario, “improprie procedure di delegazione legislativa che demandano al Governo e alle regioni e poi a commissioni paritetiche di natura tecnica”. la Giunta toscana dovrà attivarsi “nelle opportune sedi di confronto interistituzionale” anche per fare in modo che “si porti a compimento la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in modo da garantire l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale”.

La mozione presentata dalla Lega, a firma dei consiglieri Marco Casucci, Elisa Montemagni, Jacopo Alberti e Roberto Biasci, intendeva invece impegnare il presidente della Giunta regionale ad applicare gli indirizzi politici deliberati dal Consiglio regionale con riferimento alle risoluzioni “sull’avvio delle procedure finalizzate all’attribuzione di condizioni particolari di autonomia” e sulle “proposte di regionalismo differenziato per la Toscana”. Si chiedeva poi di “riferire al Consiglio sulle azioni volte a garantire alla Toscana più autonomia e al presidente Rossi di limitare le esternazioni pubbliche sui provvedimenti in corso attivati da altre Regioni e finalizzati al raggiungimento di una maggiore autonomia legislativa su specifiche materie concordate sia con gli enti locali che con il Governo nazionale”.

Illustrando la mozione Marco Casucci (Lega) ha ribadito “il centralismo impedisce la piena attuazione delle autonomie e uccide sul nascere i meccanismi di autogoverno dei Comuni, dei territori e delle Regioni” e “non sono in discussione i valori della Nazione”.

“Siamo contro il regionalismo differenziato – ha detto Sarti – che avrebbe effetti devastanti su tutto il Paese sia sul fronte della salute che del territorio e dell’istruzione”. “Dobbiamo chiedere alla Giunta di fermare questa iniziativa”. Ricordando la risoluzione, Sarti chiede l’impegno alla Giunta “di portare a compimento la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in modo di garantire l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale”.

Anche Spinelli ha ribadito la sua contrarietà alla mozione. “Chiedono anche che le risorse che dovrebbero essere stanziate siano definite non sulla base delle necessità territoriali, dell’anzianità, della maggiore disabilità, di aree disagiate o periferiche ma sulla base di un gettito fiscale, praticamente i diritti si misurano sulla base della ricchezza che produciamo, una cosa terribile”.

“No a qualsiasi proposta di regionalismo – ha detto Pecori – soprattutto che parta dalla Toscana e quindi sicuramente no alla proposta della Lega. Dobbiamo pensare all’etica e alla morale”.

Elisabetta Meucci (Pd) ha sottolineato l’importanza dell’argomento “ritenuto dalla Toscana degno di essere approfondito” e ha confermato i contenuti della risoluzione del settembre 2018 con cui il Pd “ha manifestato la necessità di avviare il percorso che porta verso l’attuazione dell’art. 116, quella richiesta di autonomia speciale in alcune materie che consentono alla Regione di legiferare su settori importanti, valorizzando le specificità del nostro territorio”. Meucci ha ribadito il “Pd vuole arrivare ad un’autonomia differenziata ma che non incrini i principi costituzionali”.

“Il Movimento 5 Stelle – ha detto Giacomo Giannarelli – è a favore dell’autonomia regionale solo se è solidale e cooperativa, agendo sempre nel contesto costituzionale”. Il consigliere regionale ha aggiunto “questo tema non è la priorità della Regione Toscana, delle nostre imprese, del mondo del volontariato, dei cittadini.”

Elisa Montemagni (Lega) ha sottolineato l’importanza del tema. “Avvicinare le competenze ai cittadini – ha detto la capogruppo – significa gestire meglio e trovare soluzioni sul territorio”. “Il regionalismo differenziato è previsto dalla Costituzione” e “deve rappresentare una spinta per la Regione”.

Un “regionalista convinto” si è definito Fattori. “Però un conto è il regionalismo – ha detto – un conto è la silenziosa secessione delle aree ricche del Paese. Serve un regionalismo virtuoso, intelligente e solidale che riduca gli squilibri territoriali”.

Leonardo Marras (Pd) ha ricordato l’approccio della Toscana al dibattito sul regionalismo differenziato con il duplice l’obbiettivo di “evitare il rischio che la differenziazione producesse diseguaglianze” e che “l’autonomia potesse alleggerire lo Stato dal punto di vista dell’intervento solidale a cui è chiamato”. “Con la ricetta del regionalismo fai da te – ha concluso il capogruppo – si rischiano storture e approssimazioni pericolose, le riflessioni, invece che chiedono al Parlamento di occuparsene sono giuste. La risoluzione rispetta il percorso fatto in Consiglio regionale”.

Delusione da Marco Casucci “si sta perdendo una grande occasione – ha detto – così si resta al palo”.

Strage di Viareggio: iniziata requisitoria a Firenze

E’ iniziata questa mattina, nel corso del processo d’appello a Firenze per la strage ferroviaria di Viareggio, la requisitoria dell’accusa, sostenuta dal procuratore generale Luciana Piras e dal pm di Lucca Salvatore Giannino, che dovrebbe protrarsi per tre udienze.

La strage di Viareggio avvenne il 29 giugno 2009 quando, alle ore 23.48, il gpl, fuoriuscito da un carro cisterna deragliato entrando nella stazione della città della Versilia, invase il quartiere di via Ponchielli, causando forti esplosioni e un imponente incendio che distrusse molte case. Il bilancio dei morti salì di ora in ora, poi di giorno in giorno, fino ad arrivare a 32: tra le vittime anche bambini. Il processo di primo grado a Lucca si è concluso il 31 gennaio 2017 con 23 condanne e 10 assoluzioni.

Mauro Moretti venne condannato a 7 anni di carcere in quanto ex amministratore delegato per Rete Ferroviaria Italiana, ma assolto come ex ad di Ferrovie dello Stato. Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, venne condannato a 7 anni e 6 mesi, come Michele Mario Elia in qualità di ex ad di Rete ferroviaria italiana. Le condanne più pesanti furono inflitte ai responsabili della tedesca Gatx Rail, che aveva affittato a Fs i carri cisterna: nove anni e mezzo a Rainer Kogelheide, amministratore della società e a Peter Linowski, responsabile sistemi manutenzione.

Gli imputati sono accusati a vario titolo, per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose plurime. Non compare più fra gli imputati il manager di Trenitalia Salvatore Andronico, condannato in primo grado, ucciso insieme al figlio a Sesto Fiorentino (Firenze) circa due mesi fa da un vicino di casa, Fabrizio Barna, infastidito, a quanto ricostruito dagli inquirenti, dai rumori per i lavori di ristrutturazione nella casa degli Andronico. In aula anche oggi è presente anche l’ex ad di Fs, Mauro Moretti. Presenti anche le famiglie delle vittime, che hanno lasciato sulle sedie dell’aula 32 del palazzo di giustizia di Firenze, una maglietta con il volto di ognuna delle 32 vittime della strage del giugno 2009. In rappresentanza della Regione Toscana, costituita parte civile, c’è la consigliera regionale del Pd Elisabetta Meucci.

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