Morte Duccio: gip conferma custodia cautelare in carcere per i 2 arrestati

Nell’udienza, effettuata al carcere di Sollicciano e durata oltre due ore, Amet Remzi, 65 anni, e Mustafa Dehran, 36 anni, accusati come responsabili della morte di Duccio Dini difesi dall’avvocato Nicola Muncibì, hanno risposto alle domande del giudice.

Dopo l’udienza di stamani il gip Angelo Pezzuti di Firenze ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere per i due nomadi accusati di omicidio volontario per la morte di Duccio Dini, 29 anni, travolto il 10 giugno durante un inseguimento di auto guidate da rom impegnati in un regolamento di conti alla periferia di Firenze.

Dopo gli interrogatori il pm Tommaso Coletta ha chiesto la secretazione degli atti. I due nomadi, secondo quanto emerge da fonti legali, hanno espresso “enorme dispiacere” per le conseguenze della loro azione che “non erano nelle loro intenzioni”.
“Ci saranno successivamente tutti i passaggi tecnici processuali, ma ora – dice l’avvocato Muncibì – in questo momento di tragedia, il nostro pensiero e il nostro cordoglio va alla famiglia di Duccio Dini”.

Il gip Pezzuti dopo aver convalidato l’arresto ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi i rom sia accogliendo le richieste del pm Tommaso Coletta, sia avallando la tesi dell’omicidio volontario.

L’alta velocità in auto in strade urbane di Firenze, viene fatto osservare, è elemento di fortissimo rischio per il verificarsi di incidenti mortali e i nomadi erano tenuti a saperlo, tanto più se impegnati ad inseguirsi su più auto per regolare una faida familiare tra loro. Nell’inchiesta c’è un terzo nomade indagato, sempre dello stesso campo nomadi de Il Poderaccio.

Non è sottoposto a misura cautelare e quindi non era possibile per lui nessun interrogatorio dal gip. Tuttavia, come atto di indagine, il pm Coletta potrebbe decidere nei prossimi tempi di interrogarlo per acquisire anche la sua versione dei fatti dopo aver recepito oggi, nel fascicolo d’inchiesta, quella degli arrestati.

Giani (PD): fuori dalle liste di assegnazione chi ha carichi pendenti

Il presidente del Consiglio regionale interviene ancora sul caso della tragica scomparsa di Duccio Dini e “pretende” una riflessione sulla proposta di legge all’esame in commissione Sanità. “Chi alloggia in case popolari deve esserne degno. Chi dispregia i valori della comunità non deve accedere alle graduatorie. Domani sarà lutto regionale”

“Fuori dalle liste di assegnazione chi ha carichi pendenti. Chi alloggia in case popolari deve esserne degno. Chi dispregia i valori della comunità non deve accedere alle graduatorie”. È tranchant il commento del presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, che torna sulla tragica morte di Duccio Dini e “pretende” una “riflessione” sulla proposta di legge attualmente all’esame della commissione Sanità e politiche sociali presieduta da Stefano Scaramelli (Pd).

“La morte di Duccio è semplicemente inaccettabile. Chi sta in Italia deve rispettare le leggi della Repubblica italiana e deve essere punito severamente se le viola” dichiara il presidente ricordando che i rom che hanno investito e ucciso Duccio in viale Canova “non vivono in un campo nomade, ma in case popolari”. “Decideremo come modificare la legge, ma pretendo che una riflessione ampia sia fatta. Chi è assegnatario di case pubbliche deve avere le condizioni morali ed etiche per poter accedere alle apposite liste”. Ed è così che il presidente dell’assemblea legislativa lancia la proposta: “Decadenza automatica” per chi matura carichi pendenti, ma anche “prevenzione” per non arrivare a quello che “sta già avvenendo nei complessi di San Bartolo a Cintoia – spiega – dove a causa di comportamenti assolutamente irrispettosi e irriguardosi della convivenza civile e delle leggi italiane, si sta scardinando la vita di famiglie che lì vivono da decine di anni”.

Il presidente torna poi sulla necessità di demolire il campo nomadi del Poderaccio, elogia il sindaco Dario Nardella che parla di “smantellamento entro 18 mesi” e parla di “lutto regionale”. “Domani (giovedì 14 giugno ndr) listeremo le nostre bandiere a lutto perché la morte di Duccio non riguarda solo Firenze e la città, ma tutta la Toscana”. Anche per questo Giani inviterà tutti i sindaci a unirsi al ricordo del giovane morto così tragicamente.

Morte Duccio: domani i funerali in forma privata e fiaccolata a Firenze

Si svolgeranno giovedì 14 giugno, alle ore 10.00, nella chiesa di Santa Maria a Cintoia a Firenze, i funerali di Duccio Dini.

Il 29enne travolto e ucciso da un’auto a Firenze, mentre era fermo a un semaforo sul suo scooter, al termine di un folle inseguimento messo in piedi per ‘vendetta’ contro un loro congiunto da alcuni nomadi.

La famiglia di Duccio spiega che i funerali “si svolgeranno in forma strettamente privata: telecamere e fotografi non saranno ammessi all’interno della chiesa”. Un modo questo con il quale la stessa famiglia vuole anche “evitare ogni forma di strumentalizzazione”.
Per lo stesso giorno, alle 21.00, gli amici hanno organizzato una fiaccolata, “che sarà silenziosa e senza alcun simbolo o slogan”. Partirà dalla sede del Quartiere 4, a Villa Vogel, e si fermerà sotto l’abitazione di Duccio: “Un modo per ricordarlo nella sua semplicità e onestà”. “Sarà una fiaccolata silenziosa, senza simboli di alcun genere, solo con uno striscione in suo ricordo, uniti e determinati come fiorentini per ribadire che cose del genere non devono accadere mai più”.

La famiglia ha dato il consenso alla donazione degli organi. Secondo quanto appreso, all’espianto parteciperà anche un medico legale incaricato dalla procura di Firenze.

Previsto per le prossime ore in carcere, davanti al gip Angelo Pezzuti, l’udienza di convalida e l’interrogatorio di garanzia per due nomadi arrestati a Firenze per la morte di Duccio.

Inseguimento Firenze: fissato domani interrogatorio gip

Previsti domani in carcere, davanti al gip Angelo Pezzuti, l’udienza di convalida e l’interrogatorio di garanzia per due nomadi arrestati a Firenze per la morte di Duccio Dini.

Previsti domani in carcere, davanti al gip Angelo Pezzuti, l’udienza di convalida e l’interrogatorio di garanzia per due nomadi arrestati a Firenze per la morte di Duccio Dini, 29 anni, lo scooterista travolto durante un inseguimento fra auto che procedevano a folle velocità alla periferia di Firenze, in via Canova il 10 giugno.

L’udienza è prevista per Amet Remzi, 65 anni, e Mustafa Dehran, 36 anni. Entrambi hanno vari precedenti di polizia. I due uomini sono accusati di omicidio volontario sotto il profilo del dolo eventuale: Volendo regolare una faida familiare, hanno percorso ad alta velocità con le loro vetture le strade urbane accettando il rischio di causare la morte di qualcuno.
Altri passanti, a differenza di Duccio Dini, sono rimasti illesi per puro caso fortuito. Un terzo nomade, 44 anni, è indagato per la stessa vicenda, ma in stato di libertà.
Nel frattempo “Abbiamo già demolito 30 case, e oggi ho riunito d’urgenza la giunta. Metterò a punto un piano per accelerare la demolizione del Poderaccio”. Ha annunciato il sindaco di Firenze Dario Nardella, parlando con i giornalisti in Palazzo Vecchio della vicenda.

V.le Canova, Nardella: “piano per accelerare demolizione campo”

“Come abbiamo già smantellato il campo nomadi dell’Olmatello faremo anche con quello del Poderaccio”, ha continuato il sindaco di Firenze Dario Nardella.

“Abbiamo già demolito 30 case, e oggi ho riunito d’urgenza la giunta. Metterò a punto un piano per accelerare la demolizione del Poderaccio”. Lo ha annunciato il sindaco di Firenze Dario Nardella, parlando con i giornalisti in Palazzo Vecchio della vicenda di Duccio Dini, il giovane morto dopo essere stato travolto durante un inseguimento tra due auto guidate da residenti del campo nomadi del Poderaccio alla periferia di Firenze.
Rispondendo a chi gli chiedeva cosa pensasse dell’eventuale presenza di rappresentanti del governo ai funerali di Duccio, Nardella ha detto che “se i ministri vogliono collaborare per il bene di Firenze, noi saremo disponibilissimi. Firenze ha bisogno di sentire lo stato vicino.
Ma – ha ricordato il sindaco – la campagna elettorale è finita: se qualcuno pensasse di usare il dolore per Duccio per farne ancora, compirebbe qualcosa di grave e brutto per tutta la città. Non lo merita Firenze, non lo meritiamo noi, non lo merita Duccio, la sua famiglia, i suoi amici”.

L’uomo era stato portato al pronto soccorso di Careggi in condizioni disperate per le gravi ferite riportate, e ricoverato in terapia intensiva. Intorno alle 12 erano iniziate le procedure per l’accertamento di morte.

La famiglia ha dato il consenso alla donazione degli organi. Secondo quanto appreso, all’espianto parteciperà anche un medico legale incaricato dalla procura di Firenze.

Inseguimento a Firenze: iniziato accertamento morte 29enne

È iniziato l’accertamento di morte encefalica per il 29enne travolto da una delle auto coinvolte nell’inseguimento avvenuto ieri in via Canova, nella zona dell’Isolotto a Firenze, mentre era fermo a un semaforo a bordo del suo scooter. La procedura ha una durata di circa sei ore. L’uomo era stato ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Careggi.

Tutto è iniziato intorno alle 12.20 quando una Lancia Lybra, condotta da un 44enne, e la moglie seduta a fianco, ha speronato a marcia indietro una Opel Zafira, condotta da un 43enne, e una Fiat Punto in transito il cui conducente ha riportato lievi lesioni. La scena è stata notata da un maresciallo dell’Arma che ha cercato di bloccare la Lancia che invece si è messa all’inseguimento dell’Opel, uscita dal parcheggio, rischiando di investire un militare del Nucleo operativo, in servizio antirapina, che gli aveva intimato l’alt.

Dietro le prime due vetture si è lanciata anche una Volvo 960, condotta dal 65enne (padre del conducente della Lybra), con a bordo un nipote. Un inseguimento a folle velocità con vari tentativi di speronamento. All’altezza dell’incrocio con via Martini la Volvo ha urtato la Zafira mandandola fuori strada (il mezzo si è incendiato, ma il conducente è riuscito a uscirne ed è stato poi ricoverato con ferite leggere), mentre la Volvo è andata a impattare con estrema violenza contro la Hyundai e lo scooter fermi al semaforo, e contro una Volvo V40 che aveva appena svoltato da via Martini.I l passeggero della Volvo è sceso dal mezzo, dopo l’impatto, brandendo una mazza da baseball per cercare di aggredire il conducente della Opel Zafira. Poi l’arrivo dei carabinieri e il fermo delle quattro persone ascoltate dal pm di turno Tommaso Coletta.

Secondo alcuni testimoni sarebbero stati sparati anche alcuni colpi di arma da fuoco (forse una scacciacani visto che non sono stati trovati bossoli e nessuno rimasto ferito). Il sindaco Dario Nardella si è recato subito a Careggi per testimoniare la sua solidarietà alla famiglia del 29enne. Nardella farà una comunicazione in consiglio comunale oggi pomeriggio alle 15.30.

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