Grassi: Con il DEF il governo mira ad un default controllato

L’economista di area PD, ex presidente IRPET Toscana, dice: “il governo gialloverde mira ad una contrattazione con UE per gestire il default senza uscire dall’euro. Il DEF è un tassello in questo senso”

Incendio Monte Serra, esperto: “Ora alto rischio idrogeologico”

Intervista con il professor Gherardo Chirici, dell’Università di Firenze. “Bene solidarietà, ma attenzione ad iniziative estemporanee che rischiano di fare  danni: lasciamo che la natura segua il proprio corso”

Prato, all’instituto San Niccolò si parla solo italiano. Per volontà dei genitori cinesi

La decisione assunta dalla preside ‘ispirandosi’ a Don Milani. Ma è davvero giusto sotto il profilo pedagogico?

Lo abbiamo chiesto al professor Luca Bravi

 

Aeroporto sì o no? Il futuro della Piana si discute al piazzale Michelangelo

Aeroporto sì o no? Il futuro della Piana si discute al piazzale Michelangelo, domani alle ore 21 allo spazio estivo Flower comitati, istituzioni e aziende a confronto sul tema della nuova pista di Peretola. Weekend con la musica live tra jazz e country blues.

Nuova pista, sì o no all’aeroporto di Peretola? Giovedì 30 agosto le politiche metropolitane irrompono nel programma del Flower, lo spazio dell’Estate Fiorentina al piazzale Michelangelo, con il Talk (Radio) Show “In pista? Firenze, l’aeroporto ed il futuro della Piana” (ore 21, ingresso libero).

A confronto, intervistati dal giornalista Domenico Guarino, i protagonisti del dibattito cittadino: Leonardo Bassilichi, Presidente Camera Commercio Firenze, Lorenzo Falchi, Sindaco di Sesto Fiorentino, Paolo Poli, comitato No Aeroporto Prato, Giacomo Parenti, direttore generale Comune Firenze.

Il talk show è seguibile anche sulla web TV di Controradio sulla pagina Facebook, in streaming sul sito www.controradio.it e sulla app Controradio.

Il weekend del Flower sarà invece dedicato alla musica, con tre esibizioni live da non perdere: venerdì 31 agosto alle ore 21 il jazz sax di Morgantini, per il ciclo Artisti di strada, sabato 1° settembre sempre alle ore 21 sarà la volta del duo Foneno, con la folkloristica batteria su quattro ruote e il tipico sound del Mississipi Rhythm & Country Blues, mentre domenica 2 settembre per il ciclo Sunday Night Jazz (ore 21) si esibirà il quartetto composto dai giovani Giulio Ottanelli al sax alto, Marco Benedetti al contrabbasso, Sergio Rizzo alla chitarra, Simone Brilli alla batteria, per una performance dedicata a Charles Mingus. I concerti sono tutti a ingresso libero.

Lo spazio estivo Flower al Piazzale è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 1 di notte per colazioni, pranzi gustosi, aperitivi e cene, a cura di amblé, tramezzineria fiorentina nota per l’attenzione all’ambiente, che fa uso esclusivamente di prodotti di stagione e a filiera corta e stoviglie interamente riciclabili.

 

Flower al Piazzale: giovedì “In pista? Firenze, l’aeroporto, ed il futuro della Piana”

Giovedì 30 agosto alle ore 21:00 Talk (Radio) Show con Controradio al Flower di Piazzale Michelangiolo a Firenze.

“In pista? Firenze, l’aeroporto, ed il futuro della Piana”
Il giornalista Domenico Guarino ne parla con Leonardo Bassilichi, Presidente Camera Commercio di Firenze, Lorenzo Falchi, Sindaco di Sesto Fiorentino, Paolo Poli, comitato No Aeroporto Prato. Giacomo Parenti, direttore generale Comune Firenze.

Il talk show è trasmesso in diretta radiofonica su Controradio e in web TV sulla pagina Facebook Controradio Firenze, in streaming sul sito www.controradio.it e sulla app di Controradio

Immigrazione: quel ‘con’ che fa la differenza

L’alternativa alla disumanizzazione proposta dal modello Salviniano? Ripartire dalla visione ‘in concreto’ dei fenomeni migratori, e fare  dalla ‘periferie’ la più grande ‘opera pubblica’ dei prossimi anni. Anche per riprendersi l’ ‘egemonia culturale’

Sappiamo che i numeri dell’immigrazione in assoluto sono tranquillamente gestibili. Sappiamo anche che, in assoluto, non c’è alcuna invasione: chi ne parla è ridicolo! E sappiamo che esiste il dovere etico, e giuridico, dell’accoglienza. Sappiamo anche che se non si ripristinano corridoi di immigrazione legale la politica migratoria nel nostro paese continueranno a farla, in gran parte, gli scafisti, di là dalle coste, e i profittatori o gli sfruttatori da questa parte del Mediterraneo. E dunque sappiamo che a maggiore chiusura corrisponde maggiore criminalizzazione e criminalità. Sappiamo anche che lo slogan ‘aiutarli a casa loro’, se non fosse vuoto di proposte e quindi un comodo alibi per politiche muscolari, sarebbe sinonimo di investimenti in cooperazione decentrata e in democrazia.

Tutto questo lo sappiamo. Tuttavia l’immigrazione ‘in astratto’ non esiste. E dunque, in concreto, dobbiamo aggiungere che i fenomeni migratori vanno ad incidere economicamente, socialmente e finanche ‘fisicamente’, solo su una parte della cittadinanza italiana, che è quella popolare, ovvero quella già di per sè più esposta alla crisi ed ai mutamenti innescati dalla globalizzazione.

Questo perché i quartieri dove vanno a vivere, dove si situano le stesse strutture di ‘accoglienza’, i contesti sociali, quelli lavorativi, gli stessi mezzi di trasporto e finanche gli ‘spazi’, i bar, i giardini, che frequentano i migranti, sono collocati essenzialmente nella ‘periferia’ sociale economica e culturale (in senso stretto) del Paese. In questi contesti il rapporto non è più 9/1 ma 6/4 e alcune volte 5/5 (basta prendere un autobus la sera o andate in una classe di materna nei quartieri popolari per rendersene conto).

Ecco allora che l’immigrazione, in concreto, si rivela per quello che è: una grande. grandissima, questione sciale. Che si risolve solo con investimenti straordinari in termini di welfare. Concretamente: case, scuola, lavoro, trasporti, sanità, reddito, cultura per le fasce più basse della popolazione. Sostanzialmente la più grande ‘opera pubblica’ dei prossimi anni devono essere le nostre periferie. E questo conferma quello che ho sempre sostenuto: i problemi degli italiani si risolvono non ‘contro’ ma ‘con’ i migranti.

Solo che la ‘borghesia’- piccola- media o grande- di questo Paese deve smettere di parlare e di confrontarsi con un ‘immigrazione ‘in astratto’, nel bene e nel male, e calarsi nella concretezza dei problemi. Che si risolvono solo con una chiara visione della concretezza delle questioni in campo. Scendere dalle ‘amache’ dunque e affrontare con politiche conseguenti quello che abbiamo di fronte. Salvini si sconfigge così. Non disumanizzandoci alla sua maniera. Da qui, dalle periferie, dalla ‘concretezza’ dell’immigrazione, si può ripartire per un vero, nuovo, progetto di egemonia culturale.

DOMENICO GUARINO

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