Strage Viareggio, parenti: “Nostra lotta contro prescrizione è a benificio di tutti”

“Per le assoluzioni dobbiamo leggere le motivazioni ma è importante che sia stato condannato l’amministratore di Ferrovie per responsabilità e per quello che non è stato fatto. Della nostra lotta per la prescrizione speriamo possano beneficiarne altri, il comitato nazionale dei famigliari delle vittime delle grandi stragi italiane lotta per questo”.

Così i parenti delle vittime della strage di Viareggio si sono espressi dopo la sentenza d’appello di ieri che ha portato alla condanna di Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, a 7 anni di reclusione e di Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia, a 6 anni.

“Di queste due sentenze che hanno analizzato nel dettaglio un sistema ferroviario totalmente fallace, dovrebbero prenderne atto i nuovi vertici di Ferrovie e il Mit. Chiediamo pertanto alle società coinvolte, come segnale concreto di scostamento dagli errori gravissimi commessi dai suoi ex amministratori”, “di ammettere le proprie responsabilità non ricorrendo in Cassazione ma operando per riqualificare tale sistema” aggiungono i familiari delle vittime.

“Ci siamo battuti 10 anni per far capire che è il sistema che deve cambiare – ha sottolineato Daniela Rombi del comitato delle vittime -. Le Ferrovie di oggi ne devono prendere atto e il Mit doveva leggere la sentenza di primo grado, e ora anche la seconda, per riformare questo sistema”.

Rombi ha anche detto che “ci sono stati dei familiari delle vittime, insieme a alcuni ferrovieri, che sono rimasti con la schiena dritta. Che ce ne facciamo dei soldi? Ci sono solo serviti solo per pagare le spese di questo processo che non è ancora finito. Non abbiamo ceduto ai ricatti delle assicurazioni, a noi la bocca non la tappa più nessuno”. “Era Moretti che decideva”, ha inoltre detto Rombi, e “licenziò i ferrovieri Riccardo Antonini e De Angelis, che poi è stato riassunto, per incutere paura fra i ferrovieri che chiedevano sicurezza”.

Marco Piagentini, presidente dell’associazione il Mondo che vorrei, che riunisce le vittime della strage di Viareggio, ha commentato: “A noi non interessa la figura di Moretti ma il sistema di scatole cinesi per non arrivare alle responsabilità. Con la sentenza della strage di Viareggio si è affermato un principio inverso, ovvero che chi amministra è anche responsabile, è datore di fatto, e pertanto deve prendersi le sue responsabilità. E’ un risultato che non serve solo a noi ma anche a Rigopiano, al Ponte di Genova o a Pioltello”. Piagentini ha aggiunto, parlando dell”incidente ferroviario di Pioltello, dove un treno deragliò causando tre morti e 46 feriti, non sarebbe successo “se ci fosse stato il detettore di svio che noi chiediamo da anni. Per questo chiediamo a Ferrovie un’assunzione di responsabilità”.

Inoltre, ha dichiarato, “sappiamo che i vigili del fuoco non sanno che cosa passa sui nostri binari. La notte della strage di Viareggio l’intervento fu fatto in maniera casuale. I vigili del fuoco intervennero perché sapevano che era esploso qualcosa ma se non fosse stato per un vigile del fuoco, che a rischio della propria vita passando sulla passerella pericolante vide che su quei treni c’era il gpl e mandò delle squadre a raffreddare le altre cisterne, la città non sarebbe rimasta in piedi. Lo ha detto un perito in aula”.

Strage Viareggio: attesa per sentenza, commozione tra familiari vittime

E’ iniziato a Palazzo di giustizia di Firenze il processo d’appello per la strage alla stazione di Viareggio del 29 giugno di 10 anni fa: 32 le persone che morirono a causa del deragliamento e dell’incendio di un vagone cisterna con gas gpl di un treno merci. La sentenza dovrebbe arrivare dopo le 13. Sono presenti i parenti delle vittime, con addosso le magliette con scritto ‘Noi non dimentichiamo’, ed è arrivato a Firenze anche il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro. Al momento non risulta presente Mauro Moretti, l’ex ad di Rfi condannato in primo grado a 7 anni.

‘Viareggio 29 giugno 2009, niente sarà più come prima’: la frase, con sotto le foto delle 32 vittime, comprare su uno dei numerosi striscioni affissi questa mattina all’ingresso del Palazzo di Giustizia di Firenze, dov’è attesa la sentenza per la strage di Viareggio. Un altro cartello ritrae l’ex ad di Rfi Mauro Moretti, condannato a 7 anni in primo grado, vestito come un detenuto. Un altro ancora chiede ‘Verità, giustizia e sicurezza’. Tra i numerosi familiari  c’è chi trattiene a stento le lacrime, chi ancora abbraccia il vicino di sedia per riuscire a gestire l’emozione del momento.

Tra loro anche Daniela Rombi, madre di Emanuela Menichetti, morta a 21 anni per le gravi ustioni riportate a seguito dell’esplosione del vagone cisterna alla stazione di Viareggio: “Non ne posso più dell’attesa – racconta – queste ultime ore sono quelle che sfiniscono del tutto”. “Voglio credere – aggiunge – che questa sia una sentenza doverosamente giusta, lineare. Non vedo cos’altro possono fare se non prendere atto del nostro appello e di quello della procura e aumentare le pene”. “Lui secondo noi – afferma ancora parlando dell’ex ad di Rfi Mauro Moretti – era responsabile e poteva fare cose che avrebbero evitato questa strage”.

Firenze: strage Viareggio, presidio familiari davanti tribunale

Presidio davanti al tribunale di Firenze delle associazioni ‘Il mondo che vorrei’ e ‘Assemblea 29 giugno’, che raccolgono i familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009, in occasione dell’udienza della corte di appello.

Accanto agli striscioni, con i volti di Mauro Moretti, all’epoca presidente di Rfi, e di Michele Mauro Elia che in quell’incarico lo sostituì, i familiari che da sempre hanno seguito le udienze in primo grado e anche quelle del nuovo processo: in aula infatti è in corso l’udienza della corte d’appello di Firenze durante la quale sono previsti gli interventi delle difese dei due manager.
“Siamo alla fine di un processo che va avanti da 10 anni – ha detto Daniela Rombi, presidente di ‘Assemblea 29 giugno’ – e in tutto questo tempo niente è cambiato. Noi vogliamo, e pretendiamo, giustizia ma soprattutto chiediamo che siano messe in atto quelle misure di sicurezza che non c’erano nel 2009 a Viareggio e che ancora non ci sono” per il trasporto di merci pericolose.
In aula, dopo il lungo appello della presidente della corte Paola Masi e mentre i familiari sistemavano sulle sedie le magliette con le foto delle 32 vittime, sono arrivati alcuni degli imputati, e tra questi Mauro Moretti e Michele Mauro Elia.
Proprio i difensori di quest’ultimi, gli avvocati Carla Vanduchi e Alfonso Mario Stile, hanno iniziato le loro arringhe difensive.
Moretti ed Elia, in primo grado, furono condannati rispettivamente a 7 anni e a 7 anni e 6 mesi. La pg Luciana Piras, nella sua requisitoria, ha chiesto per Moretti 15 anni e 6 mesi (anche come ad di Fs, che invece lo vide assolto al termine del primo processo a Lucca) e 14 anni e sei mesi per Elia.

Presidio familiari vittime disastro ferroviario Viareggio

?Firenze, per una tragica coincidenza, proprio nel giorno in cui si è verificato un gravissimo incidente ferroviario alle porte di Milano, col bilancio provvisorio pesantissimo di quattro morti e cinque feriti in gravi, si tiene alla stazione di SMN l’incontro tra una delegazione di familiari delle 32 Vittime del disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009 con l’Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria).

L’incontro, richiesto da molto tempo, sui temi della sicurezza e della prevenzione e sulle misure di protezione per evitare che accada un altro disastro come quello di Viareggio, è stato evidenziato con un presidio e con un volantinaggio.

“Incontriamo l’Ansf – si legge nel volantino distribuito alla stazione di SMN – come con chiunque abbia un ruolo sui temi della sicurezza, in particolare delle ferrovie, perchè da oltre 8 anni e mezzo siamo impegnati in questo fondamentale settore, assieme a verità e giustizia. Da quando (29 giugno 2009) sono morti i nostri cari e molti altri hanno riportato, per sempre, le conseguenze di gravissime ustioni”.

“Incontriamo l’Ansf oggi – prosegue il comunicato – con una motivazione in più: la sentenza del processo di 1° grado del Tribunale di Lucca che ha sancito le pesantissime responsabilità dell’ex AD Moretti, degli altri dirigenti di ferrovie e Ansf (Elia, Soprano, Margarita, ecc. ecc.) e delle aziende coinvolte, fra cui: la mancanza della valutazione dei rischi per il trasporto di merci pericolose, la mancanza delle misure (antisvio, minor velocità, muro) che avrebbero, se non evitato, di gran lunga ridotto le conseguenze del disastro. Pensiamo che l’Ansf debba promuovere misure e iniziative concrete, controllo e vigilanza sulla sicurezza ferroviaria, che sono urgenti, come è evidente dal numero e dalla tipologia degli incidenti che continuano a verificarsi! Abbiamo rilevato che solo nel 2017 ci sono stati 30(!) incidenti, in alcuni casi con morti e feriti. A settembre 2017, all’interno dello scalo ferroviario di Novara Boschetto, è deragliato un carro merci a causa della rottura di un asse: solo per fortuna a bassa velocità e all’interno di uno scalo merci!”

La dinamica di questo incidente è la stessa di Viareggio. Come il 29 novembre 2017 a Melzo(Mi), quando un carro deraglia in stazione: la cisterna di acetato di butile si ribalta, solo per caso il serbatoio era vuoto. Ancora una volta si è rischiata un’altra Viareggio! L’ultimo mancato disastro alcuni giorni fa, la notte del 9 gennaio nella stazione di Fossacesia (Chieti), quando è deragliato un merci che ha “arato” km di traversine e poi il marciapiede di stazione che solo a causa dell’ora era sgombro da viaggiatori!

Gimmy Tranquillo ha intervistato Marco Piagentini che nel disastro ha perso moglie e due figli ed è rimasto ustionato sul 98 per cento del corpo

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e Daniela Rombi che nella strage ha perso sua figlia Emanuela (21 anni), morta dopo 42 giorni di agonia al centro grandi ustionati di Pisa:

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