Crisi Covid, Angelini (CGIL): serve cambio passo o sarà dramma sociale

Serve uno scatto  in termini di nuova progettualità altrimenti la crisi sarà drammatica: lo afferma la segretaria della CGIL Toscana, Dalida Angelini, commentando i dati IRPET presentati ieri con una previsioni per la nostra regione di un calo del PIL pari all’11% e con la perdita fino di  100 mila posti di lavoro

Sentiamola nell’intervista di Domenico Guarino

Covid, Ires: Pil Toscana da -8,4% a -12% nel 2020

“Il settembre che si avvicina, e la ripresa molto lenta, porteranno ulteriori preoccupazioni L’INTERVISTA CON GIANFRANCO  FRANCESE , pres. IRES CGIL Toscana

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Lo Statuto dei lavoratori compie 50 anni. Ma non basta più

50 anni fa veniva approvato lo Statuto dei Lavoratori. intervista con la segretaria regionale della CGIL DALIDA ANGELINI

Lo Statuto dei Lavoratori compie 50 anni. Mezzo secolo di storia del lavoro di questo Paese. aspettative sindacali, divieto di riprese senza il consenso dei lavoratori e di accertamenti sanitari direttamente da parte aziendale, libertà di opinione, divieto di demansionamento e soprattutto diritto al reintegro nel posto di lavoro nel caso di licenziamento giudicato illegittimo: queste erano le principali regole introdotte dalla legge 20 maggio 1970, numero 300. Lo Statuto (41 articoli divisi in sei titoli) fu messo a punto da una commissione di esperti presieduta da quello che è considerato il padre della riforma, Gino Giugni. Insediata nel 1969 dall’allora ministro del Lavoro Giacomo Brodolini. Alla morte di Brodolini nel luglio 1969, la commissione fu confermata dal nuovo ministro del lavoro, Carlo Donat Cattin. La legge 20 maggio 1970, intitolata ”norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”, fu approvata con l’astensione del Pci.

 

1 Maggio. “il lavoro ha bisogno di nuovi diritti, l’economia di un ruolo piu’ forte dello Stato”

Intervista con DALIDA ANGELINI segretaria regionale deLla CGIL Toscana

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1 Maggio: sindacati toscani, lavoro in sicurezza per costruire futuro

‘Il lavoro in sicurezza, per costruire il futuro’: è lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per festeggiare comunque il Primo maggio nonostante non ci potranno essere manifestazioni, feste, e iniziative in piazze e strade a causa dell’emergenza Coronavirus.

“Niente manifestazioni quest’anno, e ci dispiace tantissimo – sottolinea in una nota la segretaria generale di Cgil Toscana Dalida Angelini -: ma la voglia di celebrare il Primo maggio è ancor maggiore perché questo maledetto virus è combattuto e sarà sconfitto proprio da chi lavora. Quanto successo rafforza il concetto su cui il sindacato si sgola da sempre: non può esserci lavoro senza sicurezza. Quanto alla cosiddetta Fase due, serve un nuovo modello di sviluppo sostenibile che rispetti in pieno l’ambiente, la sicurezza di chi lavora e la dignità di tutti, a partire dalle donne e dai più deboli”. Per il segretario generale Cisl Toscana, Riccardo Cerza, “anche senza comizi in piazza, il Primo maggio è una giornata importantissima per tutti i lavoratori della Toscana. Mai come adesso è importante rimanere uniti e riaffermare il valore del lavoro, della sua dignità, della necessità di lavorare in sicurezza anche in questo periodo in cui la pandemia ci ha costretti a chiudere aziende e a mettere in cassa integrazione migliaia di persone”.
Il segretario generale Uil Toscana Annalisa Nocentini sottolinea che “il Primo maggio è la festa di tutti i lavoratori e in un momento di emergenza non può che essere dedicato a tutti, davvero tutti i lavoratori che sono in prima linea a sconfiggere il virus ma anche quelli che, con fatica e preoccupazione, sono tornati sul proprio posto di lavoro. Ma un pensiero va anche a tutti quei lavoratori, spesso donne, che in questi due mesi di lockdown con le scuole chiuse hanno dovuto farsi carico dei figli”.

CGIL: Ripartenza? Confrontiamoci sul come

Dalida Angelini, segretaria CGIL Toscana:  “Non potrà esserci una contrapposizione tra salute e lavoro. Per quanto ci riguarda noi non solo siamo pronti a questo confronto ma lo riteniamo decisivo per contenere i danni sociali ed economici che il covid-19 ci ha creato”.

“Ho letto con piacere che i provvedimenti di distanziamento sociale disposti dal governo hanno salvato già 38.000 vite umane. Non abbiamo fatto sacrifici per niente, motivo sufficiente per continuare a farne finché sarà necessario. Bene ha fatto il governo a prendere le proprie decisioni sulla base delle risultanze scientifiche non ascoltando, quasi sempre, i desiderata dei portatori di interessi personali o di gruppo, sia in ambito politico che economico. La situazione è lontana dall’essere risolta e desta grandi preoccupazioni” dichiara la segretaria della CGIL regionale Toscana.

Che aggiunge: “oggi da più parti si sollecita una ripresa “rapida delle attività economiche, come se ci fosse qualcuno più avveduto e responsabile di altri. Tutti siamo consapevoli che mascherine, sale di rianimazione, e ammortizzatori sociali non sono gratis, ma che hanno un costo, finanziato da un debito a lungo termine, ma un debito che andrà onorato. Ma c’è un’emergenza sanitaria che produce una emergenza economica e sociale e dobbiamo affrontarle entrambe e contestualmente se non vogliamo essere travolti. Il tema della ripresa non riguarda solo una parte, ma riguarda tutti, sistema delle imprese, sindacati, istituzioni. Questa è una guerra che si può e dobbiamo vincere ma lo si può fare se insieme scegliamo la strada da intraprendere.Si vince o si perde tutti insieme, incontriamoci, confrontiamoci, litighiamo se è necessario, ma tutto in assoluta trasparenza, ancor più in questa fase in cui dovremo affrontare il tema della ripartenza”.

“Sono convinta -conclude Angelini- che è necessario pensare fin da subito a come ripartire, a come rimettere in moto la macchina produttiva, ma certo non potrà esserci una contrapposizione tra salute e lavoro. La domanda corretta da porci è come non quando. Il quando lo decideranno le autorità scientifiche a cui ragionevolmente ci siamo affidati. Noi dobbiamo fin da subito utilizzare questo tempo per discutere sul come. Presumo che ripartire non sarà come spengere e accendere un interruttore. La ripresa sarà progressiva, non tanto nei settori, ma in particolare andrà valutata sito produttivo per sito produttivo in riferimento alle garanzie di tutela della salute che le singole imprese saranno in grado di realizzare.

Penso che molte cose dovranno cambiare, dovremo convivere per un tempo purtroppo ancora lungo con le precauzioni che abbiamo conosciuto, sia comportamentali che di protezione individuale. Il come sarà decisivo se non si vuole che l’epidemia torni a crescere subito dopo averla vista scendere. Tutti ci auguriamo che questo avvenga prima possibile, ma un augurio non è una scelta. Se lo facciamo senza la necessaria accortezza i danni che produrremo saranno enormi. Presumo che alcune lavorazioni ripartiranno a singhiozzo, dovremo essere pronti a negoziare una diversa organizzazione del lavoro, orari, tempi, carichi, che tengano insieme esigenze della produzione e il diritto alla salute. Ripartire si deve, e meglio se prima che poi, ma nessuno pensi ad un giorno ics , come un bomba liberi tutti, un rompete le righe, la ripartenza sarà scaglionata e la transizione non breve. Quando lo deciderà il governo sulla base delle risultanze scientifiche.Lo ripeto, se tutti insieme, noi , le imprese, le istituzioni, faremo bene la nostra parte favoriremo una ripresa più solida basata su responsabilità e consapevolezza. Dovremo prevedere un sistema premiante per quelle imprese che investiranno sulla salute e sul lavoro. Prima apriremo questo dibattito sul come e meglio sarà perché potrà favorire un contesto di garanzia di salubrità utile alla scienza per valutare quando la ripresa sarà possibile. Per quanto ci riguarda noi non solo siamo pronti a questo confronto ma lo riteniamo decisivo per contenere i danni sociali ed economici che il covid-19 ci ha creato”.

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