Da Metrocittà Firenze 1,7 milioni a 12 enti per la cultura

Un sostegno di quasi 1,7 milioni di euro per la cultura della Città metropolitana di Firenze.

È quanto ha approvato il Consiglio della Metrocittà: il contributo è per 12 tra enti lirici, fondazioni culturali, Comuni, enti, associazioni e istituti, soggetti pubblici o privati. Nel dettaglio, si legge in una nota, alla Fondazione teatro del Maggio Musicale Fiorentino, per la realizzazione del progetto ‘Maggio metropolitano’, sono stati assegnati 1,5 milioni. Da segnalare anche i 40.000 euro per il progetto ‘Orchestra metropolitana’ dell’Associazione orchestra da camera fiorentina e i 25mila euro per la realizzazione Festival dei bambini all’Impruneta.

🎧 “Fai contare la cultura”, tutto pronto per la seconda fase. Tante adesioni per la prima

Un altro passo importante per la cultura in Toscana. Prosegue infatti il percorso degli Stati generali “Fai contare la Cultura. Toscana creativa 2030”. La seconda fase vedrà molte iniziative nelle principali città toscane a partire dal 1° dicembre. Ma intanto ecco i risultati della prima. Oltre mille le adesioni ed i form compilati sulla piattaforma online all’interno del sito del Consiglio Regionale della Toscana. Che ha registrato oltre 12mila accessi da agosto ad oggi.

“Questo percorso – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – è un momento molto importante di verifica e analisi del mondo della cultura. Dalle biblioteche allo spettacolo dal vivo passando per musei, mondo del libro, teatro, cinema”. “Sappiamo – ha aggiunto – che quello della cultura è stato uno dei settori più sacrificati dalla pandemia. Ma la cultura è anche passione ed entusiasmo, dunque dopo questo stop obbligato abbiamo visto il fiorire di nuove iniziative e una ripresa di grande efficacia. Ora dobbiamo registrare i suoni e capire come la Regione può essere accanto agli operatori, alle istituzioni culturali”.

“La Toscana è sempre stata terra di arte e di cultura – ha commentato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo – ma questa cambia con il passare del tempo. Le mille adesioni danno il segno che la strada del confronto che abbiamo intrapreso è quella giusta. Penso che questi mesi di ascolto e i prossimi, che serviranno poi a fare una proposta che sia il più possibile condivisa, mettano in risalto un modo nuovo di lavorare. Come è accaduto con gli Stati generali della Sanità, che poi hanno prodotto un atto di indirizzo a cui ora la Giunta sta dando risposte concrete e di governo”.

Entra nel dettaglio dell’iniziativa la presidente della commissione Cultura Cristina Giachi: “Oggi – dice – abbiamo presentato i primi risultati, che approfondiremo nella seconda fase, sia in audizione sia in iniziative della commissione. Alcuni sono già in calendario. Il primo dicembre saremo a Livorno, con un appuntamento sulla musica dal vivo con i promoter della Toscana. Il 3 dicembre stiamo organizzando un incontro con le fondazioni bancarie che si occupano di cultura e la sostengono in Toscana. Mentre tre giorni dopo, il 6, il gruppo del Partito democratico presenterà un’indagine che ha commissionato offrendola agli Stati generali, un sondaggio sul consumo culturale e la fruizione”.

I lavoratori del settore, nonostante percorsi di carriera discontinui e le difficoltà legate a retribuzioni relativamente basse, non manifestano l’intenzione di cambiare settore lavorativo. Ma hanno bisogno dell’attenzione del sostegno pubblico, non soltanto dal punto di vista finanziario. E’ positivo questo percorso di ascolto di un settore, la cultura, che costituisce circa il 4% dell’occupazione e che attiva circa 2,4 punti di Pil. E che contribuisce alla formazione della coscienza collettiva. Coscienza che è parte dell’identità di un luogo. Un’offerta culturale equamente distribuita è un elemento importante per la costruzione dell’identità dei diversi luoghi della Toscana”.

 

Mario Vargas Llosa: “Preoccupato per il futuro dell’America Latina”

Mario Vargas Llosa, Premio Nobel per la Letteratura 2010, si trova in questi giorni a Firenze per una serie di eventi in suo onore. Eventi organizzati dal Centro Studi Jorge Eielson, Comune di Firenze, Casa Editrice Le Lettere e Università degli Studi di Firenze. Oggi è intervenuto in un convegno a Palazzo Vecchio, nel salone dei Cinquecento, per presentare il suo saggio Mezzo Secolo con Borges, recentemente tradotto in italiano.

Legato da un profondo affetto verso la città di Firenze, dalla quale in passato ha ricevuto importanti riconoscimenti – come la laurea honoris causa (giugno 2014) e ancor prima la copia del Marzocco (novembre 2008) – l’autore peruviano ha parlato della sua opera artistica. Ma si è detto anche “molto preoccupato per l’esito delle ultime elezioni in America Latina”. Ha infatti aggiunto di non vedere all’orizzonte “un bello scenario” per il suo continente. Vargas Llosa ha anche parlato del conflitto in Ucraina, sottolineando “l’inaspettata resistenza del popolo ucraino davanti all’aggressione della Russia”.

Tra le attività in programma c’è stata anche l’inaugurazione della mostra Jorge Eduardo Eielson e l’antico Perù. La cerimonia si è tenuta presso la Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze martedì scorso. La tre giorni si è chiusa proprio oggi con il colloquio tra Martha Canfield e lo stesso Vargas Llosa e nel quale sono state ripercorse le tappe della sua vita di scrittore, critico e giornalista, oltre che del suo rapporto con Borges.

Il libro, tradotto di recente in italiano, non è che una raccolta di articoli, interventi in conferenze, recensioni e annotazioni che Mario Vargas Llosa ha dedicato all’autore argentino. Il tutto racchiuso in cinquant’anni di carriera, dalla sua prima intervista, quando era appena ventisettenne e aveva vinto il suo primo premio letterario con “La città e i cani”. Da lì si arriva fino alle riflessioni di un personaggio che si era ormai affermato sulla letteratura e sulla politica. Attraverso i singoli interventi, si delineano i contorni di due figure di spicco del panorama mondiale.

Cultura, Sacchi: tamponi dallo Stato per riaprire

Per ripartire con il pubblico in presenza ci voglio due tamponi a settimana, come in Gran Bretagna. Così l’Assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi. D’accordo Bellucci (Nozze di Figaro).

Nel Podcast l’intervista all’Assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi. e ad Alessandro Bellucci delle Nozze di Figaro, a cura di Raffaele Palumbo.

Fanno discutere le dichiarazioni del Ministro della cultura Dario Franceschini. Riguardano le riapertura, la ripartenza di uno dei settori che ha sofferto di più dall’inizio della pandemia. Quello della cultura, degli spettacoli, dei concerti, dell’intrattenimento. In particolare, al CTS (Comitato tecnico scientifico), Franceschini ha proposto di riaprire in zona gialla con più pubblico e di permettere alle regioni di sperimentare all’aperto eventi con più spettatori.

Già, ma come? La variabile che pesa su tutto è quella dei costi (e di chi li sostiene). A tutti è parso subito irrealistico riaprire con percentuali di pubblico paganti così esigue da rendere la cosa infattibile. E allora bisogna provare a fare altro e a farlo all’aperto. L’espressione del ministro “permettere alle regioni di sperimentare all’aperto eventi con più spettatori”, apre ovviamente molti scenari.

A proposito di sperimentazioni, abbiamo parlato da subito della vicenda catalana e di Barcellona in particolare. L’ormai famoso concerto al Palau de Saint Jordi con cinquemila persone con la mascherina ma senza distanziamento e con zero contagi, è stato sulla bocca di tutti gli operatori del settore per giorni. Che, dopo un primo momento di fascinazione ora lo giudicano come tale, ovvero “solo un esperimento”. Come ci detto Alessandro Bellucci delle Nozze di Figaro.

La domanda è sempre la stessa: i tamponi all’ingresso, da chi vengono pagati? Dal pubblico, con un ricarico sui biglietti che già hanno spesso un costo ragguardevole? Dagli operatori, che già devono confrontarsi con un dimezzamento (almeno) del pubblico. L’Assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi fa sua l’esperienza britannica. Lo Stato fornisce – sotto forma di “bonus cultura” – due tamponi settimanali a chi ne fa richiesta per partecipare alla vita culturale. Una proposta, quella impugnata dall’Assessore Sacchi, che sembra possa mettere d’accordo tutti.

Cultura, tavolo permanente enti locali e protocollo unico aperture: proposte assessori italiani

La garanzia dell’apertura dei luoghi di cultura con un protocollo unico, i musei visitabili anche nei weekend, un tavolo ad hoc per il confronto e un fondo speciale per le città d’arte. Tra gli interventi anche l’assessore Sacchi

Queste le proposte presentate in una conferenza stampa online dai 12 assessori alla cultura delle più grandi città italiane che dall’inizio della pandemia sono riuniti in un tavolo permanente.

Le città coinvolte sono Roma, Milano, Torino, Bari, Venezia, Firenze, Ancona, Bologna, Cagliari, Napoli, Genova, Palermo. Alla conferenza stampa era presente anche il sindaco di Mantova e delegato cultura Anci Mattia Palazzi.

Musei, teatri, luoghi di spettacolo, sedi espositive, luoghi d’arte e cultura: le Città intendono mettere a disposizione del Governo la propria conoscenza capillare del mondo culturale e delle sue problematiche, ponendo le basi e stabilendo insieme i protocolli per una ripresa il più possibile certa, rapida e omogenea in tutto il territorio nazionale.

“Per 12 mesi abbiamo lavorato fianco a fianco, nonostante i colori politici differenti, per il bene della cultura e del Paese – ha sottolineato l’assessore alla cultura di Firenze Tommaso Sacchi – consapevoli delle enormi difficoltà del comparto culturale: si tratta di 580 mila lavoratori in Italia, con differenti ruoli e modalità contrattuali, toccati quest’anno da una crisi drammatica e con poche tutele. Siamo contenti che il presidente Mario Draghi abbia parlato di temi che riguardano molto il nostro percorso: ha citato i luoghi della cultura e dello spettacolo, i musei, i cinema, i teatri, e ha detto che la cultura rappresenta un bene da tutelare e imprescindibile. Noi siamo a disposizione per una collaborazione che parta dai territori e dalle nostre città”

Le proposte presentate riguardano:

a) la garanzia dell’apertura dei luoghi di cultura con un protocollo unico: questo eviterebbe la reversibilità delle aperture, a meno di situazioni particolarmente gravi, garantirebbe la continuità del presidio culturale sul territorio, assicurerebbe il lavoro e fiducia, darebbe sostanza al diritto inalienabile alla cultura e fornirebbe ai cittadini alternative controllate e sicure, invece di obbligarli a una socialità compressa in pochi, e poco controllati, luoghi pubblici o privati. L’esperienza delle Città, la serietà con cui teatri, musei e luoghi di cultura hanno mostrato di saper gestire i periodi di apertura, l’elasticità del servizio, la disponibilità ad adattarsi ai vincoli che di volta in volta si rendono necessari, rendono questo obiettivo realisticamente possibile.

b) la garanzia dell’apertura degli istituti museali e dei luoghi di cultura anche nei weekend, nel rispetto di ogni norma prevista ad oggi per il contenimento del rischio sanitario e in attesa dell’auspicato protocollo unico. Un intervento necessario per la sostenibilità del lavoro culturale, per garantire la continuità nella conservazione del patrimonio, per consentire l’accesso ai luoghi di cultura a tutti i lavoratori del Paese, e quindi il pieno rispetto del diritto alla cultura.

c) la costituzione di un Tavolo permanente Enti Locali. Questo nuovo riferimento aprirebbe un dialogo costante con il Ministero e garantirebbe la concertazione di politiche culturali – necessarie per la rinascita del Paese – tra Governo centrale e le Città, che si metterebbero a disposizione con spirito di servizio come interlocutori per la costruzione di politiche condivise e come portavoce delle istanze derivanti dai territori.

Infine, gli assessori e le assessore hanno auspicato la creazione di un fondo speciale destinato alla ripartenza delle Città sul piano culturale.

“Queste proposte nascono dall’esperienza di governo locale e dall’impegno continuo e costante nella tutela della produzione, della programmazione e del lavoro culturale. Con il senso pratico che distingue il mondo delle Città, a un anno dall’inizio della nostra collaborazione, vogliamo allinearci a quanto sostenuto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nella replica al Senato: ‘Il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità […] Molto è stato fatto, serve fare ancora di più’”, hanno dichiarato gli Assessori.

Sentiamo un estratto dal discorso dell’assessore Tommaso Sacchi

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