Premio Sabrina Sganga: Questione di Stili 2018

E’ stato pubblicato il bando della sesta edizione del premio giornalistico Sabrina Sganga “Questione di Stili 2018”, dedicata al tema “Share Tale. Raccontare le pratiche di condivisione”.

Associazione “Sabrina Sganga”, Controradio, Controradio Club, Fondazione Finanza
Etica, COSPE Onlus e Festival dei Popoli, con il contributo di Regione Toscana e con il patrocinio di Comune di Firenze, Associazione Carta di Roma, Ordine dei giornalisti presentano la VI edizione del Premio giornalistico Sabrina Sganga – Questione di Stili 2018.

La sesta edizione del Premio Sabrina Sganga è dedicata al tema “Share Tale. Raccontare le pratiche di condivisione”. Come l’economia, la politica, l’educazione, l’ambiente e in generale la nostra vita quotidiana può essere trasformata da pratiche condivise.

Il Premio, che ricorda la giornalista di Controradio scomparsa nel 2012, è diviso in due sezioni: la prima (€ 5000 euro) è aperta a progetti giornalistici da realizzare nei prossimi dodici mesi; la seconda (€ 1000) sceglierà un prodotto giornalistico prodotto e pubblicato nel 2017.  Per entrambi verranno valutati tutti i tipi di media tra cui, a titolo meramente esemplificativo, carta stampata, cortometraggi, documentari, graphic novel, comics, fotografie. Tra i parametri di valutazione avrà particolare rilevanza l’originalità del media utilizzato. Il concorso è aperto a giornalisti e mediattivisti: la scadenza per entrambe le sezioni è il 30 settembre 2018.
La giuria è composta da Simone Siliani (Presidente), Vera Sganga, Camilla Lattanzi, Vittorio Iervese, Anna Meli, Giulia Chiarini, Oliver Haag.

Sabrina Sganga si è distinta per un lavoro pionieristico nel campo dei nuovi stili di vita, del
consumo critico, delle economie solidali, dell’agricoltura contadina e per l’affermazione di un nuovo modello di prevenzione e cura, L’Associazione costituita dalla famiglia e dagli amici di Sabrina intende portare avanti queste istanze.

La cerimonia di premiazione si terrà l’8 Novembre 2018 durante la 59esima edizione del Festival dei Popoli a Firenze. Nell’occasione sarà presentata l’inchiesta condotta dai vincitori dell’edizione 2017, “Sciamani locali – Viaggio nella medicina popolare italiana” di Marzia Coronati per l’Associazione Echis e “Uno spettro per casa” di Sara Perro e “Parkinson Dancers” di Giulia Bondi.

Il bando è scaricabile da: Bando 2018 (premiosabrinasganga.it)
Per info info@premiosabrinasganga.it

Critico per un giorno: ‘Sono Angelica, voglio vendetta’

?Firenze, ‘Critico per un giorno’, è un progetto di ‘Cinema la Compagnia‘ e ControradioClub, tramite il quale un gruppo di soci del Club, che si sono registrati all’evento, può assistere gratuitamente alle anteprime di film o di documentari selezionati in programmazione al Cinema La Compagnia, per poi essere intervistati da Gimmy Tranquillo e stilare una recensione che sarà poi pubblicata sui media di Controradio.

Martedì 20 marzo al cinema La Compagnia, è stata la volta della prima nazionale del film, ‘Sono Angelica, voglio vendetta’, il film è scritto, diretto e montato da Andrea Zingoni, con il sostegno di Fondazione Sistema Toscana e la partnership di Controradio.
I protagonisti di ‘Sono Angelica, voglio vendetta’ sono tutti i giovanissimi esordienti, Sofia Rivolta di 19 anni, Pietro Zingoni di 20 e Eloisa Reverie Vezzosi di 22, con una formazione durata 12 mesi affidata a Marco Mattolini.

Nella breve nota della presentazione del film si legge: “Sono Angelica, voglio vendetta’ è un film sulla violenza sulle donne. Ma è anche un film sulle donne che non ci stanno a essere vittime. E’ un film sulla consapevolezza che ogni destino può diventare epico. Ed è un film per ciascuno di noi. Per chi cerca una storia avvincente. Per chi cerca grandi suggestioni visive. Per le giovani ragazze e i giovani ragazzi. Per chi non ha paura dei sentimenti. Per chi vuole uscire dal cinema più forte di prima”.

Le Recensioni dei soci del ControradioClub.

A.F.B. e F.T.:
Prima di tutto voglio ringraziarvi per la possibilità che date a noi soci di partecipare a vari avvenimenti culturali, a gratis o a prezzi scontati.
Non è facile fare la recensione di un film come questo che tratta del retrogrado rapporto di sopraffazione uomo-donna/maschio-femmina ancora purtroppo attuale e forse in aumento nella ns. società.
La Protagonista, molto brava, ci ha ripetuto e fatto capire bene che nella realtà attuale essere sé stessi, cercare di affermarsi come persona E’ PERICOLOSO.
Non sei realmente libero, devi mimetizzarsi, rinunciare alla tua spontaneità, alla tua diversità e questo è tremendo sia a chi è toccato subire violenza che a chi potrebbe subirla. La violenza non guarda in faccia nessuno uomo o donna che sia.
Il film ha piglio e scorre bene anche se in certi momenti non ne sei abbastanza coinvolto. Il regista nel dopo film ha spiegato che ha intenzionalmente scelto la vendetta come conclusione della storia perché voleva che lo spettatore si ponesse la domanda di come si sarebbe comportato in una situazione analoga. Non sono d’accordo con lui perché lo spettatore questa domanda se la sarebbe posta anche con un finale diverso.
E’ comunque quasi impossibile ipotizzare un certo comportamento nel caso capitasse a te. Solo dopo che hai subito tutte queste pene, violenze e torture forse saprai cosa fare per ritrovare te stesso. Per le persone più vicine è forse più facile prevedere come  affrontare questo dolore e la difficoltà di rientrare in comunicazione con la vittima anche per chi la ama e ne è riamato.
Sofia ha spiegato che lei non farebbe questa scelta ed anch’io mi trovo d’accordo perché la legge “occhio per occhio, dente per dente” è anche questa una grande violenza ma in questo caso, personaggi di tale ferocia, che avrebbero senz’altro reiterato e la giustizia, che lascia il tempo che trova…: quindi hanno avuto quello che meritavano, con risparmio per le patrie galere
E’ comunque encomiabile sostenere i nostri registri che fanno film interessanti con tutte le difficoltà che ci sono per i costi e la distribuzione, grazie anche alla collaborazione vostra e di altri enti. E’ sempre comunque bello vedere Firenze in un film girato bene e con inquadrature particolari.

Gianni:
Dico subito.che il film non mi è piaciuto e se non fosse stato per il rispetto per Controradio me ne sarei andato dopo mezzora. Mi è sembrato un film supponente e velleitario in cui l’autore scopiazza alcune cose viste e sentite senza averle capite (psicoanalisi e psicologia da baraccone, personaggi tratti da “io ballo da sola” (ambiente di ricca borghesia che se ne frega del mondo) scene truculente prese da Tarantino in particolare Kill Bill) non parlo poi della recitazione degli attori (se si può’ chiamarli attori). In sostanza il mio pensiero è: NON E’ OBBLIGATORIO FARE UN FILM. SI DEVE FARE SE SI E’ CAPACI. Come ha detto una mia amica è un film offensivo per le donne che hanno subito violenza e per chi ci lavora.

Maria Laura:
Sofia ci fa vivere la devastazione che vive una donna che è stata violentata. Il suo mondo interiore, il terrore, i suoni amplificati nella mente. La devastazione fisica ed emotiva. Poi il percorso di risalita dall’abisso, con l’aiuto degli amici, dei medici olistici e istituzionali, della madre (?). Quando infine grida vendetta, vince la paura e affronta e il carnefice come donna ho sentito il versamento di sangue dello stupratore come un atto riparatore alla violenza gratuita e inaudita.

Alberto:
Per la sua prima opera cinematografica a lungometraggio, Andrea Zingoni non ha voluto
allontanarsi troppo dalle sue precedenti esperienze artistiche. Disegnatore di cartoons (per
Frigidaire, Re Nudo, Linus…), V-Jay del Tenax, video artist con il gruppo dei Giovanotti Mondani Meccanici, Zingoni pesca a piene mani da questo genere di immaginario visivo per comporre un’opera costruita non velatamente in uno stile alla Tarantino e ispirata al genere “rape and revenge” di tanti B-movies americani e asiatici degli anni ’70.
Gli attori, pressoché tutti esordienti e giovanissimi, ruotano intorno alla protagonista interpretata dalla diciannovenne Sofia Rivolta, un volto che a tratti ricorda parecchio quello di Asia Argento, tanto per rimanere in tema di violenze e molestie.
Angelica – di nome e di fatto – è bella, vive una bella vita insieme a gente bella e si muove nella bellezza di Firenze, una Firenze magistralmente esaltata nei suoi scorci più tradizionali da una fotografia incisiva e brillante. Ma abita, profeticamente, in via dell’Inferno ed è in un inferno di disperazione e paura che si troverà improvvisamente catapultata da una violenza brutale e feroce che spazza via ogni precedente bellezza e la confina in una dolente solitudine.
Fallita ogni altra via, troverà un riscatto shakespeariano – ed un pianto finalmente liberatorio – solo vendicandosi personalmente e violentemente dei suoi aguzzini.
Di questi tempi, un “messaggio” di violenza privata e vendetta personale, diciamolo, non suona molto bene. Di gente che invoca il farsi giustizia da sé verso chiunque sia davvero, o comunque sia ritenuto, dannoso, in giro ce n’è fin troppa, e non si avverte il bisogno che si soffi sul fuoco.
Ma quest’opera non vuole inviare un messaggio così impegnativo, è palesemente di minor
intendimento. Anzi, caso mai, vuole, in chiave di fumetto, parlare di violenza contro le donne, e di questo invece c’è grande bisogno.
L’opera però è riuscita a metà. Convincente nella fotografia e negli effetti (bella un’efficace scena onirica in un paesaggio innevato, con una nevicata che va in senso inverso), scorrevole nel suo stile fumettistico, forte in alcune scene di violenza e di dolore, ben scandita da una colonna sonora che ha il pregio dell’originalità, risulta invece troppo schematica nella sceneggiatura, eccessivamente caricaturale in alcune figure, specialmente quelle degli psicologi/santoni che dovrebbero dare aiuto ad Angelica, e non può non risentire della recitazione ancora acerba dei suoi giovanissimi ed esordienti attori.

Laura:
Premettendo che non amo i film visionari e poco lineari, mi tolgo subito
dall’imbarazzo dicendovi che il film non mi è piaciuto. L’ho trovato faticoso, troppo
carico di stimoli visivi e uditivi, troppo “videoclip”. Per la soglia sopportazione dei
miei sensi sarebbe potuto finire almeno una mezz’ora prima.
Però devo riconoscergli alcuni meriti. Il primo è quello di mostrare Firenze nella sua
bellezza, una bellezza che incanta e che si contrappone con forza all’orrore vissuto da
Angelica. E da fiorentina che troppo spesso non riesce a vedere le meraviglie che ha
sotto gli occhi tutti i giorni, questo non è un merito di poco conto.
Secondo punto a suo favore è quello di saper emozionare, anche se la maggior parte
delle emozioni che mi ha suscitato erano piuttosto fastidiose. Il dolore fisico e morale
di Angelica è quasi palpabile, l’angoscia dei suoi incubi è penetrante, il ribrezzo
provato (da me spettatrice) di fronte a quegli uomini bestiali è difficilmente
sopportabile.
Considerando che il tanto acclamato “La forma dell’acqua” non è riuscito ad emozionarmi – nel bene e nel male – per più di qualche secondo, direi che avermi suscitato emozioni, anche se nere, può dirsi un successo.
Ed infine, merito forse più grande, è il senso di liberazione sprigionato dalla vendetta
di Angelica.
Se nel mondo civile e moderno non possiamo in alcun modo accettare la logica dell’occhio per occhio, alla quale tutti dovremmo opporci, nello spazio della favola quasi horror la vendetta è liberatoria, rappresenta ciò che forse ognuno di noi vorrebbe avere il coraggio di fare se succedesse qualcosa di così orribile a sé o ad uno dei propri cari.
È indubbio che il film non voglia porsi come veritiero o credibile nei fatti che narra – come potrebbero altrimenti restare impuniti i mostri che hanno agito a volto scoperto? Come potrebbero passare inosservati i cadaveri che Angelica lascia letteralmente sulla strada? E allora, se siamo nello spazio della favola, per quanto nera,  ben venga quella vendetta che ci restituisce un po’ di quel senso di giustizia che troppo spesso non riusciamo a trovare nel mondo reale (e in una forma che comunque io non vorrei trovare nel mondo reale!).

Giuditta:
Neanche degno di essere definito film. Nessuna capacità di recitazione. Nessuno sforzo per evitare banalità intollerabili. Offensivo per le donne che hanno subito violenza. Offensivo per chi lavora con loro cime psicoterapeuta nella dolorosa e difficile vita dopo un simile trauma.

Rosy:
L’invito ai soci di fare ‘Critico per un giorno’ è una bellissima cosa se la risposta viene fatto nello spirito giusto. La Critica serve per dare una lettura al pubblico e serve a chi lavora per fare meglio. Non condivido la presunzione di che spara a zero e sputa veleno sul lavoro di un altro.
Il film scritto e diretto da Andrea Zingoni come primo lungo metraggio ha affrontato un tema delicato-la violenza sulla donna-con coraggio e senza superficialità. Forse troppo lungo e a volte poco convincente per la mancanza di esperienza dei giovanni attori ma sicuramente efficace nel intento di farci sentire la sofferenza del corpo e psyche infranto da una violenza atroce.
Ho trovato il formato delle riprese fotografiche e fumetto un connubio efficace per farci esaudire la Vendetta finale di Angelica pur sapendo che nella realtà la Vendetta non è altro che un ampliasi della violenza.
La scena onirica della neve é di grande livello, la colonna sonora originale. Ho trovato la scena di violenza estremamente raccapricciante ed inquietante. Il film mi rimane dentro e mi provoca una riflessione sulla vendetta.
Sono certa che il regista non vuole incitare le brave ragazze ad essere violente e vendicative, ma forse vorrebbe vedere le donne libere di essere se stesse e non sopportare in silenzio la sopraffazione nel il giudizio del maschilista omofobico.
Ringrazio Andrea Zingoni che sta dalla parte delle donne.

Western Dream 4, il viaggio ‘On the Road’ di Controradio

Firenze, giunto alla sua quarta edizione, parte anche quest’anno dal 1 al 13 di agosto, il Western Dream, un viaggio attraverso i grandi spazi della natura americana, tra le fertili valli della California, i deserti del Mojave, di Arizona e Nevada, la Valle della Morte ed i precipizi del Grand Canyon con la musica di Controradio nelle orecchie.

Un viaggio così non è solo un viaggio attraverso luoghi, ma è anche un viaggio tra i miti e le icone che volenti o nolenti hanno punteggiato la nostra vita: Los Angeles, città delle star e dei paradisi artificiali; Las Vegas, delirio del kitsch, roulette e slot machines; San Francisco, culla della cultura hippy e madre di tutte le campagne progressiste americane, dove ogni angolo di strada ci è reso familiare da tanti film e telefilm; il Grand Canyon e la Monument Valley, quinte western reali per eroi di celluloide; la Route 66, simbolo storico della vita on-the-Road tra memorabilia, cromature, Harley Davidson e giubbotti di pelle.

Guida d’eccezione Gimmy Tranquillo, il giornalista di Controradio, che ha vissuto per 20 anni in California, che ha fatto la guida turistica proprio nei luoghi che si andranno a visitare, e che ha contribuito a disegnare il tour nel rispetto dello ‘spirito’ di Controradio.

L’itinerario del viaggio è stato studiato per offrire in soli 13 giorni quanto di solito sarebbe possibile visitare in almeno una ventina, tra i miti e le icone del cosiddetto ‘South-West’ degli Stati Uniti d’America.

Durante il viaggio quest’anno si visitano 5 parchi nazionali (Grand Canyon, Monument Valley, Bryce Canyon, Death Valley e Valley of Fire) e tre metropoli (Los Angeles, Las Vegas e San Francisco), sul territorio di quattro Stati dell’unione (California, Nevada, Colorado e Utah).

Sin dalla prima edizione del 2015, il Western Dreama ha dato, a chi ha avuto la fortuna di poterci parteciparvi, “Una delle più belle avventure della vita”.

L’organizzazione tecnica del tour è affidata a TRAVEL DESIGN STUDIO, un operatore turistico di nuova generazione in grado di creare viaggi unici, concepiti su misura delle esigenze e sul budget dei singoli gruppi. http://www.traveldesignstudio.com/

INFO: http://www.tdsgruppi.net/iscrizione/nuovaiscrizione.aspx?IniziativaID=104
Programma: http://www.tdsgruppi.net/docs/programma_iniziativa_104.pdf

Alcuni commenti spontanei postati sui gruppi WhatsApp dei partercipanti alle scorse edizioni.

Giulia: “Western Dream? Non è un semplice viaggio, è un’esperienza da vivere.
Scenari che tolgono il fiato come il Grand Canyon, che ti fa girare la testa anche solo guardando l’orizzonte, o il Bryce Canyon, con i suoi colori intensi, il senso di libertà che ti trasmette San Francisco, la spensieratezza di Las Vegas, che vive di notte e di giorno si riposa, o la creatività di Los Angeles, con le sue mille contraddizioni.
Questo viaggio non è fatto per chi si vuole riposare, ma per chi vuole crescere, chi vuole scoprire, chi si vuole emozionare ed avere un assaggio di quell’America di cui abbiamo tanto sentito parlare fin da piccoli. Amerete questo viaggio con tutti voi stessi e, una volta tornati, non vedrete l’ora di ripartire. Parola di chi, a quasi un anno di distanza dal suo Western Dream, ha ancora in mente quei paesaggi, quei compagni di viaggio, quei colori e quelle sensazioni che solo con un Western Dream si possono provare”.

Stefano e Michele: “È sicuramente stata un’esperienza importante, un viaggio indimenticabile che da sempre ho desiderato ed infine il sogno si è avverato. Rimarrà un ricordo meraviglioso e tutti Voi ne fate e ne farete paté.  Siete stati compagni di viaggio fantastici per me è Michele, sappiatelo.
Grazie a tutti di cuore e spero di incontrarvi presto anche solo x un caffè”.

Daniela: “Ragazzi avete già espresso anche i miei pensieri, il viaggio è stato strepitoso voi siete stati fantastici e Gimmy è stato Unico, sempre paziente e pronto ad ogni nostra richiesta, grazie di cuore a tutti e vediamo di organizzare presto un’incontro”.

Enrico: “Cari ragazzi e ragazze oggi finendo di rimettere a posto maglie, medicine , garze ecc … Mi è venuta una forte nostalgia. È stato per  me questo viaggio una delle più belle avventure della mia vita! Complice i luoghi e anche la vostra compagnia!! Un abbraccio a tutti”.

Vilma: “È una certezza! Per me è stato un grande viaggio ed ogni giorno che passa è quello che me lo fa apprezzare sempre di più”.

Marina: “Il Western Dream lo avevo rincorso dalla prima edizione: mi incuriosiva provare questa formula unica di viaggiare con persone che ascoltano la stessa radio, ascoltando quella musica mentre intorno a te c’è l’America, quella parte dell’America che avevo già visto in altro modo in passato e, credetemi, c’è differenza!!! Organizzazione e pianificazione solo allo scopo di ottimizzare i tempi, ma lasciandoti la possibilità di scoprire la ‘tua America’ in autonomia, accompagnate dalla simpatia e professionalità di Gimmy che non ‘fa la guida’ ma è l’amico che ci ha vissuto. Andate a sperimentare questa formula magica e la vs America vi rimarrà nel cuore!!!! Ciao a tutti i miei amici del Western Dream 3”.

Angela: Il bisogno di ricominciare a viaggiare o la voglia di volare dall’altra parte del mondo, non so cosa mi abbia spinto a iscrivermi a Western Dream 2016 perché ero sola, non conoscevo nessuno salvo la voce di Gimmy che mi accompagnava nel tragitto in auto da casa al lavoro e mi salutava con buona fortuna! Mi piaceva, però, l’idea di festeggiare il mio compleanno nella Death Valley. Sono partita e ho fatto la scelta giusta.
Ho trovato persone con le quali ho condiviso il viaggio e in seguito altre iniziative, amici ai quali sono legata affettivamente e con alcuni ho ri-viaggiato lo scorso anno a Cuba.
Il ricordo del viaggio è colorato di rosso-arancio e di grandi dimensioni, tutto è grande in America ed essere lì ci aiuta a capire e a spiegare i nostri tanti perché europei. Almeno una volta nella vita dovremo andarci perché impariamo a pensare in un altro modo, stiamo in contatto con una natura insolita, le distanze sono enormi, e le strade di Los Angeles sono larghe come le nostre autostrade. L’esperienza in taxi a San Francisco è come essere in un film, fermiamo un taxi al volo e poi via per le strade della città con tutti i sali scendi che ci sono e poi il panorama della baia di notte, il Golden Gate Bridge illuminato e il Pier 39. Come si fa a non amare da subito una città così? Con, anche, un quartiere pieno di murales coloratissimi? Nel viaggio ho ritrovato la pittura di Pollock che tanto ho amato ma che ho compreso pienamente nel visitare i suoi luoghi. L’orizzonte nel West è sempre lontanissimo, le strade sono dritte e senza fine. A Las Vegas si perde il senso del tempo e dello spazio entrando negli hotel-casinò, il vero-falso delle città europee ricostruite è follia e divertimento. Come non ricordare il Grand Canyon e la passeggiata al suo interno, il tramonto e il silenzio degli spazi smisurati? Lì veramente entriamo nell’infinito, ci sentiamo piccoli ma parte del cosmo. È un’esperienza unica sentire il calore del sole che entra profondamente nel nostro corpo, il caldo è secco, non si suda, nella Death Valley si può resistere al massimo alcuni minuti alla temperatura di quasi 50° ma è bellissimo essere nel mezzo al deserto di sale, sotto il livello del mare e vedere un miraggio. Lì percepisco per la prima volta in vita mia tutta la potenza del sole e il suo calore sulla mia pelle, veramente mi scalda dentro, sento la sua forza, sarà perché è il pianeta governatore del mio segno astrologico, ma mi sembra di ri-conoscerlo. Come ho la sensazione di ri-conoscere quella terra rossa- arancio che ha i miei colori preferiti. Non si dimentica facilmente la luce del tramonto al Horseshoe Bend Canyon e l’incredibile percorso del Colorado, non si dimentica l’immensità. Il far west, i villaggi con gli sceriffi, tutto quello che abbiamo visto al cinema lo viviamo in prima persona. Bryce Canyon, i miei occhi divorano panorami e scorci mozzafiato, una scodella con dentro migliaia di personaggi fatti di roccia rossa ed io ci sono dentro! E poi la visita alla Monument Valley quella degli indiani, dei film western, quella con le enormi rocce rosse di fuoco che hanno forme di animali o altro. La polvere rossa mossa dal vento ci entra in ogni parte e la respiriamo, odorosa di pioggia. Più tardi un arcobaleno grande e perfetto ci accompagna nel sogno americano che continuiamo a percorrere “on the road”.

 

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