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Moda: Confindustria, “difendere il Made in Toscana”
Un appello ai sindaci, specialmente quelli dei Comuni costieri, per effettuare maggiori controlli sul commercio di merce contraffatta: lo hanno rivolto oggi Alessio Ranaldo, presidente di Confindustria Toscana, e Franco Baccani, membro del comitato per la lotta alla contraffazione di Confindustria nazionale, chiedendo “tolleranza zero” sul fenomeno che colpisce in modo grave le aziende toscane del sistema moda.
“Vorrei che le persone capissero – ha affermato Ranaldo – che quando comprano una borsa contraffatta non hanno un vantaggio, nemmeno immediato, perché quella borsa magari un domani può andare a togliere un pizzico di futuro ai loro figli”. Infatti, sostiene Ranaldo, “il rischio peggiore è che questa corsa al contraffatto porti poi ad un impoverimento della filiera”, “e se si impoverisce la filiera si impoverisce la nostra regione”.
Inoltre, per Franco Baccani, la Toscana deve essere e diventare “una no-fake zone” e iniziative vanno prese in modo mirato al raggiungimento di questo obiettivo. Ammontano a 16.000 le imprese del istema moda toscano, il 43% del totale del manifatturiero regionale: con 112.000 addetti fatturano 19 miliardi di euro, quasi un quarto del dato nazionale, mentre il valore delle esportazioni è di 13 miliardi di euro.
Gimmy Tranquillo ha intervistato questa mattina Alessio Ranaldo e Franco Baccani. Sentiamo le dichiarazioni raccolte per Controradio.
Confindustria: in Toscana è emergenza infrastrutture
?Firenze, a pochi giorni dalla firma del patto regionale sullo sviluppo, Confindustria Toscana ha tenuto una conferenza stampa per ribadire che “La Toscana è in emergenza infrastrutture”.
“Siamo pronti a chiedere un incontro con il Governo, il tema delle grandi infrastrutture toscane è un tema nazionale”, ha detto il presidente di Confindustria Toscana, Alessio Marco Ranaldo.
“La previsione di realizzazione degli investimenti nella regione, sviluppata in 5 anni – si legge in un comunicato di Confindustria – “cuba” un totale di oltre €8 miliardi ed è in grado di attivare 110.000 unità di lavoro, circa 20.000 all’anno. Oltre 28.000 stabilmente a regime. Inoltre, una recente ricerca del Centro Studi di Confindustria Toscana in collaborazione con quello di ANCE Toscana mette in evidenza come la dotazione infrastrutturale della nostra regione non sia adeguata rispetto alle necessità di una regione industriale come la toscana. Pesano soprattutto i ritardi su strade e autostrade, trasporto ferroviario, sistema aeroportuale, sistema portuale”.
“Senza dimenticare anche altre dotazioni che sono precondizioni competitive per un territorio industriale. E’ il caso della banda larga, che è necessaria in una regione che voglia recuperare posizioni sul fronte dell’utilizzo delle tecnologie legate a Industria 4.0. Oppure dell’impiantistica necessaria in una logica di economia circolare per chiudere il cerchio di tante nostre filiere industriali, garantendo un maggiore recupero di materia, ma anche lo smaltimento degli scarti non recuperabili. Ed altre in cui non è messa in grado di sfruttare appieno le sue risorse naturali, come nel caso della geotermia”.
L’Intesa firmata in Regione – ricordano i presidenti confindustriali toscani – contiene l’elenco di tutte le opere che si attendono da tempo.
- La tirrenica
- La due mari
- Il sistema aeroportuale
- Il potenziamento dei nostri porti
- Il nodo fiorentino dell’alta velocità ferroviaria
“Cinque priorità toscane che sono cinque urgenze nazionali – ribadisce Ranaldo -. Su ognuna di esse l’appello forte va al Governo, perché si completino e si sblocchino i nodi che ancora impediscono a queste opere per noi fondamentali, di essere completamente realizzate apportando un notevole beneficio al territorio e alle imprese”.
Sono “nodi-paese”. Perché qui è presente una delle piattaforme industriali più importanti d’Italia. L’appello lo rivolgono ai parlamentari del territorio regionale, di maggioranza e di opposizione, per un’azione bipartisan a favore della Toscana.“Invieremo oggi stesso una richiesta di incontro al presidente del Consiglio”, dicono all’unisono i presidenti delle Confindustrie toscane, che aggiungono però “non ci sono soltanto le questioni di competenza nazionale. Molte questioni riguardano i livelli locali, come ad esempio la viabilità secondaria o le carenze infrastrutturali che riscontriamo in alcune nostre aree industriali.
Nei prossimi mesi, anche su questo, faremo un monitoraggio delle situazioni più critiche e chiederemo alla Regione e ai Comuni un impegno per riqualificare e infrastrutturare adeguatamente queste aree”.
Alla conferenza stampa erano presenti, oltre che il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo, Stefano Frangerini, presidente Ance Toscana; Paolo Campinoti, presidente ConfindustriaToscana Sud; Giulio Grossi, presidente Confindustria Toscana Nord; Patrizia Pacini, presidenteConfindustria Pisa; Alberto Ricci, presidente Confindustria Livorno Massa Carrara e Luigi Salvadori, presidente Confindustria Firenze.
Gimmy Tranquillo ha intervistato il presidente di Confindustria Toscana, Alessio Marco Ranaldo, e Luigi Salvadori, presidente Confindustria Firenze:
Toscana: nasce osservatorio sull’immigrazione
Al workshop su ‘Immigrazione, impresa, lavoro, scenari di una Toscana in trasformazione’, al Teatro della Compagnia a Firenze, è stata annunciata la nascita di un osservatorio sull’immigrazione, con in prima fila Anci Toscana, Regione e Irpet.
L’osservatorio sull’immigrazione, ha spiegato il direttore di Anci Toscana Simone Gheri, “servirà a capire, approfondire, studiare quello che è l’impatto delle persone che vengono da altri paesi e lavorano in Toscana”. Gheri ha sottolineato che l’obiettivo è trasformare “la percezione di paura, rifiuto, facendo vedere che queste persone vengono nel nostro paese per cercare di lavorare e migliorare il proprio futuro. Bisogna far sì che le istituzioni e il sistema imprenditoriale garantiscano a tutti gli stessi diritti”.
“Contiamo – ha detto l’assessore regionale alle politiche dell’immigrazione Vittorio Bugli – di far uscire il primo rapporto sull’immigrazione entro la fine dell’anno”. Bugli ha sottolineato la collaborazione con Irpet per approfondire il tema del “lavoro degli stranieri in Italia”. Inoltre “abbiamo chiesto alle categorie economiche di venire a dirci quelle che sono le necessità” in modo da avere “un quadro della realtà”.
“Spesso – ha osservato il vice direttore di Irpet Nicola Sciclone – utilizziamo un termine, straniero e immigrato, senza sapere che questo termine racchiude categorie molto diverse. Dallo straniero residente, regolare, agli stranieri che si trovano nelle strutture e nei centri di accoglienza. Poi ci sono i cosiddetti clandestini. L’idea è di tracciare un quadro del peso di queste diverse” categorie “perché ciascuna di loro ha caratteristiche diverse”.
Tra gli interventi al workshop quello dell’assessore regionale a istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco secondo cui è necessario “cercare di fare sinergia per ottimizzare le risorse, tenendo conto dei dati come base di partenza e poi mettendo in campo politiche integrate per l’accoglienza, per l’integrazione ma anche per la formazione. A volte bisogna combattere il sentimento di ostilità e la percezione dello straniero come pericolo. I dati ci dimostrano che lo straniero è anche una grande opportunità, in primis per il nostro sistema produttivo, oltre che sociale”.
Il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo ha puntualizzato che “l’osservatorio serve per fare uno stato dell’arte, cioè capire a che punto siamo. Serve inoltre per dare degli spunti sulle politiche per l’accoglienza”. Secondo Ranaldo “non si può pensare ad un’economia del futuro che non coinvolga in maniera attiva i lavoratori stranieri”.
Per il presidente di Cna Toscana Andrea Di Benedetto “l’impresa in Toscana non può prescindere dai lavoratori stranieri. Noi spesso immaginiamo l’imprenditoria straniera come un’imprenditoria di bassa qualità ma non è così”.
Aeroporto Firenze: flash mob per sviluppo dello scalo
Oltre 100 persone, tra rappresentanti di categorie, istituzioni e imprese, hanno partecipato oggi a Firenze al flash mob organizzato dal Comitato ‘Sì aeroporto’ in favore della nuova pista dello scalo fiorentino.
Moda, Malo: entro 2019 nuovo piano industriale
Entro il 2019 verrà definito un nuovo piano industriale per la Malo e si prevede l’apertura di nuovi punti vendita e la produzione di nuove collezioni all’altezza della qualità e della storia del marchio.
E’ quanto emerso oggi a Firenze nel corso del primo incontro, svolto nella sede della Regione, con la nuova proprietà che ha rilevato la Malo, storica azienda di maglieria con sedi in Toscana e in Emilia Romagna dopo il fallimento.
A convocare l’incontro, su richiesta di sindacati e azienda, il consigliere del governatore Rossi per il lavoro Gianfranco Simoncini. Presenti anche l’assessore al lavoro del Comune di Campi Bisenzio (Firenze) Ester Artese, le organizzazioni sindacali di Toscana ed Emilia Romagna, i rappresentanti della nuova società Maiocchi e Tomaselli, funzionari dell’unità di crisi della Regione Emilia Romagna e di Confindustria Toscana.
Dopo aver ringraziato i soci per aver rilevato l’azienda e mantenuto lo storico marchio riassumendo tutti i dipendenti nei due siti produttivi, Regione e istituzioni hanno chiesto ai rappresentanti della nuova proprietà di illustrare le iniziative in programma prossimamente. L’azienda ha risposto riconfermando la volontà di recuperare le difficoltà dei mesi passati e di rilanciare la propria rete commerciale, come di fare investimenti per consolidarne la presenza in Italia e all’estero.
Simoncini, prendendo atto positivamente della volontà manifestata dall’azienda, che ha fra l’altro anche informato di voler sviluppare il confronto nel merito in sede sindacale, ha concluso l’incontro con l’impegno di mettere a disposizione eventuali strumenti regionali a sostegno dello sviluppo dell’azienda.