Confesercenti Toscana, 640mila pernottamenti per ponte 25 aprile

Sono circa 640mila i pernottamenti nelle strutture ricettive della Toscana previsti per il ponte del 25 aprile. Lo rileva un monitoraggio di Centro studi turistici (Cst) per Confesercenti Toscana, condotto sulle principali piattaforme di prenotazione online.

Una parte consistente dei turisti, spiega una nota, si dirigerà soprattutto verso le principali città d’arte della regione, ma anche verso le località termali, rurali e di collina. Un flusso minore di prenotazioni è stato registrato per le strutture delle località costiere e delle aree di montagna. In particolare, il tasso medio di saturazione rilevato per le città/centri d’arte si attesta al 93%. Per le località marine l’occupazione media delle strutture è del 71% e le strutture delle aree di montagna si fermano al 67%. Per le località termali e collinari i tassi rilevati sono rispettivamente dell’84% e dell’88%. In generale la distribuzione della domanda turistica è prevista in quasi tutte le aree della regione, anche se per la fascia costiera i tassi di saturazione si fermerebbero al di sotto dei valori medi. Un trend migliore risulterebbe, invece, per le aree della Val d’Orcia, della Val di Chiana, del Chianti e della Val d’Elsa. Un buon livello di prenotazioni è stato registrato anche per il Mugello e il Valdarno. “I ponti di primavera confermano una Toscana fortemente attrattiva, in questo caso soprattutto per i movimenti di turisti italiani, ma il meteo – sottolinea Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana – rallenta in maniera sensibile le prenotazioni sulla costa. Il dato medio spinge comunque la nostra Regione tra le mete italiane preferite, perché i tanti ‘turismi’ che la compongono riescono a renderla attrattiva nonostante la fredda coda di inverno che sta arrivando”.

Turismo, Toscana: per Ferragosto tasso occupazione camere al 93%, come in epoca pre-covid

E’ quanto sostiene Confesercenti Toscana, riportando i dati emersi dall’indagine del Cst – Centro Studi Turistici.

“Il peggio sembra essere passato” lo cantava qualche anno fa  Sergio Caputo. Ma il refrain contenuto nella famosa “Sabato Italiano” sembra particolarmente adatto per descrivere il momento del turismo in Toscana.

Le imprese turistiche toscane si preparano infatti  ad un ponte di Ferragosto con un movimento abbastanza allineato agli anni del pre-Covid,  E’ quanto sostiene Confesercenti Toscana, riportando i dati emersi dall’indagine del Cst – Centro Studi Turistici “Dal 12 al 16 agosto il tasso di occupazione delle camere sui portali online – afferma in una nota il presidente dell’associazione, Nico Gronchi – è del 93%, contro l’85% dello stesso periodo del 2019, con punte del 97% per le località balneari della Toscana”.

Buoni numeri anche per le località di montagna, con il 95% delle camere prenotate, e le destinazioni della campagna/collina con tassi di occupazione media intorno al 94%. Una sostanziale stabilità del mercato si registra, invece, per le strutture delle località termali e del benessere che segnano il 79% di saturazione. Si consolida il trend di ripresa nelle città d’arte, grazie soprattutto al ritorno dei mercati stranieri: il tasso di occupazione rilevato è dell’86%.

unica nota dolente, il fatto che vi sia  una minor propensione di spesa dei turisti.

“Perché questo trend si consolidi – sostiene Gronchi -, occorre che gli investimenti in infrastrutture, dalle strade, agli aeroporti, passando per le reti e i sistemi digitali, diventino il centro delle strategie di una Regione, come la Toscana, in cui il Pil generato dal Turismo vale oltre il 16%, uno dei dati maggiori a livello nazionale”.

Confesercenti Toscana, 6000 nuove imprese in meno

Firenze, secondo Confesercenti Toscana tra il 2020 ed i primi sei mesi del 2021 in Toscana le aperture di nuove attività economiche sono calate rispetto al periodo pre-Covid, per un totale di oltre 6mila nuove imprese in meno a causa della crisi.

È un vero allarme quello che viene lanciato da Confesercenti Toscana, che si basa sulle elaborazioni condotte sui dati resi disponibili dalle Camere di Commercio.

“Occorre ricostruire fiducia e opportunità in una Regione da sempre aperta agli investimenti – afferma in una nota Nico Gronchi, presidente del livello regionale della confederazione nazionale Confcommercio – ma il tema delle infrastrutture, materiali e immateriali e il contesto economico, sociale e legislativo devono favorire le nuove attività, non scoraggiarle sotto montagne di adempimenti e regole”.

Secondo Gronchi “in questo quadro, occorre pensare ad un piano per riavviare l’imprenditorialità nel Paese. La nostra proposta è di partire da formazione ed innovazione, sostenendo le Associazioni che si propongono di diventare incubatrici di startup per fornire gli strumenti e il know-how necessario per avviare con successo un’impresa. Ma servono agevolazioni e misure di sostegno anche per le attività di tutoraggio, formazione e riqualificazione degli imprenditori”.

Su scala nazionale, il calo di iscrizioni di nuove attività è l’effetto più evidente della crisi sanitaria sul tessuto delle imprese. Mentre i ristori e gli indennizzi, infatti, sono riusciti a limitare le chiusure di attività nel breve termine, l’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto sulle nuove aperture. Un impatto avvertito soprattutto nel 2020: l’anno della pandemia ha visto nascere 61mila imprese in meno rispetto al 2019. Ma il calo è proseguito, anche se in forma più lieve, anche nel primo semestre 2021 (-14mila iscrizioni).

A scoraggiare le avventure imprenditoriali è, in primo luogo, l’incertezza creata dal prolungarsi della pandemia e delle restrizioni, sconfinate nel primo semestre del 2021, che hanno condizionato negativamente la ripresa dei consumi. I neoimprenditori si trovano ad affrontare un quadro estremamente competitivo, che richiede alle start-up maggiori competenze e investimenti importanti, a partire dalla tecnologia. Risorse che difficilmente le imprese che partono da zero riescono ad ottenere attraverso i canali tradizionali del credito.

🎧 “Fermi da 14 mesi, sussidi miseri, fateci lavorare”, ambulanti in piazza a Firenze

Presidio in Piazza della Signoria per chiedere riaperture e tutele per gli ambulanti organizzato da Confesercenti Toscana e Confcommercio Toscana

Più di 400 ambulanti hanno partecipato oggi all’iniziativa #salviamogliambulanti indetta in Piazza della Signoria a Firenze da Anva Confesercenti Toscana e Fiva Confcommercio Toscana a favore della ripresa del commercio su area pubblica.

ambulanti
Foto Controradio

Gli ambulanti chiedono la riapertura completa di mercati e fiere in qualunque fascia di colore, ristori adeguati, esenzione dal pagamento di Tosap e Tari (oltre che dei versamenti contributivi) e l’esenzione dal Durc fino a fine anno. Si chiede inoltre il rinnovo delle concessioni fino al 2032. Alla manifestazione, oltre ai vertici delle associazioni organizzatrici, ha partecipato anche il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Al presidio erano presenti ambulanti provenienti dai mercati di tutta la Toscana con i loro i banchi di vendita dei vestiti, dei dolci e delle cartoline.

“Le oltre 15mila imprese che rappresentano il mondo del commercio su area pubblica vogliono lavorare – ha detto Anna Lapini, presidente di Confcommercio Toscana – dato che sono normate da protocolli, e lavorano all’aria aperta, indipendentemente dai colori, dal rosso, dall’arancione. Sono state fatte delle discriminazioni molto ingiuste”. “Troppe volte – ha affermato Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana – queste imprese sono trattate come imprese di serie B. Non è così, i numeri ce lo dicono, stiamo parlando di circa 14.000 imprese in Toscana, 17.000 addetti, e un prodotto annuo di circa 1,2 miliardi con 1900 eventi, fatti ogni anno nelle piazze toscane per quasi due milioni di postazioni che ogni anno vengono occupate dagli ambulanti. Altro che imprese marginali!”

“Fermi da 14 mesi, sussidi miseri, fateci lavorare”: sentiamo Paola Bocconi, brigidinaia di Lamporecchio e Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana

 

Centro Studi Turistici: Pasqua senza turisti costerà alla Toscana 184 milioni di euro

Le stime del Centro Studi Turistici evidenziano come una Pasqua senza turisti porterà un calo di presenze nelle strutture ricettive di  – 11,3 percento a livello nazionale

La Pasqua senza turisti porterà in Toscana oltre 1,4 milioni di presenze in meno. Una perdita importante, soprattutto se si considera che le festività pasquali, quest’anno, sono di fatto l’unica occasione per un ponte primaverile, visto che il 25 aprile da calendario coincide con la domenica e il 1° maggio è sabato. Le stime sono del Centro Studi Turistici di Firenze, diffuse in un comunicato stampa di Confesercenti Toscana.

“Per il turismo il 2021, spiega il Presidente di Confesercenti Toscana Nico Gronchi, assomiglia sempre di più ad un nuovo 2020. Lo stop di Pasqua è l’ennesima ‘ripartenza svanita’ dall’inizio dell’anno: tra le restrizioni di capodanno, la cancellazione all’ultimo minuto della stagione sciistica e le nuove zone rosse, la seconda ondata ha fatto sparire quasi 2 miliardi di consumi turistici nella nostra Regione. Un grave colpo per tutta l’economia, non solo per il turismo”.

“Lo stop pasquale – ha proseguito Gronchi – segue una partenza d’anno disastrosa: la debacle della stagione invernale ha bruciato circa 4 miliardi di fatturato in tutto il paese e causato danni ingentissimi alla montagna Toscana, in particolare quella Pistoiese e l’Amiata.

Le imprese non lavorano ormai da un anno, e non vedono una via d’uscita. E il Dl Sostegni si è dimostrato deludente: le risorse messe a disposizione basterebbero a malapena a coprire le perdite di Pasqua.

“Gli interventi a favore delle imprese devono essere adeguati alla crisi che sta vivendo il settore, ha concluso il Presidente Confesercenti Toscana: ci rincuora la promessa di Draghi di nuovi stanziamenti e l’ipotesi di una road map per le riaperture”

Confesercenti Toscana: lotteria scontrini adesione neanche 6%

Monitoraggio su 100 esercizi commerciali settore moda toscani “”Con la lotteria degli scontrini si gioca sulla pelle degli esercenti una partita che rischia di creare ulteriori problemi alle aziende del settore”

Da un monitoraggio su 100 esercizi commerciali toscani del settore moda neppure il 6% degli scontrini ha aderito alla lotteria. E’ quanto annunciato dalla Confesercenti Toscana che ha effettuato un monitoraggio sull’andamento nel primo mese della lotteria su un campione di aziende.

“Con la lotteria degli scontrini si gioca sulla pelle degli esercenti una partita che rischia di creare ulteriori problemi alle aziende del settore – ha detto Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana -, con costi per ogni singolo registratore di cassa che vanno dai 100 ai 400 euro a carico completo delle attività commerciali, nessun credito d’imposta e nuovi adempimenti, senza che questo si traduca in incremento dei consumi o in sostegni reali alla Pmi”

“A fronte di oltre 55.000 scontrini emessi in totale – ha ripreso Gronchi -, poco più di 3.200 clienti hanno chiesto di partecipare a tale lotteria, una percentuale che sfiora il 6% a dimostrazione di un sostanziale fallimento di tale operazione. Le percentuali cambiano in attività come pubblici esercizi o distributori di carburante in cui peraltro si sono già verificati casi di ‘furbetti dello scontrino'”. “Sarebbe più opportuno che nella drammatica fase che stiamo vivendo tutti gli sforzi fossero indirizzati a tenere in piedi le decine di migliaia di imprese che rischiano di non farcela, quindi le risorse andrebbero usate per i ristori – ha concluso Gronchi -. L’unica lotteria è purtroppo quella degli esercenti che ancora sono in piedi, e non sanno se lo saranno il giorno dopo. La lotteria degli scontrini, più che un incentivo, pare in grado di aggravare la crisi in atto per molte attività commerciali”.

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