Aeroporti, Firenze: Nardella, ricorsi? In caso correggeremo iter

Oggi, a margine di una iniziativa a Firenze, il sindaco Dario Nardella ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano cosa pensasse dei ricorsi al Tar contro l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze, annunciati da vari comuni della Piana, tra i quali anche Prato, dicendo che ormai il progetto è una strada imboccata.

Il sindaco fiorentino, riguardo ai ricorsi al Tar annunciati da vari comuni della Piana per l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze, ha detto: “Il progetto della nuova pista dell’aeroporto è ormai una strada imboccata senza ritorno. Qualunque pronuncia, che noi rispetteremo, del giudice amministrativo, può comunque, sulla base delle leggi, essere superata correggendo eventualmente gli atti. Andiamo avanti con determinazione, io confido nella correttezza delle procedure. Ovviamente rispettiamo quelle che saranno le pronunce – ha ribadito Nardella -. Ma è ancora presto per parlarne: ora si va avanti per l’aeroporto e Firenze non si ferma, e soprattutto non ci preoccupiamo di schermaglie che non servono certo a dare fiducia. Al contrario noi vogliamo dare fiducia alle nostre imprese e al nostro territorio”.

Le Piacevoli Conversazioni proseguono con Gli Omini

Il ciclo delle Piacevoli Conversazioni prosegue da domani al 25 marzo al Teatro Magnolfi, con la compagnia Gli Omini, protagonista di tre spettacoli e due incontri a tu per tu con gli spettatori, a partire dalla parola chiave ‘memoria del tempo presente’ che farà da filo conduttore a questo ciclo di appuntamenti.

Nata nel 2006, la compagnia teatrale Gli Omini è formata da Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini, Giulia Zacchini e da sempre si propone di avvicinare le persone al teatro e di far nascere il teatro dalle persone.

Tutti i loro spettacoli hanno un carattere umoristico-antropologico perché gli spettacoli nascono sempre da lunghe osservazioni sul campo, da interviste e incontri con persone, per poi disegnare una commedia dei tipi e degli umori che descrive, per sfalsamenti comici, la nostra realtà fuori dai cardini, in cui l’unica certezza è il desiderio di qualcosa che non c’è o non c’è più, e quindi l’unico orizzonte resta la solitudine, il vaniloquio, la desolazione.Il primo loro spettacolo, CRisiKo! è del 2006, cui seguono Gabbato Lo Santo, 7Novembre2008, Tappa, L’Asta del Santo, L’uovo e il pelo e Io non sono lei. Nel 2014 debutta La famiglia Campione cui segue il Progetto T, lavoro triennale che punta al rilancio della Ferrovia Porrettana, da cui nascono nel 2015 Ci scusiamo per il disagio, nel 2016 La corsa speciale e nel 2017 Controllori. Insieme al drammaturgo Armando Pirozzi scrivono Più carati.

Nel 2008 con Gabbato Lo Santo, vincono il Premio del Pubblico al concorso Giovani Realtà dell’Accademia Nico Pepe, nel 2014 il Premio Enriquez per la ricerca drammaturgica e l’impegno civile e nel 2015 il Premio Rete Critica come miglior compagnia dell’anno.

Gli appuntamenti previsti nell’arco dei dieci giorni di monografia d’autore a loro dedicata prevedono tre tra i loro più recenti spettacoli e due piacevoli conversazioni:

venerdì 16 alle ore 20.45 e e sabato 17 marzo alle ore 19.30 con LA FAMIGLIA CAMPIONE la compagnia porta in scena dieci personaggi che assumono i modi, le parole, le storie di centinaia di persone conosciute per strada, nella rappresentazione di una famiglia allargata che mette a confronto tre generazioni: nonni che aspettano di morire, genitori che sono sempre troppi, e figli che continuano a girare a vuoto.

domenica 18 alle ore 16.30 e venerdì 23 marzo alle ore 20.45 va in scena PIÙ CARATI, la storia di tre amici quarantenni che trovano un mucchio di soldi per terra. Questa avventura, apparentemente fortunata, genera uno scontro grottesco tra la generazione dei giovani, paralizzata dall’impossibilità e dall’incapacità di scegliere, e la generazione dei vecchi ricchi, congelata in un passato in cui non hanno avuto mai bisogno di scegliere.

Martedì 20 e giovedì 22 marzo alle ore 19 ci saranno due PIACEVOLI CONVERSAZIONI CON GLI OMINI: non incontri o lezioni, ma informali chiacchierate tra artista e pubblico a partire dalla parola chiave memoria del tempo presente. Gli amici del Progetto Poecity, che accompagneranno ogni incontro, sono partiti da questa parola ricercando poesie da condividere insieme. Il dialogo con l’artista sarà quindi circolare, fatto di ascolto e condivisione.

Sabato 24 alle ore 19.30 e domenica 25 marzo alle 16.30 Gli omini portano in scena CONTROLLORI, il terzo spettacolo del Progetto T, ispirato alle sue quindici fermate sulla strada ferrata da Porretta a Bologna. Quindici piccoli mondi visti dal finestrino. In scena, tre controllori – che a turno sono anche passeggeri tra il ritratto e la caricatura – lavorano, indaffarati in ciò che rende degli stereotipi divertenti e tragici le stazioni e i convogli periferici e scendono a patti coi viandanti, ascoltano e narrano bieche e favolose intimità, promettono favori e si lasciano corrompere dalla cedevolezza.

 

Il regista Bogomolov trasferisce sulla scena il capolavoro di Dostoevskij

Celebre per la maniera provocatoria e irriverente con la quale adatta le opere classiche alla scena, il regista Konstantin Bogomolov presenta il capolavoro di Dostoevskij, Delitto e castigo, da domani, 15 marzo a domenica 18 marzo, al Teatro Metastasio di Prato., feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30.

Il lavoro di Bogomolov sul romanzo del grande autore russo parte da un cinico ma condivisibile dato di fatto: «Il dubbio se sia giusto o meno uccidere non è più un argomento così attuale» perché al delitto non consegue più necessariamente il castigo né la pena. Bogomolov riadatta il famoso romanzo senza riscriverlo ma tagliandolo e ricomponendolo in modo da attualizzare la vicenda e allontanarsi dalle influenze formali di ambientazione russa e, quindi, da ciò che storicamente, religiosamente e politicamente questa adesione comporterebbe, assemblando un vero e proprio montaggio e smontaggio di frammenti.

Immerso in una scena che sembra ricordare le ambientazioni tarantiniane di Pulp Fiction (pellicola alla quale Bogomolov paragona l’opera di Dostoevskij), forte di un eccezionale cast tutto italiano – Anna Amadori, Marco Cacciola, Diana Hobel, Margherita Laterza, Leonardo Lidi, Paolo Musio, Renata Palminiello ed Enzo Vetrano –  il riadattamento abbandona subito l’immaginario oscuro della San Pietroburgo in cui è ambientato il romanzo e con ghigno ironico e riferimenti pornografici ricrea un’atmosfera tendente a certi modelli caratteristici delle sitcom americane, in cui le azioni tendono a concentrarsi attorno ad un divano.

Tutti i personaggi sono in qualche modo legati alla contemporaneità e ai suoi temi tra i più scottanti, come gli omicidi gratuiti, la pedofilia, il consumismo, l’omosessualità, gli abusi di potere, l’immigrazione, la malattia terminale, la conversione religiosa: il protagonista Raskol’nikov è dunque un giovane immigrato africano privo di qualsiasi ideologia che si rende colpevole di omicidio uccidendo una donna bianca e sua figlia; sua sorella Dunja e la madre entrano in scena sulle note di Booomba, un classico dei villaggi vacanze, con indosso gli sgargianti pagne africani; Sonja cerca di redimere il proprio senso di colpa di prostituta offrendo a Radja conforto e aiuto persuadendolo a convertirsi al cristianesimo; Porfirij Petrovič  è un giovane istruttore attratto da Radja e per questo pronto a ricattarlo sessualmente…

Afferma Bogomolov: “(affrontare Delitto e castigo) significa innanzitutto cercare il modo di rapportarsi a un materiale fortemente arcaico. Scoprire come padroneggiare l’inattualità del tema trattato. Le domande che ci si poneva nel XIX secolo non sono più formulate oggi con lo stesso pungente impulso di trovare una risposta. Il dubbio se sia giusto o meno uccidere non è più un argomento così attuale; ciò probabilmente dipende dal modo in cui la nostra società si è evoluta e si sta evolvendo. È importante quindi riuscire a dare nuova linfa a queste domande, e nuova vita all’argomento che stiamo affrontando. Al tempo stesso però ho voluto rispettare la grande ironia che caratterizza le opere di Dostoevskij, anche se nel romanzo in questione è quasi assente. Bisogna ricordare, tra l’altro, che si è creata una vastissima mitologia a partire da questo romanzo: sono molte le interpretazioni che se ne sono fatte. In tal senso posso dire che il dialogo che noi intraprendiamo qui non è solo un dialogo con l’autore e con il romanzo, ma con la sua mitologia e con tutte le numerose versioni e differenti letture che gravitano attorno a Delitto e castigo.”

Prato fa ricorso al Tar contro nuova pista Peretola

Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze: “Prato si era schierata favore dell’aeroporto,  qui troviamo un sindaco che improvvisamente va contro”.

Il Comune di Prato fa ricorso al Tar contro il decreto di Via per la nuova pista dell’aeroporto di Firenze “solo da un punto di vista ideologico: e questo mi sembra un qualcosa, e parlo solo personalmente, di inaccettabile”. Lo ha affermato Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze, interpellato dai giornalisti a proposito
dei ricorsi al Tar annunciati da alcuni Comuni, fra cui appunto
Prato.

“Prato si era schierata e si sta schierando a favore dell’aeroporto con tutto il suo tessuto imprenditoriale – ha detto Salvadori, a margine di un convegno sulle startup innovative – e qui troviamo un sindaco che improvvisamente va contro, senza avere alcuna negatività di impatto ambientale sull’area di Prato”. “Non siamo preoccupati da un punto di vista di iter amministrativo – prosegue -, perché la nuova pista si farà sicuramente. Siamo preoccupati dal comportamento della politica che è molto ondivago e va sempre alla ricerca di consensi vari, senza mai dare delle certezze agli elettori”.

Al Fabbrichino in scena i 2 Moschettieri, ovvero i 4 Moschettieri in America

Da martedì 27 febbraio a domenica 4 marzo, al Teatro Fabbrichino la compagnia I Sacchi di Sabbia porta in scena I 2 Moschettieri ovvero I 4 Moschettieri in America, un sequel della parodia I 4 Moschettieri di Nizza e Morbelli, ispirata al celebre capolavoro di Dumas.

Ottant’anni dopo il trionfo di quella rivista radiofonica, che allora diventò un fenomeno di costume ergendosi a crocevia delle più disparate esperienze artistiche e pubblicistiche (pubblicità, teatro, radiofonia, grafica), riproponendo in un’inedita sperimentazione visiva le atmosfere e i personaggi del radiodramma, I Sacchi Di Sabbia ambientano le nuove avventure dei moschettieri del re nell’America degli Anni ’30, intrecciandole con quelle di Verne e col cinema di Billy Wilder.

Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan, infatti, rimasti disoccupati, emigrano negli States per cercare fortuna, ma non trovano uno straccio di lavoro e falliscono anche nel progetto del proprio suicidio. Finché la Paramount si dimostra interessata alle loro gesta, e il passo verso la gloria si trasforma in un inseguimento serrato e sanguigno, tra gangster, pupe e sparatorie.

Ad impersonare gli eroi di Dumas sul palco sono Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri e Giulia Solano mentre, accanto a loro, il pittore e illustratore Guido Bartoli illustra il “teatro giocattolo” che costituisce il centro della scena, attraverso libri pop-up realizzati su suoi disegni e, soprattutto, evocando oggetti e architetture e disegnando personaggi “in diretta” su grandi quinte mobili rivestite di carta.

Farcito con un bellissimo ripieno di tecniche miste, dalle ombre cinesi del teatro di figura all’uso dei libri pop up e della graphic novel, dalla rumoristica e lo stornello alla metamorfosi in rima delle parti narrative, dalla pantomima all’uso di maschere di cartone, lo spettacolo fonde l’immaginario fumettistico, la ricerca sui generis e il gusto per il ripescaggio vintage di frammenti pop in cui cultura alta e popolare s’incontrano: ne risulta un congegno creativo costruito per innescare una partecipazione immaginativa/ri-creativa da parte dello spettatore e, per questo, è adatto a un pubblico contemporaneamente “adulto” e “bambino”.

Al Pecci prima personale italiana di Mark Wallinger

Il Centro per le arti contemporanee Luigi Pecci di Prato ha inaugurato la prima mostra personale in Italia dell’artista inglese Mark Wallinger.

L’esposizione, che indaga il concetto dei confini e dell’identità attraverso numerose forme espressive – dal video alla pittura passando per le installazioni -, è stata presentata alla presenza dell’artista e della nuova direttrice del Centro, Cristiana Perrella.

Al museo sono esposte le opere più significative delle varie fasi della carriera di Ballinger. Il percorso inizia con ”Ecce Homo” (1999-2000), la prima scultura di arte contemporanea ad aver occupato il piedistallo storicamente vuoto di Trafalgar Square a Londra. Per la mostra al Pecci Wallinger ha anche realizzato appositamente un’opera: ”Pietre Prato”, istallazione in cui centinaia di sassi sono stati numerate a mano come esercizio di riflessione sulla mortalità e sulle liste degli scomparsi e degli ignoti.

“E’ la prima volta che le mie opere e le mie introspezioni vengono convogliate secondo questa chiave di lettura avvincente, che esplora e critica il concetto dei confini”, ha detto l’artista commentando l”allestimento. “Questo è un momento davvero emozionante per me – ha spiegato la direttrice Perrella al suo esordio pubblico al Pecci – ed è una incredibile coincidenza ritrovare qui Mark Wallinger al mio arrivo: con lui ho lavorato alla British school of Rome”.

La mostra, che chiuderà i battenti a giugno, ha ricevuto anche il battesimo della presidente della Fondazione per le arti contemporanee della Toscana Irene Sanesi e dell’assessore comunale di Prato alla cultura Simone Mangani: entrambi, partecipando alla conferenza stampa inaugurale, hanno espresso la loro soddisfazione per l’iniziativa.

Il servizio di Andrea Mì

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