Livorno: braccialetti elettronici a netturbini, è polemica

La Fp Cgil: “”misura inaccettabile che lede la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori”. La replica del Comune: “nulla a che fare con il modello Amazon”, il braccialetto serve a certificare la svuotatura dei nuovi bidoni dell’immondizia.

Polemica a Livorno per i braccialetti elettronici di cui sono stati dotati gli operatori ecologici, che ‘certificano’ lo svuotamento dei nuovi cestini con la spazzatura. La Fp Cgil nazionale oggi è insorta contro il sistema, spiegando che ricorda il caso dei braccialetti ideati da Amazon, e parlando di “misura inaccettabile che lede la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Il Comune di Livorno replica che “non c’è nessun controllo dei dipendenti” perché il braccialetto, dotato di tecnologia Rfid, “è privo di Gps e non monitora gli spostamenti o la produttività dei lavoratori”. Il braccialetto, introdotto dall’azienda Avr che gestisce in appalto il servizio di pulizia strade per conto della municipalizzata Aamps, ‘dialoga’ con i 2500 nuovi cestini installati in città, che sono dotati di chip Rfid, ed emette un bip ogni volta che uno di questi viene svuotato. Per la Fp Cgil “ci sono già i superiori delle aziende a controllare se il servizio è svolto o meno, oltre che molti mezzi muniti di Gps.

Ci sembra assolutamente inadeguato andare oltre queste misure, più che sufficienti”. Il sindacato chiede risposte e si dice pronto “a proclamare lo stato di agitazione di tutto il comparto a difesa e tutela della dignità dei lavoratori che operano nell’igiene ambientale”. Il Comune afferma che “il braccialetto è un semplice lettore, come quelli usati quando si fa la spesa al supermercato, che certifica solo lo svuotamento di un cestino. Un servizio simile è già in uso a Lucca per la raccolta porta a porta dei rifiuti. E’ una tecnologia al servizio del cittadino per gestire meglio il servizio per il quale viene pagata la Tari, e non ha nulla a che fare con il modello Amazon”.

Sequestrati 400mila euro a due imprenditori livornesi

Sequestrate disponibilità finanziarie, quote sociali e tre immobili per un valore complessivo di circa 400 mila euro: è la misura preventiva attuata, nei giorni scorsi, dalla guardia di finanza di Livorno nei confronti di due imprenditori, indagati per evasione fiscale e bancarotta fraudolenta, e denunciati per omessa dichiarazione.

Le fiamme gialle, su ordine del pm Daniela Rosa, hanno dato esecuzione ad un decreto emesso dal Gip Antonio del Forno nei confronti dei due labronici che operavano con una società di capitali nel commercio all’ingrosso di materiale elettrico.

Le indagini hanno evidenziato che i due non hanno presentato le dichiarazioni fiscali dal 2011 al 2015, celando al fisco circa 3,5 milioni di euro di introiti. I finanzieri hanno anche rilevato che i due avevano distratto dalle casse della società, dichiarata fallita nel maggio del 2015, oltre 250 mila euro.

Moby Prince, Giani: “10 aprile giornata lutto regionale”

Il 10 aprile sia, a partire dal prossimo anno, giornata di lutto regionale in ricordo delle 140 vittime del Moby Prince. E’ la proposta formulata dal presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, aprendo la seduta speciale dedicata all’anniversario della tragedia di Livorno, a cui hanno assistito in aula rappresentanti dei familiari delle vittime con la maglietta rossa e il logo “#iosono141”.

“Ritengo giusto che il 10 aprile diventi giornata di lutto regionale – ha detto Giani – perché dobbiamo dare eco di questo fatto: come celebriamo momenti importanti della nostra storia, anche questo evento deve essere segnato in tutta la regione nel ricordo delle 140 vittime, anche con una lapide che possa essere collocata nel Palazzo del Pegaso”.
Ricordando i lavori della commissione parlamentare, Giani ha affermato che “per 27 anni abbiamo vissuto con il dolore e il disagio dei familiari, dei toscani e di tutti gli italiani”. Tre anni fa – ha ricordato – approvammo la mozione per la richiesta d’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta e oggi ci dobbiamo sentire orgogliosi. La commissione ha fatto emergere nuovi elementi e ha fatto nascere la speranza che possa esserci giustizia”.
“L’istituzione del 10 aprile come giornata di lutto regionale è un segnale importante, è il segno della vicinanza di un territorio che non lascia soli i familiari delle vittime”. Lo ha detto Loris Rispoli, rappresentante delle famiglie delle vittime del Moby Prince, intervenendo in aula alla seduta speciale del Consiglio regionale.
“Ringrazio la Regione Toscana – continua Rispoli – che fin dall’inizio è stata a fianco dei familiari. Credo che gli atti di questo Consiglio regionale siano stati importanti e ringrazio il presidente Giani che ci è sempre stato vicino. Se siamo arrivati a queste verità si deve alla caparbietà di tanti”.
“Io sono orgoglioso di essere toscano – ha aggiunto infine – perché la Regione in questi 27 anni ha dimostrato un senso di solidarietà enorme: lo ha fatto all’indomani della tragedia, costituendosi parte civile nel processo, e il Consiglio regionale ha deliberato di aderire alla campagna #iosono141, promossa dai familiari delle 140 vittime”.
Rispoli ha concluso chiedendo all’Assemblea toscana di continuare a supportare i familiari perché la procura riapra l’inchiesta. “Una strage come questa non va in prescrizione – ha detto – come non va in prescrizione il dolore dei familiari”.

 

Livorno, 7 arresti per 40 milioni di euro di fatture false

La guardia di finanza di Livorno ha eseguito un’ordinanza restrittiva della libertà personale nei confronti di 7 persone, disposta dal gip Marco Sacquegna, nell’ambito di un’inchiesta su presunte frodi fiscali per l’emissione di fatture false, nel settore del trasporto internazionale di merci.

Complessivamente sono 40 gli indagati e 7 gli arresti fino ad ora effettuati, si spiega in una nota, per l’emissione e l’utilizzo di fatture false per oltre 40 milioni di euro.
Per 8 indagati contestata anche l’associazione a delinquere. La guardia di finanza ha inoltre sequestrato disponibilità finanziarie, immobili, denaro, auto e quote societarie per un valore di oltre tre milioni di euro.
Notizia in aggiornamento: ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà presso il comando provinciale della guardia di finanza di Livorno, alle 10.30.

Moby Prince: a 27 anni dalla tragedia, ribaltamento delle verità processuali

Il 10 aprile 1991 il traghetto Moby Prince con a bordo 141 persone entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto livornese e si incendiò restando alla deriva per ore. Ci fu un solo superstite: il mozzo Alessio Bertrand; oggi, dopo le conclusioni della commissione parlamentare presieduta da Silvio Lai (Pd), i familiari delle vittime auspicano nuove indagini per stabilire la verità dei fatti.

“Dopo 27 anni dalla tragedia del Moby Prince – afferma Luchino Chessa, presidente dell’associazione 10 aprile, che raduna numerosi familiari vittime – quest’anno la celebrazione dell’anniversario si svolge con uno spirito diverso, grazie alle conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta che hanno portato a un ribaltamento delle verità processuali; dopo le segnalazioni inoltrate alla procura di Livorno ora ci aspettiamo di poter giungere finalmente alla verità”.

“La storia ufficiale – spiega Chessa – che racconta di un banale incidente, dato dalla nebbia e per cui dall’errore umano, è stata finalmente smentita, ipotizzando scenari ben diversi: nebbia inesistente, posizione e orientamento della petroliera diversi da quelli processuali, una turbativa nella rotta del traghetto. Smontata anche la tesi della sopravvivenza a bordo del Moby di meno di mezz’ora, che allora aiutò a sminuire le gravi responsabilità dei soccorsi, tutti diretti alla petroliera, ma che in verità sembrano essere inesistenti sul Moby Prince: si parla infatti di una sopravvivenza che andò avanti per ore”.

Chessa, a nome dei familiari delle vittime, si pone anche una serie di interrogativi ai quali chiede risposte definitive: “Perché è stato fatto di tutto per ridurre la tragedia ad un banale incidente? Perché fin dalle prime ore dopo la collisione si è parlato subito di nebbia ed errore umano? Perché l’Agip Abruzzo ha attirato tutti i soccorsi verso di sé e nessuno dalla plancia di comando ha comunicato che c’era un traghetto in collisione?”. Domande alle quali la procura livornese, dopo le conclusioni della commissione parlamentare, dovrà cercare di rispondere con le nuove indagini avviate nei mesi scorsi.

“E’ stata solo superficialità e incompetenza delle autorità inquirenti e giudicanti dell’epoca? – si chiede ancora Chessa – e quali scheletri negli armadi hanno portato ad accordi tra le assicurazioni delle compagnie armatoriali di traghetto e petroliera pochi mesi dopo la collisione? Esiste un possibile rapporto tra questi accordi e tanti dubbi sugli scali precedenti l’arrivo a Livorno della petroliera, sulla natura del suo carico, sulla mancanza di perizie a bordo e sul suo dissequestro tre mesi dopo la collisione? Che ruolo ha avuto la compagnia armatoriale del Moby Prince in tali accordi?”.
Nel pomeriggio si ricorderà la tragedia con la tradizionale commemorazione in Comune prima del corteo che attraverserà il centro cittadino per raggiungere il porto.
In mattinata da Pontedera (Pisa) è partita inoltre la consueta staffetta podistica promossa per non dimenticare.

Moby Prince, 27 anni dopo: Nogarin “Vogliamo la verità”

Oggi, ancora una volta, Livorno si stringe attorno ai familiari delle 140 persone rimaste vittima della strage del Moby Prince, la nave consumata dalle fiamme la notte 10 aprile di 27 anni fa, dopo uno scontro con la petroliera Agip Abruzzo.

“Per anni le nostre voci hanno rimbalzato contro un muro di gomma costruito ad arte per nascondere una scomoda verità – afferma il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin – Dall’inizio del 2018 qualcosa è cambiato: la relazione della Commissione speciale d’inchiesta ha aperto una breccia in questo moro di omertà e questo è il momento per urlare con forza e chiedere con vigore le risposte che ancora mancano”.

Oggi, nell’arco della giornata, si svolgerà una serie di appuntamenti promossi dalla Regione Toscana, dal Comune di Livorno, dalla Provincia di Livorno e dall’Associazione familiari delle vittime del Moby Prince.

“Un anniversario, quello di quest’anno – afferma il sindaco Filippo Nogarin – in cui la verità è più vicina: la Commissione d’inchiesta del Senato infatti con una relazione di 492 pagine approvata nel dicembre scorso, ha esaminato la strage mettendo in luce nuove realtà”. Alle ore 11 in Fortezza Nuova verrà deposta una corona presso il monumento in ricordo delle vittime, poi sarà scoperta anche la targa “Il giardino della memoria”. Alle ore 12 in Cattedrale si terrà la funzione religiosa presieduta dal vescovo di Livorno. Alle ore 15 in Palazzo Civico (Sala Consiliare) saluto del sindaco alle autorità e ai familiari delle vittime.

Alle ore 17 partirà il corteo da Piazza del Municipio al Porto (percorso: viale Avvalorati, piazza della Repubblica, via Grande, Porto Mediceo). Alle ore 17.45 all’Andana degli Anelli deposizione del cuscino di rose del presidente della Repubblica e corona di alloro alla lapide commemorativa, lettura dei nomi delle vittime e lancio delle rose in mare. Alle ore 21.15 nella Chiesa di San Ferdinando concerto a cura dell’Associazione Polifonica ”Guido Monaco” con la Petite Messe Solennelle di Gioacchino Rossini.

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