Teatro della Pergola, Cardin festeggia il 70esimo anniversario della carriera con Dorian Gray

Arriva a Firenze,  in esclusiva regionale con quattro repliche dal 17 al 20 maggio, al Teatro della Pergola, il tour italiano di “Dorian Gray. La bellezza non ha pietà”, opera di teatro musicale prodotta da Pierre Cardin nel settantesimo anniversario della sua carriera.

Si tratta di un’opera di teatro musicale, ispirata al celebre romanzo di Oscar Wilde “Il Ritratto di Dorian Gray”, prodotta da Pierre Cardin, nel 70esimo anno della carriera di un uomo che continua a influire come pochi altri, e da così lungo tempo, nel settore della moda e dello spettacolo in tutto il mondo. Un traguardo festeggiato in tanti Paesi e ora in Italia, con la precisa finalità di affidare a giovani talenti italiani la creatività e l’interpretazione di un lavoro teatrale che porti in scena il tema della bellezza e della sua immortalità agli occhi del tempo.

“Dorian Gray. La bellezza non ha pietà”, prodotto da Monsieur Cardin insieme al nipote Rodrigo Basilicati, ingegnere e designer che ne firma anche la direzione artistica e le scenografie, è stata ideata e scritta per testi e musiche dall’autore e compositore Daniele Martini, mentre la regia è di Emanuele Gamba, che negli anni ha inanellato collaborazioni con Dario Fo, Bob Wilson, Micha Van Hoecke, Jonathan Miller, fino a firmare la regia di apprezzatissimi spettacoli di culto come “Across The Universe” e “Spring Awakening”.

Dorian Gray è interpretato da Federico Marignetti, che si è già fatto notare da giovanissimo proprio come protagonista di “Spring Awakening” (Melchior Gabor) e del “Romeo & Giulietta” di David Zard (Romeo dal 2014 al 2016). Federico, unico personaggio dello spettacolo, è affiancato in scena da un danzatore contemporaneo Thibault Servière, francese, che rappresenta l’anima nascosta di Dorian.

«Nel corso della mia carriera ho sempre avuto un occhio di riguardo per i giovani talenti – racconta Monsieur Cardin. Ho scoperto e offerto a tantissimi artisti la possibilità di esprimersi, di sprigionare sino in fondo la loro creatività nei miei spazi culturali, senza mai condizionarli: perché il rispetto per il talento esige anzitutto che sia lasciato libero. Ai molti giovani, che ancor oggi vengono a chiedermi dei consigli, dico sempre che devono avere il coraggio di osare, se del caso anche di provocare: senza paure e senza mai copiare! Un vero artista non può limitarsi a sognare ma deve adoperarsi quotidianamente per tradurre i sogni in realtà, senza scendere a patti con nessuno. A differenza di quanto ha fatto Dorian Gray».

“Dorian Gray. La bellezza non ha pietà” è stato presentato ufficialmente per la prima volta nel 2016 in anteprima mondiale al Teatro La Fenice di Venezia, con un primo allestimento diretto da Wayne Fowkes, per poi intraprendere un tour internazionale fra Parigi, Barcellona, Astana in Kazakistan e Atene, conquistando in ogni occasione il pubblico, affascinato da una messa in scena originale e sofisticata dell’immortale romanzo di Oscar Wilde.

L’opera italiana, sottotitolata in inglese, seduce lo spettatore in un racconto psicologico e spirituale sui temi romanzati da Wilde, tra intensi monologhi teatrali e arie musicali di stili che vanno dall’orchestrale al rock contemporaneo. Il protagonista e la fisicità della sua anima sono immersi in videoproiezioni e disegni di luce che formano geometrie oniriche proiettate su più livelli di profondità. Lo spettatore entra quindi in un rapporto intimo ed emotivo con il protagonista, fino a condividere empaticamente la sua stessa vicenda umana, sempre attuale anche nella società contemporanea.

«Siamo circondati da migliaia di Dorian Gray, – spiega in proposito l’autore Martini – che non hanno lo specchio ma il selfie stick. Si guardano e si fotografano in attesa che si confermi la loro esistenza. Almeno una volta nella vita tutti siamo stati Dorian Gray, Lord Henry Wotton, Basil Hallword, a volte addirittura il ritratto che giudica con occhio severo e fa da specchio all’anima. Alla luce di questo ho scelto volutamente di mettere in scena un solo personaggio che racchiudesse tutti questi. Federico Marignetti ha colto una sfida attoriale e musicale molto complessa».

«Ho voluto mettere in scena una simbologia ricca e densa – racconta il regista Emanuele Gamba – che si è ispirata alle suggestioni di Wilde e a quelle del mondo della moda nel ruolo dei tessuti e dei colori. Si è voluto stimolare lo spettatore a una condivisione sensoriale e onirica delle domande esistenziali più profonde del protagonista».

«Dorian Gray per me è una sfida bella e intensa sia a livello fisico che psicologico – commenta Federico Marignetti. Un’ora e trenta sempre in scena senza sosta sono una bella opportunità di crescita e sicuramente anche un grande divertimento».

«Dorian Gray è uno spettacolo tutto italiano generato da uno staff di professionisti giovani – spiega il produttore Rodrigo Basilicati. Questo perché vogliamo dare visibilità alla creatività italiana esportata nel mondo e come produttori abbiamo voluto le cornici più autorevoli, che si sentissero onorate di celebrare questa caratteristica unica che mio zio nella sua carriera non ha mai dimenticato».

Dopo il debutto a Roma e le successive tappe a Milano al Teatro Arcimboldi e al Teatro Il Celebrazioni di Bologna , lo spettacolo vedrà protagonista Firenze al Teatro della Pergola, per poi proseguire al Teatro Petruzzelli di Bari, al Teatro di San Carlo a Napoli e al Teatro La Fenice di Venezia.

A Firenze ‘Il Viaggio della Costituzione’

?A settanta anni dalla nascita della Costituzione della Repubblica Italiana, la Presidenza del Consiglio dei Ministri intende rinnovare e sottolineare l’amore e il rispetto per la nostra Carta Costituente.

Il progetto “Il Viaggio della Costituzione” porta la Carta Costituzionale fisicamente e idealmente ancora più vicina a tutti gli Italiani, attraverso un viaggio in dodici città, creando uno spazio rappresentativo e aperto ai cittadini, con approfondimenti grafici e multimediali, frasi di personaggi chiave della nostra storia e della nostra cultura.

Firenze è la nona delle dodici città ad ospitare il progetto e la mostra itinerante sulla Carta Costituzionale, che sarà allestita presso il Mip – Murate Idea Park nella Sala Wanda Pasquini – ex Sala delle Vetrate.

La tappa di Firenze, la nona, è dedicata all’articolo 9 della Costituzione – “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” – e introduce un’occasione di dialogo sul tema “Cultura e ricerca”.

A ciascuna delle città del progetto è associato uno dei primi dodici articoli, recanti i principi fondamentali, e il tema cardine ad esso ispirato. Lo scopo è quello di promuovere un confronto utile a guidare studenti e cittadini nella comprensione del valore storico e culturale della Carta Costituzionale.

La mostra itinerante sulla Costituzione, a ingresso libero, è arricchita da approfondimenti grafici e multimediali: filmati storici, frasi celebri di personaggi chiave, commenti audio ai 12 articoli fondamentali affidati alle parole di Roberto Benigni. Al termine del percorso, i visitatori potranno rinnovare la propria adesione alla Carta Costituzionale con un atto simbolico: l’apposizione di una firma “virtuale” accanto a quella dei Padri Costituenti. A Firenze la mostra sarà visitabile tutti i giorni, dalle 9 alle 18 fino al 23 maggio, con unica eccezione dell’11 maggio con apertura dalle 14 alle 18.

Il tema “Cultura e ricerca”, associato a questa nona tappa, sarà approfondito il 21 maggio, alle ore 16.30, presso la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, all’interno dell’incontro dei “Dialoghi sulla Costituzione” a cura di Editori Laterza.

Nell’anno delle celebrazioni per il 70° Anniversario della Costituzione Italiana, questo progetto vuole tracciare un percorso simbolico tra la nascita della Repubblica e i nostri giorni, creando uno spazio rappresentativo e aperto alla cittadinanza. Al termine della tappa, la Costituzione proseguirà il suo viaggio verso le città di Trieste, Assisi e Reggio Emilia.

Claudio Gherardini ha intervistato Cristina Giachi, Vicesindaca e Assessora all’Educazione, Università e Ricerca del Comune di Firenze e Andrea Mancinelli, Direttore Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli anniversari di interesse nazionale:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/05/180511_03_VIAGGIO-COSTITUZIONE_GIACHI-MANCINELLI.mp3?_=1

Seconda Giornata di ‘The State of the Union’

?Firenze, si è svolta nel salone dei 500 di Palazzo Vecchio, la seconda giornata della conferenza europea ‘The State of the Union’.

I protagonisti dell’evento, con i loro interventi, sono stati fra gli altri, il presidente di The European University, Renaud Dehousse; il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani; il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker; il governatore della Bce Mario Draghi; il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ma anche amministratori locali come ad esempio il sindaco di Firenze Dario Nardella ed il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

“Le città hanno ruolo di accrescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, sono energia per la vita, per il futuro, per l’Europa – ha affermato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, nel suo intervento di saluto – Firenze interpreta il proprio ruolo di attore, non di spettatore dell’integrazione europea”.

“Uscire dall’Europa non ha alcun senso come non ha alcun senso uscire dalla moneta unica: sarebbe anacronistico – ha detto il presidente del parlamento Europeo Antonio Tajani – Non siamo perfetti ma cambiare significa migliorare, andare avanti e non tornare indietro, e la prima cosa da fare è avere un’Europa sempre più politica. La prima riforma da fare è quella della primazia della politica che significa primazia dei cittadini”.

“Alzando i muri non si generano investimenti, crescita e occupazione, non si riduce l’esclusione sociale, né diminuiscono le disparità territoriali – ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana – Alzando i muri si rischia invece di mandare in rovina il grande monumento all’unità spirituale dell’Europa, come ieri ci ha ricordato il presidente Mattarella – ha aggiunto – A un anno dalle elezioni europee  il nostro continente, l’Europa, è in affanno per una miscela di sovranismo, di intolleranza e di chiusura. I partiti europeisti tradizionali sembrano non riuscire a dare risposte concrete ai nostri cittadini, che patiscono differenze sociali sempre più marcate. L’Europa appare spaventata, schiacciata dalla globalizzazione, sopraffatta dagli egoismi nazionali, dalle crisi politiche, dai tentennamenti nel governare il dialogo sociale e la sfida democratica”.

“Populisti e nazionalisti hanno avuto materia per alimentare loro sentimenti e aumentare distacco dagli altri a causa della crisi migratoria – ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker – Così la solidarietà si sfilaccia e si perde a poco a poco, così i Paesi del Nord Europa hanno riscoperto un’espressione, che detesto, per indicare il Sud Europa che affronta il flusso profughi: “il club del Mediterraneo”, espressione che si deve usare solo per il turismo. Invece Europa e solidarietà vanno insieme. La solidarietà fa parte del patto fondatore dell’Europa”

Tutti guardano con grande attenzione a quello che succede in Italia – ha poi detto Tajani rispondendo ad una domanda, ai margini della conferenza, sulla formazione del nuovo governo – L’Italia è un paese fondamentale in Europa ma che ha problemi di un altissimo debito pubblico e di un’altissima disoccupazione giovanile, e, dopo la Brexit servirà un ruolo più importante per Italia e Spagna, e questa sarà la sfida per il nuovo governo”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato ai margini della manifestazione, Renaud Dehousse, Dario Nardella, Enrico Rossi e Antonio Tajani:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/05/180511_02_STATE-OF-THE-UNION_DEHOUSSE-NARDELLA-ROSSI-TAJANI.mp3?_=2

Pantografo tramvia si eleva oltre misura e abbatte palo sostegno fili

Il pantografo tramviario, dispositivo di captazione dell’energia elettrica atto ad alimentare le apparecchiature elettriche, che stava percorrendo la strada all’angolo tra piazza Dalmazia e via Vittorio Emanuele, a Firenze, si è evevato oltre il dovuto, scagliandosi contro il palo posto a sostegno dei fili.

(notizia in aggiornamento)

 

 

I commenti delle persone rispetto all’accaduto potremmo definirli “sarcastici”.

Tornano agli Uffizi due disegni del ‘500 di Rustici e Catesi

Sono giunti a Firenze due disegni acquistati dagli Uffizi all’asta di Christie’s a New York il 30 gennaio scorso: si tratta di un rarissimo studio a penna eseguito da Giovanfrancesco Rustici (1475-1554), collaboratore di Leonardo da Vinci, e dell’unico disegno noto dell’orefice e scultore fiorentino Giovanni Catesi.

“I due fogli tornano a Firenze dove vennero creati – commenta il direttore degli Uffizi Eike Schmidt -, arricchiscono le collezioni degli Uffizi in maniera notevole”.

L’opera di Rustici raffigura sul recto una figura femminile con bambino, sul verso un mendicante. L’artista, che creò le tre grandi figure bronzee “La predica del Battista” per il portale settentrionale del Battistero di Firenze, fu celebre anche per alcune terracotte che interpretano molto fedelmente la celebre “Battaglia di Anghiari” di Leonardo per Palazzo Vecchio.

Il foglio di Catesi mostra sul recto uno studio per un gruppo di due figure maschili e sul verso studi per un motivo ornamentale a foglie e per una figura che con la mano tiene un libro. Catesi è noto soprattutto per aver lavorato tra il 1598 e il 1600 alla commissione delle nuove porte bronzee del Duomo di Pisa.

Come spiega Schmidt, il Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, “che già custodiva i due disegni ritenuti sicuri del Rustici, ospiterà anche l’unico altro autografo del maestro, che tra l’altro è in migliori condizioni”. Il disegno di Catesi “proviene dalla collezione fiorentina di Luigi Bartolini e fu pubblicato per la prima volta da Miles Chappell nel 2000”: è “un esempio dell’importanza internazionale dell’oreficeria fiorentina oltre Benvenuto Cellini, tra Cinque e Seicento”.

Michela Noli, uccisa dall’ex marito: la corsa per ricordarla

Domenica 13 maggio, dal Giardino Michela Noli in via Torcicoda (Firenze), partirà la Corsa per Michela: una corsa podistico non competitiva di 7 km o una passeggiata ludico-motoria di 5 km, a cui potranno partecipare tutti, adulti e bambini.

L’iniziativa, in programma per domenica, in occasione della Festa della Mamma, è stata promossa dall’associazione Artemisia, che devolverà l’intero incasso della manifestazione, derivante dalla quota di iscrizione alla corsa di 5 €, al suo Centro Antiviolenza, per le attività di sostegno delle donne e delle bambine e bambini vittime di violenza.

“E’ una corsa per Michela e per tutte quelle ‘Michela’ che purtroppo hanno avuto una terribile fine, che dovrebbe non esistere mai”, così parla la Signora Paola Alberti, madre di Michela, ricordando l’importanza dell’evento.

Michela era un’hostess di 31 anni che nel 2016 fu uccisa con più di 40 coltellate dall’ex marito, Mattia di Teodoro, che poi si suicidò.

L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla madre di Michela, Paola Alberti, il papà Alessandro Noli, con il sostegno di Matteo Conti e Toscana Areoporti.

“I genitori di Michela Noli hanno saputo trasformare il dolore in una grande forza di cambiamento – racconta Artemisia in una nota –  inventando con noi il Progetto per Michela, che mette al centro il bisogno di favorire un cambiamento culturale, quello di facilitare le richieste di aiuto sul luogo di lavoro e il sostegno concreto ai percorsi di uscita dalla violenza delle donne e dei nuclei madre-bambino.”

 

 

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