In migliaia dalla Toscana domani a Roma per “Mai più fascismi”

In migliaia i toscani che parteciperanno sabato a Roma alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil ‘Mai più fascismi’, per il lavoro e la democrazia.

Lo rendono noto gli stessi sindacati spiegando che almeno 5mila toscani “raggiungeranno la Capitale in pullman (oltre cento), treni o auto con l’organizzazione del sindacato”.

“L’assalto alla sede nazionale della Cgil – commenta Dalida Angelini, segretaria Cgil Toscana – è stato un atto squadrista e fascista, una offesa alla nostra democrazia. Da lì in poi, solo in Toscana, abbiamo assistito a sedi Spi Cgil vandalizzate a Piombino, minacce con proiettili a un sindacalista Cisl, mercoledì scorso una svastica ‘disegnata’ con delle sedie a Collodi vicino a un cippo che ricorda i caduti della Resistenza. Il sindacato è nel mirino, abbiamo ricevuto grande solidarietà dopo l’assalto alla nostra sede ma vogliamo mettere un argine contro ogni fascismo, sabato a Roma: ci rivolgiamo agli iscritti ma chiunque può prenotare e aggiungersi a noi”.

Per Ciro Recce, segretario della Cisl in Toscana “l’Italia vive un momento di tensione, proprio mentre vede l’uscita dalla pandemia e occorre grande responsabilità. Ma in una società democratica la violenza non è mai tollerabile, per qualunque motivo la si utilizzi e di
qualunque colore si ammanti chi la commette. Con la manifestazione unitaria di sabato a Roma vogliamo dire ancora una volta no ad ogni forma di fascismo e ad ogni tipo di
violenza”.

“Sabato saremo in piazza per difendere il sindacato da atti di violenza squadristi e vigliacchi – commenta infine Annalisa Nocentini, segretario Uil Toscana -. Perché attaccare il sindacato significa attaccare un pilastro fondamentale per la tenuta sociale del Paese. Cgil, Cisl e Uil sono e resteranno un presidio di democrazia e libertà, su cui milioni di lavoratrici e i lavoratori potranno sempre contare come luogo di confronto e dialogo per salvaguardare i propri diritti”.

Operaio morto in cava, Cisl Toscana, serve tavolo sicurezza

Sciopero di otto ore del settore lapideo nelle province di Lucca e Massa Carrara, proclamato dopo l’incidente mortale verificatosi ieri in una cava sul monte Corchia, nel comune di Stazzema (Lucca)

Aprire urgentemente un tavolo regionale sulla sicurezza sul lavoro, perché fermare la strage sul lavoro si può e si deve”. E’ la richiesta che il segretario generale aggiunto Cisl Toscana, Ciro Recce, rivolge alla Regione, nel giorno dello sciopero di otto ore del settore lapideo nelle province di Lucca e Massa Carrara, proclamato dopo l’incidente mortale verificatosi ieri in una cava sul monte Corchia, nel comune di Stazzema (Lucca).

La Cisl, insieme alla Filca (la categoria dei lavoratori edili), spiega una nota, rilancia le proposte avanzate da tempo per il settore lapideo: ‘patente a punti’ per le imprese virtuose, formazione per i lavoratori, giro di vite sul rispetto delle misure di sicurezza, creazione di una filiera del marmo, pensione anticipata per gli addetti del settore.

“Negli ultimi anni nelle cave tra le due province è una strage – dice Simona Riccio, segretaria Filca-Cisl Toscana -. Uno dei problemi è sicuramente rappresentato dall’invecchiamento della forza lavoro (l’età media dei lavoratori è sopra i 50 anni), unita alla presenza di macchinari sempre più veloci: le nostre richieste mirano a permettere l’anticipo pensionistico per i lavoratori più anziani, consentendo così l’ingresso di giovani”. Per Riccio, “la ‘patente a punti’, inoltre, escluderebbe dal mercato le realtà nelle quali si verificano più incidenti. Chiediamo inoltre alle istituzioni preposte una verifica attenta e puntuale del rispetto della sicurezza sui luoghi di lavoro, e riteniamo che siano necessarie la formazione continua per i lavoratori, la presenza di responsabili della produzione e della sicurezza per ogni cava e non solo di bacino, la valutazione caso per caso del rilascio o della proroga delle concessioni”. Infine “ci vogliono garanzie che le lavorazioni del marmo in filiera siano operate nel distretto locale”.

Lavoro, in Toscana 30 mila lavoratori in attesa della Cassa integrazione da Maggio

Entro la prima decade di ottobre, Cgil, Cisl e Uil della Toscana sono pronte a portare in piazza i lavoratori del settore artigiano che da inizio maggio non ricevono la cassa integrazione.

Un ritardo dovuto unicamente alla complicata burocrazia nazionale e ai ritardi di erogazione. Lo hanno detto stamani in conferenza stampa a Firenze, nella sede dell’Ebret (l’ente bilaterale dell’artigianato toscano), Mirko Lami segretario regionale Cgil, Ciro Recce segretario generale aggiunto Cisl Toscana e Mario Catalini Coordinatore Lavoratori dell’Artigianato della UIL e presidente dell’Ebret.
L’erogazione degli ammortizzatori sociali per il settore artigiano passa attraverso il fondo nazionale FSBA, che ha fatto fronte alle richieste arrivate nei primi giorni dell’emergenza Covid con risorse proprie, poi ha dovuto attendere l’erogazione dei fondi stanziati dal governo. Una prima tranche è stata erogata a fine giugno e con quella, in Toscana, si è riusciti a coprire fino a inizio maggio per tutti i lavoratori del settore (circa 100 mila, in 29 mila aziende). Con la fine del lockdown sono rimasti 30 mila i lavoratori artigiani toscani in ‘cassa’, ma nessuno di loro ha percepito più un euro. Eppure la Corte dei Conti ha sbloccato i fondi e il governo deve solo trasferirli a FSBA, che li verserà ai lavoratori.

Artigianato Toscana: nel 2019 -4,4% occupati e -2,7% imprese

L’artigianato toscano nel 2019 vede calare del 4,4% l’occupazione e del 2,7% le imprese su base annua: è quanto emerge dal rapporto presentato oggi a Firenze dall’ente bilaterale Ebret.

Il dato negativo per l’occupazione riguarda tutte le province, con punte negative per Prato (-6,9%) e Firenze (-5,2%), mentre fra i vari comparti è la moda a soffrire di più (-7,8%). Crescono invece le retribuzioni (+1,9% medio procapite), in virtù di un calo dei contratti part-time e dell’uscita dal mercato di imprese più marginali.

“Nel 2019 stiamo assistendo a un calo dell’occupazione che è misurato in circa 5.500 unità e che riguarda trasversalmente tutti i settori”, ha osservato Riccardo Perugi, coautore del rapporto, spiegando che “c’è un forte incremento delle ore integrate dal Fondo di Solidarietà bilaterale, parliamo circa il 70% di ore in più fra 2019 e 2018: questo significa che le situazioni di crisi e difficoltà aziendale si stanno diffondendo a varie ramificazioni del sistema artigiano regionale”.

“Il 2019 chiude in maniera veramente preoccupante e non vediamo spiragli positivi neanche per il 2020”, lamenta Ciro Recce, presidente Ebret, secondo il quale “l’artigianato è un settore che, anche attraverso il patto per lo sviluppo regionale che è stato siglato, ha bisogno di maggiore attenzione per far sì che si possa ripartire, perché è veramente il centro della nostra economia”.

Fit-Cils Toscana: “bisogna portare la tramvia all’Osmannoro!”

“Per sciogliere il nodo del traffico che soffoca Osmannoro la soluzione c’è e si chiama tramvia. Non si può escludere uno dei più importanti poli manifatturieri della Toscana dal progetto che sta rivoluzionando la mobilità a Firenze. Le soluzioni tecniche esistono, basta avere la volontà politica”. A dirlo è il segretario generale della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni.

Il segretario rilancia sull’esigenza di migliorare i collegamenti pubblici con l’area al confine tra i comuni di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio e insieme al segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce, chiede di completare il tunnel dell’alta velocità e il collegamento veloce della stazione Foster con Santa Maria Novella.

Boni, dopo aver ricordato che in questi giorni si sta definendo il tracciato e i finanziamenti delle linee 2 e 4 della tramvia, sottolinea come nel progetto continua a non trovare spazio Osmannoro: “un polo manifatturiero dove ogni giorno si riversano migliaia di persone, da mezza Toscana che non è servito da un servizio pubblico efficiente e puntuale, né dalla stazione di Santa Maria Novella, né da Rifredi, né da Sesto Fiorentino, costringendo i lavoratori e quanti devono raggiungere l’area ad arrangiarsi, ovvero ad utilizzare l’auto”. Per il segretario Fit, invece, ci sono tre possibili soluzioni: due con la linea 4 della tramvia, e una con la linea 2. “Ora o mai più! – dice Boni – Bisogna portare la tramvia all’Osmannoro”.

Per Recce, inoltre, “per completare e integrare al meglio il servizio pubblico crediamo che sia necessario ripartire con i lavori della Tav e realizzare il tunnel fra Campo Marte e Castello e la stazione Foster. Abbiamo bisogno di più binari per risolvere il congestionamento del nodo ferroviario di Firenze e rendere un servizio efficiente e puntuale sia ai pendolari toscani che a quelli dell’AV”, anche attraverso “un collegamento veloce fra la stazione Foster e Santa Maria Novella, attraverso un tapis roulant sotterraneo”.

Artigianato Toscana, Ebret: “-1,8% aziende e -1,3% addetti in 2018”

Secondo il rapporto di Ebret, nel 2018 il numero delle imprese artigiane toscane è calato dell’1,8%, i lavoratori sono diminuiti dell’1,3% e la giornate retribuite segnano un -1,2%. Nei primi sei mesi del 2019, inoltre, sono aumentate del 9,7% le domande di cassa integrazione.

I dati emergono dal secondo rapporto ‘Imprese artigiane e mercato del lavoro’ presentato oggi a Firenze dall’Ebret. L’analisi dei dati Inps rivela che per l’artigianato toscano nel 2018 si è interrotta la fase di crescita che aveva caratterizzato il biennio 2016-2017. Il rapporto spiega inoltre che il monte retributivo è rimasto invariato mentre il calo del numero di dipendenti ha prodotto un incremento dei livelli retributivi pro-capite, cresciuti dell’1,3% nel 2018, in linea con la dinamica dei prezzi.

A confermare il quadro anche i dati del Fondo di solidarietà bilaterale (Fsba), cioè la cassa integrazione artigiana che ha preso il posto della Cig in deroga: nel primo semestre dell’anno in corso 544 aziende toscane hanno chiesto l’intervento del fondo per 2.749 lavoratori. Le domande provengono da tutta la regione ma soprattutto dalle province di Firenze, Pisa e Prato e principalmente dal tessile-abbigliamento-calzature. Nei primi 5 mesi del 2019, inoltre, le ore di lavoro integrate da Fsba sono aumentate del 13,7% rispetto allo stesso periodo del 2018.

Il rapporto infine evidenzia anche un calo della qualità delle forme contrattuali: il comparto registra un +19,5% nel 2018 per i contratti a tempo determinato a tempo pieno e un +26,7% per quelli a tempo parziale. Sono invece diminuiti i contratti a tempo indeterminato: -3,5% per la versione full-time e -5,5% nel part-time. A livello territoriale l’andamento dell’occupazione artigiana è risultato positivo ad Arezzo (+2%), Siena (+1%) e Livorno (+0,4%), mentre flessioni si registrano per tutte le altre province e particolarmente a Prato (-5%).

Riccardo Perugi, che ha steso il secondo rapporto sulle imprese artigiane toscane, ha spiegato che il comparto ha registrato “un miglioramento degli indicatori fino al 2017, una fase positiva di percorso di uscita dalla crisi c’è stata, poi nel 2018 il contesto dell’economia nazionale e internazionale è rallentato e anche le imprese artigiane evidenziano un peggioramento di tutti gli indicatori anche quelli relativi al mercato del lavoro”. Anche per l’anno in corso Ebret ha registrato “aspettative peggiorate da parte degli imprenditori – prosegue Perugi -, c’è una quota crescente di imprenditori che ci dice che la situazione sta peggiorando ulteriormente rispetto all’anno scorso e le previsioni di crescita del fatturato sono ridotte allo 0,5%, ed eravamo quasi al 3% due anni fa”.

Per il presidente di Ebret, Ciro Recce, “quest’anno è stato meno buono degli altri. Il 2018 non è andato bene e purtroppo anche i primi mesi del 2019 non stanno andando bene, i primi sei mesi segnano un incremento del ricorso alla cassa integrazione dell’artigianato”. Inoltre, evidenzia, “l’occupazione anche se stabile però è un’occupazione di qualità inferiore, abbiamo più contratti a tempo determinato e meno tempi indeterminato e questo non fa bene ai lavoratori. Tutto questo – ha concluso Recce – ci deve far riflettere su come si può intervenire. Ci aspettiamo anche una risposta da parte delle istituzione per un sostegno e un rafforzamento delle imprese artigiane che rappresentano in Toscana un importante tessuto produttivo”.

Raffaele Palumbo ha intervistato Riccardo Perugi, autore del rapporto 

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