La crisi del Venezuela vista con gli occhi delle donne allo Stensen

Giovedì 21 novembre allo Stensen di Firenze viene proiettato il film-documentario “Donne nel caos venezuelano” alla presenza della regista. Il film racconta la storia di cinque donne venezuelane.

Domani, giovedì 21 novembre, alle ore 21, al Cinema Stensen di Firenze (viale Don Minzoni 25/G), in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, verrà proiettato il film-documentario “Donne nel caos venezuelano” alla presenza della regista Margarita Cadenas.

Il film, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti in diversi festival internazionali sui diritti umani, racconta la storia di cinque donne venezuelane. Attraverso le loro voci e la loro vita in presa diretta, la regista franco-venezuelana Margarita Cadenas ha documentato, con coraggio e passione, la situazione di uno dei Paesi più pericolosi al mondo. Scena dopo scena, emergono le difficoltà quotidiane che in particolare le donne sono obbligate ad affrontare, dalla mancanza di cibo e di assistenza sanitaria alla criminalità, alla prigionia politica e alle violenze.

«Il film di Margarita Cadenas ci mostra una testimonianza cruda e drammatica di quello che è stata la situazione del Venezuela, che negli anni è ulteriormente peggiorata. Oggi questo Paese attraversa una crisi umanitaria senza precedenti» commenta Carolina Garrido, vicepresidente dell’Associazione Venezuela in Toscana. «Il film della Cadenas si caratterizza per essere completamente al femminile. Non solo perché parla di donne, ma perché racconta ciò che il maschile non riesce a intravedere: l’urgenza di prendersi cura dei diritti fondamentali troppo a lungo negati».

«Vorrei sottolineare il coraggio delle cinque donne protagoniste che hanno accettato di far entrare una telecamera nelle loro vite per denunciare la loro situazione quotidiana piegata dalla povertà estrema. Sono donne altere, forti, provate ma ancora speranzose che la loro situazione possa cambiare. Ecco perché hanno accettato di rischiare donandoci queste loro testimonianze» aggiunge la giornalista Annamaria Tossani, testimonial dei diritti umani per l’Associazione Venezuela in Toscana.

Ingresso 8 euro. Il ricavato sarà devoluto interamente ai progetti dell’Associazione Venezuela in Toscanawww.venezuelatoscana.it

Siria, il documentario sulla suora che resiste alle bombe in anteprima allo Stensen

In anteprima allo Stensen “Mother Fortress” il doc su Madre Agnes che sfida la guerra per aiutare gli ultimi. Lunedì 18 novembre alle 21 alla presenza della regista.

In anteprima toscana al Cinema Stensen, lunedì 18 novembre alle 21 alla presenza della regista, sarà proiettato “Mother Fortress”, il documentario di Maria Luisa Forenza che racconta la pericolosità quotidiana delle vite di religiosi in Siria che lottano per salvare la dignità e la sopravvivenza di esseri umani innocenti travolti dalla inarrestabile guerra.

Un’esperienza, vissuta in prima linea dall’autrice e regista, tesa a testimoniare non gli aspetti più drammatici del conflitto, quanto gli effetti da esso provocati all’interno di una comunità in cui le differenze religiose lasciano il posto all’aiuto umanitario mosso da uno spirito di condivisione e sorriso anche in situazioni estreme. Protagonista del documentario è Madre Agnes che, assieme a monaci e monache provenienti da Francia, Belgio, Portogallo, Libano, Cile, Venezuela, USA (di cui alcuni ex-giornalisti), affronta gli effetti della guerra in Siria sul suo monastero, situato ai piedi delle montagne al confine con il Libano dove ISIS insidiosamente si nasconde.
Nonostante sia esso stesso obiettivo di attacchi, il monastero accoglie orfani, vedove, rifugiati (cristiani e sunniti), vittime di una guerra fratricida che dal 2011 ha prodotto caos e devastazione. Organizzando un convoglio di ambulanze e camion, che percorrono strade controllate da cecchini, Madre Agnes persegue la rocambolesca missione di fornire aiuti umanitari (cibo, vestiti, medicine) ai siriani rimasti intrappolati nel paese. Esplorazione non della guerra, ma della condizione umana in tempo di guerra, il film è un viaggio materiale e spirituale, una ‘storia d’amore’ con destinazione Roma dove il senso del racconto si rivela.

Info www.stensen.org, 055576551
Ingresso 8 euro

 

“Il Varco”, gli orrori della guerra nel film del fiorentino Federico Ferrone

“Il Varco”, gli orrori della guerra nel film del fiorentino Federico Ferrone. Un soldato italiano racconta in prima persona la fallimentare campagna di Russia. In anteprima al cinema Stensen giovedì 17 ottobre alle ore 21, alla presenza dei registi

 

Un film di finzione attraverso documenti audiovisivi pubblici e privati, fondendoli in un unico punto di vista soggettivo, con una voce narrante che è anche flusso di coscienza e che racconta gli orrori della Seconda Guerra mondiale e del colonialismo italiano in Etiopia. Un esperimento che diventa un film, “Il varco”, diretto dal regista fiorentino Federico Ferrone insieme a Michele Manzolini. Il film sarà nelle sale a partire da giovedì 17 ottobre, in anteprima fiorentina al Cinema Stensen (domani giovedì 17 ottobre, ore 21, alla presenza dei registi).  Il film, applaudito a Venezia nello sezione “Sconfini”, vede la collaborazione dell’Istituto Luce, per i numerosi filmati d’archivio, e di Wu Ming per la scrittura della sceneggiatura.
Ambientato nel 1941, narra la storia di un soldato italiano che parte per il fronte sovietico. L’esercito fascista è alleato di quello nazista, la vittoria appare vicina. Il convoglio procede tra i canti e le speranze. La mente del soldato torna alla malinconia delle favole raccontategli dalla madre russa. A differenza di molti giovani commilitoni, lui ha già conosciuto la guerra, in Africa, e la teme. Il treno attraversa mezza Europa, avventurandosi nello sterminato territorio ucraino.All’arrivo dell’inverno l’entusiasmo cade sotto i colpi dei primi morti, del gelo e della neve. I desideri si fanno semplici: non più la vittoria, ma un letto caldo, del cibo, tornare a casa. L’immensa steppa spazzata dalla tormenta sembra popolata da fantasmi.

Il varcoattraverso filmati di repertorio ufficiali e amatoriali, è il racconto in prima persona e in soggettiva di un soldato durante la fallimentare campagna di Russia della Seconda Guerra Mondiale. “Nel creare la storia di un uomo alla deriva nel “cuore di tenebra” della guerra – hanno detto i registi – abbiamo attinto a immaginari anche apparentemente lontani tra loro: il romanzo d’avventura, le fiabe popolari russe, la coscienza sporca del colonialismo fascista, e i diari e i memoriali dei soldati italiani sul fronte orientale”.

Info www.stensen.org, 055-576551

Terra di tutti Film Festival fa tappa allo Stensen di Firenze

Oltre 40 film, 25 paesi, 4 giorni di eventi: Terra Di Tutti Film Festival, una full-immersion nel sud del mondo e nella sua realtà invisibile. Dal 10 al 13 ottobre, tra Bologna e Firenze. Tappa fiorentina al Cinema Stensen, con una serata dedicata alle lotte per i propri diritti, alle migrazioni.  Sarà presente la regista Ester Sparatore.

Il “Terra di Tutti Film Festival”, rassegna dedicata al cinema sociale promossa da COSPE Onlus e WeWorld-GVC Onlus fa tappa giovedì 10 ottobre al Cinema Stensen (viale don Giovanni Minzoni 25) a Firenze. In programma quattro documentari che portano sul grande schermo le lotte per i diritti, i conflitti, le storie di resistenza, da punti di vista differenti. Protagonista è il cinema sociale, in molti casi povero di budget, ma ricco di prospettive, visioni e critiche su quando accade ovunque nel mondo.

La serata fiorentina del “Terra di Tutti Film Festival” si apre alle ore 18 con “In limbo” di Anja Dalhoff, già vincitrice lo scorso anno del premio “Voci di Donne Invisibili”. Questo nuovo lavoro racconta la storia di Edward, giovane nigeriano trafficato in Europa, sfruttato per anni fino a quando, in Danimarca, riesce a sfuggire ai trafficanti. L’occhio della Dalhoff segue la sua lotta e la sua resistenza, ma anche i momenti bui e l’angoscia di sapere che la propria famiglia in Nigeria è in grave pericolo. “Nuove povertà” è il titolo della seconda sessione di proiezioni, tutte a ingresso gratuito, che accende i riflettori sul Messico. “Midnight Family” di Luke Lorentzen, infatti, pone lo sguardo sulla concorrenza e gli interessi che condizionano la tutela del diritto alla salute nel paese centroamericano. Tra lotte intestine e equilibri di potere a pagare il prezzo più alto sono sempre i civili. Alle ore 20.30 il focus si sposta dall’altra parte del mare. “Nefta Football Club” di Yves Piat e “Celles qui restent” di Ester Sparatore, presentato in anteprima al Biografilm 2019, offrono due punti di vista differenti per raccontare la vitalità, la speranza e l’attività della società civile tunisina. Sarà presente in sala proprio la regista che dialogherà con Anna Meli di COSPE Onlus.

La serata sarà dedicata alle ennesime vittime dei naufragi nel Mar Mediterraneo. Solo ieri sono morte infatti davanti alle coste di Lampedusa 13 persone, tra cui molte donne, bambini e bambine. Venti sono ancora disperse. Non sono vittime del mare, ma di una scellerata politica migratoria. Questi morti arrivano a pochi giorni dalle celebrazioni della giornata della memoria che ricorda come il 3 ottobre del 2013 morirono in quelle stesse acque 368 persone. Le ricorderemo con un minuto di silenzio ma anche parlando delle ultime iniziative del governo italiano che ha individuato proprio nella Tunisia una terra di “rimpatri”: “Non una soluzione – dice Anna Meli – ma l’ennesimo palliativo per l’opinione pubblica. Quello che occorre per mettere fine a questa strage sono corridoi umanitari e canali regolari di ingresso”.

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Antropocene, come l’uomo sta distruggendo la Terra

La Fondazione Stensen per la prima volta distributore in tutta Italia di ‘Antropocene, come l’uomo sta distruggendo la Terra’. Da giovedì 19 settembre nelle sale il film girato in 20 Paesi con immagini mozzafiato

Dalle cave di marmo di Carrara (dove oggi le macchine riescono a strappare alla montagna in un giorno quello che una volta ne richiedeva manualmente almeno quindici) alle miniere di lignite in Germania (dove vengono abbattuti interi villaggi, chiese comprese, per far posto agli scavi); dalla riserva di rinoceronti in Kenya (messi a rischio dal feroce bracconaggio) alla barriera corallina australiana (sempre più minacciata dall’acidificazione dei mari).

Un incredibile viaggio, potentemente visivo con immagini mai viste prima, in 6 continenti e 20 Paesi. E’ il film documentario Antropocene – L’epoca umana, girato in quattro anni in tutto il mondo, che affascina e al contempo fa riflettere sul tema sempre più urgente della conservazione del nostro mondo.

Girato dalla coppia di cineasti Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier insieme al noto fotografo Edward Burtynsky, il film arriverà in tutte le sale italiane dal 19 settembre e sarà distribuito nel nostro Paese dalla Fondazione Stensen, che per la prima volta in assoluto diventa distributore di un film, insieme alla società Valmyn. La prima proiezione allo Stensen sarà giovedì 19 alle ore 21. 

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La prima proiezione italiana in realtà virtuale allo Stensen di Firenze

Allo Stensen la prima proiezione italiana a 360° in un cinema. Il 19 giugno la pièce teatrale di Elio Germano interamente ripresa in VR. Al pubblico saranno forniti visori speciali per vedere lo spettacolo in realtà virtuale

E’ il Cinema Stensen di Firenze la prima sala cinematografica italiana a realizzare una proiezione aperta al pubblico in realtà virtuale a 360 gradi. L’appuntamento, organizzato da Stensen e Gold, è per mercoledì19 giugno  (ore 18 e ore 21) con lo spettacolo “Segnale d’allarme – La mia battaglia VR” realizzato da Elio Germano e Omar Rashid, che saranno presenti in sala (replica giovedì alle 21).

Per assistere allo visione, al pubblico saranno forniti visori speciali. Si tratta di grandi occhiali che immergeranno lo spettatore nella realtà dello spettacolo teatrale a 360 gradi. Info www.stensen.org, 055/576551, prevendite alla cassa del cinema Stensen, ingresso 10 euro.

“Segnale d’allarme” è la trasposizione in realtà virtuale de “La Mia Battaglia”, il monologo teatrale scritto a quattro mani da Elio Germano e Chiara Lagani e portato in scena da Germano stesso, per parlare della nostra epoca. L’opera conduce lo spettatore a interrogarsi sulla realtà attuale e immaginare possibili scenari futuri: la scelta della realtà virtuale per consentire di rivedere la pièce, è particolarmente efficace rispetto ai contenuti

E’ uno spettacolo provocatorio che ci mette in discussione come pubblico – ha detto Elio Germano – Cosa stiamo vedendo? A cosa applaudiamo? Chi è il personaggio che abbiamo difronte? Dove ci sta portando? Un esercizio di manipolazione dagli esiti imprevedibili. Per la prima volta il teatro si fa virtuale: indossato il visore e le cuffie, verrete catapultati in quella sala e sarà come essere lì”.

“Per la prima volta una sala cinematografica si trasforma in una sala cinema VR – ha detto il direttore della Fondazione Stensen Michele Crocchiola – E lo fa con un film in realtà virtuale della durata di 70 minuti. Un’esperienza immersiva di assoluta novità in Italia. Siamo felici e soddisfatti di esplorare questo linguaggio e di poterlo proporre al pubblico unendo l’innovazione tecnologica all’esperienza cinematografica condivisa”.

“La scelta della realtà virtuale, linguaggio che con Elio Germano esploriamo da qualche anno – ha detto Omar Rashid – è stata quella più naturale per poter replicare più volte “La mia battaglia” senza dover sottostare alle problematiche logistiche degli spazi teatrali. È sicuramente la miglior trasposizione possibile per questo tipo di spettacolo, già di per sé immersivo.”

Il film è prodotto da Gold Productions, società dei fiorentini Omar Rashid, Alessandro Mancini e Luca Fortino, che da anni sperimenta l’innovativa tecnologia in realtà virtuale.

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