Presidio lavoratori Cas sotto prefettura Firenze

 Domani, martedì 11 giugno, dalle 10:30 alle 12, è in programma un presidio lavoratori dei Centri di accoglienza straordinari, sotto la prefettura a Firenze.

La manifestazione contro le nuove regole dell’accoglienza, a difesa del proprio lavoro sia in quantità che in qualità, per la qualità del servizio nei CAS. “Con il nuovo bando della prefettura di Firenze sono a rischio più di 150 posti di lavoro nel nostro territorio” denuncia il sindacato.

Si tratta di quegli operatori che hanno lavorato fino a oggi nei centri che accolgono e assistono cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Lavoratori dipendenti del privato sociale che negli ultimi anni hanno garantito l’accoglienza diffusa e l’integrazione degli ospiti dei Cas appaltati dalla prefettura di Firenze.

Secondo la Cgil il nuovo sistema di accoglienza, contenuto nel Decreto sicurezza, “riduce drasticamente le ore dei lavoratori presenti nei centri (-70% nei centri sotto i 50 posti letto, -66% nei centri tra i 50 e i 300 posti letto). “Avremo meno lavoratori, perdita di professionalità e minor possibilità di avere un’integrazione reale per i migranti ospiti delle strutture”  dice il sindacato.

Che conclude “tra l’altro a Firenze non verrà neanche garantita la copertura dei posti messi a gara dalla prefettura: il bando attualmente in corso ha visto partecipare concorrenti per la copertura di solo 300 posti letto sui 1400 messi a gara – conclude la Cgil -. Noi riteniamo che offrire a chi arriva percorsi di integrazione e accompagnamento non sia soltanto un dovere morale per chi fugge dal proprio paese per guerra, fame o motivi politici, ma un modo di tutelare la legalità e i diritti di tutti, a cominciare da chi vive in Italia”.

Firenze, sindacati: rinnovare contratti personale servizi publici

Il 15% del personale è vicino alla pensione, necessari nuovi inserimenti. Centinaia di lavoratrici e lavoratori dei servizi pubblici dell’area metropolitana fiorentina saranno presenti alla manifestazione dell’8 giugno, indetta a Roma dalle categorie della Funzione Pubblica di Cgil-Cisl-Uil .

I sindacati a livello locale lamentano gravi carenze di personale, e annunciano la richiesta al governo di rinnovare tutti i contratti di settore. “Dai dati – affermano le organizzazioni – del conto annuale del Comune di Firenze, con quasi 4.000 addetti, risultano 657 lavoratrici e lavoratori con oltre 60 anni di età e ben 355 con 40 anni di servizio. L’uscita del 15% del personale è da affrontare di petto con concorsi in ogni categoria e profilo anche a supporto di tutti gli altri comuni della città metropolitana”.

Fra i casi più evidenti di carenze di personale, sempre secondo i sindacati, l’ospedale di Careggi, la Usl Toscana Centro, la Galleria degli Uffizi.

Livorno: Cgil e Anpi appello contro destra al ballottaggio

Sbarrare la strada a una destra pericolosa, reazionaria e illiberale, “è un dovere etico e politico”.

E’ l’appello agli elettori e ai militanti di forze politiche, movimenti, liste civiche, “e a quanti si riconoscono nei valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo e nei principi fondativi della nostra Carta Costituzionale a votare e far votare, in occasione dei ballottaggi del 9 giugno, le candidate sindaco e i candidati sindaco della provincia di Livorno che da sempre si riconoscono in questi principi”. A lanciarlo sono Anpi, Anppia, Arci e Cgil della provincia di Livorno. In una nota le associazioni e il sindacato ricordano le difficoltà spesso registrate anche con giunte di sinistra, e per questo, spiegano “ai sindaci eletti chiederemo che si apra una nuova stagione di confronto e partecipazione dei cittadini, vigileremo perchè le scelte che si vengono a compiere nelle amministrazioni trovino il più ampio coinvolgimento delle comunità locali”. Ma il 9 giugno, quando oltre che a Livorno si voterà per il ballottaggio a Piombino, Cecina, Rosignano Marittimo e Collesalvetti, la scelta non può essere che per i candidati, concludono, che si oppongono alla destra.

Comunali, Cgil: “c’è Casapound, non andate al dibattito”

Protesta della Cgil per il dibattito coi candidati sindaco organizzato alla scuola Marco Polo di Firenze il 23 maggio: vista la presenza dell’esponente di Casapound, il sindacato chiede agli altri candidati di non partecipare, e al personale scolastico e al Dirigente dell’Istituto di non dare corso all’iniziativa. “Il fascismo non è un’opinione da ascoltare, ma un crimine da condannare”.

L’Istituto Superiore Marco Polo, che già l’anno scorso aveva organizzato un’iniziativa simile, ha invitato il 23 maggio tutti i candidati sindaco, compreso quello di Casapound, a un appuntamento con gli studenti diciottenni frequentanti l’istituto. Per questo la Flc Cgil di Firenze scrive una lettera aperta per esortare i candidati sindaco a non partecipare a quell’iniziativa e dare un segnale forte. La sollecitazione è rivolta anche ai docenti e al personale della scuola perché spieghino ai ragazzi l’inopportunità dell’iniziativa così organizzata.

Riportiamo per intero la lettera aperta ai candidati alla carica di sindaco di Firenze.

“In tempi terribili come questi, ancora più ardui e terribili risultano i compiti delle istituzioni scolastiche e dei soggetti preposti all’educazione dei più giovani. Come tutti, infatti, anche i docenti e gli educatori si trovano fra il passato e il futuro, fra il già dato e l’ignoto, tra il certo e l’incerto; ma, diversamente dal resto dei cittadini, essi sono gravati dalla responsabilità ulteriore di fornire ai propri ragazzi chiavi di lettura e strumenti per scelte consapevoli. Dove e come i docenti possono trovare il modo per non smarrire la rotta, per andare alla ricerca senza andare alla deriva? Una bussola esiste ed è la nostra Costituzione, che – oltre a rappresentare un riferimento – è anche un affresco, una tavola di valori, una promessa di futuro, un decalogo di principi e un’idea di società. Dentro questo orizzonte non c’è – e non deve esserci – posto per il fascismo. Eppure la scuola superiore Marco Polo di Firenze, per mezzo del suo Dirigente, invita tutti i candidati alla carica di Sindaco a incontrare gli studenti diciottenni dell’istituto e include nell’invito anche l’esponente di CasaPound. Questa organizzazione dichiaratamente fascista, omofoba, razzista e xenofoba, i cui militanti sono protagonisti di crimini, atti terroristici, intimidazioni e violenze, per la nostra Costituzione dovrebbe essere smantellata e invece una comunità educante seria, importante e impegnata, pensando di onorare il proprio ruolo, le fornisce un microfono, una platea di diciottenni e ben mezz’ora di tempo per parlare. Non sono solamente i trenta minuti senza contraddittorio a preoccuparci – anche se siamo fiduciosi che i ragazzi di quella scuola sarebbero certamente in grado di farsi un’idea – ma maggiormente ci preoccupa l’abdicazione alla funzione educante degli adulti di quella scuola: organizzando l’incontro, quegli educatori con il proprio agire fanno venir meno il principio costituzionale che impedisce al fascismo di riproporsi «sotto qualsiasi forma» (XII disposizione della Costituzione). Può proprio la scuola pubblica permettersi di smentire la Costituzione, in nome di un’idea di pluralismo secondo il quale pare opportuno far esprimere anche chi divulga valori contrari a quelli cui la scuola dovrebbe conformarsi? E’ ammissibile dare la possibilità di sedere in cattedra a chi si professa “fascista del terzo millennio” e nega i principi di solidarietà, uguaglianza, nonviolenza, giustizia sociale, accoglienza, libertà? E’ sufficiente affermare che, non essendo stata dichiarata illegale, CasaPound ha diritto alla tribuna elettorale come tutte le forze politiche? Può la scuola fermarsi così sulla soglia del legalitarismo?
Noi crediamo fermamente di NO! Noi crediamo che la scuola non debba dismettere il proprio ruolo profetico, che hanno incarnato – in modi diversi, ma sempre pagando di persona – due grandi educatori come Antonio Gramsci e Lorenzo Milani. Negli ultimi giorni il Paese è scosso da energie che stanno risvegliando le coscienze: dalla piazza antifascista di Prato del 23 marzo, alle parole del Presidente della Repubblica in occasione del 25 aprile; dal Segretario Generale della CGIL Landini, che ha chiesto a gran voce lo scioglimento per legge dei movimenti neofascisti, agli intellettuali che hanno dichiarato la non partecipazione al Salone di Torino, ottenendo così insieme a enti e istituzioni l’allontanamento della casa editrice neofascista; dall’adolescente di Torre Maura che ha sfidato i violenti di casa sua, per finire con settori della magistratura che indagano CasaPound per ricostituzione del partito fascista. E’ quindi il momento di prese di posizione nette e chiare, che segnino un cambio di passo rispetto al drammatico fenomeno del ritorno dei fascismi. Già l’anno scorso, in occasione delle elezioni politiche, analoga iniziativa programmata dallo stesso istituto era stata disertata dai candidati delle forze progressiste, le quali a più riprese dichiararono a mezzo stampa la loro indisponibilità a sedersi accanto a chi professava platealmente ideali contrari ai valori della Costituzione, nata grazie all’antifascismo e al sacrificio dei tanti che si opposero al Regime, anche a costo della propria vita. Ci auspichiamo pertanto che anche in questo frangente la classe dirigente di questa città dimostri una grande coerenza con i valori della Costituzione, lo spirito della XII disposizione e la storia di Firenze medaglia d’oro della Resistenza. Chiediamo a tutti i candidati alla carica di Sindaco di Firenze, che si dicono antifascisti, di non partecipare a quell’evento, né ad altre future iniziative in cui sarà presente CasaPound. Chiediamo ai docenti, al personale scolastico e al Dirigente dell’Istituto Marco Polo di non dare corso all’iniziativa così com’è stata programmata. Il più grande insegnamento ai giovani non può che essere: il fascismo non è un’opinione come le altre, ma un crimine, e come tale va perseguito e condannato!”

Fisac Cgil Toscana: a Firenze convegno su lotta pirateria contrattuale

Si è tenuto stamani il convegno di Fisac Cgil Toscana sulla lotta alla pirateria contrattuale nelle agenzie assicurative, dal titolo “Figli di un Dio minore? La pirateria contrattuale nell’appalto assicurativo”

Il convegno volto a contrastare la pirateria contrattuale che toglie diritti e salario ai lavoratori anche in Toscana, è stato introdotto e coordinato da Tania Cità (segreteria Fisac Cgil Toscana) e sono intervenuti Cinzia Melani (coordinatrice regionale appalto), Cecilia Ceselli (presidente regionale Anapa), Claudio Guggiari (segreteria Cgil Toscana), Elisabetta Masciarelli (Rlst per Enbass), Antonio Novielli (vicepresidente Aau – Associazione Agenti UnipolSai). Daniele Quiriconi (segretario generale Fisac Cgil Toscana) ha concluso l’incontro.

L’intenzione dell’iniziativa era quella di porre all’attenzione dell’opinione pubblica, del legislatore, delle associazioni di rappresentanza, il caso dei lavoratori delle agenzie assicurative “in gestione libera” (in Toscana diverse migliaia), dispersi in oltre 700 aziende del cosiddetto “appalto assicurativo”, ai quali in gran parte viene applicato un contratto sottoscritto da sindacati autonomi, assolutamente privi di rappresentanza. Oltre il 10% di salario in meno, minori diritti su ferie, festività, indennità di preavviso, un assoluto potere discrezionale degli agenti sui dipendenti, solo per fare alcuni esempi, sono i contenuti peggiorativi rispetto al contratto sottoscritto tra l’altro da Cgil, Cisl e Uil di categoria con l’associazione di categoria Anapa.

La mancanza di una legge che certifichi il concetto di “sindacato comparativamente maggiormente rappresentativo”, e di conseguenza chi è titolato a sottoscrivere accordi nazionali, produce il risultato di una destrutturazione dei diritti del lavoro soprattutto nei settori fragili e di piccola impresa, che nessuna legge sul salario minimo sarà in grado di ricomporre nei diritti di tutela minima.  Questo, al fine di impedire dumping contrattuale e concorrenza sleale determinata da accordi sempre al ribasso e peggiorativi delle condizioni dei lavoratori e, nello specifico vista la composizione di genere del settore, delle lavoratrici.

Primo maggio in Toscana tra cortei, comizi e sciopero del commercio

“La nostra Europa: lavoro, diritti, stato sociale”, questo il titolo scelto da Cgil, Cisl e Uil per questo Primo Maggio fitto di eventi anche in Toscana. Musica ma anche cortei, comizi e proteste per alcuni negozi che rimarranno aperti.

Sono 84 i cittadini toscani che quest’anno riceveranno la “Stella al Merito del Lavoro”, l’onorificenza conferita dal presidente della Repubblica a coloro che “nella loro esperienza lavorativa si sono distinti per perizia, laboriosità, condotta morale e anzianità di servizio”. La tradizionale cerimonia di consegna, organizzata dalla Prefettura, si svolgerà domani  nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, con inizio alle ore 10.30.

A Firenze non ci sarà una manifestazione cittadina, ma numerose saranno le iniziative sparse sul territorio nell’intera giornata: a Barberino del Mugello ci sarà un comizio di Valeria Cammelli per la Cgil e di Maurizio Garofano a Castelfiorentino. La Zastava Orkestar sarà il sottofondo musicale del corteo di Empoli, dove si svolgerà anche un comizio, seguito da un pranzo e dalla performance di Officine Avane e Tra i binari. Il concerto di Marco Rovelli chiuderà infine la giornata.

Eventi  inoltre a Lucca, Pisa e  Pistoia, con corteo e comizio in piazza Duomo. Festa anche a Prato, dove dopo la messa in Duomo  e il corteo si terrà  un comizio in piazza delle Carceri.

Comizi, cortei e merende anche nella provincia di Siena, da Sinalunga, all’Amiata, la Valdelsa e la Valdichiana. Non mancheranno appuntamenti sul territorio anche a Fiesole, Fucecchio, Gambassi, Montaione, Pontassieve,  Pelago e Sesto Fiorentino.

Ad Arezzo Cgil, Cisl e Uil celebreranno il Primo Maggio insieme all’associazionismo al Parco del Foro Boario. Anche nel grossetano, a Follonica, ci sarà un comizio, mentre a Valpiana la Cgil festeggerà con pranzo e cena sociali e musica dal vivo.

Volantinaggio nei giorni scorsi  della Cgil all’outlet di Barberino del Mugello (Firenze) per protestare contro la decisione che la struttura rimanga aperta domani, e per ricordare che i sindacati del commercio hanno indetto uno sciopero in occasione della festa del lavoro, come per le altre festività civili e religiose.

Il servizio di Simona Gentili

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