Cesvot: allarme solitudine tra i giovani

Il dato è contenuto nella ricerca “Opinione pubblica e volontariato in Toscana”, condotta dal Cesvot – Centro Servizi Volontariato Toscana in collaborazione con Sociometrica . Per 7 toscani  su 10 è necessario “aiutare chi ha bisogno”.

Il 96,9% della popolazione lo conosce,  il 16% della popolazione lo pratica, l’87,5% lo giudica molto positivo ed il 73% addirittura fondamentale: sono questi alcuni dei numeri del Volontariato in Toscana che emergono dalla ricerca “Opinione pubblica e volontariato in Toscana”, condotta dal Cesvot – Centro Servizi Volontariato Toscana in collaborazione con Sociometrica. L’indagine ha coinvolto un campione della popolazione toscana*.

In crescita rispetto allo scorso anno  la risposta di chi dichiara sia necessario aiutare chi ha bisogno. Lo scorso anno era il 64,8% della popolazione, adesso è il 69,6%. E quali sono le categorie che meritano maggiormente l’aiuto dei volontari? Secondo l’indagine Cesvot al primo posto, con il 53,7% ci sono gli anziani non autosufficienti, con un aumento di oltre il 4% rispetto al 2020. La seconda categoria più indicata è quella dei poveri e indigenti che è cresciuta di 12 punti rispetto allo scorso anno e si attesta al 44,6%. Al terzo posto le persone disabili con il 35,5% e al quarto le donne vittime di violenza domestica. Sotto il 10% le ultime tre categorie indicate nell’indagine: senza fissa dimore, immigrati e dipendenze.

L’indagine ha sondato anche il parere della popolazione toscana su alcuni aspetti del sistema sanitario. È stato chiesto se, alla luce della pandemia, sia migliore un modello fondato sui grandi ospedali o uno più centrato sui presidi territoriali. Il 38,6% dice di preferire una presenza più capillare nel territorio. Si è chiesto poi quale peso dovesse avere il Terzo settore nella sanità e l’86% degli intervistati ha dichiarato un ruolo fondamentale e/o importante principalmente sulle seguenti attività: assistenza domiciliare 58,2%, trasporto sanitario 30%, consegna dei farmaci a domicilio 28%, attività di supporto nelle maxi emergenze18,9%.

Una sezione dell’indagine è stata dedicata a indagare l’impatto dell’epidemia sulla psiche collettiva. Il 77% (oltre due abitanti su tre) dichiara di avvertire una crescita della solitudine, la maggior parte sono i giovanissimi. Il 40,1% dichiara che è cresciuta più la diffidenza che la solidarietà (25,3%) e, ancora una volta, sono i più giovani a denunciare una crescita della diffidenza. Da segnalare anche l’impatto che ha avuto sulla popolazione la chiusura dei circoli ricreativi a causa del Covid: per il 79% delle persone questi luoghi di aggregazione svolgono un ruolo importante e/o fondamentale.

Per Federico Gelli, presidente di Cesvot, “I dati confermano che la società toscana è matura e altruista, che pratica solidarietà e accetta la sfida di occuparsi dell’interesse collettivo e di impegnarsi nel volontariato. E questo malgrado viviamo nel tempo di un’epidemia che, con l’obbligo del distanziamento sociale, ha colpito profondamente il mondo del Terzo settore.

I residenti in Toscana mostrano di gradire la presenza dei volontari soprattutto nel campo della salute e chiedono un sistema sanitario regionale più presente nel territorio, non solo centrato sui grandi ospedali, dove il Terzo settore abbia un ruolo ancor più importante di adesso. I volontari, nella percezione dei Toscani, hanno esperienza solida di relazioni umane e una ramificazione territoriale che può tornare utile ad un potenziamento della rete di assistenza territoriale.

Non mancano, in questa indagine, aspetti che destano preoccupazione: per la prima volta si riscontra una crescita della diffidenza rispetto alla crescita della solidarietà e una crescente sensazione di solitudine. Soprattutto fra i giovani. Sono segnali di malessere, da non trascurare. I luoghi del volontariato possono essere per i ragazzi palestre di vita, di incontri e di relazioni. Negli ultimi tre mesi grazie alla nostra campagna Passa all’azione diventa volontario abbiamo aiutato a diventare nuovi volontari quasi 400 persone il 12% dei quali sono ragazzi sotto i 30 anni. Ancora pochi.

Infine un dato che è di grande orgoglio per me e per tutti coloro che a vario titolo collaborano con il Centro Servizi: da questa indagine, che ricordiamo essere campionaria e non rivolta gli addetti ai lavori, risulta che Cesvot è noto al 53,3% della popolazione toscana”.

Cesvot investe sulle nuove generazioni con un bando regionale da 380mila euro

Partiranno da gennaio iniziative sociali di aiuto e ascolto rivolte ad anziani e anziane nelle Rsa, disabili e giovani con 114mila euro per 16 progetti nelle aree metropolitane.

Giovani che si sono messi in gioco e hanno soccorso e confortato chi era in difficoltà durante il lokcdown della scorsa primavera. E’ la nuova generazione di volontari fiorentini che in questi mesi hanno aiutato chi dalla pandemia è stato colpito più duramente. Per questo Cesvot ha scelto di investire su di loro, per valorizzare quanto è stato fatto in queste settimane e farlo diventare patrimonio comune, attraverso il bando “I giovani per il volontariato”.

Il progetto è stato realizzato grazie al contributo di Regione Toscana-Giovanisì in accordo con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale e con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e di Fondazione Monte di Paschi di Siena.

Sono stati finanziati 62 progetti su tutto il territorio regionale, nati allo scopo di affrontare la fase emergenziale e post emergenziale della pandemia. 41 sono stati promossi da organizzazioni di volontariato, 17 da associazioni di promozione sociale e 4 da onlus.

Accanto quelli più tradizionali, legati all’assistenza e al sostegno delle fasce deboli, al doposcuola e alle mense della solidarietà, ci sono percorsi più innovativi nati per colmare il gap culturale e tecnologico che questa pandemia ha allargato soprattutto nelle zone più periferiche dell’area metropolitana. Ci sono anche progetti nati per promuovere l’educazione ambientale e le coltivazioni sostenibili. E ancora, con tutte le accortezza del caso, sono state finanziate anche iniziative di animazione culturale e teatrale o  di aggregazione e socializzazione.

“E’ questo il momento di dare nuova energia al terzo settore, formando e valorizzando una nuova generazione di volontariato”- ha detto il presidente della Delegazione Cesvot di Firenze, Marco Esposito- “Investire sulle nostre ragazze e sui nostri ragazzi, in un momento così delicato, è la scelta più lungimirante che si possa fare. Siamo rimasti sorpresi dalla qualità dei progetti presentati e dalla capacità di contestualizzare le iniziative, allineandole ai bisogni reali dei territori. Siamo certi che l’anno prossimo, quando i progetti diventeranno realtà, tutta la nostre rete di associazioni sarà più ricca a beneficio dell’intera comunità”.

Cesvot, volontariato per sostenere le associazioni colpite dal Covid

“Passa all’azione, diventa volontario” è la nuova campagna di Cesvot per la promozione del volontariato. Tutte le informazioni sulla pagina www.diventavolontario.it

La campagna ha l’obiettivo di promuovere nuove adesioni di volontari alle attività degli enti del terzo settore, nonché di rinforzare la motivazione dei volontari già attivi e di sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà.

Si tratta di una campagna multimediale e multisoggetto: 1296 affissioni, manifesti e poster, in 84 comuni della Toscana sopra i 10 mila abitanti. La campagna sbarcherà anche sui social. Le video clip raggiungeranno 940mila utenti social con l’obiettivo di raggiungere oltre 4 milioni di contatti.

“Si tratta di un progetto importante – ha commentato Federico Gelli, presidente di Cesvot – la cui realizzazione ha richiesto mesi di lavoro. Dalla condivisione degli obiettivi con i principali esponenti del terzo settore toscani alla definizione del target a cui rivolgersi. Abbiamo scelto la strada più oggettiva possibile. Sapevamo, da una recente ricerca svolta per noi da Sociometrica, che oltre 200mila toscani di età compresa fra i 30 ed i 54 anni, ad alta scolarizzazione, conoscono e apprezzano il mondo del volontariato e si dichiarano pronti a mettersi in gioco. Queste persone immaginano di iniziare la loro esperienza di volontari con associazioni locali valorizzando così la prossimità e le relazioni personali. Ecco, con questa campagna abbiamo voluto parlare a questo spaccato di società con alto senso civico, pronto ad impegnarsi in prima persona. Oggi, che tanti enti del terzo settore soffrono di difficoltà economiche ed organizzative dovute all’impatto della pandemia, aver attivato una potente sensibilizzazione all’attività volontaria potrà contribuire a salvare loro dal declino che pare annunciarsi.”

Le persone che vorranno iniziare un’esperienza di volontariato potranno consultare la pagina www.diventavolontario.it  dove troveranno tutte le informazioni per orientarsi ed il contatto con il personale dell’associazione più idonea.

Terzo settore: indagine Cesvot “In Toscana quasi 1 ente su 2 non ha risorse per continuare attività”

I dati della prima indagine post emergenza sul terzo settore in Toscana: il 14,2% ha chiuso o sospeso le proprie attività, oltre il 70% degli enti le ha ridotte e il 43,7% non ha risorse economiche per le attività correnti.

L’emergenza Covid ha colpito profondamente il terzo settore in Toscana. Oltre il 70% degli enti ha dovuto ridurre le proprie attività e il 14,2% addirittura ha chiuso o sospeso qualunque tipo di operazione.

Questo è il quadro che emerge dall’indagine condotta da Sociometrica per conto di Cesvot, dedicata a valutare l’impatto dell’epidemia sugli enti del terzo settore in Toscana.
C’è anche una parte di enti che ha incrementato le attività: le associazioni di volontariato nel campo della sanità.

L’impatto territoriale è molto differenziato: la situazione più critica è quella di Siena, dove a chiudere è stato oltre un quarto degli ets (27,8%); situazione difficile anche a Pistoia e Grosseto. L’impatto è stato irrilevante solo nella provincia di Prato.

Le difficoltà maggiori sono state in campo economico: molte associazioni non hanno modo di finanziare neppure le spese ordinarie. Un colpo particolarmente negativo è stata la cancellazione degli eventi che servono sia per la promozione del volontariato sia per finanziare le singole attività.

L’indagine, accanto alle forti difficoltà economiche, ha messo in evidenza anche la grande capacità di resilienza delle associazioni, che sono totalmente determinate a continuare le attività, nonostante la crisi di oggi. Le associazioni, secondo gli esiti della ricerca, sono pronte a integrare i loro servizi a quelli pubblici per dare ai cittadini toscani servizi sanitari e di assistenza sempre migliori.

Quale futuro vedono di fronte a loro gli ets toscani? Federico Gelli, presidente di Cesvot, è comunque ottimista:  “Sono convinto, come il 37% dei responsabili degli ets, che ci sia spazio per riconsiderare molti aspetti della vita collettiva, dalla riorganizzazione dei servizi socio sanitari e di assistenza, all’utilizzo delle nuove tecnologie. L’esperienza della pandemia reclama più sanità, più servizi, più assistenza, più sociale e non possiamo farlo senza il contributo del terzo settore. La politica non potrà rispondere a questa esigenza senza un’alleanza con gli enti del terzo settore. Consegniamo alla nuova classe dirigente di questa Regione tutti gli strumenti necessari perché ciò avvenga: in ultima la neonata legge regionale sul terzo settore che sancisce e legittima il ruolo  degli ets nei percorsi di co-programmazione e co-progettazione con le amministrazioni pubbliche. Da qui dobbiamo ripartire”.

Anche Antonio Preiti, direttore di Sociometrica, sottolinea la forza dell’associazionismo toscano: “Con questa indagine abbiamo scoperto che il terzo settore è stato colpito al cuore, perché la sua filosofia è la vicinanza sociale, non la distanza. La resilienza dei volontari è però più forte delle conseguenze dell’epidemia. Questo è l’asset fondamentale per un futuro da protagonista della società civile”.

Gianluca Mengozzi portavoce del Forum Regionale Terzo Settore, esprime preoccupazione: “Il danno che il virus sta producendo alle attività del terzo settore toscano è molto grave e non si è esaurito con la fine del lockdown. Molte attività sono tutt’ora sospese, altre si svolgono ma con le gravi difficoltà indotte dal necessario rispetto delle misure di contenimento; si tratta di una situazione che continua a dissuadere una parte della cittadinanza dalla partecipazione agli eventi collettivi, e che impedisce il lavoro di animazione sociale di volontari e militanti. Intere stagioni di attività culturali, di intrattenimento, di educazione, musicali e sportive sono state annullate, con un grave danno economico per le migliaia di organizzazioni che sostengono la propria azione sociale con l’autofinanziamento.  Non possiamo dare per scontato che quando tutto questo finirà ritroveremo intatta la grande ricchezza di associazioni e cooperative: per questo è impo rtante che le istituzioni si prendano cura dell’insostituibile risorsa costituita dal terzo settore toscano.”

Ascoltiamo un estratto dell’intervista ad Antonio Preiti, direttore di Sociometrica, realizzata da Chiara Brilli

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/09/200909_03_CESVOt.mp3?_=2

Cesvot: “Toscani molto propensi alla generosità”

?Firenze, presentata la prima indagine demoscopica sulla popolazione toscana svolta da Sociometrica per conto di Cesvot: oggetto principale dell’indagine capire cosa sanno e cosa pensano i toscani del volontariato e dei volontari.

Il dato principale che emerge dall’indagine commissionata da Cesvot è quello che i toscani conoscono ed apprezzano il volontariato, lo fanno e sono disponibili a farlo.

Ecco i dati più importanti: oltre il 90% della popolazione conosce il volontariato; il 66% ne ha una conoscenza diretta, o perché l’ha fatto personalmente (15,3 %) o perché conosce personalmente persone che lo hanno fatto (51,1 %). Soltanto il 14% conosce il volontariato tramite i mezzi di informazione. La conoscenza del volontariato è perciò diretta e personale. Il dato ancora più eclatante deriva però dalla stima di quanti in Toscana nel corso della loro vita hanno fatto (o fanno tuttora) attività di volontariato: si tratta di ben 450mila persone.

Inoltre, tra coloro che non hanno mai fatto volontariato, si stima che ben 200mila persone sarebbero disposte a farlo, circostanze di tempo e tipo di attività permettendo. In questo caso, a essere preferite non sarebbero le associazioni con grandi brand nazionali e internazionali, ma le associazioni locali, segno che la prossimità e le relazioni personali siano gli elementi più attrattivi e determinanti per sviluppare la disponibilità verso il volontariato.

Per Federico Gelli, presidente di Cesvot, “I dati che emergono ci parlano di una società matura ed altruista, che pratica solidarietà e che rispetta e apprezza chi si dedica agli altri, all’ambiente ed ai beni comuni in genere. È una popolazione che ritiene giusto che i cittadini facciano la loro parte, insieme alle istituzioni pubbliche, per migliorare la qualità della vita di tutti, in primis delle persone più deboli. Insomma, un patrimonio di valori, di pratiche e di disponibilità che supera ogni più rosea aspettativa. Ci piace pensare che questo ritratto indurrà ancora di più la classe politica presente e futura ad avere cura del tessuto sociale di questa regione, la cui popolazione sembra conservare un DNA altruistico e disponibile, tanto difficile a ricostruire quando viene a mancare”.

Inoltre, per il 74,2% delle persone intervistate le attività di welfare devono essere prevalentemente svolte dallo Stato, sebbene si consideri fondamentale l’apporto dei cittadini, delle istituzioni, delle associazioni e delle imprese della società civile. La disponibilità complessiva a svolgere attività di volontariato registra risposte positive per il 96,5% delle persone intervistate, al di sopra della media nazionale del Rapporto Censis 2019 (64,1%). Questa percentuale si distingue in persone che si dichiarano totalmente disponibili a svolgere attività di volontariato (33,6%), occasionalmente (49%), in caso di eventi eccezionali (13,9).

Anche l’atteggiamento generale verso il bisogno è positivo per il 98,5% delle persone e si suddivide tra chi sostiene che si debba sempre aiutare (64,8%), chi sostiene che si debbano scegliere bene i destinatari (30,8%), aiutare solo chi si conosce (2,9%). Tra le categorie considerate più “meritorie” di ottenere l’aiuto del volontariato: anziani non autonomi (49,1%), malati (35,1%) e disabili (34,8%).

Per quanto riguarda il livello di conoscenza del volontariato ben il 74% della popolazione ritiene il volontariato come un fatto positivo e fondamentale per la società. Altro dato rilevante è che la classe d’età più favorevole al volontariato è quello più impegnata sul lavoro, dai 30 ai 54 anni. Per il 74,8% delle persone i volontari “fanno del bene agli altri e sono da ammirare”… Anche per quanto riguarda le organizzazioni non governative il 48,9% dei toscani sostiene che si tratta di associazioni che fanno il bene e che sono da ammirare.

CesvotGimmy Tranquillo ha intervistato Federico Gelli, presidente di Cesvot:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/02/200212_01_RAPPORTO-CESVOT_GELLI.mp3?_=3

Giovedì 26 settembre il convegno “Climate Change”: #Toscana sostenibile

Giovedì 26 settembre avrà luogo il convegno “Climate Change-Rischi per il territorio” alle ore 16.15 in Palazzo Strozzi Sacrati (sala Pegaso). I temi sono i cambiamenti climatici globali e i suoi rischi ma anche le strategie che la Regione Toscana sta attuando per fronteggiarli.

Il convegno “Climate Change-Rischi per il territorio” è organizzato dal dal CSE-Centro Studi Emergenze, con il patrocinio della Regione Toscana, e la collaborazione del Cesvot. L’iniziativa sarà aperta dall’assessora regionale all’ambiente e protezione civile Federica Fratoni.

Saranno presenti gli interventi di Cecilia Dal Re, assessora all’ambiente del Comune di Firenze, Bernanrdo Gozzini, amministratore unico del Consrozio Lamma, Monica Salvadori dell’Ordine dei Geologi della Toscana, Marco Bottino, presidente Anbi Toscana e Alessandro Barducci e Margherita Azzari del Centro Studi Emergenze.

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